martedì 27 febbraio 2024

Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Probabilmente il migliore della saga dal punto di vista della spettacolarità delle azioni. Il buon Tom Cruise anche a 60 anni suonati riesce brillantemente nei panni dell'action man. Se parliamo invece di trama allora usciamo dai canoni della missione impossibile ordinaria per entrare nella fantascienza pura (stiamo parlando di qualcosa molto simile a Skynet di Terminator), e nel complesso delude, parte da premesse pretenziose e dà luogo a un gioco delle parti poco verosimile (candidature agli Oscar comprese). Storia che si può suddividere in tre tronconi: aeroporto, Italia (va detto che sulla parte di Roma ho avuto una sensazione di déjà-vu con l'ultimo Fast and Furious) e treno per quasi 3 ore, troppe per il soggetto schematico e risicato dello script. Non che sia un film noioso, tutt'altro, ma francamente tirato all'inverosimile. Discreti gli ingressi della Hayley Atwell e del cattivo Esai Morales, non male insomma, ma da vedere dopo aver assunto una robusta dose di sospensione dell'incredulità. Voto: 6 [Sky]

A Thousand and One (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Dramma di una madre, passabile ma non indimenticabile. A Thousand and One, al netto di una indecifrabile sensazione di superficialità, è un film che decanta un po' alla volta, soprattutto a fine visione. Un film forte, quasi romanzesco. Resta impresso il forte realismo suggerito dalla regista A.V. Rockwell, che sceglie i cambiamenti di Harlem per raccontare la storia di due "randagi" che provano ad essere madre e figlio. Il film poggia quasi interamente sui due protagonisti (entrambi bravissimi) e procede a ritmo serrato elargendo più di un momento commovente. Tutto ciò è sicuramente ammirevole, specie in un'opera prima, eppure A Thousand and One, risulta a chi scrive, appesantito da una durata eccessiva e da una sensazione di già visto, e coinvolgente sino a un certo punto, una serie di difetti ricorrenti negli esordi (e acerbo, senz'altro, ma occhio). Nel complesso bello e carico di significato. Voto: 6,5 [Sky]

American Symphony (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Un docufilm diverso dagli altri, commovente e spiazzante come pochi. La storia di un artista e la sua sfida contro il destino, ritratto di Jon Batiste tra successo ed avversità. Un film che unisce musica, amore e la realtà post-Covid, che agli Oscar 2024, nella categoria canzone originale, spera. Ma al di là di questo, American Symphony è un documentario che ha il pregio di essere autentico (come pochi altri). Jon Batiste ci permette infatti di entrare nella sua vita e si mostra personale e molto, molto sincero. Egli che si trova all'apice del successo (con un concerto evento da realizzare), quando la vita gli riserva un duro colpo. Un tumore, a lungo dormiente, torna a sconvolgere la vita della sua compagna, Suleika Jaouad. Inizia così un percorso pieno di ostacoli e successi, raccontato appunto in questo docufilm, che fornisce, come detto, un ritratto di due artisti inimitabili di fronte a un bivio e una profonda riflessione sull'arte, sull'amore e sul processo creativo. Perché arte, musica, cinema e vita si fondono in un tutt'uno nel documentario di Matthew Heineman (regista tra gli altri di A Private War), un documentario non capolavoro (non esente da difetti tipici), ma meritevole d'esser visto e vissuto. Voto: 7 [Netflix]

Secret Team 355 (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Film d'azione al femminile nel quale le figure maschili sono relegate sullo sfondo. Si tratta dell'unica novità di una pellicola che appare abbastanza convenzionale prefigurandosi come uno "spy movie" con robuste dosi d'azione. Senza far gridare al miracolo, la storia si segue piacevolmente anche per i frequenti cambi delle location, quasi sempre spettacolari, come si conviene a un film del genere. Buona la prova delle attrici, che mostrano un buon affiatamento reciproco. Poco originale ma godibile. Il finale un po' senza senso tuttavia accresce il "fastidio" e non bastano l'atmosfera di tensione di alcuni momenti, e l'avvenenza delle 5 attrici protagoniste, a far sì che questo Secret Team 355 mi convinca ad assegnargli la sufficienza (anzi molto meno). In parole povere uno spionaggio d'azione che strizza l'occhio ai bond movie, ma che ho trovato poco coinvolgente. Voto: 5 [Sky/Prime Video]

A Good Person (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Interpretazioni convincenti (soprattutto a Morgan Freeman niente gli si può dire) e personaggi che offrono varie sfaccettature da analizzare, regia abbastanza sobria nonostante una sceneggiatura un po' prolissa, che tende ad eccedere, in alcuni momenti, nel rendere il racconto altamente drammatico ancor più drammatico, tanto che empatizzare con la protagonista (una comunque brava Florence Pugh) diventa un po' difficile. Non è un film che rivedrei con entusiasmo (Zach Braff ha fatto decisamente di meglio) ma è comunque un lavoro discretamente realizzato (due ore che scorrono senza intoppi, a cui si perdonerà talvolta qualche tocco di retorica e un finale un po' prevedibile), che vale una considerazione positiva. Voto: 6 [Sky]

Armageddon Time - Il tempo dell'apocalisse (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Affresco con note autobiografiche che affonda nel Queens degli anni Ottanta e racconta un momento della vita americana, uno dei tanti, che vede contrapposti privilegi tra un ebreo fortunato e un ragazzo di colore che vive con la nonna. La mano non è pesante, è leggera, suggerisce, accenna e, insieme a una regia dello stesso tenore (ossia mai ingombrante) si preoccupa di testimoniare. Nel farlo, però, finisce inevitabilmente per annoiare: molti i frangenti in cui ci si aspetta una svolta, un cambio di passo, che non arrivano, rendendo difficile visione e memorizzazione dell'opera. Un'opera cui ricostruzione storica è abbastanza curata, benissimo interpretata (svetta Anthony Hopkins) ma poco riuscita. Voto: 5 [Sky]

Renfield (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Rivisitazione in salsa fantasy-comedy del mito di Dracula dove il protagonista è il suo "famiglio" che deve provvedere ai bisogni del padrone. Originale l'idea di far partecipare Renfield al gruppo di sostegno dove si renderà conto di essere in una situazione non molto felice e decide di liberarsi del suo "rapporto tossico" con il signore dei vampiri. Nicholas Hoult è abbastanza funzionale ma Nicolas Cage ruba la scena immedesimandosi benissimo nella parte. Awkwafina simpatica nel ruolo della poliziotta sola contro tutti che si allea con il mite Renfield che acquisisce super poteri mangiando insetti. Simpatico con esagerate scene splatter inserite per rendere il film diretto da Chris McKay (dopo il non tanto riuscito La guerra di domani) frenetico e divertente. Una bella sorpresa per un lavoro che non apporta nulla di nuovo ai generi che tocca ma che è godibilissimo dall'inizio alla fine. Voto: 6+ [Sky]

Tutti amano Jeanne (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - L'animatrice francese Céline Devaux dirige e disegna una commedia (selezionata a Cannes) fuori dagli schemi, in cui i pensieri di Jeanne (quarantenne insoddisfatta) prendono forma animata, e proprio i dialoghi interiori sono la parte migliore e divertente (pungenti e sarcastici) del film, il punto di forza che eleva la pellicola dalla banalità a cui (forse) era destinata. Infatti il modo sfacciato che l'animata coscienza decide di utilizzare per acuire quella che sembra essere una fase depressiva di Jeanne, riesce a creare una sintonia con la protagonista e con le sue insicurezze, capace di rendere la narrazione più coinvolgente di quanto potesse inizialmente sembrare (Blanche Gardin e Laurent Lafitte perfetti interpreti dei loro ruoli che a vicenda si compensano). E pur sembrando a volte confusionario (quasi irrisolto e/o senza una direzione), quest'esordio si guarda con piacere possedendo dalla sua non solo la capacità di divertire ma anche il coraggio di far riflettere su un tema, quello della depressione, proprio attraverso la possibilità di prendersene gioco. Voto: 6 [Sky]

Women Talking - Il diritto di scegliere (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Il plot è potenzialmente interessante e ha dei messaggi forti da proporre e rimarcare. I concetti dell'emancipazione femminile, la voglia di ricominciare, il ribellarsi alle violenze degli uomini sono ampiamente dipanati e, oggi, più che mai argomentati. Il problema di questo film risiede nella (non originale) sceneggiatura (incredibilmente premiata con l'Oscar) ricca di contraddizioni e lungaggini nei dialoghi, ripetitiva e narrativamente lenta. A fronte di questi che sono difetti riscontrabili, e potenzialmente invalidanti per una visione pienamente appagante, c'è da considerare la regia senza grosse sbavature (della piccola Sarah Polley de Le avventure del barone di Münchausen), la discreta performance del cast (cameo per Frances McDormand), gli ambienti ricreati degnamente e, soprattutto, una colonna sonora di buona intensità. Sufficiente ma non esaltante. Voto: 6 [Prime Video]

The Whale (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Il cinema di Darren Aronofsky è sempre stato coraggioso, bisogna riconoscerlo (e basterebbe vedere Madre!), anche se non sempre a mio parere è riuscito a sfornare film completamente risolti. Come già sperimentato in "The Wrestler" con The Whale ritorna sul tema dell'eccesso e della morte come punto d'arrivo e glorifica il suo interprete, un bravissimo e redivivo Brendan Fraser, su cui adagia l'intero peso di un film a tratti anche sgradevole. Ne esce un racconto abbastanza sincero nelle intenzioni ma che si fa ineluttabilmente ridondante nella sua ripetitività (due ore di film ambientate in una stanza non sono proprio uno scherzo) e sguaiato nel disegno del personaggio della figlia aggressiva (una Sadie Sink che sembra reinterpretare con più ardore ma senza sfaccettature apprezzabili la sua Max di Stranger Things). Alla fine i pregi superano i difetti ed il saldo è positivo, ma tolto l'encomiabile lavoro di Brendan Fraser (che al di là della trasformazione fisica operata dal make up, anch'esso premiato con l'Oscar, si rivela attore a tutto tondo) non vi è quasi nulla che mi farà ricordare questa pellicola (sarà che disdegno l'autocommiserazione e l'autodistruzione, proprio perché vivo una situazione quasi simile). Voto: 6,5 [Paramount Plus]

Mad Heidi (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Se anche gli svizzeri si mettono a fare le "tamarrate", allora è la morte del cinema. Scherzi a parte, effettivamente è un film divertente, pieno di citazioni, che ammicca molto allo stile grindhouse alla Tarantino e girato con un budget palesemente ridotto. Forse proprio per mancanza di quest'ultimo elemento a volte mi è sembrato un po' frenato più per una questione pratica che di intenzioni. Le citazioni sono tra le più disparate ed evidenti, prendendo tutti i sottogeneri che finiscono in -ploitation. A volte si vede che certe situazioni da citazione sono piuttosto "meccaniche" (sennò non sarebbero svizzeri), ma nulla toglie alla godibilità complessiva del lavoro. Un lavoro che perde un po' di smalto nella parte finale e tende un po' a perdersi, talvolta esagerato senza motivo, ma sufficientemente valido anche per merito della spettacolare Heidi (per me nella sua versione migliore). Voto: 6 [Prime Video]

Felicità (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Un racconto di vita frammentato tra istantanea d'una certa romanità popolare, schiacciata da un livello culturale di basso livello (in questo ambito c'è l'eccellente contributo di Max Tortora, che regala momenti perfino spassosi) e quello invece opposto, tra lavoro (lei truccatrice nel cinema) e compagno di vita (Sergio Rubini nell'eterno ruolo "acculturato" di "verdoniana" memoria). L'opera prima della Micaela Ramazzotti (qui attrice nonché sceneggiatrice) non convince, appare acerba (lodevole il tentativo ma non adeguatamente approfondito il tema malattie psichiatriche), costellata di ingenue lungaggini e altre scene oltremisura concise, con il risultato di un racconto che fa scaturire nello spettatore qualche perplessità. Voto: 5,5 [Sky]

Slumberland - Nel mondo dei sogni (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Francis Lawrence (quello degli Hunger Games ma anche di Red Sparrow) dirige un film che si rifà alla tradizione del cinema americano per famiglie. Classico film d'avventura, sia pure sui generis visto che è ambientato nel mondo dei sogni (nella sua versione teen mix tra Inception e Paprika), è anche un racconto di formazione, visto il "messaggio" intrinseco sui legami familiari (il tutto diventa inoltre metafora sull'elaborazione di un lutto). Ritmo narrativo abbastanza fluido, nonostante una certa ripetitività nelle dinamiche. Colpiscono ambientazione ed effetti speciali che ne fanno un caleidoscopio visivo molto efficace e d'impatto, nonché il buon feeling tra i due protagonisti, con Jason Momoa autoironico quanto il ruolo richiede. Pellicola godibile, nell'insieme più che dignitosa, anche se un po' troppo prolissa. Ma in ogni caso bella sorpresa. Voto: 6+ [Netflix]

Belle (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Con BelleMamoru Hosoda confeziona il suo film più intimista e pregevole, e forse anche la sua opera più complessa e controversa (ma di certo non la più originale). Un messaggio potente come non mai (ricca serie di messaggi sociali), minato da una sceneggiatura a tratti leggermente confusa (forse c'è un po' troppa carne sul fuoco) e da una regia tanto ispirata quanto stravagante. Una pellicola intensa, altalenante sul versante grafico e tecnico, ma sontuosa su quello artistico, arricchita da un comparto musicale (canzoni comprese) davvero notevole (ed io raramente ne rimango affascinato). Un racconto di dolore, amore, redenzione e salvezza, declinato magnificamente (seppur non senza qualche difetto) da quello che ormai si può considerare un maestro del cinema nipponico. Non il suo miglior film, non migliore di Mirai per esempio, ma un bel film, coinvolgente quanto basta. Voto: 6,5 [Netflix]

Empire of Light (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Un film in cui Sam Mendes pare credere molto, dato che ha firmato anche la sceneggiatura, di sicuro ha momenti evocativi, così come la ricostruzione d'epoca (siamo in Inghilterra anni '80 ) e delle agitazioni sociali in corso è ben fatta, però il regista (del bellissimo 1917 di qualche anno fa) pare voler mettere troppa carne al fuoco e a tratti il film si perde per strada. Malattie mentali, traumi infantili, razzismo, abusi, relazioni impossibili, il vecchio cinema come teatro della vita, tanti temi importanti non sempre sintetizzati con il giusto equilibrio, a dipingere bozzetti struggenti ma nell'insieme poco coesi. Un film in cui si salva l'interpretazione della sempre perfetta Olivia Colman e la solita azzeccata fotografia di quel genio di Roger Deakins (che non a caso ha ricevuto l'ennesima candidatura agli Oscar, nell'edizione del 2023 che vide trionfare Niente di nuovo sul fronte occidentale). Per il resto Empire of Light, in mancanza di riflessione del suo regista, finisce per essere l'ennesima storia infarcita di una retorica che non serve a nessuno. Voto: 5,5 [Disney Plus]

The Flash (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Tutto sommato uno dei film di supereroi più interessanti degli ultimi anni, e anche uno dei migliori DC, non che sia un'impresa in realtà. Il primo film dedicato a Flash (interpretato da un simpatico ed ironico Ezra Miller che si sdoppia in due con la sua controparte più giovane) non delude le attese e tiene lo spettatore incollato (o quasi) allo schermo. Andy Muschietti (dopo le fatiche di It) crea infatti un film imperfetto ma divertente, che ha il gusto della bizzarria che contraddistingue questa ondata di storie sul multiverso (che in questo caso vede il supereroe dalla velocità straordinaria ritornare nel passato per cercare di salvare i suoi genitori da drammatici eventi). La sceneggiatura regge (senza evidenti buchi e senza scadere in ingarbugliamenti eccessivi per fortuna) e l'azione diverte. C'è una CGI spesso plasticosa ma c'è anche tanta anima e può scappare la lacrimuccia. The Flash ha inoltre il piacere di ri-annoverare un grande e autoironico Michael Keaton (con annessa colonna sonora) che riprende i panni di Batman dopo 31 anni (apprezzato anche il cameo del compianto Christopher Reeves e a dir poco grottesco quello di Nicolas Cage, ma voluto). Non meritava il flop che ha avuto, una visione merita. Voto: 6,5 [Infinity Plus]

giovedì 8 febbraio 2024

Killers of the Flower Moon (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/02/2024 Qui - Non un brutto film, anzi, vedendo quello che c'è in giro è decisamente sopra la media (d'altronde stiamo parlando pur sempre di Martin Scorsese), tuttavia tralasciando la perfezione dell'aspetto tecnico e le ottime interpretazioni di Leonardo DiCaprio e Robert De Niro (ma Lily Gladstone non è da meno), il film offre una storia sicuramente interessante (ai più, compreso me, sconosciuta) narrata con uno stile asciutto che senza troppi giri scava a fondo nella cattiveria dell'animo umano e porta sicuramente a riflettere lo spettatore, ma non si può negare che sia un film che le tre ore e mezza le fa sentire tutte. Ecco, Killers of the Flower Moon mi ha dato la sensazione di essere troppo dilatato, troppo lungo per la storia che si prefissava di narrare. Un film crudo, che mostra comunque bene quanto l'essere umano faccia schifo, girato ed interpretato ottimamente, ma purtroppo non un capolavoro e non privo (ahimè) di difetti, perché anche solo tagliare mezz'ora dal mio punto di vista avrebbe giovato e reso la pellicola più digeribile. Una pellicola epica a modo suo e coraggiosa nel non voler accelerare, ma con poco di memorabile, manca tra l'altro un po' di emozione. Però diamo a Scorsese quel che è di Scorsese, che dopo The Irishman fa di nuovo centro con questo grande film, che a fronte delle 10 candidature agli Oscar meriterebbe di vincerne alcuni. Voto: 7,5 [Prime Video]

The Creator (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/02/2024 Qui - Forse gli sceneggiatori, quando hanno iniziato a pensare a questo film, hanno avuto in mente di fare un film diverso, con tematiche di un certo spessore tipo l'intelligenza artificiale e il mondo diviso fra due fazione. Alla fine il film ha preso una piega molto più commerciale e il tema dell'AI serve solo come richiamo, ma non viene sviluppato (come tutto il resto). La trama rimane piuttosto convenzionale e ricca di colpi di scena improbabili, perché diciamo che spesso le scelte dei personaggi sono discutibili (sembra di stare alla fiera dei cioccolatai). Per il resto il film non è realizzato male (il sonoro è adeguato, il doppiaggio italiano invece no). Rimane tuttavia il problema della poca empatia con i personaggi, delle poche emozioni, e del poco coinvolgimento, però ci sono tanti (e non disprezzabili) effetti speciali (così tanti che potevano non candidarli agli Oscar?), e soprattutto, seppur derivativo nel suo sviluppo, è anche un film scorrevole, non pesa arrivare alla fine, anche gli attori non sono male. In conclusione, un film dalla notevole confezione ma che ha il difetto di dire meno di ciò che voleva fare. Peccato, dal regista di Godzilla ma soprattutto dell'ottimo Rogue One: A Star Wars Story mi sarei aspettato di più. Voto: 6 [Disney Plus]

Flamin' Hot (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/02/2024 Qui - L'attrice Eva Longoria esordisce alla regia raccontando l'ennesima variazione del sogno americano, questa volta in "salsa messicana", e visto il tema la definizione è più che mai appropriata. La storia di un celebre imprenditore del settore alimentare è molto romanzata (forse troppo) e all'insegna del buonismo (forse troppo) ma è ben raccontata, ambientata e interpretata dal simpatico Jesse Garcia con il valore aggiunto di nomi come Dennis Haysbert e Tony Shalhoub. Un'opera biografica simile a tante, ma simpatica e con un ottimo ritmo (più che la canzone di Diane Warren, oltretutto candidata agli Oscar, della colonna sonora spicca in particolar modo Chi non lavora non fa l'amore di Adriano Celentano cantata in messicano, che praticamente la vale tutta). Non certo memorabile, ma una pellicola gradevole e dalle lodevoli intenzioni. Flamin' Hot porta con sé infatti un grande messaggio di rivincita per tutti coloro che svolgono lavori ritenuti poco gratificanti. La pellicola celebra queste persone, la loro dignità, ma anche i loro sogni e i loro desideri, ricordando quanto il loro lavoro sia essenziale, e solo per questo da non sottovalutare. Perché insomma irrealistica ma solida e riuscita. Voto: 6,5 [Disney Plus]

Maestro (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/02/2024 Qui - La versione maschile (ed ugualmente noiosa) di Tàr. Se lì a salvarlo e renderlo più digeribile ci pensava Cate Blanchett, qui ci pensa Bradley Cooper coadiuvato da Carey Mulligan. Il risultato infatti non discosta granché nonostante le insite differenze (questa è vita vissuta). Un film tecnicamente accurato, ma che dopotutto non si discosta eccessivamente dal classico biopic (col personaggio poi, genio musicale narciso e sentimentalmente libertino, era pure bisessuale, è difficile empatizzare). Personalmente mi sono sentito un impermeabile perché il film cerca di dare tanto attraverso la passione di Cooper, tuttavia ti scivola tutto addosso e ti rimane poco o nulla. La pellicola difatti, scivola un po' via senza lasciare tracce profonde, anche se alcune sequenze hanno una carica emotiva non indifferente (soprattutto nell'ultima parte). La ricostruzione d'epoca è curata, Cooper (qui anche regista) impagina con una certa eleganza, ma questo non toglie che, complice anche la lunga durata, il film dia l'impressione di girare a vuoto, con troppe chiacchere e troppa poca musica. E quindi non proprio giustificate le candidature a ben 7 premi Oscar, per questo film patinato e corretto, eccessivamente sopravalutato. Voto: 6 [Netflix]

La società della neve (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/02/2024 Qui - A distanza di oltre 30 anni da Alive - Sopravvissuti, e ancora prima con I sopravvissuti delle Ande (1976), si riporta al cinema la tragedia (o miracolo?) del disastro aereo delle Ande del 1972. Una durata impegnativa che non pesa affatto: il film è strutturato talmente bene che si segue fino alla fine senza assolutamente pesare. Il cast è ben assortito e se la cavano tutti molto bene, nonostante la difficoltà dei ruoli. Era facile scadere nel drammone melodrammatico od ostentare dettagli ed effetti speciali tra l'horror e lo splatter, invece il tutto è gestito con grande stile, lasciando spazio al susseguirsi degli eventi ed alle sensazioni e spirito di gruppo dei protagonisti. Il risultato finale è un lavoro che, anche se non originale (raccontando una storia vera) coinvolge fin dalle prime scene. Un bellissimo film, forse il migliore di Juan Antonio Bayona (anche del già riuscito Sette minuti dopo la mezzanotte), il suo sguardo sul famoso disastro aereo delle Ande è emozionante e coinvolgente, e restituisce tutta l'ansia per la sorte dei passeggeri nonostante la fine sia nota. Merita i riconoscimenti ottenuti, nondimeno più che giustificata la candidatura ai premi Oscar 2024 nella sezione del miglior film internazionale. Voto: 7+ [Netflix]

Io capitano (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/02/2024 Qui - Un sunto esplicativo (non privo di più o meno sana retorica) di ciò che è il fenomeno dell'immigrazione raccontato con gli occhi di due giovani senegalesi che affrontano l'impervio deserto del Sahara per trovare nell'Europa la loro Terra Promessa. Matteo Garrone illustra con piglio fiabesco il viaggio e l'ostilità degli ambienti, scuote con inevitabili immagini dure ma non si dimentica della tensione alla speranza, ribadisce il valore dell'empatia verso i sognatori e i caratteri indomiti. La trama procede in maniera forse troppo schematica (affidandosi agli squarci onirici per colmare alcuni buchi di sceneggiatura), ma il messaggio arriva dritto al punto grazie anche ad un giovane magnetico protagonista. Se Pinocchio descriveva l'odissea per diventare umani, quella di Seydou racconta l'epica di chi conserva la propria umanità nonostante tutto: lo sradicamento, la fuga dalla realtà, il tradimento della fiducia, la mercificazione dei corpi, l'oltraggio alla dignità. Un prezioso punto di vista su un tema tragico del presente, e futuro (la cinquina degli Oscar lo conferma). Voto: 6,5 [Sky]

Rustin (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/02/2024 Qui - Il bello di questa pellicola quasi esclusivamente "all black" consiste nel narrare la lotta di un intrepido attivista per i diritti civili e la non violenza in chiave umoristica filtrando il tutto attraverso lo sguardo di un protagonista intrepido ma sempre col sorriso sulle labbra (ben interpretato dal candidato all'Oscar Colman Domingo). Ed è proprio per il suo contributo (dietro le quinte) all'organizzazione della grande marcia su Washington che la sua storia personale (di uomo nero omosessuale) seppur brevemente descritta, quasi stona con il resto. Che consiste in un ritmo regolare, dialoghi azzeccati, finale esaustivo, l'utilizzo di sequenze in bianco e nero poi, rende l'atmosfera noir contrastando in maniera voluta quanto efficace col clima disteso delle altre scene. Il film si avvale infine di una pregevole ambientazione, curato nella ricostruzione storica, e tuttavia, seppur può risultare interessante a livello didattico, seppur diretto con diligenza, gli manca la necessaria brillantezza per farlo emergere da una dignitosa media (anche perché retorico, banale ed ordinario). Voto: 6 [Netflix]

Nyad - Oltre l'oceano (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/02/2024 Qui - Dopo molti anni di inattività, la nuotatrice Diana Nyad tenta l'attraversamento a nuoto del tratto di mare tra Cuba e la Florida. Il sogno (quasi) impossibile di un'atleta ultra sessantenne che tenta l'impresa con l'aiuto di un piccolo team. Una storia raccontata utilizzando spezzoni di repertorio dei veri protagonisti in un film che è quasi un documentario che mantiene nelle sequenze più coinvolgenti una notevole tensione drammatica. Merito della storia ma anche della buona realizzazione tecnica e della prova di due grandi attrici come Jodie Foster e Annette Bening (tanto che entrambe hanno ricevuto una candidatura all'Oscar), coadiuvate dall'ottimo Rhys Ifans. La storia non la conoscevo, quindi con interesse ho seguito questo film, un film che non eccede, che opportunamente non indugia troppo sul rapporto infausto tra la Diana minorenne e il suo allenatore, e soprattutto non strappalacrime, tranne sul finale, ma era inevitabile. Non resta impresso, ma il messaggio del non arrendersi mai rimane, per un film non perfetto ma godibile e vedibile. Voto: 6,5 [Netflix]

El Conde (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/02/2024 Qui - Allegoria grottesca del male perenne, qui rappresentato nei panni di un vampiro dall'ex Presidente cileno Augusto Pinochet, dove la componente orrorifica la fa da padrona. Miserie umane, tradimenti, ingordigia e chi più ne ha più ne metta, la famiglia Pinochet è un coacervo di malignità ed il film procede spedito nel suo fascinoso bianco e nero (non stupisce in questo senso la candidatura per la miglior fotografia a Edward Lachman) narrando gesta incredibili e dipingendo personaggi sintomatici di un certo mondo malato. Nella seconda parte il film però perde quota, schiacciato dalle sue stesse ambizioni e dall'introduzione di figure un po' troppo ingombranti come quella della Thatcher, all'inseguimento di una poesia visiva e di immagini che non riesce purtroppo a compiersi (la scena del volo ad esempio). E le due ore di durata non aiutano a mantenere il film col giusto equilibrio, un film diretto da Pablo Larraín, di cui pellicola (comunque migliore dell'ultima) rappresenta della sua cinematografia una novità, affascinante e riuscito, ma non completamente. Voto: 6+ [Netflix]

[Cinema] Speciale Premi Oscar 2024

Post pubblicato su Pietro Saba World il 08/02/2024 Qui - Inizialmente (o almeno così me l'ero immaginato) questo speciale "Academy Awards" (esattamente come accaduto lo scorso anno) doveva coprire più anni, ma con mia grande sorpresa mista ad incredulità, sono così tanti quest'anno i film candidati resosi disponibili alla visione dalle varie piattaforme streaming che gli spazi vuoti (dei 9 previsti) si sono subito riempiti, non lasciando più spazi ad altri (spazio per: me ne mancano ancora 2 del 2021, 3 del 2022 e 9 del 2023), tanti che addirittura altri due vedrò per il listone di fine mese, non contando che Indiana Jones 5 solo poche settimane fa visto ed una fa recensiti. E quindi su 33 film candidati al momento ne ho visti 15, perché 5 già visti lo scorso anno, ma arriverò a 17 (o forse di più chi lo sa). Comunque sia, seppur in numero maggiore rispetto a tutte le altre volte, non sufficiente per esprimere con cognizione di causa un'opinione professionale, ma ci proverò ugualmente (tenendo anche conto di quello che si dice in giro, e poi dopotutto qualcosa a questo punto credo oramai io capisca). Però prima tengo a farvi conoscere una curiosità su questi 9 film di oggi, se due film si basano sull'attualità ed uno sulla storia, gli altri sei sono tutti tratti da storie vere, con ben quattro biografie e due ispirati e/o basati da essi, coincidenza o caso non saprei, ma strano davvero (il politicamente corretto comunque c'entra sempre). Veniamo ora alle candidature di questa 96ª edizione ed i probabili vincitori. Miglior FilmKillers of the Flower Moon potrebbe non essere il migliore della decina, ma di certo Barbie e soprattutto Maestro non sono all'altezza (quest'ultimo anche degli altri premi). Miglior regista: Nolan è favorito, ma Lanthimos e Scorsese promettono battaglia, ed attenzione anche agli altri due. Miglior attore protagonistaColman Domingo c'è, ma Paul Giamatti e soprattutto Cillian Murphy hanno più chance. Miglior attrice protagonistaEmma Stone favorita, ma attenzione a Lily GladstoneMiglior attore non protagonista: complicato abbastanza, ma si ricordi che c'è Robert De Niro, mica pizza e fichi. Miglior attrice non protagonista: vedo favorito il nero sul bianco (e non dico altro, per non sembrare quello che non sono: razzista). Migliore sceneggiatura non originale: basta che non vince BarbieMigliore sceneggiatura originale: basta che non vince MaestroMiglior film internazionaleLa società della neve mi è piaciuto più di Io capitano, ma molto quotato è La zona d'interesseMiglior film d'animazioneSpider-Man: Across the Spider-Verse se non dovesse vincere Il ragazzo e l'airone non dispiacerebbe. Migliori effetti speciali: tifo per i Guardiani 3Migliore canzone originale: l'unica cosa davvero buona di Barbie è la canzone di Billie Eilish, che non può non vincere. Difficile valutare gli altri premi, ma se devo, per la fotografia El Conde; per la scenografia Povere creature!costumi anche; per il trucco e acconciatura La società della neve; per il montaggio e colonna sonora originale Killers of the Flower Moon; infine per il sonoro Oppenheimer. Penso insomma che non ci sarà un film "eletto", ma una "suddivisione" tra più pellicole, e detto ciò spazio alle mie personali recensioni di film candidati ai Premi Oscar 2024.