Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Francis Lawrence (quello degli Hunger Games ma anche di Red Sparrow) dirige un film che si rifà alla tradizione del cinema americano per famiglie. Classico film d'avventura, sia pure sui generis visto che è ambientato nel mondo dei sogni (nella sua versione teen mix tra Inception e Paprika), è anche un racconto di formazione, visto il "messaggio" intrinseco sui legami familiari (il tutto diventa inoltre metafora sull'elaborazione di un lutto). Ritmo narrativo abbastanza fluido, nonostante una certa ripetitività nelle dinamiche. Colpiscono ambientazione ed effetti speciali che ne fanno un caleidoscopio visivo molto efficace e d'impatto, nonché il buon feeling tra i due protagonisti, con Jason Momoa autoironico quanto il ruolo richiede. Pellicola godibile, nell'insieme più che dignitosa, anche se un po' troppo prolissa. Ma in ogni caso bella sorpresa. Voto: 6+ [Netflix]
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martedì 27 febbraio 2024
martedì 2 luglio 2019
Red Sparrow (2018)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/02/2019 Qui - Francis Lawrence, regista di Constantine e Io Sono Leggenda (ma anche Come l'acqua per gli elefanti), in Red Sparrow, film del 2018 diretto da lui stesso, si riunisce per la quarta volta consecutiva (dopo tre Hunger Games) a quella che è evidentemente la sua musa ispiratrice, Jennifer Lawrence (nessuna parentela fra i due, anche se è simpatica la coincidenza, visto quanto questo film sia incentrato sulla famiglia e sulla lealtà alla famiglia). Insieme a Matthew Vaugh e Bryan Singer, che la vollero nel ruolo di Mystica nella saga cinematografica degli X-Men, si deve anche e soprattutto a Lawrence (lui) la popolarità e soprattutto il nuovo status di eroina del blockbuster action che la Lawrence (lei) ha assunto negli ultimi anni (mentre l'altro grande genio cinematografico David O. Russell la lanciava nel cinema raffinato col trittico di collaborazioni Il Lato Positivo, American Hustle e Joy). Adesso che però Jennifer è cresciuta e la saga teen tratta dai romanzi di Suzanne Collins è terminata, Francis la porta nel mondo degli adulti, quello dei thriller di spionaggio, per giunta vietati ai minori, e occhio se siete impressionabili, perché ci sarà una scena davvero intensa, sì perché siamo di fronte ad un film che non si fa problemi nel mostrare anche le scene più forti. Il regista gioca infatti con il nostro stomaco mostrandoci senza troppi preamboli stupri e torture, giocando con i nostri sentimenti e con la nostra rabbia, che ci porteranno a schierarci dalla parte giusta. E il risultato, nonostante lasci un po' di amaro in bocca, è innegabilmente buono. Perché non c'è dubbio, quando Francis Lawrence e Jennifer Lawrence (regista e attrice, come detto omonimi per cognome ma non per diretta parentela) lavorano insieme, qualcosa sullo schermo funziona per ragioni che sfuggono a certe analisi presuntuose e intellettualoidi. Rielaborando il romanzo Nome in Codice: Diva (Red Sparrow) scritto dall'ex-agente segreto della CIA Jason Matthews, il film, che si basa su una sceneggiatura scritta da Justin Haythe che trasporta sul grande schermo le intrepide vicende che coinvolgono la splendida spia (non per scelta) russa Dominika Egorova, capace di intrattenere per un paio d'ore, è infatti un film sicuramente godibile e consigliato, non memorabile, ma di sicuro interesse e alquanto "innovativamente" appassionante.
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martedì 16 aprile 2019
Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2 (2015)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/12/2017 Qui - Dopo la mezza delusione patita con la metà precedente (che trovate qui), realizzata chiaramente al solo scopo di guadagnare qualche dollaro in più, e prima ancora del sufficiente secondo capitolo (che trovate nel link precedente), mi ero aspettato che tutto il meglio venisse riservato a questo capitolo, intitolato semplicemente Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2 (The Hunger Games: Mockingjay - Part 2), film del 2015 diretto per la terza volta da Francis Lawrence, e, in effetti, fino a quando si concentra sulle peripezie della Ghiandaia e del suo gruppo di ribelli (che hanno l'obbiettivo di liberare per sempre Panem dal giogo del presidente Snow), il film funziona ed emoziona, grazie a un'azione incessante capace di assicurare suspense e scene di notevole impatto visivo. Ero già pronto quindi ad un finale esplosivo (dopotutto ho cercato quanto prima di vederlo e ci sono riuscito entro quest'anno) e invece...proprio sul più bello, quando i protagonisti stanno per penetrare nella tana del lupo, sembra quasi che il regista (forse l'autrice del libro non saprei) sembra quasi che abbia paura a elaborare una emozionante sfida finale, e decida così di "svicolare" e saltare direttamente alla conclusione, sprecando così tutto il potenziale accumulato all'inizio. Perché anche se si cambia completamente registro rispetto al capitolo precedente, giacché lì c'era da lamentarsi per la lentezza del film e la mancanza di azione, qui, nell'ultimo capitolo della saga, per fortuna non accade affatto, e anche se pregi dell'action ed elementi kitsch-melensi ai limiti del sostenibile si bilanciano, poco in definitiva funziona davvero. Anche perché seppur l'azione e l'adrenalina tornano a farla da padrone (come detto) manca tutto il resto.
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sabato 23 febbraio 2019
Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 1 (2014)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/01/2017 Qui - Il terzo episodio della saga, Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 1 (The Hunger Games: Mockingjay - Part 1), film del 2014 nuovamente diretto da Francis Lawrence, nonostante le premesse è davvero poca cosa, perché seppur piacevole non è all'altezza addirittura dei primi due (qui il secondo), due orette in cui (troppo) poco accade, due ore inevitabilmente vuote poiché sembra abbastanza palese che sia solo una sorta di trailer promozionale allungato per quello che verrà (che s'immagina dia fuoco alla rivolta e a un minimo di spettacolo accettabile, finalmente). La trama infatti scorre lenta quasi senza colpi di scena o cambi di ritmo, anche se finalmente ci stacchiamo un po' dalla ripetitiva e macchinosa riproposizione delle suggestioni dei "giochi" dell'arena, e guardiamo un po' cosa c'è fuori, e cosa ne è stato e ne sarà degli abitanti più umili e indifesi dopo e durante le aberrazioni perpetuate dalla dispotica Capitol City, sotto il comando del presidente Snow, che ha rapito Peeta e vuole solamente uccidere Katniss che nel frattempo è diventata suo malgrado il simbolo (La ghiandaia imitatrice, nome non propriamente d'impatto secondo me..) di una ribellione che ben presto si trasformerà in guerra. Quest'ultimo fatto è però l'unico che riesce nel suo piccolo a offrire qualche piccolo sussulto. Poiché nel tentativo di cambiare strada qualcosa finalmente si muove, cambia e muta, anche se le stesse nuove idee spacciate per originali, sono sempre identiche con situazioni stra-note, come quella delle dinamiche rivoluzionarie, della perdita degli affetti, dello spettacolo che manovra e gestisce il popolo attraverso le sue immagini eloquenti ma fallaci. Ma oltre a questo e qualche movimento di trama interessante non c'è niente, neanche nelle interpretazioni, anche se una nota di merito la merita sia Jennifer Lawrence sempre brava ma costretta a vestire i panni di un personaggio del tutto privo di ironia ancor più che nei precedenti episodi, sia al grande Philip Seymour Hoffman, che seppur nuovamente trascurato e impiegato male riesce a salvarsi. Così come Julianne Moore (che ritroveremo dopo scorrendo la lista di film anche se ugualmente non in un film eccezionale) che riesce a rendere credibile nel particolare il suo personaggio.
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Hunger Games: La ragazza di fuoco (2013)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/01/2017 Qui - Reputo il primo originalissimo e avvincente capitolo il migliore della saga, perché molti erano gli elementi che si distaccavano da altre pellicole ambientate in un futuro distopico post apocalittico, mentre sia nel secondo e nel terzo (diviso in due come ormai abitudine) alcuni di quegli elementi che erano rimasti fuori e che avevano fatto la fortuna del primo, tornano prepotentemente in auge, ovvero la ribellione, i sentimentalismi sempre più marcati, meno azione e la lentezza esasperante, praticamente già visto, già fatto, certo non è del tutto simile a tanti altri, ma la lotta, la guerra, in queste situazioni è il filo conduttore ormai imprescindibile. Ora non che non mi faccia piacere, intendiamoci, ma sta un po' stancando. In ogni caso, Hunger Games: La ragazza di fuoco (The Hunger Games: Catching Fire), film del 2013 diretto da Francis Lawrence, ennesimo adattamento cinematografico di un romanzo di Suzanne Collins, è un discreto e interessante film, ma niente di eccezionale. Accade difatti che in 'Hunger Games: la ragazza di fuoco', il lato sentimentale prende più spazio che nel primo film, e anche se la trama, le scene, i combattimenti e soprattutto la suspense rimangono inalterati, anzi forse addirittura superiori perché le scene nella foresta non sono statiche come nel primo film ma possiedono più azione, non tutto convince, soprattutto perché nella prima parte sembra di assistere ad un lungo déjà-vu. Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence) infatti torna a casa sana e salva dopo aver vinto la 74ma edizione degli Hunger Games annuali insieme al tributo Peeta Mellark (Josh Hutcherson), ma dopo e durante aver intrapreso il "tour della vittoria" per i diversi distretti, lei si rende conto che una ribellione sta iniziando a prender corpo, nel frattempo a Capitol City il presidente Snow (Donald Sutherland), incurante della situazione, pensa all'organizzazione dei nuovi Hunger Games, un'edizione (l'ennesima e scioccante) destinata a cambiare Panem per sempre.
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