lunedì 14 dicembre 2020

It - Capitolo due (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/12/2020 Qui - Il capitolo finale di IT, tratto dall'omonimo e famosissimo libro di Stephen King (che qui compare anche in un divertente cameo) si è fatto attendere (ben due anni), non senza creare intorno a se un'aura di curiosità mista a diffidenza, per la possibile piega che potevano prendere gli eventi, soprattutto dopo una più che discreta prima parte, ma possiamo dire che non è andata poi così male, anche se il primo è decisamente migliore. Il primo It infatti, non mi era dispiaciuto, anzi, gli avevo dato un 7,5, ma il film in fondo era più che altro un thriller. La seconda parte, cioè questo, spinge più sull'horror, non è malvagio (soprattutto nella prima ora e mezza), poi però ha vari cedimenti e alla fine io sarei per la sufficienza. Si racconta di come siano passati 27 anni e i ragazzini del primo film (presenti anche qua, nei flashback) siano ora adulti, il pagliaccio assassino è tornato e ci sono molti conti da chiudere una volta per sempre. Il film è di notevole lunghezza (2 ore e tre quarti) ma di rapida scorrevolezza. Il problema è il finale, il modo cioè di come viene affrontato infine It, beh, è debole assai e deludente. Non mi è piaciuta molto la caratterizzazione dei personaggi adulti, rispetto alla controparte bambina del precedente film c'è un bello stacco (in negativo, però). Se Jessica Chastain e Bill Hader non fanno rimpiangere i piccoli colleghi, Jay Ryan e James McAvoy non sembrano sempre essere in simbiosi con la sceneggiatura o comunque risulta difficile, in certi momenti, collocarli nel contesto. Sempre più nella parte invece Bill Skarsgård che riesce ad essere sempre più spaventoso. Il suo Pennywise ricalca la crudeltà del personaggio creato da King. E' la personificazione del male e se ti terrorizza quando è in scena, quando non c'è brami la sua presenza, come se non potessi fare a meno di vederlo, un personaggio calamitante. In questo secondo capitolo c'è molta più CGI (non eccezionale a volte, bisogna dirlo), e c'è qualche scena tipicamente horror decisamente ben fatta (in questo senso si vede la buona mano di Andrés Muschietti). Tutto sommato non è male, e nel complesso pellicola da vedere se rimasti favorevolmente colpiti da quella del 2017. Voto: 6

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