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martedì 27 febbraio 2024

Mad Heidi (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2024 Qui - Se anche gli svizzeri si mettono a fare le "tamarrate", allora è la morte del cinema. Scherzi a parte, effettivamente è un film divertente, pieno di citazioni, che ammicca molto allo stile grindhouse alla Tarantino e girato con un budget palesemente ridotto. Forse proprio per mancanza di quest'ultimo elemento a volte mi è sembrato un po' frenato più per una questione pratica che di intenzioni. Le citazioni sono tra le più disparate ed evidenti, prendendo tutti i sottogeneri che finiscono in -ploitation. A volte si vede che certe situazioni da citazione sono piuttosto "meccaniche" (sennò non sarebbero svizzeri), ma nulla toglie alla godibilità complessiva del lavoro. Un lavoro che perde un po' di smalto nella parte finale e tende un po' a perdersi, talvolta esagerato senza motivo, ma sufficientemente valido anche per merito della spettacolare Heidi (per me nella sua versione migliore). Voto: 6 [Prime Video]

mercoledì 17 luglio 2019

Maria Maddalena (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 03/06/2019 Qui
Tema e genere: Dramma storico incentrato sulla figura di Maria Maddalena, descritta dai Vangeli e riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa (pochi anni fa), come l'apostolo donna di Gesù.
Trama: Maddalena lascia il suo villaggio di Magdala, in cui si sente stretta e costretta, per seguire Gesù e il suo rivoluzionario messaggio di amore. Un messaggio che la porterà a Gerusalemme e la vedrà diventare testimone della resurrezione di Gesù.
Recensione: La figura di Maria Maddalena è stata sovversiva e molto importante, anche se questo emerge con poca forza nelle scene più importanti del film, questo film, un film che, nonostante le buone intenzioni, appare un tentativo poco riuscito di rileggere in modo "rivoluzionario" e al passo con i tempi il messaggio evangelico, perché da una parte fraintende e banalizza la valorizzazione del femminile in atto da tempo nella Chiesa e dall'altra non riesce a trovare una chiave davvero interessante per dare rilevanza al mondo e ai personaggi che rivisita. Il film infatti, rifiuta le interpretazioni più note della figura di Maria Maddalena (che qui non è né la prostituta salvata da Gesù né una delle sorelle di Lazzaro) e si ispira al titolo di "Apostola degli Apostoli" conferito alla prima testimone della resurrezione, ma costruisce perlopiù un racconto "al femminile" che altro, un racconto che se nelle intenzioni del regista Garth Davis (al suo secondo film dopo il bellissimo Lion) voleva riabilitare la figura evangelica di Maria Maddalena (così come la Chiesa ha fatto nel 2016), e in parte ci riesce, non riesce invece a dare, a causa di una sceneggiatura incostante ed una regia eguale, spessore e profondità al personaggio della Maddalena (che è più uno stereotipo che una persona tridimensionale con cui creare empatia, anche se brava è Rooney Mara) e alla storia stessa (che non possiede la scintilla e la potenza adeguata). Per non parlare di tutti gli altri protagonisti, così come il film poco approfonditi. Facendo così risultare il tutto convenzionale. Siamo lontani anni luce dalle dissertazioni filosofiche adoperate da Martin Scorsese ne L'ultima tentazione di Cristo, dove era chiaro che il sacrificio finale rappresentasse l'unico significato alla venuta di Dio sulla terra. In Maria Maddalena, invece, non c'è alcun tipo di ragionamento di questo tipo. E' vero che la storia (gli ultimi giorni di vita di Cristo) ha un unico punto di vista, quello della Maddalena, ma al termine delle appesantite due ore di film, che destano un timido sussulto solo in alcune scene con protagonista Gesù, si ha come l'impressione che di questo film resti poco più che una superficiale storia di emancipazione femminile prendendo come esempio colei che nel Medioevo (ma anche ben oltre) fu tacciata di essere una prostituta da Papi misogini. Per veicolare questo messaggio non c'era però bisogno di rappresentare gli apostoli di Gesù come degli sciocchi, che attendono il Regno di Dio pronunciando parole poco credibili con espressioni del volto quasi ironiche. In tal senso, controversa per non dire di peggio (ma quasi sicuramente politicamente corretta), la scelta di affidare ad un attore di colore (Chiwetel Ejiofor) il ruolo dell'apostolo Pietro. Più interessante invece la figura di Giuda (Tahar Rahim), che tradisce Gesù non per denaro ma per disillusione, peccato che manchi un po' di complessità, che non avrebbe guastato per rendere il racconto (alquanto didascalico) un puro esercizio di stile. Il racconto infatti, insiste sulla poeticità delle immagini per compensare a una certa mancanza di sostanza. Non è un caso che la chiave del racconto (Maria è l'unica a capire il vero messaggio) risulti un po' annacquato nel tessuto di una storia che prima si sofferma a lungo sul tema del femminile schiacciato nella sua unicità, poi, quando mette in scena Gesù, si rifiuta di andare alle radici del suo annuncio eccezionale. Il Gesù di Joaquin Phoenix è un prescelto che sembra sempre un po' in trance, con lunghi momenti di "assenza", quasi sopraffatto dal suo stesso messaggio, che si oppone ai sacerdoti, ma non dice mai di essere Figlio di Dio e non offre il suo corpo e il suo sangue nell'ultima cena, non bene. Non bene come questo film, un film poco approfondito e molto patinato personalmente deludente, che solo in parte riabilita il personaggio di Maria Maddalena.