venerdì 30 giugno 2023

Il signore delle formiche (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Una buona pellicola (migliore di Hammamet) firmata da Gianni Amelio che dirige con fermezza e discreto gusto della messa in scena, valorizzata dalla vibrante ricostruzione degli ambienti che ben rende il clima (opprimente) di quegli anni. Si soprassiede su talune storture narrative e/o difetti congeniti (forse troppa carne al fuoco), mentre si apprezza la notevole rotondità dei personaggi, risparmiandoci l'agiografia di un personaggio che di certo, facile non lo era ma vittima di sicuro. Peccato che la verve della prima parte si dilati troppo nel finale dove viene dato troppo spazio alle vicende personali del giornalista, anche la chiusura del film (alla ricerca di una poetica stucchevole e prolissa) non è delle migliori. Le prestazioni attoriali sono corrette, anche se bisogna ammettere che sia Elio Germano che Luigi Lo Cascio hanno fatto decisamente meglio altrove. Resta comunque una bella pagina di denuncia, lunga (e pesante in certe fasi, il film risulta anche un po' troppo programmatico) ma bella, e soprattutto interessante, non solo storicamente. Voto: 6,5

Bones and All (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Dopo il maledetto (in tutti i sensi) "Suspiria" Luca Guadagnino torna a spargere sangue per le strade stavolta d'America dove utilizza il cannibalismo per parlare della crescita di alcuni giovani solitari e umiliati dalla vita. Ma avviene questa crescita durante il film? No. Non c'è nessuna evoluzione della storia. Possiamo elogiare il suo tecnicismo, il lavoro del cast ed una evidente maestria registica. Ma tolto questo la storia appare dimenticabile, prolissa e ripetitiva. Non mi ha entusiasmato, e neanche convinto (e succede sempre più spesso con i film, o serie, del regista italiano ormai americano). Vorrebbe dire tanto ma lo chiarisce poco. Tra ampie digressioni sentimentali con canzoni sdolcinate in allegato, ogni tanto ci si ricorda della tematica del film e in un paio di casi si azzarda il colpo basso, ovviamente senza esagerare (e in questo senso Raw sta certamente una spanna sopra). Gli anni '80 nell'America profonda è messa come sfondo e basta, e mi è sembrata scollegata dai personaggi. E francamente dopo oltre due ore di film diventa un pappone indigeribile. Voto: 5

Greyhound - Il nemico invisibile (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Se dovessi giudicare un film come Greyhound (candidato agli Oscar 2021 per il miglior sonoro) lo dovrei dividere in due parti distinti nette e separate. Sulla parte action, nulla da dire. Ben ritmata, pochi attimi di respiro per essere quasi letteralmente in apnea in questo continuo duello a lunga e corta distanza contro un nemico sfuggente che ti fa stare sempre all'erta (una delle tante Battaglie dell'Atlantico, quando gli U-Boot tedeschi imperversavano e facevano strage di naviglio alleato). Ma se dovessi soffermarmi sul personaggio di Tom Hanks, custode o per meglio dire pastore di anime giovani smarrite in mezzo all'oceano, diventa abbastanza retorico e ancor più fastidioso se non ci fosse l'attore americano a renderlo sopportabile. Verso la fine un paio di momenti fanno sobbalzare dalla sedia, ma si sente la mancanza di qualcosa di più profondo. Non è malaccio, ma c'è di meglio. Voto: 6

È andato tutto bene (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Con la sua consueta eleganza e pacatezza François Ozon ci porta in un terreno già calpestato da tanti suoi illustri predecessori. Il tema dell'eutanasia viene affrontato con estrema naturalezza dal protagonista (André Dussollier perfetto) mentre le figlie (tra cui Sophie Marceau, che da molto non incrociavo) vivono con ovvi dubbi tale scelta pur lasciando libertà assoluta al Padre. Le due figure principali sono ben delineate e permettono al film, quasi tutto "parlato", di non annoiare mai. Tuttavia il racconto è comunque appesantito oltre che da una scansione a tesi troppo schematica, da una durata eccessiva. Da un romanzo autobiografico, un dramma coinvolgente e discretamente tratteggiato, non indimenticabile ma emotivamente valido. Voto: 6,5

Kimi - Qualcuno in ascolto (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Agorafobica scontrosa (colpa del Covid o meno), addetta al miglioramento dell'algoritmo di risposta di un rivoluzionario assistente vocale, assiste suo malgrado (virtualmente) ad un probabile omicidio. Ambientato quasi in toto nel di lei loft, comunque hi-tech, aeroso, luminoso (motivo per cui non si avverte quel senso claustrofobico tipico di altri film simili), è in sostanza una variazione di classici temi hitchcockiani in salsa digitale. Il taglio è intervallato da momenti di scanzonata ironia che conferiscono un certo piglio alla sceneggiatura, rendendola scorrevole. Anche la scelta dei killer, impacciati e pasticcioni, è evidentemente grottesca. La prima parte stenta a decollare ma dopo il ritmo sale e porta a una finale teso e soddisfacente, anche se la credibilità è vicina allo zero, con la minuta (e sexy) Zoe Kravitz tipo Sigourney Weaver dei tempi d'oro. Steven Soderbergh può fare meglio di così. Voto: 5,5

IoSonoQui (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Un uomo che sembrerebbe avere tutto (lavoro, famiglia, successo) insegue un sogno che si trova a Seul ma che si infrange su una superficie di realtà che appare impenetrabile. Cose che succedono in questi tempi di relazioni virtuali, in cui non si vuole perdere tempo per approfondire. Commedia dolce-amara (dell'Eric Lartigau de La famiglia Bélier) che non va neanch'essa molto a fondo nei contenuti, librandosi su situazioni troppo legate e imprigionate dentro a una sceneggiatura che è quella che è: divertente ma artificiosa. In sostanza, un film abbastanza caotico (un po' The Terminal e un po' Il fascino indiscreto dell'amore) ma vedibile senza grossi affanni, grazie anche alla misurata performance di un Alain Chabat bravo e preciso. Voto: 5,5

Bullet Train (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Come film è una baracconata allucinante, ma vuole essere una baracconata allucinante. Puro e semplice cazzeggio dentro un treno in viaggio per il Giappone, da Tokio a Kyoto, dove ne succedono di tutti i colori. I personaggi occhieggiano nei loro caratteri al cinema di Tarantino e Ritchie, stralunati e spesso sopra le righe, ma va bene perché il film intrattiene e diverte, facendo passare due ore di puro svago, pieno di buoni combattimenti con una certa dose d'ironia che non guasta. L'intrattenimento è infatti garantito dalla buona mano di David Leitch che confeziona iperboliche scene di combattimento, con un andamento che è un giusto mix fra videogioco e fumetto. Il cast è scelto con dovizia e vi spicca la prova del talentuoso Aaron Taylor-Johnson (anche se Brad Pitt è convincente in un ruolo per lui diverso dal solito). Certo, il minutaggio è eccessivo, visto il genere, ma nel complesso un'occhiata la merita. Voto: 6

Black Phone (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Buon thriller con venature paranormali a tinte horror che si distingue per la cura dei particolari e per un'ambientazione azzeccata. Quello che risalta è il colore tipico delle pellicole anni '70 e la maschera scomponibile del rapitore, due vere chicche per gli appassionati del genere. Dal punto di vista stilistico non a caso Scott Derrickson è uno dei migliori registi in campo thriller/horror e lo dimostra anche in questa sua ultima fatica, in cui è bravo anche nell'evitare gli effettacci e nel dirigere un cast di giovanissimi talenti. Non siamo certo ai livelli di Sinister, tuttavia la qualità non manca. E' infatti un film solido con pochi fronzoli, non povero di tematiche trattate. Si possono perdonare qua e là delle piccole ingenuità in fase di scrittura. Negli episodi di bullismo si è probabilmente esagerato, anche le motivazioni del killer sono poco chiare. In ogni caso resta un film avvincente che non mi sono pentito di vedere. Voto: 6

Anna Frank e il diario segreto (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Dal regista di Valzer con Bashir, una lettura in chiave moderna della storia di Anna Frank, basato sul personaggio immaginario descritto nel suo diario. L'animazione non è delle più brillanti ma è abbastanza gradevole nei toni e nei colori, mentre la storia assume i contorni di una favola dark con continui salti temporali che servono ad inquadrare al meglio il personaggio di Kitty, ma soprattutto servono a preparare il terreno per la retorica finale in cui si mettono in parallelo la persecuzione nazista degli ebrei con il rimpatrio forzato degli immigrati clandestini. Certamente apprezzabile nelle intenzioni, ma l'essere troppo semplicistico nell'affrontare il tema finale lascia un po' di amaro in bocca, poi è ovvio che siamo tutti d'accordo sul principio dell'accoglienza e della fratellanza, ma, purtroppo, non viviamo in un mondo ideale. Un film d'animazione sufficiente, forse più adatto ai giovani. Voto: 6

The Fabelmans (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Un film che fa bene il suo dovere, ma che non riesce a eccellere in nulla o a distinguersi davvero (dove The Fabelmans risalta davvero è però nella meditazione sul potere comunicativo delle immagini, che sa regalare momenti davvero evocativi). Non è certamente il capolavoro del regista, ed anzi, non può neppure annoverarsi tra i suoi film più belli ed emozionanti, tuttavia è il più personale e non si può non restare ammirati dal coraggio con cui Steven Spielberg ha girato un biopic su se stesso a partire dalla folgorazione infantile fino all'inizio della carriera cinematografica, ponendo al centro della narrazione la sua famiglia e in particolare il rapporto squilibrato tra il padre, brav'uomo fin troppo razionale, e la madre artista depressa. Opera forse troppo pacata per risultare davvero coinvolgente, ma benissimo diretta e benissimo interpretata. Dura molto ma non stanca neanche per un minuto. Probabilmente non un film per tutti, ma per un regista come Spielberg, un film di questo genere ci stava tutto. Un film non evocativo ma comunque un bel film. Voto: 7+

The Bunker Game (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Soggetto davvero brillante ed affascinante, ambientazione in un (vero) bunker del periodo fascista in cui si gioca un live role-game distopico sul nazismo, in cui si intrecciano il filone delle escape room e suggestioni da ghost story del periodo nazista con scenografie e atmosfere davvero riuscite, che però finiscono per perdersi e diluirsi in una sceneggiatura dispersiva che toglie forza all'operazione con soluzioni blande sia nelle dinamiche che nella ricerca del pathos necessario alla storia di background. Un vero peccato sprecare certi presupposti. Il film dell'esordiente Roberto Zazzara difatti, una volta che la cornice viene meno è tutto un cliché. Comunque notevole presenza quella della bellissima Gaia Weiss, già ammirata in Vikings. Voto: 5

Enola Holmes 2 (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Un seguito migliore del suo originale grazie ad un ritmo più sostenuto ed una molto più articolata trama che rimane comunque lineare da seguire. Una visione piacevole, le nuove avventure di Enola (Millie Bobby Brown ormai a suo agio) si inseriscono nel solco inaugurato dalla precedente pellicola, comprese le frequenti rotture della quarta parete. Nel suo complesso questo sequel è (più) godibile e la forte componente femminista del film, già (troppo) presente nel primo, qui trova invece senso perché sono i personaggi femminili ad imprimere sale e veridicità nella storia. Inoltre David Thewlis come antagonista da quel qualcosa in più al film, anche troppo, perché ogni sua apparizione ruba la scena a chiunque (la ricostruzione della Londra vittoriana è visivamente curata anche se talvolta artificiosa). Migliore come detto, ma pur sempre un qualcosa che non oltre all'onesto intrattenimento. Voto: 6

Alive (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Un giovane videogamer cerca di resistere barricato nel proprio appartamento mentre dilaga una epidemia che trasforma gli infetti in ossessi cannibali. A differenza di Train to Busan, questo horror sud coreano non aggiunge nulla di nuovo al tema zombesco, dato che lo spunto dell'assedio è stato declinato altre volte come nel recente La notte ha divorato il mondo. Però si tratta del classico film che, pur raccontando cose già viste altrove, le racconta piuttosto bene, mantenendo un ritmo ansiogeno che concede poche pause, senza contare che certe sequenze fanno davvero orrore. #Alive non è un film perfetto (alcune ingenuità ed una certa prevedibilità) ma intrattiene, non è ricco di scene gore, ma basato su una serie di elementi psicologici ben incarnati dal simpatico Yoo Ah-in. Il mondo dei Zombie movie è ormai saturo, #Alive si lascia guardare e a mio avviso lo fa anche sufficientemente bene, meglio che in altre occasioni. Voto: 6

Bliss (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Sci-fi che non mi ha convinto pienamente, risultando troppo verboso e confuso nella sua esposizione dei fatti raccontati (troppa carne sul fuoco?). La storia mi è sembrata piatta e poco fluida in molti frangenti, stentando a coinvolgere ed interessare degnamente chi guarda, troppo impegnata forse a tentare di imprimere un messaggio filosofico sulla vita, il mondo che ci circonda e la speranza di rendere i nostri sogni reali. Salma Hayek e Owen Wilson fanno del loro meglio ma è l'evolversi della storia che lascia poco o nulla in termini di emozioni. Si salvano tuttavia l'atmosfera cupa e decadente di un mondo soggiacente al nonsense, ma il tutto rimane ugualmente incompiuto. Di Mike Cahill preferisco di gran lunga I Origins. Voto: 5

Velvet Buzzsaw (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Una di quelle pellicole dalle tante potenzialità non sfruttate. La satira nei confronti del mondo dell'arte non punge quanto vorrebbe ed anche i personaggi sono poco più di macchiette, anche se probabilmente sarebbe quello l'intento, ovvero mostrare la loro vacuità. Peccato, perché ho apprezzato tanto Nightcrawler - Lo Sciacallo dello stesso autore (ovvero Dan Gilroy), dove li si la satira verso il mondo dei mass-media è riuscito, invece questo film uscito direttamente su Netflix, non riesce a graffiare ed alla fine resta l'amaro in bocca dato che c'erano tutti i presupposti per un grande film. Forse una delle cause è l'impronta horror che cambia un po' il registro, anche se sulla carta ci poteva stare (rapporto artista-critico e la metafora-vendetta soprannaturale del primo sul secondo). Fatto sta che il mix non convince del tutto, per i troppi spunti non elaborati e la scarsa definizione di alcuni personaggi (come quello di John Malkovich), ma si tratta comunque di un film (seppur riuscito a metà) curioso, a tratti divertente e con alcuni momenti visivamente gustosi. Voto: 5,5

The King's Man - Le origini (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Ho amato il primo film originale (un po' tanto meno il secondo) e ho visto questo (prequel e terzo) episodio sulle origini con poche aspettative, ma la presenza in regia di Matthew Vaughn garantiva fiducia. C'è la Storia (sì la Storia, quella che si studia sui libri), una sceneggiatura non brillante ma capace di tenere alto ritmo/azione/divertimento. Un film che intrattiene e che riserva una paio di sorprese, si avvale di discrete interpretazioni (con Ralph Fiennes a tirare la carretta per tutti) e di qualche scena ben realizzata (la cura negli aspetti tecnici poi è decisamente alta, costumi e scenografie Top). E tuttavia il capitolo più debole della trilogia, si notano infatti alcune ingenuità nella trama, ma ampiamente alla portata del coinvolgimento che sapevano produrre i primi due film, con adrenalina e spettacolarità d'azione che nascondono i difetti (che qui sono: eccesso di patriottismo e rappresentazione a tratti troppo macchiettistica di alcuni popoli) e ne esaltano l'aspetto visivo, portandolo a ottenere, piuttosto agevolmente, una valutazione positiva. Voto: 6+

venerdì 16 giugno 2023

La ragazza con la pistola (1968)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/06/2023 Qui - Cinico e beffardo, Rodolfo Sonego scrive questa commedia affidandola alle mani esperte e sicure di Mario Monicelli (tutto molto caricaturale ma nel complesso funziona, il ribaltamento di prospettiva iniziale è divertente, ma anche nel prosieguo non mancano i guizzi, le battute salaci, le situazioni comiche, ottima colonna sonora). Due mondi completamente all'opposto, l'onorata Sicilia e l'Inghilterra libera e moderna, capace di modificare e rimodellare i caratteri delle persone. Una splendida Monica Vitti è la protagonista appassionata di questa storia, una donna che parte con l'intento di ripulire l'onta al suo onore e finisce con il trovare l'emancipazione e la consapevolezza di decidere del proprio destino (siamo sul filone di "divorzio all'italiana", dove tutto si sviluppa tra i paradossi tragicomici dei costumi siciliani dell'epoca, qui affiancanti dal tema interculturale). Un bel film, gradevole nei toni ma anche amaro nelle riflessioni. A tratti davvero esilarante (il racconto delle situazioni che fanno compiere alla ragazza un balzo culturale di secoli in pochi giorni è davvero gustoso), conserva tutt'ora una freschezza d'insieme che quasi ci si dimentica dei più di cinquant'anni che si porta sulle spalle. Voto: 7+

Dellamorte Dellamore (1994)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/06/2023 Qui - Simpatica commedia/horror diretta da Michele Soavi (La setta uno dei suoi non tanti film) tratta da un romanzo di Tiziano Sclavi che a sua volta ispirò lo stesso scrittore nella creazione della serie di Dylan Dog. Malgrado certa fantasia nella sceneggiatura ed una certa illogicità nello sviluppo (qualche guizzo si alterna a svariati momenti veramente trash), Dellamorte Dellamore è una pellicola divertente, che si ricorda con piacere e che è stata diretta con estro da un Soavi in gran forma. La storia è molto creativa e non si fa mancare proprio nulla: abbiamo zombie che risorgono in un cimitero di un paesino, un guardiano molto in stile Dylan Dog (bravo Rupert Everett) tenebroso e solitario, tanto black humour, una Anna Falchi in un triplo ruolo che non nasconde le sue grazie notevoli e degli effetti splatter di buon livello. Inoltre mi sembra doveroso menzionare fra le note liete del prodotto le scenografie ed il finale, forse un po' pretenzioso ma certamente inaspettato. Un mix quindi di elementi e ingredienti per un titolo molto amato ma anche molto odiato per, appunto, la sua anima alquanto bizzarra e fuori dagli schemi (molte le pause e le incertezze, luci e ombre, un po' un pastrocchio, ma apprezzabile è almeno il tentativo di fare qualcosa di originale). Nell'insieme dunque una pellicola divertente che intrattiene a dovere, peccato alcune pecche, che ahimè incidono sul voto finale. Voto: 6

Dèmoni 2... L'incubo ritorna (1986)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/06/2023 Qui - Pur sempre con evidenti limiti ma migliore del primo. Sarà forse per il fatto che le mie aspettative erano veramente basse, ma a me è piaciuto più di Dèmoni. Squadra che vince non si cambia e così Lamberto Bava usa gli stessi sceneggiatori ed alcuni membri del cast precedente per confezionare subito il sequel del suo film di maggior successo, ora la regia è più elaborata ed oserei dire raffinata, pure i trucchi migliorano e la musica è sempre all'altezza. Anche in questo caso non manca l'ironia come la sequenza di Nancy Brilli che combatte contro il demonietto (o meglio dire Gremlin) e Bava addirittura cita da maestro AlienLa Cosa e Videodrome (da antologia la scena del demone che esce dallo schermo mentre la stanza della prima vittima Coralina Cataldi Tassoni viene inondata di flash). La trama è sempre quella, solita epidemia, mostri e gente che tenta in ogni modo di sopravvivere, l'originalità è pari quasi allo zero ma il film riesce ad essere maledettamente divertente ed anche abbastanza coinvolgente. Azzeccata anche l'ambientazione, un'enorme palazzo. Buchi di sceneggiatura e situazioni insensate non mancano, ma i vari agguati sono ben gestiti e il film non annoia mai (e ci mancherebbe altro). Voto: 6+

Amanti d'oltretomba (1965)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/06/2023 Qui - Sicuro e lineare non sono proprio i due aggettivi che si dovrebbero attribuire ad una storia di fantasmi, manieri, plagi e possessioni. Eppure sono quelli che vengono immediatamente alla penna guardando questo solido gotico, condotto da Mario Caiano senza lasciar spazio a svolazzi estetici ed avendo cura di riproporre luoghi, situazioni e canoni iconografici classici del genere con fermo polso registico d'antan. Molto ben giocato l'atout della morbosità grazie alla collaudatissima Barbara Steele e alla sorprendente Helga Liné, mentre Paul Muller innesca una melodrammatica teatralità. È ambientato in una sola location, un castello dagli interni lussuosi e i pochi esterni tetri, valorizzati da un adeguata fotografia in bianco e nero. La vicenda ha i suoi vertici all'inizio e nel gran finale, mentre nella parte centrale si possono ammirare alcune sequenze come quella dell'incubo. Atmosfera riuscita grazie anche alla musica per organo di Ennio Morricone. Non il massimo in termini di tensione ma storia che intrattiene in maniera valida. Forse datato, ma dignitoso. Voto: 6

L'altro inferno (1981)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/06/2023 Qui - Allucinante horror ambientato in un convento fuori dal tempo. Uno strano intrigo di sangue, tra suore, riti di sangue che portano (senza non poco tedio) lo spettatore in un viaggio infernale tra sonni eterni, sbudellamenti, "argentiani" bambolotti appesi e... la sensazione d'un film in eterna necessità di minutaggio. Di buono c'è che Bruno Mattei (che chissà perché qui usa lo pseudonimo Stefan Oblowsky) conosce il mestiere, sicché l'assemblaggio musicato con i brani dei Goblin (seppur riciclati) e la fotografia, abbinata all'atmosfera e la cupa scenografia (del tetro monastero), salvano in parte un film altrimenti privo di contenuti e mordente. Un film con una valanga di cose che "non vanno" ma che inserite in un simile contesto di visionarietà allucinata trovano (tuttavia e paradossalmente) una loro sensata collocazione (al contrario per esempio del folle Riti, magie nere e segrete orge nel trecento). Verso la fine, grazie a scopiazzature da "Suspiria" assistiamo ad interessanti scene horror ed il film si riprende un po', ma per il resto, lacrime e risate. Voto: 4,5

L'uccello dalle piume di cristallo (1970)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/06/2023 QuiDario Argento esordisce alla regia con questo discreto giallo, avvincente e con adeguati e ripetuti colpi di scena, animato da cupa tensione e formidabili atmosfere "darkeggianti". I suoi cinquant'anni (e più) li dimostra tutti ma, va detto, se li porta molto bene. La trama è sviluppata a dovere (seppur non tutto è impeccabile, ed a livello di sceneggiatura ci sono delle forzature ed inverosimiglianze), la musica, come sempre (ma non sempre sempre) nei film di Argento, rappresenta un valore aggiunto, quasi un personaggio essa stessa, da cui lo spettatore difficilmente riesce a staccarsi, in questo caso poi si parla di Ennio Morricone, che ci propina una colonna sonora deliziosamente inquietante, come alcune scene del film. Forse il punto debole della pellicola è nella recitazione, nonostante gli attori fossero tutti di gran fama, pare quasi che il nostro regista (che aveva le idee chiare all'inizio, ma ultimamente non tanto, come dimostra l'orrido Occhiali neri) preferisse concentrarsi su altro (luci, atmosfere, zoomate, primi piani etc.) piuttosto che sulle inclinazioni ed inflessioni recitative degli attori. Ad ogni modo, film (più che buono, ma non eccezionale al pari di altri) che si vede e rivede assai volentieri. Voto: 7-

Speciale Italian Vintage

Post pubblicato su Pietro Saba World il 16/06/2023 Qui - Un viaggio nel cinema italiano (d'altri tempi verrebbe da dire) ci sta sempre, ed eccomi perciò (anche questa volta) al cospetto di una lista di titoli, se non importanti di certo interessanti, che attraversano trent'anni di cinema nostrano, ma partendo tuttavia dagli anni '60. Ecco infatti bianco e nero, film di maestri di cinema vivi e purtroppo defunti, di artigiani e figli putativi. E tra esordi registici, cult, sequel, gotico e strani patchwork, film di diversi generi ed estrazioni divertenti, spaventosi e coinvolgenti, ma non solo. Sei film che si possono recuperare in tanti modi, se l'intenzione è quella di vederli o rivederli, difatti L'uccello dalle piume di cristallo trovate su RaiPlayL'altro inferno su Prime VideoAmanti d'oltretomba e La ragazza con la pistola su Youtube sulla pagina Film&ClipsDellamorte Dellamore sempre su Youtube ma a pagamento (io per fortuna trovato su un sito di streaming), infine Dèmoni 2 tempo fa c'era su RaiPlay, ma non più, cosicché l'ho dovuto recuperare in streaming, però su Youtube c'è, basta in ogni caso (per tutti i film) fare una ricerca su Google. Quindi buona visione e/o lettura.