Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/06/2023 Qui - Sicuro e lineare non sono proprio i due aggettivi che si dovrebbero attribuire ad una storia di fantasmi, manieri, plagi e possessioni. Eppure sono quelli che vengono immediatamente alla penna guardando questo solido gotico, condotto da Mario Caiano senza lasciar spazio a svolazzi estetici ed avendo cura di riproporre luoghi, situazioni e canoni iconografici classici del genere con fermo polso registico d'antan. Molto ben giocato l'atout della morbosità grazie alla collaudatissima Barbara Steele e alla sorprendente Helga Liné, mentre Paul Muller innesca una melodrammatica teatralità. È ambientato in una sola location, un castello dagli interni lussuosi e i pochi esterni tetri, valorizzati da un adeguata fotografia in bianco e nero. La vicenda ha i suoi vertici all'inizio e nel gran finale, mentre nella parte centrale si possono ammirare alcune sequenze come quella dell'incubo. Atmosfera riuscita grazie anche alla musica per organo di Ennio Morricone. Non il massimo in termini di tensione ma storia che intrattiene in maniera valida. Forse datato, ma dignitoso. Voto: 6
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