Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Una buona pellicola (migliore di Hammamet) firmata da Gianni Amelio che dirige con fermezza e discreto gusto della messa in scena, valorizzata dalla vibrante ricostruzione degli ambienti che ben rende il clima (opprimente) di quegli anni. Si soprassiede su talune storture narrative e/o difetti congeniti (forse troppa carne al fuoco), mentre si apprezza la notevole rotondità dei personaggi, risparmiandoci l'agiografia di un personaggio che di certo, facile non lo era ma vittima di sicuro. Peccato che la verve della prima parte si dilati troppo nel finale dove viene dato troppo spazio alle vicende personali del giornalista, anche la chiusura del film (alla ricerca di una poetica stucchevole e prolissa) non è delle migliori. Le prestazioni attoriali sono corrette, anche se bisogna ammettere che sia Elio Germano che Luigi Lo Cascio hanno fatto decisamente meglio altrove. Resta comunque una bella pagina di denuncia, lunga (e pesante in certe fasi, il film risulta anche un po' troppo programmatico) ma bella, e soprattutto interessante, non solo storicamente. Voto: 6,5
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