giovedì 31 marzo 2022

La fantastica sfida (1980)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Opera seconda per Robert Zemeckis, che dopo "1964 allarme a New York, arrivano i Beatles!" riforma la coppia con Steven Spielberg produttore e firma una commedia "made in USA" semplice e scanzonata, divertente quanto basta per assicurare una visione godibile e senza fronzoli. Una commedia figlia dei suoi anni, oggi terribilmente invecchiata e oggettivamente lenta per i canoni odierni. Trama sempliciotta (nient'altro che la guerra tra due venditori d'auto), senza grandi trovate ma che riesce (ancora e incredibilmente) ad intrattenere bene. Satireggia, pur blandamente, alcune caratteristiche tipiche della società americana come ad esempio il commercio, la pubblicità (che lo influenza notevolmente) la libera iniziativa-concorrenza senza esclusione di colpi. Il cast è ben assortito, simpatico (sia i buoni sia i cattivi ma con una nota particolare per Kurt Russell) ed in buona forma, il ritmo tiene botta ed alla fine si assiste quindi ad un film gradevole che sotto certi aspetti è meno stupido di quel che potrebbe sembrare. Un film squisitamente grottesco ma poco fantastico. Voto: 6

Legend (1985)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Il primo passo falso di Ridley Scott, dopo un inizio di carriera folgorante (con tre film, a partire da I duellanti, uno più bello dell'altro). Un fantasy modesto dove la grande cura tecnica della confezione non ne cancella le pecche: trama debole, esaltazione della luce al limite del fastidioso, personaggi dalle caratterizzazioni superficiali. Si salva l'irriconoscibile Tim Curry, ai tempi all'apice della fama, perché (la carinissima) Mia Sara, ma soprattutto Tom Cruise, benissimo non fanno. Infatti, a parte i buoni effetti visivi, i costumi e il make-up (ad opera di quel genio di Rob Bottin) il resto del film è poca roba (perfino le canzoni e le musiche sono modeste). Una favola sì colorata, sì fantasy(osa) ma poco accattivante che si perde in una storiella frivola e poco fluida, che non riesce a coinvolgere molto, anche se a fine pellicola non ci si pente della visione. Ma in ogni caso una delusione. Voto: 5,5

Tick, Tick... Boom! (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Nell'esordio da regista, Lin-Manuel Miranda (attore in His Dark Materials la serie) mette in scena una sorta di musical sulla vita e sul talento musicale di Jonathan Larson, importante autore nella Broadway intorno agli anni '90, raccontandone gli entusiasmi e le difficoltà di imporsi, fino al successo che purtroppo non poté condividere. Si avverte subito la familiarità con l'argomento di un musicista in prima persona che conosce nell'intimo tutte le ansie e le speranze di un compositore (ha lavorato per Star Wars VII e Oceania), per consegnare ad Andrew Garfield tutto il repertorio espressivo e psicologico che l'attore fa proprio e restituisce con grande talento (peraltro già espresso in La battaglia di Hacksaw Ridge, dove ricevette, come in questo caso, la candidatura al migliore attore), ma nonostante il suo decisivo apporto la pellicola resta schiacciata dalla sua stessa ambizione e pervasa da una sulfurea vena di precarietà e anche di morte. Una cappa pesante e difficile da dissolvere anche a visione conclusa, che mi fa propendere per un voto positivo ma non troppo positivo. Colpa anche del regista stesso, che si butta ancora sulle canzonette laddove non servirebbe (come accaduto per Encanto dov'era sceneggiatore nonché compositore), dove potrebbe far respirare la narrazione e candidarsi prepotentemente come miglior film dell'anno. Invece no, la ricerca spasmodica di una formula musical a tutti i costi vince, e non lamento il musical in sè e per sè (anche se nota la mia avversione) ma l'uso che ne fa il regista. Peccato. Voto: 6+

Lasciarsi un giorno a Roma (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - L'amore, a volte, per trovare la strada giusta ha bisogno di gesti eclatanti. Commedia sentimentale gradevole, scritta, diretta e interpretata da Edoardo Leo, che solitamente apprezzo per la sua genuinità nel proporre delle storie (come in Che vuoi che sia), ben interpretata da un buon cast (Stefano Fresi sempre sul pezzo, anche se poi la sottotrama con Claudia Gerini sindaca di Roma non funziona proprio benissimo) che suscita simpatia ed empatia, risultando abile, convincente e preciso (non male Marta Nieto, che prima di questo film non conoscevo). La storia non ha grande originalità da mostrare, ma riesce a rendersi coinvolgente quanto basta per regalare una visione spigliata e senza troppe banalità evidenti. Forse un po' verbosa nei dialoghi in alcuni momenti ma nulla di fastidioso o invalidante. A mio avviso, un prodotto italiano discretamente tratteggiato. Voto: 6,5

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Film a mio parere piuttosto scialbo e privo di elementi particolarmente interessanti. Un vero peccato, perché da un film Marvel ambientato in Cina mi sarei aspettato un po' di coraggio in più soprattutto a livello di regia (da un regista, Destin Daniel Cretton, che tra l'altro viene da Il diritto di opporsi, genere completamente diverso). Così non è stato, e in generale Shang-Chi ricalca il prodotto Marvel medio senza essere troppo esaltante o troppo orribile. Personalmente mi ha divertito, nel complesso, anche se è lontano dall'essere memorabile. Alcuni espedienti funzionano bene, soprattutto quelli comici, ma nella parte centrale ci sono tante di quelle forzature che, rispetto al tono iniziale, sviliscono il film. Un po' posticci i riferimenti ad altri film Marvel, ma anche i personaggi sono troppo monodimensionali, se non fosse per un Tony Leung davvero in forma ma che spesso viene fatto passare per fesso. Forse un prologo eccessivamente lungo e verboso, i combattimenti sono invece ben coreografati e gli effetti speciali (candidati agli Oscar) seppur esasperati sono di gran qualità. Nel complesso il film una visione se lo merita ma se avessero gestito meglio il tutto sarebbe stato preferibile, così rimane un prodotto uguale a tanti altri. Shang-Chi ci lascia dei personaggi poco carismatici (a parte Awkwafina prezzemolina) e un protagonista fin troppo semplice. Voto: 6

The Conjuring - Per ordine del diavolo (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Per ordine del botteghino e per conto di James Wan, Michael Chaves (che aveva già diretto lo spin-off La Llorona - Le lacrime del male con scarsi risultati) gira il terzo capitolo della saga horror cavandone un film scorrevole, un dignitoso balocco che vellica la visione senza però mai turbare lo stomaco o attentare alla pancia dello spettatore. Più "spinto" sul versante esorcistico, come l'omaggio iniziale al capolavoro di William Friedkin esplicita con non proprio sottile ammiccamento, è per i fan occasione di rivedere all'opera gli innamoratissimi coniugi Warren (l'evocazione del cui primo incontro ci si poteva tuttavia risparmiare). Non mancano i buoni momenti, la confezione è come sempre molto curata e la continuity della saga rispettata ma lo script non ha il mordente dei precedenti e sembra a tratti avere un po' il fiato corto. Ricapitolando, nel suo complesso un terzo capitolo dignitoso (che si lascia guardare comunque), ma non all'altezza delle aspettative, con nulla a che vedere con i predecessori a livello qualitativo. Voto: 5,5

Marilyn ha gli occhi neri (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Commedia sentimentale che cerca, con apprezzabili risultati, di uscire dalle solite tematiche affrontando il disagio di una condizione psichica talvolta fuori dagli schemi prefissati. Il risultato è piacevole, con situazioni grottesche e altre tendenti al serio con l'apprezzabile scelta dello sviluppo narrativo. Uno sviluppo non del tutto solido ma abbastanza riuscito. Il lato positivo di questa pellicola sta proprio nella performance dei due protagonisti, ma anche in un contorno decisamente ben sfruttato e delicato nel suo affrontare una tematica mai banale. Non si può non apprezzare uno Stefano Accorsi tornato a buoni livelli che dà il ritmo alla storia e che fa dimenticare anche certi passaggi un po' sopra le righe nella sceneggiatura. Sicuramente un buon film per Simone Godano (quello di Moglie e marito) e per il cast nella sua interezza, compresa la splendida Miriam Leone. Voto: 6+

In Dubious Battle - Il coraggio degli ultimi (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Tratto da un romanzo di John Steinbeck, il film diretto da James Franco ambientato nella California dei primi anni trenta, racconta di un gruppo di raccoglitori di mele sfruttati dal loro datore di lavoro e di due attivisti che si infiltrano tra loro per incitarli a scioperare e lottare per ottenere i loro diritti. Un bel cast di attori tra cui spicca Vincent D'Onofrio, oltre al sempre grande Robert Duvall (piccolo ruolo per Bryan Cranston e Ed Harris, forse avrei preferito un'altra attrice al posto di Selena Gomez). Film che fa riflettere sulle condizioni di vita dei lavoratori dell'epoca e come purtroppo dopo oltre 80 anni, nonostante i diritti aquisiti, le cose non siano tanto cambiate, purtroppo il fenomeno del "caporalato" è ancora presente. Film che non annoia più di tanto, complice sicuramente la durata non eccessiva ed un idea interessante sulla carta, ma eseguita in maniera piuttosto blanda e poco incisiva, con un epilogo scontato. A non coinvolgere è soprattutto la regia, nonostante ciò buon film, anche se da Franco mi sarei aspettato un minimo di inventiva in più. Voto: 6

La babysitter - Killer Queen (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Dopo il divertente La babysitter, McG richiama la quasi totalità del cast e riprende le disavventure del povero Cole. Peccato che il plot sia poco più che una rimasticatura del precedente capitolo, spostato dai sobborghi all'aperta campagna. La svolta sovrannaturale (retta da una CGI assai pacchiana) si affianca a un'apertura eccessiva alla comicità, con sovrabbondanza di battute spesso gratuite e alla lunga sfiancanti. Si segnala un piccolo colpo di scena nel finale, inatteso ma non per questo riuscito. Discreta la fotografia (blu e rossi saturissimi) e scene splatterstick decenti. Rispetto al precedente, l'effetto sorpresa è ormai svanito e quindi si degenera, tuttavia piacevole e divertente a vedersi (per i pregi di cui sopra, per il buon ritmo e per l'intraprendenza delle giovani donzelle protagoniste), anche se decisamente meno riuscito del suo predecessore. Voto: 6

Pig - Il piano di Rob (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Esordio davvero sorprendente quello di Michael Sarnoski: parte illudendoti di trovarti davanti a una sorta di "Mandy con il maiale" (ovviamente senza i giochini psichedelici di Panos Cosmatos), per poi abbracciare una via più intimista, iconoclasta e dettata dal non detto (un'odissea in cui il passato, mai completamente raccontato, ma a volte solo accennato, torna alla ribalta). Pig è una favola assai avvolgente sulla perdita e le sue sfumature, sul legame tra memoria e cibo, sulla distruzione delle conformità capitalistiche, un piccolo saggio sul perdono, anziché sullo smodato sentimento di vendetta. Il regista procede con rigore nell'esplorazione di queste dolenti tematiche, e trova in Nicolas Cage il corpo, lo sguardo e il volto giusti per un personaggio dimesso e disincantato quale è l'ex chef Robin (memorabile il dissing a una stellata promessa dell'alta cucina, in realtà mediocre involucro del vuoto). Una prova da ricordare la sua, lui che oltre alle parole, poche (ma comunque più che le nessuna ne Willy's Wonderland), ci mette anche letteralmente, ed appunto, la faccia. Pure il lavoro di supporto di Alex Wolff e Adam Arkin si abbina alle plumbee atmosfere come il cacio sui maccheroni. Una piccola prelibatezza. Voto: 6,5

Rock'n Roll (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - La coppia più glamour di Francia si racconta ironizzando sulla ipotetica crisi dei 40 anni di Guillaume, in crisi mentre sta interpretando il ruolo di un padre di una ventenne. Una commedia divertente, ma anche inquietante che riflette, non senza riderci sopra, sulla frenesia del rimanere giovani in eterno, anche a costo di sprofondare nel kitsch. Con la complicità della compagna Marion Cotillard e di altri colleghi che recitano nella parte di loro stessi, Guillaume Canet mette infatti in scena una crisi di mezz'età complicata dall'esercizio di un mestiere in cui l'essere e l'apparire sono strettamente legati, appunto l'attore. Ne esce fuori una interessante e bizzarra pellicola, che forse esagera leggermente, ma che colpisce nel segno. Un'opera piena di idee, con tocchi di puro genio (la visita a Johnny Hallyday) e pochissimi momenti di stanca. Discreta anche la scelta di umanizzare la storia nella conclusione simpaticamente trash. Tuttavia la lunga durata comporta una certa ripetività e alcune gag appaiono usurate, ma nel complesso si tratta di una commedia intelligentemente ilare. Voto: 6

Free Guy - Eroe per gioco (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - In un periodo di film poco originali e poco interessanti, un'enorme boccata di ossigeno è questo divertente omaggio al mondo dei videogiochi, ma non solo. Free Guy è un film che gioca molto sull'immaginario cinematografico dello spettatore. Prendiamo la storia, nella sua struttura principale un incrocio tra Truman Show ed Essi vivono, applicato alla realtà virtuale. Un personaggio non giocante che prende una via propria, acquisisce consapevolezza e progredisce. L'intelligenza artificiale che entra in contatto con i propri creatori. La qualità migliore di questo film è che racconta la storia di un gioco, facendolo in maniera giocosa, strizzando l'occhio allo spettatore nella maniera giusta, cioè facendolo divertire. Ben equilibrato nella sua struttura che scorre narrativamente fra il reale ed il mondo virtuale di Free City, il film non ha una attimo di pausa ed i personaggi magari non sono approfonditi, ma funzionano alla grande, perchè in fondo è un gioco e non servono sottili psicologismi. Un film brillante che mi ha sorpreso in positivo, godibilissimo dal primo all'ultimo minuto. Ryan Reynolds riesce a tirar fuori un personaggio memorabile e il villain interpretato da Taika Waititi, il programmatore fuori dalle righe, è divertente. La regia (di Shawn Levy, quello di This Is Where I Leave You) si comporta in maniera piu che buona e gli effetti qui a pacchettoni sono di buona fattura (la candidatura agli Oscar ci sta). Un film piacevole e sorprendente, candidato a diventare il mio guilty pleasure di quest'anno. Voto: 7

Il cattivo poeta (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Un bel film, con un paio di sequenze molto interessanti, ma che ha un po' il retrogusto dell'occasione mancata, anche perché paradossalmente la scena più bella del film non ha niente a che fare con Gabriele D'Annunzio, seppur rappresenti una sintesi perfetta di quell'epoca malata. Ben girato sia nella fotografia che nella recitazione, il problema di questo film è nella mancanza di una strada precisa. Gianluca Jodice non si capisce se vuole concentrarsi sul Vate, sul percorso di redenzione di un gerarca fascista oppure sul declino politico del fascismo degli anni '30. C'è un pò di tutto ed in realtà come quadro generale funziona anche, il problema è che ci si immedesima poco, nelle vicende sentimentali, in quelle politiche ma soprattutto in quella di D'Annunzio che non riesce ad emergere nonostante Sergio Castellitto. Un po' troppo enfatizzata la figura del Duce. Un pò noioso ma di livello. Voto: 6

Space Jam: New Legends (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Un sequel bruttino, che ripete la storia del prototipo senza averne il cuore e l'anima. Sembra tutto costruito da un algoritmo (nemico nel film) e non da menti pensanti, con LeBron James che cerca di mostrarsi simpatico e affabile ma risulta troppo finto per competere con la spontaneità e l'umanità di Michael Jordan. Qualche gag dei Looney Tunes funziona ancora, ma solo nella prima parte, perché la partita è talmente caotica da risultare indigeribile. Lo stesso LeBron e il suo rapporto col figlio, è cosa già vista in altri film, e viene messa su in maniera stupida e seguendo i trend di oggi, tra tecnologia, metaverso e social di massa. Per quanto sia effettivamente un mega carosello Warner, la parte animata 2D è a mio avviso la più gradevole e utile. E tuttavia, nonostante molti limiti SJ2 funziona per quanto riguarda il passare due ore senza annoiare anche perchè è un film per staccare il cervello, ma rimane una produzione che doveva fare molto di più, o come direi io era meglio evitare un sequel quanto meno inutile. Voto: 4,5

Monster Hunter (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Ennesima riproposizione cinematografica di un videogioco per la premiata ditta Paul W. S. Anderson-Milla Jovovich, per quella che si prospetta essere una nuova saga (che potrebbe però avere vita breve). Purtroppo, a differenza di Resident Evil dove i due riescono a ricreare quasi la stessa atmosfera del videogioco omonimo, questo Monster Hunter non pare avere la stessa forza visiva e intrattenere alla stessa maniera, nonostante il copioso uso di effetti speciali e mostri in CGI. Di sicuro non ci si annoia e forse sarà piaciuto ai fan del videogame in questione (io mai giocato), ma personalmente non mi ha ispirato particolari sensazioni e forse mi aspettavo qualcosa in più in termini di coinvolgimento. Il ritmo non è sempre al massimo e nei dialoghi si nota poca vivacità e forse un po' d'ironia in più avrebbe fatto comodo. Appuntamento, forse, con il prossimo capitolo (se mai ci sarà), per vedere come va a finire. Voto: 5,5

Ammonite - Sopra un'onda del mare (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Una versione grigia e verista di Ritratto della giovane in fiamme, film che, pur sessualmente meno esplicito, godeva di un crescente climax erotico di cui la meccanica sceneggiatura di Ammonite riesce solo a sembrare una pallida imitazione. Troppo poco per dare vita a un contorno impeccabile ma ben poco stimolante, quasi sgradevole, tra cast imbruttito, ambientazioni spoglie e musiche assenti. L'inesperto Francis Lee realizza un quadro da ammirare piuttosto che una pellicola da vedere e cade in una storia troppo lunga e poco scorrevole dove, tranne che a 10 minuti dal finale, non si sente un dialogo che sia degno di tale nome ed anche in quel caso abbiamo le solite frasi fatte e mielose buttate li a caso. Il talento di Kate Winslet è del tutto sprecato in un film dove manca del tutto l'approfondimento psicologico dei personaggi che invece avrebbe dovuto essere il fulcro di tutto. Voto: 5

A proposito dei Ricardo (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Difficile entrare in empatia con una storia così culturalmente lontana (Lucy ed io è una sit-com sconosciuta in Italia), nonostante lo sforzo di Aaron Sorkin (la cui genialità si vede solo a sprazzi) di universalizzare le rotondità psicologiche dei personaggi. Formalmente inappuntabile, con una discreta regia e una ricostruzione magistrale degli anni '50, ma non si può assolutamente soprassedere sullo tsunami di noia che inonda lo spettatore con situazioni narrative ripetitive ed elementi che non stuzzicano mai la curiosità (nonostante gli accenni al comunismo). Il cast fa il suo, inappuntabile J. K. Simmons, Nicole Kidman invece ai minimi storici, mentre bene Javier Bardem nei numeri musicali (nonostante le "differenze", tutti e tre candidati agli Oscar). Mi aspettavo meglio, peccato sia andata così: aspettavo con ansia il nuovo Sorkin dopo il più che discreto Il processo ai Chicago 7. Voto: 5,5

Antrum (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Mettiamo subito le mani avanti, se sono qui a scrivere questa (breve) recensione vuol dire che sono sopravvissuto, alla visione di questo horror atipico nei contenuti quanto nella tecnica di narrazione: il prologo-documentario lo introduce infatti come un film maledetto girato negli anni '70 ripescato dopo decenni. La storia è ovviamente falsa, ma contribuisce a creare quel clima di suggestione attorno al quale ruota il plot dell'opera stessa (sono solo bugie quelle che la protagonista racconta al fratellino?). Pervaso da un'atmosfera sospesa, fiabesca e inquietante, fra The Witch e The Wicker Man, costellato di immagini subliminali con legami all'occultismo (tra l'altro si poggia su una buona fotografia stile anni '70 e una colonna sonora incisiva), merita una visione. Voto: 6