Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Esordio davvero sorprendente quello di Michael Sarnoski: parte
illudendoti di trovarti davanti a una sorta di "Mandy con il maiale"
(ovviamente senza i giochini psichedelici di Panos Cosmatos), per
poi
abbracciare una via più intimista, iconoclasta e dettata dal non detto
(un'odissea in cui il passato, mai completamente raccontato, ma a volte
solo accennato, torna alla ribalta).
Pig è una favola assai avvolgente sulla perdita e le sue sfumature, sul
legame tra memoria e cibo, sulla distruzione delle conformità
capitalistiche, un piccolo saggio sul perdono, anziché sullo smodato
sentimento di vendetta. Il regista procede con rigore nell'esplorazione
di queste dolenti tematiche, e trova in Nicolas Cage il corpo, lo
sguardo e il volto giusti per un personaggio dimesso e disincantato
quale è l'ex chef Robin (memorabile il dissing a una stellata promessa
dell'alta cucina, in realtà mediocre involucro del vuoto). Una prova da
ricordare la sua, lui che oltre alle parole, poche (ma comunque più che
le nessuna ne Willy's Wonderland), ci mette anche letteralmente, ed appunto, la faccia. Pure il
lavoro di supporto di Alex Wolff e Adam Arkin si abbina alle plumbee
atmosfere come il cacio sui maccheroni. Una piccola prelibatezza. Voto:
6,5
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