Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Il nuovo Roland "disaster movie" Emmerich (dopo le apprezzabili battaglie aeree di Midway) ci propone una luna che esce dall'orbita e sta per piombare sulla Terra. Può sembrare un clone di Armageddon ma in realtà la trama riserva non poche sorprese, facendo sue varie teorie complottiste. La prima metà regge bene grazie all'ironia degli interpreti, poi causa effetti meno riusciti di un tempo si scivola un po' nel ripetitivo. Rimane comunque uno spettacolo godibile, nel quale il regista conferma la sua capacità di delineare personaggi semplici ma efficaci e di saper instillare nel pubblico la voglia di lottare insieme a loro. Non male. Certo, le incongruenze sono tante, le inverosimiglianze altrettante e, tuttavia, a mio avviso, il film si lascia vedere con interesse. Voto: 6
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venerdì 30 settembre 2022
martedì 30 novembre 2021
Tom & Jerry (2021)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2021 Qui - La
tecnica mista non giova particolarmente al duo inossidabile, celebri
personaggi creati da William Hanna e Joseph Barbera, soprattutto a causa
di una storia avulsa dal loro mondo abituale che ai bambini, in teoria i
principali fruitori del film, dice molto poco (duo che, in un hotel di
lusso americano, rovinano un matrimonio sontuoso pieno di animali
animati in 2D, in un mondo reale). Nulla da eccepire a livello tecnico:
l'ingente dispiego di mezzi si vede tutto, ma il tentativo di allargare
il bacino di utenza diventa un'arma a doppio taglio e ci si diverte
davvero solo quando sono i cartoni a farla da padroni. In questo senso,
tutto è simpatico, molto carino, ma manca quel guizzo alla "Roger
Rabbit", che ti dia anche solo una motivazione del perché tutto questo
avvenga (e la comparsata di Paolo Bonolis proprio non c'azzecca, sembra trovarsi lì e basta). Buona
la prova della sexy protagonista (Chloë Grace Moretz, sempre deliziosa), poco
più che anonimi gli altri (tra cui Michael Peña). Si fa guardare
(questo filmetto diretto da Tim Story, già regista tra gli altri
della duologia del "Poliziotto in prova"), ma per i nostalgici dei
personaggi originali (tra questi anch'io) è una delusione. Voto: 5+
venerdì 17 settembre 2021
Fantasy Island (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/09/2021 Qui - La Blumhouse Productions (quella di Jason Blum) fa un reimagining della serie televisiva Fantasilandia virando l'idea originale nel proprio stile, si resta quindi perennemente in bilico tra commedia (l'inizio), mystery (il build-up) e thriller/horror dai toni sci-fi (tutta la seconda ora di film), nella suggestiva cornice delle isole Fiji. A parte Michael Peña, cast insopportabile (si presume scelto apposta), fotografia brillante, buon ritmo e qualche riflessione sull'impossibilità di cambiare il corso del destino. I troppi twist nel finale risultano un po' forzati e la durata è eccessiva, però non male. Perché certo, troppi personaggi e troppe storie sgradite, perché certo, è una fusione di generi che, non funziona o funziona a tratti (e in tal senso peccato non avere sfruttato il potenziale nel migliore dei modi), ma almeno (al contrario di altre peggio fesserie) ci si diverte ed è piacevole a vedersi, magari sorseggiando un cocktail (tropicale). Per il regista Jeff Wadlow tuttavia passo indietro da Obbligo o verità, piccolo passo in avanti da Bloodshot, dov'era sceneggiatore. Voto: 5,5
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Thriller orrorifico
martedì 14 aprile 2020
Il corriere - The mule (2018)
Titolo Originale: The Mule
Anno e Nazione: USA 2018
Genere: Thriller, Drammatico, Poliziesco, Commedia
Produttore: Clint Eastwood, Dan Friedkin, Bradley Thomas
Tim Moore, Kristina Rivera, Jessica Meier, Jilian Apfelbaum
Tim Moore, Kristina Rivera, Jessica Meier, Jilian Apfelbaum
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Nick Schenk
Cast: Clint Eastwood, Bradley Cooper, Michael Peña, Dianne Wiest
Andy García, Alison Eastwood, Taissa Farmiga, Ignacio Serricchio
Loren Dean, Laurence Fishburne, Victor Rasuk, Manny Montana
Clifton Collins Jr., Noel Gugliemi, Eugene Cordero, Robert LaSardo
Andy García, Alison Eastwood, Taissa Farmiga, Ignacio Serricchio
Loren Dean, Laurence Fishburne, Victor Rasuk, Manny Montana
Clifton Collins Jr., Noel Gugliemi, Eugene Cordero, Robert LaSardo
Durata: 105 minuti
Film diretto ed interpretato da C. Eastwood, scritto da N. Schenk ("Gran
Torino").
La storia vera di un maturo corriere della droga.
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Loren Dean,
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Taissa Farmiga,
Thriller drammatico
12 Soldiers (2018)
Titolo Originale: 12 Strong
Anno e Nazione: USA 2018
Genere: Storico, Guerra, Drammatico
Produttore: Jerry Bruckheimer, Thad Luckinbill, Trent Luckinbill, Molly Smith
Regia: Nicolai Fuglsig
Sceneggiatura: Peter Craig, Ted Tally
Cast: Chris Hemsworth, Michael Shannon, Michael Peña, Navid Negahban
Trevante Rhodes, Geoff Stults, Thad Luckinbill, William Fichtner
Rob Riggle, Elsa Pataky, Austin Stowel, Ben O'Toole, Austin Hébert
Kenneth Miller, Kenny Sheard, Jack Kesy, Numan Acar
Fahim Fazli, Taylor Sheridan
Trevante Rhodes, Geoff Stults, Thad Luckinbill, William Fichtner
Rob Riggle, Elsa Pataky, Austin Stowel, Ben O'Toole, Austin Hébert
Kenneth Miller, Kenny Sheard, Jack Kesy, Numan Acar
Fahim Fazli, Taylor Sheridan
Durata: 130 minuti
Chris Hemsworth e Michael Shannon in un war-movie tratto da una storia vera.
Dopo l'11 settembre, una squadra speciale Usa sbarca in Afghanistan per organizzare la guerra contro Al Qaeda.
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Michael Shannon,
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Numan Acar,
Rob Riggle,
Taylor Sheridan,
Trevante Rhodes,
William Fichtner
sabato 13 luglio 2019
Ant-Man and the Wasp (2018)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 03/05/2019 Qui - Come di consueto ormai nell'universo Marvel, di cui questo è il ventesimo film del suo MCU, è necessario partire da un accenno alle puntate precedenti. Scott Lang, ladruncolo di mezza tacca diventato Ant-Man (nel primo sorprendente episodio a lui dedicato del 2015) grazie a una tuta che gli dona incredibili superpoteri "dimensionali", è stato arrestato per le sue azioni in Captain America: Civil War (quando si schierò con il "Capitano" nello scontro tra supereroi, infrangendo gli accordi di Sokovia). Bloccato agli arresti domiciliari e sorvegliato dalla polizia (guidata dal goffissimo agente Woo, Randall Park), viene richiamato in azione dal professor Hank Pym (ancora interpretato da Michael Douglas), e dalla figlia Hope, ora diventata the Wasp (con tanto di ali, che Scott/Ant-Man non ha) per cercare di recuperare Janet, la moglie di Pym (la new entry Michelle Pfeiffer), dispersa decenni prima nel mondo subatomico: da cui Scott è riuscito a tornare, senza contare che gli è pure apparsa in sogno Janet. I tre dovranno superare vari ostacoli, tra cui Ghost, una figura invisibile e misteriosa. Ero molto curioso di vedere Ant-Man and the Wasp, film del 2018 diretto da Peyton Reed (regista anche del primo capitolo), non solo perché il primo mi aveva conquistato, ma perché principalmente perché ero curioso (come tutti lo sono stati, del resto, almeno per quelli che l'hanno visto) di vedere in che modo avrebbero collegato il film ad Infinity War, visto solo poco tempo fa, e se ci fosse qualche elemento chiave per Avengers: Endgame (scorsa settimana al cinema), di questo però nessuna parola, tranquilli. La curiosità non è stata del tutto ripagata, dato che questo sequel, pur essendo un buonissimo film d'intrattenimento, non riesce ad essere "scoppiettante" quanto il suo predecessore per più motivi. La trama in diversi punti non è molto convincente e sembra che alcune situazioni vengano sbrogliate in maniera fin troppo semplice rispetto alla complessità delle materie trattate, senza contare qualche ingenuità che gli spettatori più attenti avranno potuto notare. Ciò non toglie che sia appunto una visione piacevole, leggera e, nel complesso, estremamente godibile. Come alla fine i film di super-eroi dovrebbero essere. E quindi qualche défaillance la si può accettare. Anche perché sinceramente pensare che questo sequel potesse superare l'originale era impensabile. Certo, ci si aspettava qualcosa in più, colpa forse delle aspettative elevatissime dopo il clamoroso diciannovesimo lungometraggio, ma tutto sommato va bene così, dopotutto il minimo per la Marvel è sufficiente ed in grado di superare senza difficoltà la rivale DC in qualsiasi lungometraggio uscito ultimamente, tranne Wonder Woman da una parte (pollice su) e Black Panther dall'altra (pollice giù).
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domenica 7 luglio 2019
Nelle pieghe del tempo (2018)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 25/03/2019 Qui - Anche la Disney può sbagliare. Lo sappiamo da sempre (è già successo, ricordate Alice attraverso lo specchio? No? Meglio) eppure si rimane
ancora sconcertati di fronte alla possibilità della casa dei sogni di
fallire. Questa volta poi si rischia di toccare il punto più basso del
percorso cinematografico del mondo immaginifico creato agli inizi degli
anni Venti, una caduta rovinosa in cui nessuno, davvero nessuno, riesce
ad uscirne illeso. La
colpa di tali ferite è causata dall'ultimo lungometraggio targato Disney del 2018, intitolato
Nelle pieghe del tempo (A Wrinkle in Time), pellicola
tratta dal romanzo omonimo del 1963 scritto da Madeleine L'Engle e diretta da Ava DuVernay, che dai fatti reali di Selma - La strada per la libertà passa all'inverosimile e all'astratto in questo suo ultimo
lavoro. Un lavoro che non soddisfa (ma per niente proprio) le
aspettative, dimostrandosi fallimentare sotto molteplici punti di vista.
Perché sì, senza mezzi termini, Nelle Pieghe del Tempo (che va
avanti tra scenari ridicoli, personaggi
inutili e momenti completamente piatti) è sia un film brutto sia un film
sbagliato, non c'è scampo. Anche
capire da dove partire per descrivere il fallimento del film è compito
arduo, perché davvero non c'è un aspetto che si salvi. Manca
il grande senso di avventura e scoperta dei film per ragazzi, manca
l'intrattenimento puro, con le scene allungate fino a che il già poco
senso di esse non diventi autentica e inspiegabile tortura. Forse
a dare più fastidio è la costante ripetitività del nulla che il film
propone. I protagonisti sono sballottati
avanti e indietro senza che se ne capisca il senso. Se l'emozione
latita, la tensione manca totalmente, ed assistiamo ad un carrozzone di
colori e CGI tirato avanti col pilota automatico. Insomma un film, che
si fa quasi fatica a definirlo un vero film,
davvero sconclusionato, malfatto e goffo. Un film che pecca di
un'eccessiva noncuranza dei dettagli. Giocando senza logica
con lo spazio e il tempo, il film dimentica spesso la
basilare regola della consequenzialità causa-effetto, alternando eventi
incoerenti tra loro con improbabili deus ex machina risolutivi. Tra
enormi lacune narrative e mancanze para-sintattiche, la storia si
snoda pertanto con fatica, rendendo la visione non eccessivamente
difficile ma indubbiamente fastidiosa. A peggiorare la situazione, non
manca poi il classico buonismo della Disney che, nonostante in altre
pellicole sia perfettamente equilibrato, qui produce una perenne e
paternalista atmosfera moraleggiante.
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LEGO Ninjago - Il film (2017)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/03/2019 Qui - LEGO colpisce ancora e questa volta tocca ai ninja della colorata serie Ninjago portarci nuovamente nel mondo dei mitici mattoncini danesi, per il terzo film d'animazione della saga, dopo Lego Movie e Lego Batman. Saga per modo di dire, poiché ogni pellicola è indipendente e slegata dalle altre. E così dopo Briksburg e Gotham City, eccoci a combattere a colpi di arti marziali nella orientaleggiante isola di Ninjago, un po' Tokyo e un po' Pechino. Isola ovviamente circondata dal mare, dalla giungla e da un vulcano, sede della base segreta del cattivone di turno. In questa nuova avventura animata degli omini gialli con le manine a portabicchiere, sei giovani ninja adolescenti, che nascondono una seconda identità, ovvero i fortissimi ninja che proteggono la città dai continui attacchi del perfido Garmadon (tuttavia all'interno di questo scontro se ne nasconde un altro: il leader dei ragazzi, infatti, il ninja verde Lloyd, altri non è che il figlio di Garmadon, anche se quest'ultimo non è a conoscenza della sua identità), lavoreranno
fianco a fianco per proteggere ciò che hanno di più caro. Insomma, come per i precedenti film targati LEGO, narrare le gesta di un gruppo di eroi sembra una formula riproducibile e vincente per vendere col massimo ricavo un prodotto di intrattenimento, si tratta di elementi con cui il pubblico dei giovanissimi (ma anche quello adulto) può facilmente interfacciarsi, nondimeno, al terzo film, gli spettatori sanno più o meno cosa aspettarsi, anche se su questo piano l'attesa viene ripagata in grande stile con un'animazione mai banale, alternando computer grafica con la tecnica dello stop motion. Peccato che, LEGO Ninjago - Il film (The LEGO Ninjago Movie), film del 2017 diretto da Charlie Bean, secondo spin-off del film The LEGO Movie, dopo LEGO Batman - Il film, film tratto dalla serie animata di Cartoon Network, Ninjago: Masters of Spinjitzu, con Jackie Chan, Dave Franco, Michael Peña, Olivia Munn e Justin Theroux come doppiatori nella versione originale, e film tendente anche troppo ai più piccini, pur mantenendo lo spirito e il divertimento dei precedenti, e sebbene le gag continue facciano comunque piacevolmente sorridere anche gli appassionati di Lego con qualche anno in più, non raggiunga assolutamente il livello dello straordinario primo capitolo e la divertente parodia del cavaliere oscuro del secondo.
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venerdì 14 giugno 2019
Frontera (2014)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/10/2018 Qui - Raccontare al cinema una storia di immigrazione non è per niente facile (soprattutto se la vicenda ricalchi purtroppo un'odissea umana tutt'ora attuale, e in qualsiasi parte del mondo), ma ci riesce bene l'esordiente all'epoca regista Michael Berry con questo film, un film drammatico (del 2014) a tinte western piccolo e traballante ma emotivamente e moralmente efficace e onesto. Frontera infatti, come da titolo dopotutto, che si snoda attorno al superamento clandestino della frontiera Messicana con i relativi rischi e imprevisti (come ben delineato nel film), racconta una storia di frontiera, una storia (interpretata dai personaggi con una estrema credibilità senza indulgere nel patetico, questo grazie agli attori, che riescono con il loro talento ad indurre a una partecipazione emotiva particolarmente profonda) molto semplice in cui confluiscono temi come l'immigrazione clandestina, trafficanti di esseri umani, storie di grilletto facile finite tragicamente. Non è un caso che Frontera ci mostri molte cose brutte, dai trafficanti di esseri umani ai razzisti per sport, dalla violenza di ogni tipo alla corruzione degli agenti che operano al confine Usa-Messico, ma lo fa con lingua efficace e immagini giuste, calando la storia in un brodo western e dandole un sapore springsteeniano semplice e classico. Magari troppo semplice (come già detto), soprattutto nella superficiale e stereotipata caratterizzazione di molti dei personaggi (alcuni, soprattutto i secondari, avrebbero meritato un'approfondimento maggiore), ma anche se il tutto non è nulla di trascendentale e non è per nulla un qualcosa di alcunché pretenzioso (seppur molti ed importanti sono i temi), il film si segue bene su coordinate, forse prestabilite e di conseguenza abbastanza prevedibili, però brillantemente riuscite.
venerdì 3 maggio 2019
CHiPs (2017)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/01/2018 Qui - CHiPs (Commedia, Usa 2017): E' da tanto che non vedo una puntata della serie televisiva originale degli anni '80, ma credo di ricordare che non fosse per niente un giallo poliziesco volgare, rozzo e semplicistico. Però è quello che sembra venire fuori da questo adattamento del 2017 da parte della Warner Bros, che non si sa perché decide di travasare, snaturare in tutto e per tutto la concretezza della serie tv in una pellicola fatta sì di action, ma anche di tanta comicità e commedia, assurda e troppo demenziale. Il regista ed interprete di uno dei due agenti motociclisti della California Higway Patrol, che hanno la missione di sventare una banda di rapinatori che si annida nel comando di polizia, Dax Shepard infatti (un attore mediocre e adesso anche mediocre regista), cambia i toni, così tanto che il film poteva avere qualsiasi altro titolo e sarebbe stato forse meglio. Nel film difatti, anche se non mancano sparatorie, esplosioni e una certa violenza, quello che abbonda è la volgarità, non a parole ma con i gesti (rozzi), e con certe scene alquanto inutili (seppur intriganti). Ma il difetto principale è la semplicità, giacché il regista svela praticamente subito il mistero, è chiaro nei primi minuti infatti cosa succederà, come finirà e chi sono i colpevoli. Senza dimenticare le battute, poche e nemmeno tanto divertenti, cosa deludente in un film del genere, anche perché inspiegabilmente spesso e volentieri il film vira su fastidiose e ripetute battute a sfondo sessuale (che non danno niente in più al film e non fanno ridere), scene trash (Baker è di stomaco debole e tende a vomitare…), momenti splatter un po' fuori luogo (teste mozzate ad esempio) che non rafforzano ma indeboliscono il film. Un film che se avesse seguito di più i dettami dell'action comedy (dopotutto non male sono gli inseguimenti in moto, e sufficienti sono le sequenze d'azione come la colonna sonora ritmata, senza dimenticare una giovane e sexy Rosa Salazar) poteva essere una simpatica parodia del telefilm, invece è uscita proprio una bella vergogna. Soprattutto perché, in questa classica commedia poliziesca piena zeppa di cliché, tutto sa di già visto e il ritmo non è certo appassionante. Infine gravemente insufficiente il cast, che comprende un poco ispirato Michael Peña, mediocre interpretazioni di Adam Brody, Maya Rudolph, Kristen Bell, lo stesso Shepard e uno sprecato Vincent D'Onofrio. Imbarazzante invece il cameo di Erik Estrada, che avvilisce ancor di più questa pellicola di per sé insufficiente. Voto: 5
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sabato 30 marzo 2019
War on Everyone (2016)
Mini Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/09/2017 Qui - War on Everyone (Commedia, Gran Bretagna, 2016): Un buddy movie un po' in sordina che comunque è capace di regalare qualche momento divertente, anche se il livello non è sempre alto. Due agenti (Alexander Skarsgard e Michael Pena) sono noti per ricorrere spesso a corruzione, intimidazione, abusi vari ai danni delle persone che sbattono dentro, oltre che per il loro umorismo decisamente poco politicamente corretto. Il loro capo vorrebbe sbatterli fuori, ma dà loro l'ultima occasione per incastrare un malavitoso britannico (Theo James). Tra gag azzeccate e azzeccate un po' meno (con alcune volgarità aggiunte), qualche risata, alcune scene action discrete (ma esagerate quasi sempre), alla fine è un film (nell'originale Crazy Dirty Cops) senza particolari pretese che comunque si guarda, almeno una volta, volentieri, anche se purtroppo sono molte le cose che non funzionano. La trama è fragilissima e anche poco coinvolgente, dei personaggi non si sa quasi nulla e non si capisce quasi chi sia uno chi sia l'altro e quale sia il loro ruolo, tanta confusione e un argomento già trattato in molti altri film. Buoni i primi dieci minuti, poi scende di brutto, tanto che a salvarsi è solo la colonna sonora, con all'interno una canzone italiana, e la sexy protagonista femminile, ovvero l'esuberante e bellissima Tessa Thompson, oltre poco e niente. Voto: 5
domenica 17 marzo 2019
Collateral Beauty (2016)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 10/07/2017 Qui - Ci sono film che ci soddisfano pienamente, parzialmente o per niente. Collateral Beauty, film del 2016 diretto da David Frankel (regista del bellissimo Io & Marley e del passabile One Chance), mi ha soddisfatto collateralmente, anche se non ho capito esattamente cosa significa, ma vedremo dopo, intanto però una cosa è certa, Amore, Tempo e Morte, sono questi i tre elementi che caratterizzano tutte le nostre vite, come ci insegna Howard Inlet (Will Smith), brillante dirigente pubblicitario, prima che una tragedia devasti la sua esistenza. Howard, infatti, dopo la perdita della figlia non riesce più a mettere insieme i pezzi della sua vita, non ha voglia di parlare, non ha voglia di mangiare, non ha voglia di cedere la società. I suoi colleghi e soci (il trio Kate Winslet, Edward Norton e Michael Peña) sono così, dopo vari tentativi, costretti ad assumere un'investigatrice privata che dimostri l'incapacità del loro "capo" nel prendere decisioni. Ma l'investigatrice non è sufficiente, e per dimostrare lo stato di follia in cui riversa Howard (altresì scuoterlo e riportarlo alla consapevolezza che la sua vita non è finita), i tre colleghi riescono a coinvolgere un gruppo di attori amatoriali (Keira Knightley, Helen Mirren e Jacob Latimore) convincendoli a prendere parte a un piano del tutto surreale, un piano che in modi imprevedibili riuscirà nel suo intento. Che sia questo un film programmaticamente lacrimevole è ovvio, che si regga su un'astruso e contorto escamotage narrativo, è piuttosto vero. Però il film (visto su Infinity), a mano a mano che scorre, se si accetta l'assurdità dello spunto, conquista un interesse che si fa solido soprattutto verso la conclusione, quando la pellicola si tramuta, quasi, in un thriller sentimentale, con snodi che mettono a fuoco alcune cose apparentemente semplici da decifrare, ma che trovano concretizzazione solo alla fine. E se la regia di Frankel si premura, forse, di voler dare spiegazione a tante cose, d'altro canto mette tanto sentimento nel racconto, del cast le migliori sono le donne, da Naomie Harris, a Helen Mirren, a Keira Knightley e Kate Winslet, che tengono a freno il rischio di ridondanza emotiva della storia. Una storia che tocca tematiche altissime in modo credibile e coinvolgente.
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David Frankel,
Dramma romantico,
Edward Norton,
Film drammatico,
Helen Mirren,
Jacob Latimore,
Kate Winslet,
Keira Knightley,
Michael Pena,
Naomie Harris,
Will Smith
giovedì 28 febbraio 2019
The Vatican Tapes (2015)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2017 Qui - Il film di esorcismo è un genere a sé che va sempre di più emancipandosi dalla sua matrice horror. Hollywood sembra produrne con buona regolarità almeno uno l'anno, di volta in volta variando la struttura verso l'intrigo. Tra il background dei preti e quello delle vittime infatti i film di esorcismo prediligono sempre di più il primo, le alte sfere vaticane, gli ordini che arrivano da Roma e gli eventi messi a tacere. Fulgido esempio è quest'ultimo da me visto, The Vatican Tapes, film del 2015 diretto da Mark Neveldine su una sceneggiatura di Christopher Borrelli, ispiratosi ad una storia vera (si vabbé non ci crede nessuno). Un horror della possessione a corto di fantasia e di efficaci paramenti sacri, un modesto epigono di un illustre capostipite che ha la stessa età del regista e della protagonista principale (1973, di cui poco tempo fa ho visto la serie a cui si è ispirato, qui) e che sembra combinarne l'ispirazione legata alla classica dialettica tra il razionalismo dell'approccio medico e l'esoterismo delle conclusioni sovrannaturali con una serie di variazioni sul tema che puntano tutte nella direzione dello spauracchio fantapolitico di un insospettabile anticristo già al centro di altre pellicole. Il film infatti racconta della giovane e bella Angela (Olivia Taylor Dudley), che dopo un terribile incidente in cui rimane in coma, inizia a soffrire degli strani ed inquietanti sintomi di una misteriosa possessione demoniaca.
sabato 12 gennaio 2019
Sopravvissuto: The Martian (2015)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/07/2016 Qui - Sopravvissuto: The Martian (The Martian) è uno spettacolare e straordinario film di fantascienza del 2015 diretto e prodotto da Ridley Scott, che dopo il deludente Exodus: Dei e Re, torna nel suo habitat naturale, in un genere a lui caro, la fantascienza, e dirigendo questo film (notevole e visivamente molto bello), fa centro ancora una volta. Perché Ridley Scott, uno dei geni indiscussi del mondo del cinema contemporaneo, riesce anche con questo The Martian a colpire il bersaglio grosso. Lui è infatti uno dei pochissimi registi che non sbagliano quasi mai un colpo. Se 35 anni fa aveva rivoluzionato il genere fantascientifico con il mitico Blade Runner, con quest'ultima creazione è secondo me riuscito a riportare il genere alle origini. E non mi riferisco al modo di mettere in scena la storia, cosa fatta peraltro in maniera magistrale, ma piuttosto a un ritorno al concetto di fantascienza per quel che era, esplorazione e avventure nello spazio. Il film, che ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Golden Globe per il miglior film commedia o musicale, e sette candidature ai premi Oscar 2016 come miglior film, miglior attore protagonista, migliore sceneggiatura non originale, miglior scenografia, migliori effetti speciali, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro (vincendone nessuno), è basato sul romanzo L'uomo di Marte del 2011 di Andy Weir, ingegnere informatico fattosi scrittore. La sceneggiatura, scritta da Drew Goddard (World War Z, Cloverfield), non è perciò significativamente originale, ma il regista si "limita" a farne un film che a moltissimi critici non è piaciuto affatto perché ritenuto troppo scontato e soprattutto mancante di pathos e di dinamicità, ma a mio avviso invece il film è da vedere proprio perché l'originalità di Scott sta in quello che riesce a "piazzare" con maestria in una storia che avrebbe potuto facilmente annoiare lo spettatore e invece non succede affatto, anzi, ti tiene incollato allo 'schermo' per tutta la sua durata, comunque moderatamente eccessiva. Il film ha come protagonista l'astronauta Mark Watney, botanico della missione della NASA su Marte denominata Ares 3, interpretato da Matt Damon, che dopo una terribile tempesta che investe tutto l'equipaggio con a capo la bellissima Jessica Chastain (vista recentemente in 1981: Indagine a New York) viene travolto da un ripetitore radio e, dato per morto, viene lasciato solo sulla superficie di Marte. L'astronauta però si sveglia ferito, e si accorge che è stato lasciato erroneamente da solo, rimanendo così intrappolato. Dovrà quindi trovare un modo per sopravvivere, adattarsi alla vita sul pianeta e trovare un modo per contattare la Terra, e quando ci riuscirà la Nasa proverà ad escogitare un modo per farlo tornare a casa, ma sarà lotta contro il tempo sia da una parte che dell'altra, perché gli imprevisti capitano sempre e non tutto va secondo i piani.
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Kate Mara,
Kristen Wiig,
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Matt Damon,
Michael Pena,
Ridley Scott,
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Sean Bean,
Sebastian Stan
mercoledì 9 gennaio 2019
Ant-Man (2015)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/07/2016 Qui - Ant-Man è l'ennesimo e spettacolare film della Marvel e dei suoi inimitabili supereroi. Ant-Man (uno dei membri fondatori dei Vendicatori originali e uno dei primi personaggi creati dal duo Lee&Kirby nel 1962) è infatti la dodicesima pellicola del Marvel Cinematic Universe (un media franchise centrato su una serie di film di supereroi prodotti dai Marvel Studios e basati sui personaggi dei fumetti Marvel Comics), nonché l'ultimo della Fase Due, che ha raggiunto il culmine nello spettacolare Avengers: Age of Ultron. Il film (del 2015), diretto Peyton Reed (regista di Yes Man tra gli altri) è però completamente diverso (almeno in parte) da tanti altri cine-comic, e questo è un punto a suo favore, al posto del solito scenario apocalittico difatti ci si ritrova in un rinfrescante heist movie in cui i poteri di ingrandimento e rimpicciolimento non hanno i consueti effetti distruttivi, ma assolvono con successo a una funzione comica (come consuetudine in questi film grazie all'ironia). Dopo essere finalmente uscito di prigione, Scott Lang (Paul Rudd) è intenzionato a cominciare una nuova vita e vuole riavvicinarsi disperatamente a sua figlia Cassie, andandola a trovare per il compleanno, sebbene la ex moglie e il suo nuovo compagno (l'eccentrico Bobby Cannavale, lo spettacolare protagonista di Vinyl), un agente di polizia, glielo impediscano per questioni legali. Incapace di tenersi un lavoro a causa della sua fedina penale, decide, insieme al suo amico Luis (Michael Pena) e altri due amici, di fare un ultimo furto. Mentre mette in atto l'operazione, a sua insaputa, viene osservato dal Dr. Hank Pym (Michael Douglas), uno scienziato che ha avuto dei trascorsi con lo S.H.I.E.L.D. Una volta entrato in casa, apre la cassaforte e trova (con grande sorpresa) una tuta che ha l'abilità di far rimpicciolire fino alla grandezza di una formica. Scopre questo potere in un modo un po' brusco, e, traumatizzato dall'esperienza, riporta la tuta, ma viene sorpreso dalla polizia e viene arrestato nuovamente. Una volta in prigione, Hank Pym lo ricontatta, chiedendogli un piccolo (si fa per dire) lavoretto. Forte del potere straordinario che gli permette di rimpicciolirsi e allo stesso tempo di aumentare la sua forza, il truffatore Scott aiuterà il suo mentore, il dottor Hank Pym, non solo a proteggere il segreto della sua incredibile tuta da Ant-Man da nuove e crescenti minacce, ma anche a effettuare un ulteriore furto (andando incontro a ostacoli che sembrano insormontabili), per sventare i piani di Darren Cross (Corey Stoll) appropriatosi delle Particelle Pym (che possono regolare gli atomi in modo da permettere di rimpicciolire) per scopi personali, non sapendo che tale invenzione, nelle mani sbagliate, potrebbe rappresentare una minaccia per il mondo intero. Ecco, questa è la trama del film, semplice ma ben costruita e ovviamente con ottimi effetti speciali.
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mercoledì 19 dicembre 2018
Fury (2014)
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