2 ore, la durata del film, per legittimare migliaia di morti, sembrano niente di fronte a secoli di scontri scioccanti, battaglie, soprusi, umiliazioni subite dal popolo afroamericano. Eppure in questo tempo, almeno si prende consapevolezza di tutto il dolore subito e della potenza delle anime dei neri. Il film è interessante oltre che utile, non solo perché offre una lettura storica che non tutti conoscono, richiama idee fondamentali valide in tutti i tempi e in tutti i luoghi, ma giocando sulla dualità tra mito e uomo in carne ed ossa, anch'egli con piccole angosce, errori, incertezze, timori e, inscenando anche le dinamiche personali, familiari che caratterizzarono King, la regista riesce a proiettare sullo schermo tutta quella forza interiore che ognuno avrebbe se fosse in grado di accedervi. La sua è stata una lotta realizzata con le idee, i raduni, le conferenze, i rapporti con gli alti poteri dello Stato Americano. Ha combattuto la violenza con la non violenza. Inconcepibile e irrazionale che il più potente Stato del mondo mentre compiva missioni di guerra in nome della libertà prima in Corea e poi, in quegli anni, nel Vietnam, inconcepibile che permettesse il razzismo e la discriminazione di una parte della popolazione nel suo stesso territorio. King ha affermato che gli uomini sono tutti uguali, senza distinzione di razza, di colore della pelle, di casta, di religione. Non si può parlare di libertà, democrazia, giustizia se non si afferma questo fondamentale principio. Pur senza volerne fare un documentario la regista si è attenuta, in verità, ai dati della storia, dimostrandone la realtà attraverso i veri discorsi di King, quelli realmente ascoltati e trascritti. Prima delle battaglie (sempre verbali) decisive, King ascolta spirituals neri, e tutta la colonna sonora ha il merito di includere musicalità di questo tipo. La canzone Glory ha conseguito già da sola un enorme successo. Il Presidente degli USA Johnson è rappresentato non come una granitica massa di potere, ma come un uomo che deve conciliare tante diverse opinioni, ha dubbi, esprime dinieghi. ma alla fine, ragionevolmente, risponde in modo positivo alle richieste di King. Di alto profilo poi l'interpretazione di David Oyelowo. Alla fine neppure un racconto tanto piatto, basta pensare alle scene della strage di un gruppo di bambine, alla selvaggia e brutale aggressione dei dimostranti sul ponte di Selma, ai filmati di repertorio, in bianco e nero, riportati nella parte finale. Non si può neppure concludere che il tema sia datato. King ha trasmesso un messaggio di pace e di fratellanza, che non è tuttora accettato compiutamente. Non si può dimenticare che 4 anni dopo quel 1965 King è stato ucciso e che ancora esiste emarginazione in diversi paesi nel mondo. Responsabili diceva fortemente King non sono soltanto i razzisti e i massacratori ma anche i (in quel caso negri) passivi: la vita non è degna di essere vissuta se non si è disposti a sacrificarsi per un ideale. Tema quindi attualissimo nei nostri tempi. Le scelte di King sono dettate dal bene comune, il suo infallibile istinto gli fa compiere gesti anche impopolari ma di lungimiranza storica inconfutabile, e illustra la necessità (e fondamentale nobiltà) della negoziazione politica indirizzata verso un fine ultimo elevato. La capacità di King di non accontentarsi del successo temporaneo per tenere lo sguardo fisso sulla meta finale è un saggio narrativo (anche questo adatto ai nostri tempi) su ciò che differenzia un leader da un politicante. Parallela la sua determinazione a non sacrificare vite ed entusiasmi, da lui stesso suscitati, all'altare dell'opportunità politica, e la sua volontà, spesso impopolare fra i "fratelli neri", di cercare un consenso universalmente condiviso a sostegno dei diritti civili, componente imprescindibile della sua gestione illuminata. Selma è genuinamente emozionante, non manipola né le coscienze né i sentimenti, ma li risveglia dallo stesso torpore di cui sono imbevute alcune scene del film, che ci ricordano come anche i grandi della Storia siano stati uomini spaventati dalla responsabilità delle loro decisioni. Selma ripassa l'abc di ciò che serve, a livello umano e politico, per scardinare un sistema, e quanto questo può costare, a livello individuale, ma anche quanto ne valga la pena, a livello collettivo e di decisione del proprio destino come esseri umani. Un viaggio nella storia e nella nostra umanità, un uomo che è riuscito a cambiare qualcosa, un film assolutamente da vedere e forse rivedere. Voto: 7
lunedì 19 novembre 2018
Selma: la strada per la libertà (2014)
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