martedì 1 gennaio 2019

Storie pazzesche (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/01/2016 QuiStorie pazzesche è un film argentino del 2014, co-prodotto anche da Pedro Almodóvar. E' stato candidato come miglior film in lingua straniera all'87ª edizione degli Academy Awards. Il premio è poi andato a La Grande Bellezza, di cui in parte è simile nei contenuti, un mosaico della contemporaneità dolorosamente realistica. Secondo me però meritava l'Oscar perché francamente è migliore. Vendetta, corruzione, malvagità, tradimento e tante altre meschinità sono gli argomenti del film. Il film è un'antologia di sei cortometraggi uniti dal tema comune della violenza e della vendetta. A partire dal prologo (forse il migliore, fantastico): un uomo decide di vendicarsi di tutti quelli che gli hanno fatto del male riunendoli in un luogo improbabile; un gangster capita per caso nel diner dove lavora la figlia di una delle sue vittime; un diverbio fra automobilisti si trasforma in un massacro; un ingegnere vessato dalle multe trova il modo di vendicarsi; un incidente automobilistico dà il via ad una gara fra avvoltoi; un matrimonio da favola sfocia in un'escalation di insulti e ricatti. Sei storie che potranno apparire inverosimili ed esasperate, ma le cronache quotidiane dei nostri tempi, sulla stampa, in TV, online, raccontano storie ancora più pazzesche. Sei storie indipendenti l'una dall'altra, senza un apparente filo conduttore che le unifichi, ma il filo conduttore, che riunisce vicende tanto diverse, in effetti  idealmente esiste. Consiste nella difficoltà di conciliare i diversi comportamenti umani. Il tentativo di far prevalere ragioni personali e, pur avendone a volte sacrosanta, di ragione, non intravedendo altre soluzioni, la scelta orrenda di risolvere tutto con la violenza. Le sofferenze causate da ingiustizie e umiliazioni, il desiderio di rivalsa, seguito dalla vendetta, se non si trovano soluzioni diverse, il contrasto tra l'aspirazione alla giustizia e lo scontro con una selva di regolamenti nei labirinti burocratici. Storie argentine, certamente esasperate, ma forse riproducibili nel resto del mondo. Alle difficoltà del vivere si risponde con la vendetta? Oppure adeguandosi, rassegnati, alla vita così com'è?
Storie pazzesche riflette sui mostri della modernità lasciandosi dietro un retrogusto amaro, l'imprinting della commedia all'italiana è fortissimo, ma rispetto ai film comici a episodi prodotti in Italia in tempi recenti Storie pazzesche rimane saldamente agganciata alla realtà del paese che racconta, e tanto i dialoghi quanto le svolte narrative mantengono un occhio alla contemporaneità e un orecchio al vero modo di esprimersi della gente. Si ride ma intelligentemente. Non è un film moralista, è un film cattivo, crudele ma nel contempo scherzoso e leggerissimo, al di là del tema pesante ed inquietante. Ottima recitazione, ottima la sceneggiatura, ottimo il montaggio. Forse è un peccato che si tratti di un film ad episodi. La colonna sonora poi, fa da contrappunto tragicomico alle vicende narrate in modo eccezionale, e non disdegna gli excursus nel pop, da Flashdance a Lady lady lady. Gradevolmente ironico ed esagerato, trova, proprio nell'esagerazione, la sublimazione dei fatti reali e della violenza stessa. Non è da ritenersi un film violento, e alla fine di ogni episodio, sanguinario e, a tratti truculento, trionfa sempre una forma sui generis di giustizia: i cattivi sono puniti, laddove entrambi i protagonisti si azzannano per futili motivi, entrambi muoiono carbonizzati e vengono trovati abbracciati, suscitando sorridenti ipotesi sulla loro fine. Gli sposi si rappacificano. etc. Insomma, divertente, e poi, non dimentichiamo che anche nella fiaba di Cappuccetto rosso, di sangue se ne sparge molto e poi, in queste "sane" vendette troviamo tutti noi soddisfazione delle angherie subite. Voto: 7-