mercoledì 21 novembre 2018

St.Vincent (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 03/02/2016 QuiSt. Vincent è una toccante, emozionante e divertente commedia sull'amicizia tra un adulto e un bambino del 2014. Il 63enne veterano di guerra Vincent, interpretato da un magistrale Bill Murray, sarcastico, rude, e pieno di risentimenti, siede sulle rovine della sua vita, ma tutto cambierà quando il suo vicino di casa, il dodicenne Oliver, lo presenterà come un eroe dei giorni nostri per un progetto scolastico. Nel 2015 il film ha ricevuto ai Golden Globe, una Nomination Miglior film commedia o musicale e una Nomination Miglior attore in un film commedia o musicale a Bill Murray. Il piccolo Oliver, dopo il divorzio dei genitori, è costretto a trasferirsi in un'altra città e la madre (Melissa McCarthy), causa lavoro, lo affida ad un insolito babysitter, il vicino di casa Vincent, indolente e indisponente, un uomo scorbutico, burbero e dal linguaggio colorito, un misantropo col vizio della bottiglia, delle scommesse ai cavalli e delle cattive maniere, ruvido e scostante. Vincent non piace alla gente e a Vincent non piace la gente, fatta eccezione per Daka, una prostituta russa incinta con cui intrattiene una relazione economico-affettiva. Prima riluttante e poi convinto dal compenso, Vincent accetta di dedicarsi al ragazzo, perché a corto di soldi e ha dei debiti da saldare. E' una mossa saggia quella di affidare un bambino di otto anni ad un forte bevitore, che passa il proprio tempo alle corse, all'occorrenza si arrangia con piccole truffe, protegge una prostituta ed è pure parecchio scontroso? La risposta non è scontata. Perché Vincent, in apparenza un pensionato alcolizzato, è in realtà un veterano di guerra con un gran cuore che si prende amorevolmente cura della moglie malata, colpita da demenza senile, e di una spogliarellista incinta dell'est europeo, a cui paga gli esami per la gravidanza. Nel corso delle giornate che egli trascorre col giovane, l'anziano signore in pratica svelerà ed insegnerà al ragazzo un nuovo approccio su come affrontare la vita, instillandogli quella sicurezza e quella fiducia necessaria ad affrontare la vita futura. Chiamato dal suo insegnante a raccontare la storia di una persona conosciuta e in odore di santità, Oliver sceglierà proprio Vincent, contribuendo col suo amore ad addomesticarne il cattivo umore.
St. Vincent è però una commedia dolce amara, intrisa di buoni sentimenti che all'inizio della vicenda sembrano latitare, che presenta una storia di "educazione sentimentale" in cui lo spirito guida è affidato alla figura di un improbabile e quanto mai discutibile esempio di condotta morale che però, nel corso degli eventi e dopo un attento e più profondo esame, si scopre colmo di buon cuore e altruismo, visibile prima al ragazzino ed in seguito anche apertamente riconosciuto da tutti gli adulti. Il film riesce a far sorridere e commuovere nello stesso tempo, capace di regalare tenerezze a un uomo chiuso in se stesso e dalla lingua tagliente. Un Bill Murray così non si vedeva dai tempi di Lost in translation, un santo da imitare e un attore inimitabile, che avrebbe meritato miglior sorte a livello di premi importanti. Murray, con il suo personaggio dell'acidissimo mentore è l'ennesimo fiore all'occhiello nella sua carriera, è pazzesco nella sua interpretazione dell'eroe (mica troppo) per caso. Un plauso al regista che riesce a tirare fuori dall'attore una carica comica ed eccentrica perfetta per dare uno slancio surreale alla pellicola. Cast notevole per un film piccolo e poco pubblicizzato ma assolutamente garbato e gradevole, oltre al "santo" Bill, Naomi Watts è perfetta, in un ruolo inedito per lei, e molto bravi e credibili sono anche il ragazzino Oliver e sua madre. Un po' forzato e scontato il finale, con Murray addirittura eroe di guerra, ma la storia ha ritmo ed è divertente, strappando sorrisi fino all'ultima scena. Vincent sembra comunque la versione divertente e apparentemente meno seria dell'Eastwood di "Gran Torino", la forzosa amicizia tra il vecchio e il bambino non è una novità al cinema eppure qui funziona a meraviglia grazie alla grande alchimia tra i due protagonisti, che va ben oltre qualche siparietto e i cliché. Il film esplora diverse solitudini fino al più che commovente epilogo del rottame umano che può spingersi quasi alla santità, che obbligherà lo stesso nullafacente burbero a guardarsi dentro ed a intraprendere a sua volta un importante percorso di crescita, trasformandosi in una nuova e alternativa figura paterna per condurre il ragazzino verso l'età adulta. Nel complesso quindi molto godibile per chi ama le storie grottesche e anticonformiste. Da sottolineare, infine una colonna sonora da veri intenditori. Un film da vedere e recuperare. Voto: 7

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