Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/01/2016 Qui - Nurse: l'infermeria è un horror del 2013 a tinte decisamente erotiche. Paz de la Huerta (non una grande attrice, non bellissima, con un corpo quasi perfetto, ma che con una bella presenza, regala al suo personaggio un fascino pigro e rilassato che a volte funziona), interpreta una infermiera (Abby Russell) molto disinibita, che svolge il suo lavoro in maniera inappuntabile, non esitando a occuparsi amorevolmente dei pazienti che accudisce. Di notte, invece, si trasforma in un'assassina folle e spietata che usa la sua sensualità per accalappiare le vittime e ucciderle in maniera efferata. Nessuno sembra sospettare di lei fino a quando certe sue anomalie non destano le attenzioni di una giovane collega (l'ingenua neo-infermiera Danni, bionda e stupenda...Katrina Bowden) e Abby è costretta a ricorrere a tutta la sua arguzia per provare a farla franca.
Il film è abbastanza grottesco, una commedia degli orrori che unisce un erotismo patinato a efferatezze ma senza fare troppo sul serio. La storia è quasi impalpabile e i personaggi hanno poco spessore. L'infermiera psicopatica è prevedibile nelle motivazioni (il solito trauma infantile) e piuttosto monocorde nei comportamenti. Il concetto della sua vita bivalente (professionista del bene di giorno e vendicatrice di notte) pur non essendo originale, si sarebbe prestato a sviluppi interessanti, ma viene presto abbandonato per seguire uno schema estraneo (la passione di Abby per Danni) poco conseguente e poco avvincente. Nella parte finale del film, quando i freni si allentano e il sangue schizza per ogni dove, le cose si vivacizzano, ma in modo confuso e sin troppo schematico, il film solo a tratti è lo scanzonato e irriverente divertimento che vorrebbe essere. Ci sono diversi momenti a loro modo divertenti e la voce fuori campo della protagonista a raccontare gli eventi conferisce un tono da noir demenziale abbastanza appropriato. Una certa eleganza formale e un'accurata scelta dei colori aiutano la visione soprattutto nella prima parte quando la commedia nera ha il sopravvento (e il ritmo, però, bisogna dirlo, langue). Interessante ma non eccezionale, anzi, mediocre. Voto: 5
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