Per guardare questo film bisogna dimenticare per un attimo la cinematografia di genere, quella degli effetti visivi, quella del dualismo buono/cattivo, quella della tensione costante in ogni minuto. Questo film punta al cuore e lo fa col cuore nonostante manchi di compattezza narrativa e tende a perdersi per i meandri della storia, come Italo fra i vicoli di Scicli. La regia tesa sul montaggio, le musiche bellissime e la fotografia sublime dipingono una storia che colora un paese già pieno di luce. La sceneggiatura però è poco incisiva, il tono è quello della fiaba, con tanto di voce narrante fuori campo di Leo Gullotta, che però compare solo all'inizio e in alcuni punti della trama, dimostrando ancora una volta una certa incoerenza narrativa. Ma sbagliando s'impara, l'auspicio è quello che la regista e il suo team continuino a raccontare le loro fiabe raggiungendo una maggiore coesione. Mitici tutti i personaggi che raccontano il paese, dalle tre signore che camminano su per la via principale ai tre vecchietti che tutto vedono e tutto commentano da una panchina. Un film per famiglie, per amanti degli animali e per amanti dei buoni sentimenti.
La pellicola è a tutti gli effetti un'occasione comunque sprecata, non lo è tanto per il risultato ottenuto, che è tutto sommato accettabile per un opera prima, ma per il risultato che si sarebbe potuto raggiungere con un soggetto del genere. Perché il film purtroppo va molto a singhiozzo, con momenti più vivaci e ben girati e altri davvero poco riusciti. Se in un primo momento le inquadrature sul paese e la simpatica scoperta dei vari personaggi di contorno lasciano ben sperare, successivamente il film procede con ritmo molto sincopato, con brutte scene di mutismo, non solo tra padre e figlio, ma anche tra gli altri personaggi del film, scene che sono probabilmente dettate dall'intenzione della regista di rendere al meglio il carattere tipico dei Siciliani, ma che rimangono poco funzionali all'economia del film, tanto più che non sono sottolineate da inquadrature e altri stratagemmi cinematografici che normalmente fungono da riempitivo in queste situazioni. Con uno studio più approfondito sulla sceneggiatura e magari con meno momenti cialtroni (per esempio l'antagonista del Sindaco, quasi una Cetta la Qualunque in salsa siciliana) e con più sottolineatura delle gesta del buon Italo, il film avrebbe avuto tutt'altro respiro probabilmente. Tuttavia poiché come detto si tratta di un'opera prima, è lecito dire che la Scarso in futuro può sicuramente migliorare. Un bellissimo e simpatico film da vedere in compagnia. Voto: 6
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