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sabato 9 marzo 2019

Alaska (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/05/2017 Qui - Alaska, film del 2015 diretto da Claudio Cupellini, è un melò in pieno stile, una storia d'amore tirata e disperata sospesa tra Parigi, Milano e l'Alaska, anche se quest'ultima è solo il nome di un locale frequentatissimo. Ma dietro un titolo che suscita sogni, magia e desolazione, il film del regista di Una vita tranquilla (con Toni Servillo) è un'opera che si tinge da favola nera e moderna, non priva dell'inevitabile lieto fine romantico. Una love story improvvisa e improvvisata, uno spaccato particolarmente elegante, ma allo stesso tempo brutale e privo di fronzoli di quegli amori che bruciano nel fuoco della loro stessa passione. L'incontro tra Fausto (Elio Germano) e Nadine (Astrid Berges-Frisbey), che avviene così per caso in un hotel di Parigi, dove lui (che sogna di diventare maître) fa il cameriere in un hotel di lusso, mentre lei giovane e bella si presta svogliatamente a provini nel mondo della moda, è difatti l'incontro tipico delle anime violente e particolarmente inclini all'autodistruzione, che nella figura di Nadine si manifesta come una sorta di passivismo e inappagamento, mentre in quella di Fausto in una sfrenata ambizione e aggressività. Tra i due c'è però il fil rouge della purezza del primo vero grande amore, che come tutti i primi veri gradi amori è privo delle meschine bassezze che spesso si ritrovano in quei matrimoni consumati dalle menzogne e dalla noia, o in quelle relazioni che si trascinano per un'inerzia che nel tempo si trasforma nella più torpida indifferenza, in questo film non c'è nulla di tutto ciò, il tradimento di Nadine, così come il furto dei 30000 euro di Fausto, la loro separazione, così come i loro crimini (e le loro  molte disavventure che li porteranno tra la galera e l'ospedale, tra la ricchezza e l'estrema indigenza, tra Francia e Italia flirtando con il crimine come fosse niente e rovinando vite altrui), tutto viene compiuto con una sorta di infantile impulsività, di passione senza filtri, che non viene nascosta, ma che anzi viene ottimamente evidenziata dall'interpretazione dei 2 attori, sono infatti 2 figure che si attraggono in maniera inevitabile anche quando tentano di respingersi e che trovano completezza nella loro unione.

venerdì 30 novembre 2018

Italo (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/02/2016 Qui - Italo è un film italiano del 2014 ed è stato girato in Sicilia, tra Scicli, Modica e Ragusa, con un cast proveniente prevalentemente dalla regione. Basato e ispirato su una storia incredibilmente vera, di un cane meticcio, Italo, che nell'estate del 2009 apparve in circostanze mai chiarite a Scicli, conquista l'affetto dell'intera cittadina fino a diventarne simbolo, guadagnando una popolarità per le sue doti tale da meritarsi la cittadinanza onoraria. Il film racconta anche la tenera amicizia tra questo cane straordinario e un bambino solitario. Un'ordinanza comunale ha infatti bandito i cani randagi dal paese, ma un bellissimo golden retriever sfida l'ordinanza e comincia a frequentare le stradine locali, affezionandosi soprattutto ad un bambino di dieci anni, Meno, figlio del sindaco. A poco a poco Italo, come verrà soprannominato il cane, entrerà a far parte della vita della comunità, accompagnando i turisti in visita, assistendo in chiesa alla messa e giocando con i bambini del paese. La sua presenza addolcirà le vite di tutti e farà da cupido fra il padre di Meno, rimasto vedovo, e la maestrina locale, così come fra Meno e una sua compagna di giochi. Ci vuol intelligenza e sensibilità per capire il film Italo. Il cane è il motore immobile del film. Grazie alla sua "umanità" riesce a rompere equilibri, far saltare schemi, e a ricondurre i personaggi a un punto di sintesi avanzato, di pace e serenità. E' l'opera prima della regista siciliana Alessia Scarso, che a discapito del cognome, realizza con mezzi limitati e tanta buona volontà una vera e bella storia di questo simpatico cagnolone.