venerdì 28 giugno 2024

Asteroid City (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - Wes Anderson, come al solito, eccelle tecnicamente e si distingue per il suo stile inconfondibile (con una fotografia stupenda), ma risulta vuoto nei contenuti, specialmente in questo caso. La sceneggiatura oscilla tra il drammatico e il grottesco senza mai impattare significativamente (i personaggi sono poco empatici e piuttosto distaccati, in particolare gli adulti). Il regista sembra concentrarsi più su un esercizio estetico di successo che sulla comunicazione efficace dei contenuti, che, sebbene presenti, stentano a trasmettersi chiaramente. È arduo capire dove l'autore voglia portare lo spettatore. Lasciare lo spettatore libero nell'interpretazione del significato potrebbe essere una scelta intenzionale. I miei occhi si sono deliziati di bellezza, ma la mia anima è rimasta priva di sostanza. Non sarà il suo migliore ma comunque apprezzabile (meno però de La meravigliosa storia di Henry Sugar). Voto: 6 [Sky]

Perfect Days (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - In un mondo moderno caotico e nel cinema contemporaneo, emerge un film piccolo ma in qualche modo miracoloso. Racconta la storia semplice di Hirayama, un addetto alle pulizie dei bagni di Tokyo, tra i più puliti, belli e all'avanguardia al mondo. La sua routine è scandita da incontri inaspettati e azioni quotidiane che sembrano immutabili. Eppure, la vita si evolve e può essere straordinaria. Questa narrazione è vista attraverso gli occhi espressivi del protagonista, magistralmente interpretato da Koji Yakusho. La colonna sonora è accattivante, anche se solleva dubbi sulla sincerità del film, ma rimane irresistibile. Regia e fotografia, pur minimaliste, sono in realtà meticolose nel ritmo e nella scelta dei colori. La seconda parte, meno incisiva, rischia di perdere l'unicità per alcuni dialoghi banali. Il film invita a riflettere sul significato della vita e si rivolge a chi è pronto a comprenderlo. Non sappiamo molto del passato del protagonista, a parte brevi accenni in un incontro con la sorella, ma lui appare soddisfatto. Wim Wenders, dopo risultati altalenanti, ha creato un piccolo capolavoro contemplativo in formato 4:3, evocativo del cinema classico. Nonostante la lunghezza e una trama essenziale, il film tocca l'anima. Ci introduce in un mondo che celebra la semplicità di un'esistenza che per molti è diventata troppo complicata, ma non per lui. Il suo piccolo mondo gli basta. Il film ha insegnamenti per tutti, indubbiamente. È un'opera lenta con dialoghi sparsi, che meriterebbe più visibilità, ma non è per tutti. Ciò nonostante, resta notevole. Voto: 7,5 [Sky]

Palazzina Laf (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - Il film (vincitore di 3 statuette agli ultimi David di Donatello) è una potente denuncia sociale che trae spunto da uno dei primi casi di mobbing in Italia, verificatosi presso l'ex Ilva di Taranto. Michele Riondino, in veste di regista al suo esordio e di attore dalla performance notevole, ben supportato da Elio Germano, narra uno dei più eclatanti episodi di arroganza aziendale degli anni '90. Il film, che oscilla tra realismo e surrealismo, è notevole per i suoi intenti e coraggioso nella scelta di un argomento poco esplorato dal cinema italiano, risultando problematico e attuale dato che situazioni simili si verificano ancora oggi. La palazzina dei reietti, trascurata e decadente, offre lo sfondo ideale alla storia, che nonostante alcune lungaggini, ci conduce al processo finale. Sebbene influenzino il giudizio complessivo, sono perdonabili gli eccessi caricaturali e i momenti di stallo. Nonostante non tutto sia perfetto, il film rimane un'opera significativa che espone le colpe dell'industria siderurgica, riflesso di una società in declino dove ignoranza e malvagità si intrecciano. Voto: 6+ [Sky]

The Palace (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - Il film non mi ha del tutto soddisfatto, ma non è stato un fallimento totale. Offre una gamma di personaggi eccentrici e opulenti, che sembrano caricature. La critica all'élite è chiara, e il film, nel suo insieme, è godibile e divertente, con un mix di comicità e bizzarria. Però, a tratti perde coerenza, in particolare nel finale che lascia irrisolte molte trame: il futuro di diversi personaggi è incerto. Sebbene le risate siano scarse, il film si dimostra un'ottima vetrina per un Mickey Rourke in grande forma. Luca Barbareschi è tra i produttori e fa anche parte del cast; la sua performance, però, non aggiunge valore, ricordando piuttosto le delusioni dei "cinepanettoni". Pur con alcuni momenti esilaranti, l'impatto complessivo si dissipa in fretta. Roman Polanski (protagonista di un bel documentario come questo) tenta la strada dell'intrattenimento puro, con molte citazioni, ma si discosta dai suoi standard consueti. Voto: 5,5 [Sky]

The Old Oak (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - Alla fine, partendo dal titolo stesso dell'opera, "la vecchia quercia" rappresenta proprio Ken Loach, che come sempre è in grado di narrare una storia permeata di elementi politici e sociali con la sensibilità unica che lo contraddistingue. Questo suo stile distintivo emerge con forza anche in questa occasione. La resistenza al cambiamento procede a braccetto con la cultura dell'accoglienza, perché, in ultima analisi, siamo tutti un po' migranti. Nonostante alcuni momenti di calo, l'opera ha indubbiamente una sua importanza. Si tratta di un lavoro forse eccessivamente ottimista, specialmente nel suo finale, ma degno di nota per le tematiche trattate. Interpretazioni solide da parte di tutto il cast, con una menzione speciale per l'abile Dave Turner. Voto: 6+ [Sky]

Aftersun (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - Intimo e personale, il film si basa sulla narrazione di video, dialoghi e ricordi di una giovane donna che rivive una vacanza con il padre di vent'anni prima. Il loro legame è ritratto con una delicatezza che si alterna a momenti di incomprensione dovuti alla differenza d'età, catturando l'attenzione anche nei silenzi. Il film è permeato da una malinconia lieve, ma perde di impatto quando si ricollega al presente. La sensibilità della regista esordiente nel delineare le fluttuazioni emotive dei protagonisti sostituisce l'ordinarietà di una vacanza altrimenti banale, lasciando spazio all'espressività di Paul Mescal (il padre) e Francesca Corio (la figlia), tra intuizioni e sentimenti non espressi. Senza eccessi scenografici, il film tocca il cuore con un finale dolce e malinconico, un intreccio di amore e tristezza. Tuttavia, devo ammettere che, sebbene sia piacevole da seguire, non mi ha coinvolto particolarmente. Voto: 6,5 [Cielo]

Un colpo di fortuna - Coup de chance (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - Woody Allen ci parla ancora una volta di fortuna e casualità in una nuova variazione con "Coup de Chance". Chi conosce la filmografia del regista americano potrebbe percepire un senso di dejà vu, ma il cinema di Allen, anche se distante dai suoi massimi successi, offre sempre una visione che, nel peggiore dei casi, è "semplicemente" piacevole e sottilmente ironica, grazie a dialoghi originali, situazioni al limite del grottesco e personaggi disillusi. La coppia formata da Melvil Poupaud e Lou de Laâge, poco noti in Italia, è efficace. La trama classica di tradimento e "vendetta" in un contesto altoborghese, elegante e mondano, diventa intrigante con le evoluzioni psicologiche dei protagonisti, diretti con rinnovato entusiasmo da Allen alla sua "prima prova" in francese. Sebbene inizialmente didascalico, il film, con i suoi costumi raffinati e ambientazioni ricercate, giustifica il suo titolo nel finale attraverso un epilogo inaspettato e deciso. Elegante e piacevole, che tuttavia non aggiunge nulla di nuovo alla filmografia di Allen. Voto: 6 [Sky]

Napoleon (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - Il film si presenta come incompleto, nonostante non manchi di scenografia o spettacolarità. Mostra un'incertezza nella direzione narrativa: dapprima si focalizza su Napoleone come persona anziché come comandante, indagando il suo rapporto con Giuseppina e i suoi aspetti più puerili; poi si sposta sulle sue battaglie con un ampio dispiego di risorse. Di conseguenza, la narrazione risulta frammentata, anche a causa di una dinamica poco convincente con la moglie: il personaggio di Giuseppina è poco approfondito, il suo ruolo e la sua relazione con Napoleone sono nebulosi e la chimica tra Joaquin Phoenix (nonostante la sua bravura) e Vanessa Kirby non si percepisce. In contrasto, le sequenze belliche sono notevoli, in particolare quella di Austerlitz, ma l'alternanza tra questi due elementi non agevola l'apprezzamento complessivo. In meno di tre ore, anni di storia francese sono sintetizzati in un ritmo incalzante. Il film sembra affrettarsi nel raccontare il più possibile su Napoleone, senza mai risultare del tutto completo. Il difetto maggiore, però, è l'assenza di pathos. Alla fine, si tende a preferire la dimensione più intima e genuina di The Last Duel, un'opera superiore a quest'imperfezione cinematografica. Voto: 5,5 [Apple Tv Plus]

Anche se il mondo finisse domani (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - I mondi paralleli e le realtà alternative sono temi ricorrenti negli anime e manga. La trama ha potenziale, ma alcuni elementi non sono ben sviluppati, come la caratterizzazione dei cattivi, che rimangono indefiniti, e la rappresentazione dei personaggi, spesso superficiale. La storia non mi ha coinvolto come speravo, risultando piatta. Il concetto interessante non è stato adeguatamente esplorato. Le connessioni tra gli eventi a volte sono confuse, e situazioni promettenti vengono introdotte senza essere poi sviluppate. Capisco che un film non può (sempre) coprire ogni dettaglio, ma tralasciare spiegazioni fondamentali per la trama è un grave difetto. Anche la grafica non mi ha colpito, i personaggi sembrano più appartenere a un videogioco che a un anime. L'uso eccessivo di CGI riduce notevolmente l'impatto visivo, nonostante la storia sia sufficientemente appassionante per una visione accettabile. In definitiva, è un film guardabile, ma non essenziale. Voto: 6 [Prime Video]

Saw X (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - Dopo alcuni capitoli ridondanti e poco focalizzati (e spin-off deludenti), la saga di Saw si riconcentra finalmente su John Kramer. L'idea di un midquel, ambientato tra il secondo e il terzo film, funziona grazie alla solida interpretazione di Tobin Bell, offrendoci nuovamente la possibilità di apprezzare l'aspetto giustizialista che caratterizzava i primi episodi. Le due ore di film scorrono senza intoppi e le trappole sono ingegnose, così come il finale articolato, che riesce a sorprenderci nonostante alcune coincidenze improbabili che in diversi momenti risultano forzate (a cui ci si aggiunge la rappresentazione di un Jigsaw quasi benevolo, quasi un giustiziere popolare). Il film intrattiene come di consueto e non lesina sul sangue, ma si ha l'impressione che anche Saw abbia dovuto adeguarsi al clima di correttezza politica che pervade il cinema americano recente. Nonostante ciò, si rivela migliore degli ultimi film, anche se, essendo il decimo della serie, non aggiunge molto a ciò che è già stato mostrato. Voto: 5,5 [Prime Video]

Il colore viola (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - Non un film da scartare, ma presenta un certo déjà vu. Rispetto al suo predecessore, non è altrettanto forte. Il musical, tratto dal romanzo di Alice Walker, sembra più adatto al palcoscenico che allo schermo, anche se il cast afroamericano, da Fantasia Barrino a Danielle Brooks, ha motivo di essere fiero della propria interpretazione. La produzione brilla per regia, fotografia, scenografie, coreografie e una colonna sonora eccezionale. La trama alterna momenti fedeli all'originale a divergenze che potrebbero avvicinarsi di più al libro, che non ho letto. Il film perde punti per la mancanza di drammaticità e realismo dell'originale, prevalendo una certa leggerezza, nonostante ci siano scene toccanti. Blitz Bazawule mostra talento, ma non è Steven Spielberg. I temi fondamentali, come la condizione femminile in una società patriarcale, restano forti. Il film è buono, ma non eguaglia l'originale. Voto: 6 [Infinity Plus]

The Quiet Girl (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - Un film modesto che affronta i grandi temi dell'adolescenza e del crescere, facendolo con uno stile minimalista e misurato. Il regista esordiente Colm Bairéad enfatizza i momenti emotivi, ma è comprensibile, dato che è difficile concepire un'opera di questo genere senza le consuete tecniche come l'enfasi emotiva, l'uso della musica per evidenziare i punti chiave e le intense rotture emotive. Complessivamente, nonostante alcune soluzioni un po' troppo semplicistiche, il film ha la fortuna di avere qualcosa da comunicare, e lo fa con efficacia. Racconta una storia sentimentale che esplora la fragilità e la forza della psiche infantile e, sebbene sia diretta senza grossi errori ma con uno script forse un po' retorico, banale e prevedibile, invita alla riflessione sia a livello personale che sociale. Una prova commovente di Catherine Clinch e del resto del cast arricchisce questo piccolo ma significativo film. Voto: 6+ [RaiPlay]

Godzilla Minus One (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - Il reboot del classico cinematografico del 1954 si svolge in un Giappone in fase di ricostruzione post-bellica, rievocando lo spirito dell'originale. La trama ruota attorno a un antieroe che lotta con il rimorso per non aver avuto il coraggio di essere un kamikaze nel momento decisivo, mettendo in risalto lo spirito collaborativo del popolo. L'alternanza tra le sequenze quasi neorealiste e quelle d'azione spettacolari, supportate da effetti speciali di alta qualità che hanno meritato un Oscar, è ben equilibrata. Nonostante nella seconda parte il film tenda a perdere un po' di forza con situazioni troppo enfatizzate, nel complesso è degno di nota. Il regista giapponese Takashi Yamazaki ha saputo dare il giusto tono alla narrazione, un risultato che, a mio parere, era stato raggiunto solo da Gareth Edwards nei remake hollywoodiani del famoso mostro. La scrittura dei personaggi e i dialoghi sono di alto livello e prevalgono sull'elemento catastrofico, che rimane comunque notevole. Con Shin Godzilla, la migliore riproposizione del personaggio. Voto: 7 [Netflix]

Speak No Evil (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - L'invito a trascorrere il fine settimana in casa di sconosciuti può non essere la scelta più avveduta: è su questa premessa che il film di Christian Tafdrup costruisce un esercizio di tensione pura, basato su attese interlocutorie e improvvisi contrasti (non tutti finemente eseguiti come si potrebbe credere). Nonostante alcune forzature, il film trasmette efficacemente una sensazione di disagio indefinito, con dinamiche che colpiscono e un'escalation negli ultimi venti minuti che si avventura nel territorio dell'istinto cieco, terrificante nella sua mancanza di motivazioni. Tuttavia, questo contribuisce a rendere il film ancora più inquietante di quanto non appaia. È promosso perché riesce a disturbare senza cadere nell'eccesso di violenza. Dunque, un'opera che, nonostante alcune lacune e momenti poco credibili, è fondamentalmente ben realizzata, ma che probabilmente non rivedrei, poiché suscita tristezza. Voto: 6+ [RaiPlay]

L'ultimo yakuza (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - "First Love" narra la storia romantica e tragica di due protagonisti: un pugile con un tumore incurabile e una giovane tossicodipendente costretta a prostituirsi. È un racconto con uno sfondo oscuro, arricchito dagli elementi distintivi del cinema di Takashi Miike: poliziotti corrotti, il mondo degli yakuza, la mafia cinese, tradimenti e piani complessi che si frantumano. In questo contesto, Miike si esprime e diverte, coinvolgendo lo spettatore con la sua violenza esagerata e grottesca, mescolando e scomponendo i generi, e concludendo con un finale romantico e dolce, insolito per i suoi film. La sceneggiatura è ben curata, ma la presenza di numerosi personaggi, non tutti adeguatamente sviluppati, genera confusione, specialmente nella prima parte. Nella seconda, le cose migliorano notevolmente, al punto che una scena diventa un cartone animato per ragioni di budget, eppure ciò passa inosservato e risulta perfetto. Un'opera minore del celebre regista giapponese, ma comunque piacevole e divertente. Voto: 6,5 [Prime Video]

Oppenheimer (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - Si può dire molto su Christopher Nolan, ma oggettivamente parlando, è un regista che ha una grande maestria tecnica, a prescindere dal gradimento dei suoi film. Affidandogli un intreccio politico ancora intrigante nonostante gli anni trascorsi, attori di calibro (con Cillian Murphy in prima linea) e le eccellenti musiche di Ludwig Göransson, il film si presenta praticamente su un piatto d'argento. Nolan, abile nel gestire diversi piani temporali, offre una sceneggiatura quasi impeccabile. Personalmente, trovo il tema del comunismo poco coinvolgente e avrei ridotto la presenza del Maccartismo, beneficiando anche la durata del film. La ricerca della perfezione può portare a dettagli eccessivi, che io chiamerei "scorie". A parte questo, è difficile trovare altri difetti. Tre ore di cinema denso e ricco di informazioni, trasformato dal montaggio in un complesso gioco di cronologie e prospettive che genera una tensione crescente e tangibile. Per chi si aspettava un film esclusivamente sulla fisica atomica, Oppenheimer si focalizza sulla figura e sull'impatto del suo lavoro, includendo il prima, il durante e le conseguenze della creazione. In sostanza, Oppenheimer conferma che il cinema di Nolan è un "prestigio" che invita alla riflessione sulle scelte morali e rappresenta un'industria in cui ogni creativo si spinge oltre i propri limiti (meritati i 7 Oscar vinti). Nolan continua a stupire: dopo l'eccesso di Tenet, ora è tornato sulla giusta via, rendendo ogni suo film un evento imperdibile, grazie a un talento che è ancora molto presente. Voto: 8- [Sky]

venerdì 14 giugno 2024

Deathgasm (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/06/2024 Qui - Ispirato dai primi film di Peter Jackson, questo audace e irriverente film neozelandese ci fa rivivere l'apice dell'horror splatter autentico e irriverente. Racconta le avventure del tipico metallaro emarginato che risveglia i demoni più malvagi e indisciplinati. È un film estremo ma divertente, privo di significativi risvolti etici o psicologici. Alcune sequenze sono folli, svolgendosi tra ettolitri di sangue. Deathgasm, un film per metallari e nerd, è allo stesso tempo divertente e sanguinoso, una festa di violenza con effetti speciali che ne intensificano l'impatto. L'effetto è straordinariamente nauseante, molto simile nello stile estetico a "L'armata delle tenebre" di Sam Raimi. Il successo del film (zeppo di cliché) è dovuto anche alle convincenti interpretazioni dei protagonisti che si sforzano di essere più che semplici macchiette. Deathgasm è un film ben riuscito, ricco di splatter, con alcune trovate intelligenti. Voto: 6+

A Dark Song (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/06/2024 Qui - L'opera prima di Liam Gavin, un horror irlandese dal tono drammatico, merita attenzione per l'approccio consapevole ai temi esoterici, privilegiando l'aderenza ai rituali reali piuttosto che le spettacolarità tipiche dei ghost movie, il che rende intrigante gran parte del film, anche per le notevoli interpretazioni dei protagonisti. Sfortunatamente, l'ultima mezz'ora, forse cercando di sondare ambiti metafisici, si disperde in immagini suggestive ma un po' autoreferenziali, culminando in un finale meno incisivo che può lasciare insoddisfatti. Sebbene il ritmo degli eventi sia ponderato (e intenzionalmente così), la trama è priva di grandi incertezze e non sviluppa elementi di tensione significativi come potrebbe sembrare durante la visione, ma si mantiene su un livello adeguatamente valido per ciò che è: un dramma psicofisico che, pur non essendo di facile assimilazione, riesce a non annoiare eccessivamente. Voto: 6

Santa Maud (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/06/2024 Qui - Il film si presenta interessante, sebbene non brilli per originalità nei temi. La regia e l'interpretazione sono ben eseguite, fondendo psicologia, malattia e fede in modo equilibrato per creare un'opera visivamente ed emotivamente coinvolgente. Il risultato è soddisfacente, anche se classificarlo come horror potrebbe sembrare un'esagerazione. La sceneggiatura è essenziale, concentrata sul dualismo irrisolto tra fervore religioso e disturbo mentale della protagonista. Questa scelta si dimostra azzeccata perché la regista, Rose Glass, comunica efficacemente il tema attraverso sequenze impattanti che lasciano il pubblico senza una conclusione definitiva. L'accostamento di una colonna sonora inquietante e una fotografia dai toni scuri intensifica il senso di disagio per lo spettatore. La narrazione lenta valorizza la performance di Morfydd Clark (apprezzata Galadriel ne Gli Anelli del Potere), che è notevole. Il film è raffinato nel trasmettere un'ossessione che culmina in un finale allucinato, con momenti di vero terrore, risolti in chiave metafisica. Un esordio promettente. Voto: 6,5

Mayhem (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/06/2024 Qui - L'intero film è un percorso verso una catarsi completa e liberante. In circostanze ordinarie, il contesto potrebbe sembrare un nido di cospirazioni e inganni, ma il virus porta tutto alla luce. Nessun inganno o simili artifici. Si procede da un massacro all'altro, ascendendo dal basso all'alto, come in una sorta di lotta di classe in un sistema dominato dal capitalismo estremo. Pur mancando di idee veramente nuove, il tutto è orchestrato con maestria: dall'azione incessante alla caratterizzazione degli attori, che è essenziale ma evita la caricatura. Bravi sia Steven Yeun (versione TWD) che Samara Weaving (versione preparatoria Finché morte non ci separi). Si ride, c'è sangue e (tanta) violenza, certo non si grida al miracolo, ma si passano piacevoli 90 minuti. Voto: 6+

Mad God (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/06/2024 Qui - Si apprezza particolarmente il tentativo di rappresentare attraverso le immagini l'apocalisse della materia e la sua inevitabile riduzione in decomposizione, non solo nel senso fisico, ma anche nell'orrore di un piano metafisico creato unicamente per opprimere e punire. Uno spettacolo visivo grandioso che fonde il cyberpunk con l'eredità dell'arte classica, catturando l'attenzione per la sua irrazionalità e il nichilismo che evoca in ogni scena. La mancanza di una leggibilità (anche parziale) e l'assenza di parole lo rendono concettualmente ostico, lasciando intatto il senso di un'opera "delirante" e misteriosa. Un'opera che, prodigio di animazione a passo uno di ispirazione alchemica (ad opera dell'esperto Phil Tippett), fagocita occhi e mente per poi dissolversi come una bolla di ineffabile ironia. Almeno una volta va visto, perché sì, non si capisce nulla, ma dal punto di vista estetico è incredibile. Voto: 7

Bloody Hell (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/06/2024 Qui - Eroe (o assassino) suo malgrado, un ex militare sceglie la Finlandia per rifarsi una vita, ma verrà catturato da una famiglia di cannibali con fini facilmente immaginabili. Horror divertente e originale che non resta prigioniero dei soliti cliché, pur conservandone la struttura e che fa del raccapriccio il grimaldello per un'ironia paradossale (la trovata dello sdoppiamento del malcapitato) e per personaggi da fiaba nera. È da sottolineare l'efficacia degli effetti speciali nell'ambito splatter e il ruolo significativo di un commento sonoro versatile e giocoso, che si adatta perfettamente all'atmosfera. Regia spassosa (anche nel montaggio) dell'australiano Alister Grierson. Mescolando un po' Raimi ed in parte Tarantino ed Hooper, Bloody Hell è uno di quei film che non ti aspetti, in senso positivo, ovviamente, con un Ben O'Toole sugli scudi. Una gradita sorpresa, pur non essendo niente di imperdibile, un filmetto ben fatto e divertente. Voto: 6,5

The Field Guide to Evil (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/06/2024 Qui - Il tema è affascinante: otto storie radicate nel folklore di altrettante nazioni, dirette da registi di vario calibro, alcuni dei quali notevoli. Tuttavia, come spesso succede in progetti simili, la qualità degli episodi varia significativamente, oscillando tra l'eccellente (quello austriaco e turco), il passabile (tedesco e inglese) e il mediocre (polacco, greco e americano). L'episodio indiano, nonostante sia stato girato in un suggestivo bianco e nero, non mi ha trasmesso nulla. L'opera risulta più intrigante nelle sue premesse che nella realizzazione. È un peccato, perché con un maggiore impegno sulle sceneggiature, che talvolta risultano enigmatiche e difficili da interpretare a causa della loro brevità, si sarebbe potuto ottenere un risultato migliore. Invece, si assiste a qualche sobbalzo e forse un paio di momenti brillanti, ma poca carne al fuoco che alla fine fa attendere con sollievo i titoli di coda. Voto: 5,5

Dread (2009)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/06/2024 Qui - La parte conclusiva di Dread rappresenta l'apice dell'intero film: è inquietante e magistralmente realizzata. Le scene precedenti si configurano come un'analisi psicologica delle paure più recondite dei personaggi, inclusi i protagonisti, presentate con ricchezza di dettagli ma anche con una certa pesantezza che a tratti compromette la fluidità e il coinvolgimento. Il cast e la regia mi sono apparsi adeguati, tuttavia la trama presenta, secondo i miei gusti, alternanze tra momenti di stasi e altri più intensi, non assicurando un'esperienza completamente soddisfacente, in particolare per coloro che si aspettavano un horror puro piuttosto che un thriller psicologico. Nonostante ciò, il film (basato su un racconto scritto da Clive Barker) non merita una valutazione (non troppo) negativa per la sua realizzazione e l'aspetto tecnico, ma non è un'opera che guarderei nuovamente con entusiasmo. Voto: 5,5

Let Her Out (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/06/2024 Qui - Il film compensa un soggetto conciso e asciutto (nonché non originale) con una regia accurata e dettagliata (del canadese Cody Calahan). Con il punto di partenza della sindrome del gemello scomparso, si dipana una storia carica di tensione, costruita pezzo per pezzo, che esplora il disordine mentale e le illusioni malefiche che ne emergono. Le luci al neon giocano un ruolo significativo, creando immagini di indiscutibile fascino. Essendo un (body) horror, include anche elementi macabri che arricchiscono il film, rendendolo degno di essere visto dagli appassionati del genere. Resta particolarmente impressa, al termine della visione, la straziante interpretazione della protagonista, della brava-bella-intensa Alanna LeVierge. Voto: 6+

Horror Fest 2024

Post pubblicato su Pietro Saba World il 14/06/2024 Qui - Lo scorso anno, nella scorsa edizione della mia rassegna (quasi) annuale (ho saltato un anno degli ultimi cinque) a tema esclusivamente horror, vidi praticamente tutti film vedibili su canali fruibili a tutti e facilmente, prevalentemente su Netflix, ma per quest'occasione (che potrebbe essere anche l'ultima) ho rispolverato vecchie liste, e di facile reperibilità solo un film, l'antologico The Field Guide to Evil, ad opera di vari registi, vedibile gratuitamente su Pluto TV. Gli altri ho dovuto faticare un po', e nonostante molti gli abbia comunque trovati con i sottotitoli, alla fine ho messo insieme un bel gruppetto di film horror niente male, eterogeneo, come deve essere. Le tematiche sono infatti diverse da una pellicola all'altra, ma la direzione è ovviamente unica, difatti in quest'edizione la mia festicciola "da paura" vede protagonisti entità maligne, diavoli e/o semplici demoni. Tra virus, strani sortilegi e malignità umane, pellicole interessanti e di buona qualità, che non mi hanno nel complesso entusiasmato ma che mi hanno comunque sufficientemente impegnato e moderatamente soddisfatto.