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venerdì 28 giugno 2024

Asteroid City (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - Wes Anderson, come al solito, eccelle tecnicamente e si distingue per il suo stile inconfondibile (con una fotografia stupenda), ma risulta vuoto nei contenuti, specialmente in questo caso. La sceneggiatura oscilla tra il drammatico e il grottesco senza mai impattare significativamente (i personaggi sono poco empatici e piuttosto distaccati, in particolare gli adulti). Il regista sembra concentrarsi più su un esercizio estetico di successo che sulla comunicazione efficace dei contenuti, che, sebbene presenti, stentano a trasmettersi chiaramente. È arduo capire dove l'autore voglia portare lo spettatore. Lasciare lo spettatore libero nell'interpretazione del significato potrebbe essere una scelta intenzionale. I miei occhi si sono deliziati di bellezza, ma la mia anima è rimasta priva di sostanza. Non sarà il suo migliore ma comunque apprezzabile (meno però de La meravigliosa storia di Henry Sugar). Voto: 6 [Sky]

mercoledì 27 ottobre 2021

La casa di Jack (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/10/2021 Qui - Dopo aver spiazzato il pubblico con Nymphomaniac, apologia del sesso, e prima ancora con Antichrist (ultimo suo film visto), suggestione e simboli, Lars Von Trier prova a scuotere nuovamente pubblico (e critica) con un film sulla violenza umana, incarnata nel folle Jack, serial killer autore di oltre 60 omicidi efferati. Ci riesce, ma solo in parte, difficile esprimere però un giudizio chiaro. Perché un film del genere è quasi incommentabile. Lo sforzo di ricerca, di accurata scelta dei simboli e dei richiami presenti all'interno di questo lavoro è talmente (e palesemente) enorme che non credo molti se non Lars Von Trier stesso sarebbero in grado di analizzarlo come merita. Per questo, mi sento di poterne parlare solo in base all'esperienza di visione, al di là di tutto. Ho trovato La casa di Jack un film molto, troppo auto-celebrativo, con delle grandi idee dietro e una direzione artistica innegabile, che cade però vittima sia del marketing assolutamente sbagliato (sembrava dovesse essere un torture porn inguardabile, quando in realtà c'è ben poco di così macabro) sia di un ritmo altalenante che in alcune parti lo rende quasi soporifero (la lunghezza esorbitante non aiuta). In ogni caso, i venti minuti finali sono così brillanti e poetici che eleverebbero anche i peggiori film a un livello superiore. Inusuale, particolare, con i suoi inciampi, ma che resta piuttosto impresso (simpatiche le canzoni usate come colonna sonora), La casa di Jack è un film riuscito (impeccabile tutto il cast, compreso Matt Dillon), ma non è un capolavoro assoluto. Voto: 6

mercoledì 15 maggio 2019

Rock Dog (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/03/2018 Qui - A metà tra Kung Fu Panda e ZootropolisRock Dog, film d'animazione del 2016 coprodotto da Stati Uniti e Cina, scritto e diretto dall'Ash Brannon di Toy Story 2 e ispirato a Tibetan Rock Dog (una graphic novel di Zheng Jun), è un prodotto piacevole e spensierato, abbastanza divertente. Un film adatto a tutta la famiglia, ma soprattutto ai più giovani, che miscelando appunto diversi generi, si fa sufficientemente apprezzare, anche se lo stesso racconti "solamente" e semplicemente una banale storiella per bambini poco esigenti, in cui si esalta l'importanza del seguire i propri sogni, credere in sé stessi, etc. Il risultato è senz'altro quindi un film molto edulcorato e poco stratificato, che comunque tiene compagnia con piacere seguendo i passaggi della storia di formazione. Perché nonostante i difetti palesi del cartone, primo fra tutti l'assoluta mancanza di originalità e umorismo, offre di un plot facile da seguire e fruibile dal giovane pubblico. Una storia che potrebbe risvegliare l'attenzione dei più giovani amanti della musica, che troveranno in Rock Dog un prodotto con validi contenuti musicali (sia originali che non), accompagnati da un'esaltazione e un invito alla realizzazione artistica personale. Non a caso il film, arricchito da una colonna sonora decisamente in tema (efficace e funzionale), comprendente brani di BeckFoo Fighters e Radiohead, oltre a brani originali (nella versione italiana i brani originali sono eseguiti da Giò Sada, vincitore nel 2015 della nona edizione del talent show X Factor, che ha dato alle canzoni il suo inconfondibile timbro personale) parla di un mastino tibetano che dopo aversi visto precipitare dal cielo una radio (restando folgorato dal ritmo, a tal proposito l'idea di rendere la musica in maniera visiva, note che prendono forma nella testa, è molto riuscita) decide di lasciare la sua abitazione e le aspirazioni dei suoi cari (soprattutto del padre che vorrebbe continuasse le sue orme di guardiano di un villaggio di pecore e che sviluppasse la sua "forza interiore" per combattere i pericoli) per andare in città e realizzare il sogno di diventare musicista, non sapendo però che metterà in moto una serie di eventi del tutto inaspettati (anche se banalmente prevedibili).

giovedì 18 aprile 2019

Insospettabili sospetti (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/12/2017 Qui - Commedia semplice e abbastanza leggera, condita con quel pizzico di critica sociale utile per imbastire una storiella fluida e rendere ancora più simpatici i protagonisti è Insospettabili sospetti (Going in Style), film del 2017 diretto da Zach Braff, alla sua terza regia dopo il riuscito Wish I Was Here, e remake del film Vivere alla grande del 1979, scritto e diretto da Martin Brest. Sì perché la pellicola si manifesta come una (ben riuscita) commedia godibile ed intelligente, dove a farla da padrone è un umorismo leggero, intelligente, che non si accosta minimamente alla volgarità (la pellicola, infatti, cerca di essere il più divertente possibile senza però esagerare) e che sa cogliere con ironia il mondo d'oggi, piegato da una crisi che non conosce fine e che colpisce tutti indiscriminatamente lavoratori e pensionati. Sì perché Joe, Willie e Albert lo sono. Sono ottantenni tutt'altro che ladri che come i sociologi ben direbbero sono stati spinti dalla società sulla cattiva strada. Dopotutto quando si perde tutto, si è disposti a fare qualsiasi cosa per riprendersi ciò che è nostro di diritto. È proprio questo che accade a tre amici di vecchia data, impersonati da tre grandissimi attori Morgan FreemanMichael Caine e Alan Arkin (discreta la loro prova, giacché mimica e battute strappano qualche sorriso), i quali decidono di abbandonare per la prima volta la retta via quando vedono i loro fondi pensione andare in fumo. Furiosi per non poter pagare i conti e preoccupati per il futuro delle loro famiglie, vogliono vendicarsi della banca che si è dileguata con i loro soldi. Come? I tre organizzano una rapina da manuale, pensando anche a un alibi perfetto per il giorno dell'evento. Ma spesso, come sappiamo, quello che sembra essere un piano perfetto nasconde un errore madornale. Sarà il loro caso?

sabato 16 marzo 2019

Sunlight Jr. (2013)

Mini Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2017 Qui - SUNLIGHT JR. (Drammatico, USA, 2013): Mi aspettavo un film poetico e alquanto suggestivo e invece è un film indipendente americano abbastanza anomalo e abbastanza noioso, nonostante la storia così brutta proprio non è, anzi, la classica storia americana di persone che arrancano molte volte si presenta interessante allo spettatore, qui al contrario di davvero interessante c'è poco. Sunlight Jr. infatti (titolo del film e nome del minimarket dove lavora la protagonista) che racconta di una laboriosa impiegata di un minimarket, Melissa (Naomi Watts) e del suo ragazzo disabile, Richie (Matt Dillon), intrappolati in un ciclo generazionale di povertà, non coinvolge. In ogni caso la loro difficile vita nelle squallide periferie della Florida viene rallegrata dalla notizia della gravidanza di lei, ma quando tutto sembra andare finalmente per il verso giusto, ricompare un fantasma dal passato, l'ex fidanzato di Melissa, Justin (Norman Reedus). Ma non basta perché dopo aver perso il lavoro, la coppia è anche costretta a lasciare il motel in cui vivono, trovandosi così ad affrontare difficili scelte di vita e a rivedere il loro rapporto, fino al finale, forzatamente drammatico. Difatti il film, che apre comunque uno spaccato di vita inusuale, in una Florida molto meno "glitter" del solito, tra persone che a stento riescono a sbarcare il lunario (forse l'aspetto più bello della pellicola), elabora situazioni e personaggi poco credibili. Non tanto Melissa, bene interpretata dalla Watts, ma sia il marito che l'ex appaiono un po' stereotipati e poco credibili. Infine inutili sono alcuni dialoghi e soprattutto una scena di sesso che non aggiunge nulla al racconto già di per sé inutile, dove non basta una salvabile colonna sonora a dare lustro ad un film illusorio e deludente. Voto: 5