venerdì 28 aprile 2023

Cheerleader per sempre (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - Una brillante cheerleader all'ultimo anno delle superiori vuole diventare a tutti i costi la reginetta del ballo, ma un pauroso "incidente" la porterà a restare in coma per vent'anni. Al suo risveglio vorrà riprendersi tutto quello che gli è stato tolto. Divertente commedia targata Netflix che vede come protagonista una Rebel Wilson al solito straripante che fa della mimica facciale e del linguaggio sboccato i suoi cavalli di battaglia. Ci sono tutti gli elementi tipici degli high scool movie e non manca nemmeno il momento strappalacrime che serve a rimpolpare il minutaggio. Il film (diretto da Alex Hardcastle e co-prodotto dalla stessa Wilson) in sé non è un granché ma racchiude qualche tema di attualità che inneggia al politicamente corretto, nonostante una sterilità di base e una poca originalità espressa. Strappa comunque qualche sorriso, lasciandosi guardare fino alla fine, ma le ingenuità rimangono e il coinvolgimento vero e proprio tarda ad arrivare. La cosa più sorprendente è il cambiamento fisico della Wilson. Voto: 6

Close (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - Che bella sorpresa, un film insieme tenero e straziante sulla fragilità dei rapporti umani, sull'incerto confine tra amore a attaccamento, sul peso schiacciante del senso di colpa. E' infatti il racconto del rapporto tra due adolescenti che si incrina improvvisamente con conseguenze drammatiche. Il tono del film ricorda molto il cinema dei fratelli Dardenne. L'approccio è estremamente delicato, ma non mancano i momenti di tensione, il regista Lukas Dhont osserva i volti dei suoi (giovanissimi e bravissimi) attori per cogliere ogni emozione in un'età in cui i sentimenti sono puri, ma altrettanto forti sono le incertezze e la confusione, anche sulle tendenze sessuali. Il ritmo narrativo cresce in un climax quasi perfetto. Il regista non giudica e il finale, nonostante il dramma, è in qualche modo consolante e rasserenante. Unico neo, un inizio un po' lento con un susseguirsi di scene che tendono a replicare la stessa idea. In ogni caso è un gran bel film, anche se a costo di apparire incontestabile devo dire che mi aspettavo qualcosa di più. Non è difatti un capolavoro perché il coming of Age è sempre a rischio di un qualche déjà vu, ma la testimonianza di un talento già maturo all'opera seconda e un film di urgenza sociale tutt'altro che scontata (che l'Oscar meritava). Voto: 7

Living (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - Evitando di fare paragoni con il film di Akira Kurosawa poiché si arriverebbe ad ovvie deduzioni, posso affermare che il film di Oliver Hermanus (l'aderenza al modello originale è comunque rispettata, con un pizzico di speranza in più al film del regista giapponese) si fa apprezzare per il suo modo garbato e molto "inglese" con cui si tratta dello spinoso problema con cui tutti noi dovremmo fare i conti. Il bravissimo protagonista (un certo Bill Nighy per dire) incarna alla perfezione quel passo mesto verso l'inevitabile che diventa in parte occasione di riscatto personale e familiare (fallito) e soprattutto sociale. L'ambientazione negli anni '50 fornisce al film (grazie al rigore della messa in scena e ai costumi) una patina vintage piacevole. Unica nota stonata il discorso finale del vigilante, qualcosa di retorico che stona un po' con quanto visto fino a quel momento. "Vivere" aveva bisogno di un remake? Probabilmente no ma se proprio si doveva fare direi che meglio di così era difficile. La sceneggiatura è infatti ben bilanciata, e avrebbe meritato più considerazione dall'Academy. Voto: 6,5

The Bad Batch (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - Passo indietro per Ana Lily Amirpour che con A Girl Walks Home Alone at Night aveva mostrato discrete capacità di scrittura e di regia. The Bad Batch invece non mi ha convinto, soprattutto per una sceneggiatura poco pungente che non spiega molte cose ma si concentra sul concetto distopico del classico sogno americano. Un cast nella norma (simpatica la presenza di un quasi irriconoscibile Jim Carrey, totalmente inutile invece quella di Keanu Reeves) aggiunge poco alle assolate e polverose ambientazioni (alla Mad Max) di una storia poco originale (in verità "tutto fumo e niente arrosto") ma, comunque, vedibile senza fatica. Le premesse erano alte ma purtroppo sono rimasto deluso, lento con poca azione e noioso in alcune parti (con un finale piatto che, di fatto, non c'è e che lascia alquanto delusi). Buona dose di splatter, di trash e di violenza che quasi non ti aspetti e ti sorprende, però non basta. Voto: 5,5

Tyler Rake (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - Buon film a tutta azione in ambientazione esotica, con una sceneggiatura molto essenziale ma efficace. Tyler Rake non ci fa mancare nulla. Deve essere un film d'azione e che azione sia. Il regista, coordinatore stuntman Sam Hargrave, qui al debutto dietro la macchina da presa, sa quello che vuole e ci propone una full immersion tra i meandri di Mumbai, tra i quali un ottimo piano sequenza di una dozzina di minuti diretto con una certa maestria. Chris Hemsworth ci mette anche del suo dal punto di vista fisico, ma è innegabile che il personaggio è molto basico e di sfumature ne offra veramente poche. Dal punto di vista dei contenuti possiamo lasciar perdere tranquillamente, di azione quanta se ne vuole ed intrattenimento assicurato. Voto: 6

Saving Zoe - Alla ricerca della verità (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - Da un regista prettamente televisivo (Jeffrey Hunt), un dramma giovanile che dovrebbe denunciare lo sfruttamento sessuale di minori e affrontare temi quali l'elaborazione del lutto e le dinamiche tra familiari e teenagers, il risultato è però un polpettone soporifero che tra salti temporali e dialoghi infiniti non riesce mai a mantenere alta l'attenzione dello spettatore, oltretutto interpretato da attrici (le sorelle Vanessa e Laura Marano) e attori assolutamente non credibili nel ruolo di minorenni. La confezione senza infamia né lode completa il quadro di un film (da una sceneggiatura di LeeAnne H. Adams e Brian J. Adams, basato sull'omonimo romanzo del 2007 di Alyson Noël) noioso e mai emozionante, ma non pessimo. Voto: 5

After Yang (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - Chissà che in un futuro non molto lontano non accada davvero ciò che ci mostra questo interessante sci-fi, sorta di satira sui rapporti umani compromessi dall'ipertecnologia (un dramma quando una IA guida smette di colpo di funzionare). Purtroppo tuttavia, nonostante l'atmosfera straniante ben ricostruita, l'idea di base non viene supportata in maniera adeguata: l'azione è sostituita da dialoghi sulla riscoperta delle cose anche più banali e, per quanto ciò sia funzionale allo scopo del film, alla lunga ci si annoia. Da un regista ambiguo e originale già dal nome, l'americano di origini sudcoreane KogonadaAfter Yang si rivela un film dalle ottime intenzioni, ma dalla riuscita solo teorica, affossato come si rivela da una freddezza di fondo che contagia anche gli interpreti, pressoché imbalsamati a partire da un Colin Farrell pietrificato senza convincenti motivazioni. Le tematiche, in testa quella sulla inesorabilità dei cicli di vita che segna una fine anche per le macchine, sono infatti affascinanti e stimolanti, la narrazione difatti decisamente meno convincente ed appassionante. Voto: 5,5

Siccità (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - Il titolo illude sulla centralità del tema ambientale, mentre il film corale di Paolo Virzì è in realtà un quadro deformato delle miserie umane, che l'emergenza climatica ed epidemica rende ancora più spietato e caotico. Troppi i personaggi in (dis)ordine sparso, e solo qualche siparietto divertente da parte dei tanti attori di rilievo ingaggiati. Alla fine si ha la sensazione di un'occasione persa per far riflettere, tra serio e faceto, sulle sfide che ci attendono. Perché come spesso capita nel nostro cinema, l'idea iniziale è carina e potrebbe svilupparsi in mille sfaccettature diverse, ma alla fine, l'idea rimane fine a se stessa e s'inizia a raccontare la solita zolfa: corna, persone infelici, gente che urla, gente che recita come a teatro. Peccato perché si poteva fare di più. Voto: 5,5

Gli spiriti dell'isola (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - All'inizio sembra una "semplice" commedia nera. Col passare dei minuti la tragedia monta sempre di più fino a un finale più nero di ciò che sembra in apparenza. La metafora è chiara (d'altronde i richiami alla guerra civile sono espliciti e ripetuti) ma si parla anche di solitudine e quindi dell'infelicità umana. Molto ironico e grottesco, carico di nonsense nella parte iniziale, dove domina un senso di profondo smarrimento per l'imprevista rottura di amicizia, il film prende pieghe più cupe e fosche, distruttive da una parte ed autodistruttive dall'altra, in una spirale senza scampo dove probabilmente l'unica speranza è fuggire ed andare in quell'Irlanda falcidiata dal conflitto civile. Il sempre ottimo Martin McDonagh gira un film sorprendente e originale che ha nei bizzarri dialoghi il suo punto di forza. Per fortuna non è solo un film di genere grottesco ma che apre a diversi significati andando a pescare da tradizioni celtiche, vecchie leggende o altro. Un mix affascinante, mai noioso e che non cade nel ridicolo malgrado alcune scelte dei protagonisti sembrino fuori di testa (o poco credibili). Gli esiti del secondo tempo, con tanto di inaspettati dettagli gore, possono lasciare perplessi, ma il tono quasi fiabesco degli ultimi snodi e il bellissimo finale sciolgono qualsiasi riserva. Aggiungiamo i bellissimi scenari e un grande (come sempre) Brendan Gleeson (ma tutti gli altri non scherzano affatto). A mio avviso non è ai livelli di In Bruges e soprattutto di Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, che personalmente reputo due grandissimi film (in particolar modo il secondo), ma rimane comunque un film da vedere. Un film il cui fascino sta che nel grottesco e nell'assurdo riesce a parlare sia di una piccola dinamica umana, sia di una grande dinamica sociale. Ti incolla scena dopo scena, è ciò che il vero cinema può riservare malgrado sia una storia molto semplice e lenta. Voto: 7+

La promessa - Il prezzo del potere (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - Promesse mantenute solo in parte sia nel film che il film stesso. Non che il tema fosse banale, anzi. Inoltre la presenza di due attori di livello eccelso come la Isabelle Huppert e Reda Kateb faceva presagire la buona riuscita dell'opera. Il risultato non è assolutamente pessimo perché è sempre affascinante vedere i giochi di potere che l'individuo normale non percepisce appieno nella realtà. Nonostante questo il film si muove in maniera diligente ma nulla di più, incapace di affondare il colpo della denuncia in profondità (regia, di Thomas Kruithof, e messa in scena poco esaltanti ma funzionali). Rimangono le buone intenzioni del soggetto, le buone interpretazioni degli attori principali, ma poco altro. Voto: 6

Per niente al mondo (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - Vicenda (amara dai risvolti tragici) di ordinaria ingiustizia che porta un affermato chef dietro le sbarre, per colpe non sue. Il regista Ciro D'Emilio descrive bene la progressiva caduta del protagonista (etichettato come criminale) e i suoi faticosi tentativi per rialzarsi. Certo, bisogna necessariamente passare sopra ad alcune semplificazioni nella procedura penale, ma è un peccato veniale e forse necessario. Il film trae giovamento dai continui rimandi temporali che sottolineano la vita precedente del soggetto e le sue asperità caratteriali che dovrà in seguito alla carcerazione per forza di cose smussare, pur mantenendo un forte orgoglio. Molto efficace l'ambientazione, che appare (volutamente?) indefinita. Molto bravi gli attori, dai protagonisti (Guido Caprino in primis) ai comprimari (l'attore serbo Boris Isakovic in primis) che formano un quadro d'insieme di qualità per un film che merita una visione. Voto: 6,5

Censor (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - Un film che sembra avere una realizzazione visiva un po' classica, da film di genere anni '80, proponendo una storia abbastanza interessante ma basata molto sul fattore psicologico della protagonista e, cosa non meno importante, su come si rapporta la censura nel cinema, anche se questo aspetto passa quasi in secondo piano man mano che si procede (che nostalgia delle VHS...). A onor del vero, il film dell'esordiente Prano Bailey-Bond non ha una grande originalità da vantare ma complessivamente, grazie anche alla discreta prova della protagonista (Niamh Algar, già vista in alcune serie televisive, tra cui la "sfortunata" Raised by Wolves - Una nuova umanità), riesce a non scadere nella banalità. E anche se il ritmo della narrazione non è dei più fluidi e il fattore gore non ha grande presa, riesce nell'intento di offrire una visione sufficientemente valida. Finale abbastanza prevedibile ma di un certo effetto. Voto: 6

Elvis (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - Biopic impressionante e considerevole per l'agilità della regia, la confezione precisa e il montaggio svelto (quasi tre ore che volano) ma un po' parco di emozioni vere. Grandissimo Tom  Hanks nonostante il trucco alla Oliver Hardy e tremendamente somigliante Austin Butler. Il film si può dire sicuramente riuscito, anche se ci sono molti salti temporali e tante cose che sembrano poco approfondite, lasciando solo gli occhi a godere dello spettacolo e lasciando fuori anche molto dell'aspetto musicale di Elvis. Si possono infatti perdonare a Baz Luhrmann certi slanci modernisti improbabili (i brevi inserti rap su tutti) e alcuni cenni storici didascalici e superficiali, a fronte di un impatto visivo strepitoso e della ricostruzione notevole di alcune esibizioni di Elvis, ma di più in ogni caso ci si aspettava. Un film che racconta un mito, o meglio un mito ed il suo ingombrante procuratore, spettacolare ma freddo, comunque da vedere. Voto: 6+

Io sono l'abisso (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - Altro passo falso (il terzo consecutivo), dopo i pessimi precedenti, L'uomo del labirinto la penultima opera. Come detto in altre occasioni, non metto in dubbio che Donato Carrisi sia un ottimo scrittore (anche se non saprei non avendo letto alcunché, però forse il difetto sta soprattutto alla fonte), ma dietro la macchina da presa ha parecchie lacune. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a parecchia carne al fuoco assolutamente mal gestita, infatti dopo la prima mezz'ora, il regista non riesce a creare il giusto ritmo e conseguente coinvolgimento emotivo che ci si aspetterebbe. Forse con qualcun altro al timone sarebbe potuto venir fuori qualcosa di migliore. Così è invece, ed appunto, un film lento, sconclusionato e poco funzionante, con certi attori (soprattutto l'attore protagonista) davvero poco efficaci. Il titolo è la cosa più azzeccata, l'abisso cinematografico nel quale sprofonda questo film. Voto: 4

Crimes of the Future (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - Ritorno al body horror per David Cronenberg, siamo circa dalle parti di Existenz, ma rispetto al precedente film il tutto è meno riuscito. Dialoghi prolissi e momenti criptici sfavoriscono il ritmo, nonostante momenti interessanti non manchino e le scenografie siano di ottimo livello. Una pellicola che affascina per concetti (sulla carta) ed atmosfera ma che toppa nella realizzazione filmica (sopra un'idea indubbiamente interessante, costruisce una distopia oltre i limiti del credibile, in cui spesso i suoi personaggi si affannano a renderla tale). Bene Viggo Mortensen e Lea Seydoux, un po' troppo sopra le righe la Kristen Stewart. Apprezzo tanto Cronenberg, ma personalmente ritengo Crimes of the Future tra i lavori meno indovinati del regista canadese. Mi dispiace molto infatti distanziarmi dal plauso unanime ma a me questo film non è piaciuto granché, un film visivamente affascinante, forse fuori tempo. Voto: 5,5

L'arma dell'inganno - Operation Mincemeat (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/04/2023 Qui - Argomento interessante per un film tuttavia lento e un po' noioso. Una delle operazioni di spionaggio più complesse (e riuscite) di sempre. C'era il materiale per tirar fuori il classico e solido film storico inglese. E in effetti il film classico lo è, solido un po' meno. John Madden (regista di Miss Sloane tra gli altri) si affida ad attori di tutto rispetto, a partire da Colin Firth, peccato che infarcisca il film di sotto-trame ridondanti (su tutti una sotto-trama amorosa da rivista patinata che a tratti è controproducente), che se da una parte valorizzano il lato umano di queste spie, dall'altra appesantiscono il film. Niente male comunque. In generale sufficiente, principalmente per una seconda parte che riesce ad alzare il ritmo della vicenda e creare più interesse per la conclusione della missione, ma è una pellicola che ha i suoi difetti. In ogni caso istruttivo per la Storia che racconta. Voto: 6

venerdì 14 aprile 2023

Willow (1988)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/04/2023 Qui - Visto da bambino e rivisto di recente con molto piacere. Uno dei tanti fantasy prodotti negli anni ottanta, non tra i migliori in senso assoluto (la concorrenza ai tempi era ben armata, un po' come oggi, ma nel mezzo c'è stato un bel periodo di vuoto), ma comunque molto piacevole ed assolutamente coinvolgente a livello spiccio, vuoi per una storia semplice e diretta (comunque la sceneggiatura non è proprio da antologia, si poteva costruire un po' meglio), vuoi per gli scenari molto belli e per un ritmo che non prevede tempi di stanca. E poi ci si trova dentro davvero un po' di tutto quanto la mente fantasiosa possa partorire e desiderare, il senso di avventura e fantastico è sorretto in maniera costante da presenze di ogni tipo, si passa con disinvoltura dalle fate buone prodighe di buoni consigli, alla classica regina cattiva (che non va mai sprecata), agli elfi accompagnatori, a giganti sputa fuoco (protagonista un nano adulto che deve salvare una neonata dalle grinfie di una malvagia reggente). Gli ingredienti che hanno fatto la fortuna del genere insomma non mancano e il regista Ron Howard li "dosa" sapientemente, con la giusta miscela di azione e umorismo e con una "spruzzata" sentimentale. Un cinema di accumulo, non trascendentale nel suo complesso, ma efficace nell'esprimere i suoi voleri, grazie ad un onesto lavoro d'insieme ed a uno spirito positivo generato dalla fantasia di George Lucas (nel bene e nel male non un nome qualunque). Un po' ingenuo visto con gli occhi dello spettatore odierni, ma nel complesso (ancora) godibile. Voto: 6,5

Le avventure del barone di Munchausen (1988)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/04/2023 Qui - Mirabolante trasposizione cinematografica delle avventure del celebre barone, già più volte portate sul grande schermo e che trovano nella fantasia cinematografica (e nello spirito umoristico) del regista Terry Gilliam il migliore "traduttore" possibile. Coadiuvato da un cast tecnico ed artistico di primissimo livello (scenografie ed effetti speciali magnifici) il regista inglese confeziona uno spettacolo godibile e raffinato, pieno di riferimenti e di grande eleganza formale. Peccato che, dopo una prima mezz'ora scintillante, il film si incarti un pochino. A differenza del capolavoro Brazil (molto simile nel tema, tra l'altro molto caro al regista, il film parla infatti della potenza della fantasia e dei sogni), il turbine di eventi funziona solo a corrente alternata, accanto a momenti ed episodi felici notiamo infatti dialoghi che girano a vuoto, eccessi veri e propri (come la testa volante e smorfiosa di Robin Williams), ed episodi inutili. Non convince del tutto il finale, troppo confuso e frettoloso. Ma fortunatamente queste pecche vengono (in parte) oscurate dalla bellezza dei costumi, delle scenografie e degli effetti speciali (di cui sopra) e dell'atmosfera che avvolge l'intera pellicola. Anche la bella Uma Thurman, allora ventenne, riesce ad incantare non poco. Alla fine un film simpatico e bonariamente fantasioso, una divertente e frenetica favola, che nonostante sia un gran bel viaggio nella fantasia, che tutti peraltro dovrebbero fare, imprescindibile non rimane, ma strabordante spettacolo (in positivo e negativo) resta. Voto: 6+

Tutti insieme appassionatamente (1965)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/04/2023 Qui - Rivalutato durante questa seconda visione. In realtà perché probabilmente a questo giro sapevo già a cosa andare incontro, ovvero, sapevo già di avere a che fare con una storia e una trama piena di miele, zucchero, sorrisi, carinerie e tante canzoncine. Perciò, mettendo da parte questi elementi ho avuto modo di apprezzare maggiormente lo stile di Robert Wise: una regia elegantissima ed austera degna di nota, soprattutto nelle scene ambientate nel convento (il "setting" più naturalmente predisposto per questo stile). Il livello tecnico comunque è eccellente, The sound of music rientra a pieno nel novero dei musical hollywoodiani dell'epoca d'oro, quando parliamo di prestazioni attoriali/musicali e coreografie. Splendida (e meritatamente entrata nell'immaginario collettivo) la scena iniziale di Maria che canta e danza sul prato, così come il valzer romantico col capitano (ma non dimentichiamoci dello strappo alla bandiera nazista). Le canzoni invece le trovo in linea generale sempre stucchevoli, smielate e molto poco interessanti, anche se in mezzo a loro svettano due gemme: l'iniziale "The hills are alive" e soprattutto "My favourite things", che poi sono quelle maggiormente e giustamente utilizzate nel film come leitmotiv strumentali e reprise. Il rewatch di questo film a distanza di tantissimi anni dalla prima volta, mi ha messo di buonumore, o quantomeno a me ha risollevato un po' il morale. Sarà pure una storia non particolarmente originale con l'aggravante di una "pericolosa" tendenza alla zuccherosità e al melenso (ma non si eccede quasi mai, va detto), e probabilmente la durata è un po' eccessiva, tuttavia non appesantisce troppo la visione, ma The sound of music, di cui valore aggiunto è soprattutto costituito dal grande cast, dominato da una vera esperta in materia di musical e fine attrice, Julie Andrews (rende il trionfo della melassa un film meno stucchevole e perché no piacevole nella sua banalità), resta tuttora un caposaldo del genere. E nonostante l'odi et amo film fondamentale. Voto: 7+

Galaxy Quest (1999)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/04/2023 Qui - Piacevole commedia omaggio, e non parodia, di tutto il mondo dello spettacolo drammatico: la finzione, pur tale, non è un inganno ma un'ispirazione, non è menzogna ma utopia. Lo spirito di un'opera di fantasia può influire sulla realtà fino al punto di confondersi con essa. Da questa premessa ne risulta un'opera dolce, divertente, malinconica persino, la riscossa di tutti quei "nerd" che, stanchi di fuggire la realtà, la cavalcano nel suo significato più ampio. Una commedia fantascientifica che fa il verso a Star Trek, indubbiamente la sceneggiatura è il punto di forza del film che altrimenti poteva appunto risolversi come una semplice parodia. Geniale l'idea e spassosissima la realizzazione, catapultare gli attori di una serie tv di fantascienza nello spazio profondo per salvare dei veri extraterrestri e diventare così degli eroi. Originale e ben recitato soprattutto da parte del capitano Tim Allen (si presta al "gioco" pure la qui solo bella Sigourney Weaver). Buono il ritmo che bilancia la prevedibilità della storia. Effetti speciali ottimi per l'epoca, budget contenuto ma gestibile (gli alieni verdi non male come design), musiche in parte, insomma un onesto film di genere che strappa più di una risata, anche se non è solo quello lo scopo, dato che c'è qualcosa in più, non manca infatti di una certa umanità che rende giustizia alla regia (di Dean Parisot). Si riflette anche sul mondo delle convention e relativa alienazione dei personaggi. Certo, rimangono gli evidenti dubbi nelle incongruenze dello script, ma nonostante tutto il film è godibile e regge fino alla fine divertendo tutti. Voto: 7

Dark Crystal (1982)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/04/2023 Qui - Uno dei più misconosciuti eppure tra i più pregevoli film fantasy usciti negli anni '80. Poche sbavature per un lavoro di tutto rispetto (interamente girato e filmato con pupazzi animatronici e burattini, con nessuna comparsa o menzione di esseri umani). La trama sembra quasi un pretesto ma è meglio dire fortemente archetipica, il bello di queste storie in fondo è anche il loro sembrare esistenti da sempre. Ciò fornisce a questo tipo di film anche la fonte più profonda del loro fascino, e alcuni importanti sotto-testi di carattere mitico e religioso, di cui non è estraneo questo film dalle numerose metafore. Per il resto è una meravigliosa bizzarria visiva creata dal genio di Jim Henson e Frank Oz (poi anche su Labyrinth), che creano notevole suggestione con un mondo di pupazzi di loro creazione, con gusto e creatività. Un po' macchinoso l'inizio ma nell'insieme piacevole. Un fantasy di buona qualità, tenendo in considerazione l'epoca, molto curato, che pur presentando l'eterna lotta fra bene e male, offre una resa lontana dalla banalità senza risultare eccessivamente infantile. Certo, la sceneggiatura non ha grandi svolte, ma rimane ancora oggi una piccola perla di tecnica e immaginazione. Buono. Voto: 6,5

The Amusement Park (1973)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/04/2023 Qui - Cinque anni prima di comparire in WampyrLincoln Maazel (bravo ad interpretare un uomo sempre più smarrito e disperato) è protagonista assoluto di questo mediometraggio di George A. Romero dalla storia travagliata. Ritenuto perduto, ritrovato dalla vedova del regista e restaurato nel 2020, infine trasmesso su Rai 4 lo scorso gennaio. Il regista viene incaricato di dirigere un film sui disagi e soprusi subiti dagli anziani, ne esce fuori questo "incubo" ambientato in un parco dei divertimenti (che rappresentano chiaramente gli USA). Egli lo considerava (con la sua proverbiale umiltà) non riuscito, invece è puntuale e diretto come un pugno allo stomaco: attualissimo, mette i brividi e carica lo sguardo di un disagio e una pietas insolubili, con scorci zombeschi che ricompongono la sua visione politica dei non morti nell'alveo degli anziani, il popolo dell'autunno. Il dramma grottesco impartito da Romero vanta infatti una sua efficacia, anche se la sua (pur breve) durata pare comunque eccessiva. Deprimente fin dall'incipit nella piovosa Pittsburgh, raggiunge certamente lo scopo di sensibilizzare l'audience, pur rimanendo solo una bizzarria nella filmografia del regista. Ma in ogni caso da vedere e da far vedere. Voto: 6,5

Speciale cinematografia di generi

Post pubblicato su Pietro Saba World il 14/04/2023 Qui - Uno speciale cinematografico che andrebbe probabilmente spiegato, e così farò, il senso infatti non sta nella definizione della cinematografia o cinema di genere (etichetta di un certo tipo di cinematografia popolare), anche se in parte alcuni di questi film nella categoria ci starebbero bene, giacché fanno uso di elementi fantastici, comici, grossolani o volgari, ma semplicemente sta nella classificazione delle diverse opere cinematografiche, classificate in base ad alcuni temi o caratteristiche ricorrenti. Molto spesso nelle mie rassegne o speciali ho trattato prevalentemente film di stampo horror e/o thrilleristico (ed anche fantascientifico), ma ecco l'occasione per trattare anche il resto, vedere e recensire film di generi quali Dramma, Commedia e Fantasy, che poche volte (almeno per il settore "vintage") ho trattato. E cosi ecco questo speciale all'insegna della fantasia, della quasi parodia, della mezza romanticheria e della intensa drammaturgia. Un giro tra epoche, costumi e modi diversi, tra ritrovamenti, revisioni e rivalutazioni, tra genialità, bizzarria e giovialità (ma pure tragicità), che ho alquanto apprezzato.