mercoledì 30 novembre 2022

Splatters - Gli schizzacervelli (1992)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Un film totalmente folle! Difficile trovare una pellicola che abbia preso così di petto la definizione di splatter. E pensare che dopo i primi minuti vien voglia di spegnere, data la pochezza delle interpretazioni e della trama. Il bello viene dopo, quando fiumi di sangue affiorano in superficie sconquassando come l'onda d'urto di una bomba atomica esplosa nelle profondità dell'oceano. Le influenze di Sam Raimi e George A. Romero sono evidenti, ma nel complesso ben metabolizzate da Peter Jackson, che le restituisce all'ennesima potenza e con uno stile che vanta una sua personalità. Questo spassoso horror ad alto tasso di splatter e di demenzialità infatti, che intrattiene allegramente lo spettatore per tutta la sua durata, mostra come Jackson, pur essendo ad una delle sue prime prove, era un regista già pieno di idee e di un talento non comune (decisamente poliedrico come si vedrà dopo questo "pasticcio"). Naturalmente non è un capolavoro ma un buon prodotto per divertirsi, tuttavia va detto che non è per tutti i gusti ma adatto solo agli stomaci forti. Voto: 6

La setta (1991)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Indubbiamente derivativo dalle ben più famose pellicole di John Carpenter e Roman Polanski sul medesimo genere, quello che differenzia la pellicola dai suoi predecessori è un'indubbia rilettura del tema in chiave onirica: Michele Soavi sfrutta un soggetto di Dario Argento per dirigere un film che vive di immagini e suggestione visive (La chiesa non è distante da questa cifra stilistica). Eppure La setta non brillerà per originalità in alcune situazioni, ma comunque fa il suo sporco lavoro, soprattutto nella prima parte, e Soavi dietro la macchina da presa dimostra, come spesso succede, il suo valore, soprattutto con le immagini e le tecniche di ripresa. Talvolta confusionario, La setta diventa molto atmosferico e onirico col passare del tempo, fino ad un finale un po' buttato lì (peccato). Discrete le interpretazioni, che solitamente, in questo genere di film, sono uno dei punti deboli (lo sono stranamente le musiche). In definitiva, La setta è il film di Soavi, che finora, mi ha convinto di meno. Un sufficiente low-budget tuttavia meritevole di una visione, però senza grosse aspettative. Voto: 6

La scelta di Anne - L'Événement (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Un film lineare nella narrazione, senza fronzoli o pietismi. E' quasi una cronaca di ciò che accade ad una ragazza degli anni 60 che non desidera portare avanti la gravidanza. Tema già esplorato (ad esempio in 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, oltretutto secondo me anche superiore) incentrato sul tormento interiore e sulle sofferenze finali. La regista Audrey Diwan infatti, inquadra la protagonista costantemente e non ci risparmia nulla della sua sofferenza fisica e mentale, permettendo alla Anamaria Vartolomei una performance non da poco, coadiuvata da cast e ambientazioni adeguate. La protagonista riceve cazzotti in faccia da tutto quanto le ruota attorno e il senso di angoscia e di solitudine è permanente, a tal punto che la stessa godibilità del film ne viene intaccata. Ben fatto sicuramente ma non originale a tal punto da vincere i premi che ha vinto a mio avviso (il Leone d'oro al miglior film alla 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia). E' un manifesto sulla libertà delle donne, più che mai attuale, ma dargli meriti non suoi anche no. Voto: 6,5

Titane (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Un film che senso non ha, un film personalmente deludente (mi aspettavo qualcosa il mondo, e invece sono rimasto molto deluso) ma soprattutto difficile da inquadrare, così tanto che, capolavoro o ciofeca, può essere che la verità stia davvero nel mezzo. Dopo l'interessante Raw, la regista francese Julia Ducournau prosegue nel suo tentativo di diventare una David Cronenberg al femminile, con questo lavoro che deve molto alla filmografia del suo mentore canadese, Crash su tutti, ma il film è comunque carico di influenze dal cinema estremo degli ultimi 30 anni e si predilige lo shock-value (con molti nudi e una violenza grafica elevata) allo storytelling, seguendo un plot a tratti delirante e poco chiaro, surreale e che va preso col beneficio del dubbio. I messaggi sociali passano in secondo piano a fronte dell'atmosfera lurida, e gran prova comunque della Agathe Rousselle. Si può dire che in Titane si è osato tanto, preso qualche merito ma non quanto si poteva. Sicuramente colpisce per la potenza delle immagini ma alla fine lascia (mi ha lasciato) poco o nulla. Voto: 5,5

Una famiglia vincente - King Richard (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Coraggiosa la scelta di mostrare "il dietro le quinte" del successo delle sorelle Williams, soffermandosi soprattutto sull'infanzia e sulla figura del padre Richard (interpretato da un eccellente Will Smith, premiato con l'Oscar), con quest'ultima scelta che conferisce al film un interesse supplementare, facendolo deviare dal tradizionale biopic di argomento sportivo, sebbene non venga meno (ed è forse inevitabile) la componente retorica di film del genere. Si tratta di un'opera molto curata tecnicamente (bravi anche gli altri attori e soprattutto attrici, convincenti anche nelle performance sportive) e nella quale la sceneggiatura è attenta alle dinamiche familiari di una famiglia decisamente sui generis. Nonostante una certa lunghezza in termini di durata, il racconto messo in essere è vigoroso e potente, privo di cadute di tono e con dialoghi decisamente efficaci (indimenticabile il discorso di Richard a Serena, che inizia a provare una certa gelosia per Venus). Un bel film, con messaggi educativi che danno vita a interessanti spunti di riflessione. Voto: 7

Belfast (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - L'approccio di Kenneth Branagh non è dissimile da quello di Alfonso Cuaron per Roma (solo che meglio narrativamente e strutturalmente riesce a fare). L'uso del bianco e nero cristallizza il ricordo dell'infanzia del regista nelle strade di Belfast all'inizio di quella guerra civile fra cattolici e protestanti che spezzò la normale convivenza vissuta fino a quel momento. Il piccolo protagonista è il punto di osservazione di una realtà sociale che sta scivolando nella violenza e delle difficoltà familiari nel rimanere in quella realtà. Un amarcord personale ed onesto quello del regista britannico, dove i colori della tavolozza sono impressi nel teatro e nel cinema, espressioni dell'arte che riprende quelle fumatore che la realtà di Belfast riduce a schematismi dell'uno contro l'altro, del sei con noi o contro di noi. Un buon film a cui giova la presenza di un cast di prim'ordine. Un film, vincitore dell'Oscar 2022 per la migliore sceneggiatura originale, che alterna momenti drammatici ad altri tendenti al fiabesco, che seppur personalmente non mi ha trasmesso molto, merita visione. Voto: 6,5

C'era una volta il crimine (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Tremendo capitolo finale di una saga che non aveva mai detto granché (il finale di Ritorno al crimine presupponeva un'idea simpatica, ma viene del tutto sprecata). Qui già dall'incipit tirato via (Giampaolo Morelli al posto di Alessandro Gassmann senza troppe spiegazioni) e liquidato con i titoli si capisce che la sceneggiatura ha come unico interesse quello di creare un presupposto per sketch comici. Ma si ride poco perché tutto è prevedibile e il cast maschile sempre sopra le righe poco può davanti al vuoto cosmico. Si salva la ricostruzione d'epoca, con una bella fotografia e la partecipazione ispirata di Rolando Ravello. Sprecato il cast femminile, sparatoria finale tremenda. Si spera finisca davvero qui, adesso è troppo. Voto: 4

Malcolm & Marie (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - L'omissione di un doveroso ringraziamento pubblico scatena un'infinita schermaglia tra lui (John David Washington), regista afroamericano reduce dalla prima trionfale del suo ultimo film, e lei (Zendaya), splendida compagna ed ex attrice tossicodipendente. È una crisi di coppia, in verità, che parte da molto più lontano e che ha a che fare con due approcci idiosincratici alla realtà, all'arte, all'autenticità, all'identità sociale e razziale, al gioco dei ruoli di genere. Numerosi gli aspetti interessanti toccati da Sam Levinson, affogati però in una melassa verbale che spesso suona artefatta. Si evidenzia infatti una certa forzatura nell'evoluzione della storia, facendola cadere in alcuni momenti (pochi) nella noia. Elegante ma pressoché inutile il bianco e nero, commento musicale invece di prim'ordine, alla fine il primo film ad esser completato dopo lo scoppio della pandemia di COVID-19, riuscito a metà. Voto: 6

I Am Mother (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - E' un film che nasce e si sviluppa su coordinate precise, su precisi riferimenti cinematografici, vecchi e più recenti, ma riesce allo stesso tempo ad immettere tematiche, come quella della maternità, e trattandole in maniera affatto banale. Un punto di vista privilegiato, quello della Figlia, fatta nascere e crescere da una madre robot e di cui ha adottato a sua volta un unico punto di vista. L'irruzione del personaggio della Hilary Swank, invero un po' sacrificata, è quello di mettere in crisi tale unico punto di vista. Un processo che farà emergere le disillusioni e le insicurezze di un rifugio che assumerà le tonalità cupe di una prigione, sia pure dorata. E' un film che ha i suoi difetti, ma anche i suoi pregi. I Am Mother è infatti un film abbastanza coinvolgente anche, e nonostante, la ripetitività e la dilatazione di scene e dinamiche raccontate, offrendo spunti interessanti e qualche piccola iniziativa apprezzabile. Voto: 6+

The Endless (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Fa piacere scoprire che due individui facciano da registi, sceneggiatori e attori principali di un loro film (non era successo con i precedenti della coppia Justin Benson e Aaron Moorhead, compreso Spring e V/H/S: Viral), il tutto con l'ausilio di un budget sicuramente non gargantuesco. Il fatto è che il film coniuga, sapientemente, una personale rielaborazione Lovecraftiana con le deformazioni spazio-temporali della fantascienza classica: il risultato è una pellicola dalle buone soluzioni visive, arricchita da una gestione della tensione ragguardevole. Gli spezzoni tonitruanti di chiusura rientrano nel pacchetto e non compromettono quanto visto in precedenza. Non male, anche se paradossalmente tenderei a rivalutare Synchronic (che verrà dopo), da me non valutato sufficientemente e che probabilmente era meglio centrato, anche perché personalmente, nonostante gli indubbi pregi, non è un film che mi ha coinvolto particolarmente, né rientra tra quelli che rivedrei, resta comunque un'opera interessante che merita almeno una visione. Voto: 6

Prey (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Lo scenario della foresta amazzonica era lo sfondo ideale del primo e riuscito Predator con l'accoppiata McTiernan/SchwarzeneggerDan Trachtenberg, già regista del sottovalutato 10 Cloverfield Lane, riesce a ricreare le condizioni del film originale, ambientandolo nella prima metà del Settecento in territorio Comanche e con protagonista una ragazza che vuole diventare un guerriero della propria tribù. Ecco infatti uno scenario naturale ideale per un duello senza esclusione di colpi, superiorità tecnologica contrapposta all'astuzia possibile per prevalere. C'è azione, c'è tensione, senza dimenticare la bravura della Amber Midthunter dal volto molto espressivo. Una regia attenta, una sceneggiatura molto ben equilibrata ed un look del Predator efficace sia nella prestanza fisica che nella qualità della CGI. Se proprio si deve trovare un difetto, i dialoghi decisamente anacronistici, però tutto sommato non è un film basato sui dialoghi, per cui non è un difetto particolarmente grave. Resta comunque il miglior capitolo di questo franchise dopo l'originale. Voto: 6,5

Doctor Strange nel Multiverso della Follia (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Ci voleva Sam Raimi per far sì che questa nuova fase dell'universo cinematografico Marvel riprendesse quota e tornasse (dopo Black WidowShang-Chi ed Etenarls, al massimo sufficienti) a livelli degni di un certo cinema che sa coniugare intrattenimento a bellezza visiva (cosa che è riuscito comunque a fare Spider-Man: No Way Home, di cui questo film è il seguito narrativo). Il personaggio e le ambientazioni lasciano al regista (nonostante debba tutto incastrare in un universo già ben definito e quindi in qualche modo limitato) la possibilità di fare ciò che vuole, si passa da autocitazioni a momenti di tensione e di terrore insoliti per questa tipologia di pellicole (carina l'idea di creare una continuità diretta con la fantastica serie WandaVision). E sì, la trama non sarà chissà che, i personaggi secondari non sono approfonditi molto, ma di fronte a tanta spettacolarità si può solo godere. E tuttavia, e seppur non all'altezza del primo fantastico Doctor Strange, secondo capitolo discretamente riuscito e certamente promosso. Voto: 6,5

Il rituale (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - E' assai difficile ormai essere originali con i thriller/horror, e questo film non è certamente l'eccezione alla regola, però è un prodotto dignitoso, che riesce a mantenere un buon livello di ansia e di tensione per gran parte della sua durata. Solo verso la fine inciampa in qualche svarione o leggerezza di troppo, con fatti che non vengono spiegati. Il suo punto di forza è ovviamente l'ambientazione nelle inospitali lande nordiche, in cui i nostri quattro scalcagnati escursionisti si vanno stupidamente a smarrire. Non male l'inquietante regia di David Bruckner, esperto del genere (che fino a questo momento della sua carriera era stato impegnato solo in opere antologiche, che l'anno prima lasciò all'amico Gregg Bishop la direzione del lungometraggio adattato dal suo segmento in V/H/S, ossia Siren), ed efficace anche lo sconosciuto cast, ma soprattutto benissimo realizzata la creatura, spaventosamente macabra. Voto: 6+

Possessor (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Buon sangue non mente, è un lavoro decisamente valido questo del figlio del Maestro di cinema David Cronenberg. Egli infatti, che pur non si fa mancare alcune reminiscenze paterne, adotta un particolare stile, con un occhio molto attento al fattore visivo che risulta piuttosto elaborato, e riesce a creare un prodotto che lascia storditi nella sua notabile strutturazione. Dove va a toppare è invece nello script eccessivamente intricato e con scene inutilmente dilatate che non lo rendono proprio semplice da seguire, una narrazione più snella avrebbe certamente giovato alla pellicola. Per il resto proprio niente male, trama non originale ma comunque interessante, buona la prova del cast e piuttosto crude alcune esplosioni di violenza. Ambizioso (forse anche troppo) e certamente non ai livelli dei migliori lavori del padre, fatto sta che la strada imboccata da Brandon Cronenberg è (a mio avviso) quella giusta. Voto: 6,5

Candyman (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Sequel del cult targato 1992 con Tony Todd che qui appare in un piccolo cameo, sceneggiato da Jordan Peele che come suo tocco caratteristico evidenzia la denuncia politica e sociale delle problematiche black (lo dirige tuttavia Nia DaCosta). Interessante il collegamento con la vicenda dell'originale tramite l'utilizzo delle marionette che ripercorre le vicende di Helen Lyle e del suo scontro con Candyman. Le atmosfere sono le stesse come la location, il quartiere di Cabini Green che dà quel tocco malsano in più al film. In parte il protagonista (ovvero Yahya Abdul-Mateen II, anche presente in Matrix Resurrections) che impersona lo sfortunato Anthony McCoy e Colman Domingo che appare in poche scene ma significative. Poche scene splatter, gli omicidi vengono ripresi o da lontano o fuori campo. Come per il prequel non mi ha entusiasmato più di tanto, resta tuttavia un film in buona parte riuscito. Voto: 6+

Lightyear - La vera storia di Buzz (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Un film animato che vorrebbe essere una sorta di prequel di Toy story (di cui ultimo capitolo non esaltante). Interessante infatti (seppur inutile) l'idea di raccontare la figura ispiratrice di un noto giocattolo, difatti sia un punto di forza ma anche un limite, perché l'origine di Buzz fondamentalmente interessa solo i fan della serie. Si lascia guardare, tecnicamente perfetto, qualche personaggio riuscito (il gattino robot Sox) qualcun'altro un po' meno (il trio di reclute che affianca Buzz) c'è spazio anche per la doverosa quanto inutile parentesi LGBQT che sembra che ormai faccia moda, momenti simpatici, qualche spunto di riflessione interessante ma in definitiva non è un film che resterà nella memoria, con un'avventura poco brillante piuttosto prevedibile e priva di quella meraviglia che ha sempre contraddistinto la Pixar per decenni. Una visione basta e avanza. Voto: 6

Sonic 2 - Il Film (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Simpatico, leggero e tutto sommato divertente. Se già il primo non si poteva annoverare tra i capolavori del genere, questa seconda fatica di Jeff Fowler dedicata al riccio blu più famoso dell'universo procede più o meno sulla stessa falsariga. Stavolta le interazioni tra Sonic e gli umani passano in secondo piano: si parla di salvare l'universo ma è qualcosa che compete solo a esseri extraterrestri (a Tails e Knuckles, personaggi del brand). Si aggiungono così due nuovi protagonisti, mentre il cattivone è sempre il solito Jim Carrey, che va a tutta smorfia. A non cambiare sono il ritmo esagitato, gli scoppi a tutto spiano e la solita storiella scritta veloce veloce. Passatempo indolore, forse troppo lungo ma godibile. Voto: 6

Scream (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Alla quinta avventura si ragiona opportunamente sui cosiddetti "requel" imbastendo un film che vuole essere quindi sia continuo con i personaggi amati e sia un capitolo nuovo con nuovi eroi. La cosa funziona perché come insegnava Wes Craven (a cui giustamente il film è dedicato) l'importante è non prendersi mai sul serio fino in fondo, lasciando che l'identità del killer aleggi nell'aria instillando sospetti una volta su uno e una volta sull'altro. Dei tre "vecchi" chi se la cava meglio è David Arquette, mentre tra le nuove leve si segnala un dignitoso Quaid Jr. Tanto sangue, pochi veri spaventi ma la saga resta in piedi. Merito anche dei registi Matt Bettinelli-OlpinTyler Gillett, già in coppia in altre occasioni e con buoni risultati (si ricordi di Finché morte non ci separi), che qui oltre ad omaggiare e citare (forse addirittura eccessivamente), portano a termine il loro compito (nonostante alcuni problemini) egregiamente. Voto: 6