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mercoledì 30 novembre 2022

Lightyear - La vera storia di Buzz (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Un film animato che vorrebbe essere una sorta di prequel di Toy story (di cui ultimo capitolo non esaltante). Interessante infatti (seppur inutile) l'idea di raccontare la figura ispiratrice di un noto giocattolo, difatti sia un punto di forza ma anche un limite, perché l'origine di Buzz fondamentalmente interessa solo i fan della serie. Si lascia guardare, tecnicamente perfetto, qualche personaggio riuscito (il gattino robot Sox) qualcun altro un po' meno (il trio di reclute che affianca Buzz) c'è spazio anche per la doverosa quanto inutile parentesi LGBQT che sembra che ormai faccia moda, momenti simpatici, qualche spunto di riflessione interessante ma in definitiva non è un film che resterà nella memoria, con un'avventura poco brillante piuttosto prevedibile e priva di quella meraviglia che ha sempre contraddistinto la Pixar per decenni. Una visione basta e avanza. Voto: 6

lunedì 25 novembre 2019

Il mondo dei robot (1973)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 25/11/2019 Qui
Tema e genere: Film di fantascienza precursore del tema della macchina che si ribella all'uomo.
Trama: Siamo a Delos, luogo di vacanze per i terrestri di un non lontano futuro. Diviso per epoche storiche e popolato di robot debitamente rivestiti, permette ai turisti di "vivere" avventure di ogni genere senza pericoli. Ma a Peter e John qualcosa va storto: i robot iniziano a ribellarsi e il tuffo nel vecchio West si trasforma in un incubo tragico, al quale sembra impossibile trovare una via d'uscita.
Recensione: Scritto e diretto da Michael Crichton nel 1973, Westworld (il film) è decisamente più ingenuo e bonaccione, se visto oggi, paragonato a Westworld (la serie, qui la recensione della seconda stagione). Ma gli elementi che caratterizzano quest'ultima sono tutti già presenti, anche se un po' all'acqua di rose, perché per esempio non viene per niente approfondita la causa dei guasti alle macchine. Infatti, in questo visionario fanta-western apocalittico ambientato interamente in un parco divertimenti del futuro, una super-Disneyland del 2000 popolata da robot e divisa in tre universi tematici (l'antica Roma, il Medioevo e il Far West), in cui turisti danarosi trascorrono suggestive vacanze, il monito dell'autore sulla paura per il progresso scientifico si manifesta violentemente quando tutti i robot del parco sfuggono (senza sapere perché) al controllo dei tecnici della centrale operativa iniziando ad attaccare gli esseri umani: la suspense e la tensione latenti sin dall'inizio esplodono in tutta la loro drammaticità trascinando vorticosamente il film fino al convulso (forse troppo convulso) finale. Spettacolare e sicuramente coinvolgente, Il mondo dei robot soffre, però, l'eccessiva convenzionalità drammaturgica di una messinscena senza dubbio efficace ma priva di impennate e virtuosismi, se si escludono i trucchi e le magie degli effetti speciali (è, tra l'altro, il primo film ad utilizzare immagini digitalizzate al computer) e le performance dell'ottimo cast, tra cui si segnalano, oltre a Yul Brynner (perfetto Pistolero, e non per caso), che tratteggia con ipnotiche e meccaniche movenze (tanto meccaniche come lui essere lo "zio" di Terminator) un personaggio inquietante e suggestivo, le prove di James Brolin (probabilmente il vero "padre" di Christian Bale), Richard BenjaminDick Van Patten e Steve Franken. Manca anche un po' di ritmo, e soprattutto, come detto, mancano certi sviluppi filosofici ed esistenziali che hanno fatto poi la fortuna della serie. Tuttavia non si può non dare i giusti meriti, si ricordi che siamo agli inizi degli anni '70, e ringraziare Il mondo dei robot per esserci stato. Perché senza, molto probabilmente, non avremmo avuto, dopo, nei decenni successivi ed anche adesso, la fortuna di vedere certe iconiche pellicole di fantascienza. Enorme infatti è stata la sua influenza, non è un caso che molti sono gli elementi all'interno del film divenuti successivamente dei veri e propri stereotipi del genere. Ed è così che questo film, da molti considerato (e giustamente) un cult, si faccia ben volere nonostante tutto, nonostante nel complesso sia in verità un film non proprio eccezionale, anzi.