Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - L'approccio di Kenneth Branagh non è dissimile da quello di Alfonso Cuaron per Roma (solo che meglio narrativamente e strutturalmente riesce a fare). L'uso del bianco e nero cristallizza il ricordo dell'infanzia del regista nelle strade di Belfast all'inizio di quella guerra civile fra cattolici e protestanti che spezzò la normale convivenza vissuta fino a quel momento. Il piccolo protagonista è il punto di osservazione di una realtà sociale che sta scivolando nella violenza e delle difficoltà familiari nel rimanere in quella realtà. Un amarcord personale ed onesto quello del regista britannico, dove i colori della tavolozza sono impressi nel teatro e nel cinema, espressioni dell'arte che riprende quelle fumatore che la realtà di Belfast riduce a schematismi dell'uno contro l'altro, del sei con noi o contro di noi. Un buon film a cui giova la presenza di un cast di prim'ordine. Un film, vincitore dell'Oscar 2022 per la migliore sceneggiatura originale, che alterna momenti drammatici ad altri tendenti al fiabesco, che seppur personalmente non mi ha trasmesso molto, merita visione. Voto: 6,5
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