giovedì 31 agosto 2023

Una preghiera prima dell'alba (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - La storia vera di Billy Moore e la sua sopravvivenza nelle infernali carceri thailandesi è soprattutto un atto d'accusa contro l'anarchia totale in cui versa quel sistema, in cui "violenza, sangue e sudore" diventano il pane quotidiano. Crudo e realistico (talvolta insostenibile, nulla ci viene risparmiato), il film traccia un ritratto accorato di un uomo completamente solo contro tutti e la cui forma di riscatto sarà la boxe, alla quale si dedicherà con disperazione. Un pugno nello stomaco anche per lo spettatore, teso nella visione fino all'ultima immagine esplicativa. Un film che ha in Joe Cole un ottimo interprete sia a livello fisico e di caratterizzazione psicologica, ben fotografato e dalla resa molto realistica (con una colonna sonora che più che di musica è fatta di rumori che ben si adattano al contesto). È insomma un'opera difficile da maneggiare questa di Jean-Stéphane Sauvaire, ed anche da giudicare, ambiguo, banale in certi frangenti, non troppo incisivo sul piano drammatico-catartico, ma comunque meritevole di visione. Voto: 6

Le buone stelle - Broker (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - Abbandonato dalla madre, un neonato diventa un oggetto da piazzare al migliore offerente da parte di due tizi specializzati in adozioni clandestine: un commercio turpe? No, perché i due, più che ai soldi, pensano al bene del bambino. In trasferta sud coreana, il bravissimo regista giapponese Hirokazu Kore'eda torna ad affrontare il tema della famiglia intesa in senso non biologico ma affettivo con questo film forse troppo favolistico ed edulcorato ma che, pur senza possedere la forza di altre sue (notevoli) opere (tra i quali il dolcissimo Little Sister, ultimissimamente visto), anche se in confronto all'altra trasferta, ma in terra francese è decisamente questo un passo avanti, riesce a farsi seguire con interesse e commozione. Buon cast, adorabili Song Kang-ho (che a Cannes ha vinto il premio per il miglior attore, e direi anche meritatamente) e l'orfanello in fuga. Un road-movie simpatico, piuttosto inverosimile, ingenuo ma che segue la linea espressiva ed emotiva tutta asiatica, così lontana da quella nostra, facendo sorridere e riflettere. Innegabilmente bello. Voto: 6,5

Creed III (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - La saga di Creed non mi è dispiaciuta (bello il primo, affannoso il secondo), tuttavia quest'ultimo capitolo mi ha leggermente deluso. Pur essendo partito come spin-off di RockyCreed aveva comunque una sua identità pur non svincolandosi completamente dalla saga principale, certificata dalla presenza stessa di Sylvester Stallone. In questo capitolo, senza la presenza di Rocky e per la tematica presentata (il peso del passato), non ci si è scervellati troppo nella narrazione che si compone di situazioni e puzzle dei film passati. Troppe sensazioni di déjà vu in questo film e pur avendo un buon ritmo ed un discreto villain (nulla di eccezionale, un Clubber Rang meno basico), hai l'impressione di aver visto questo film altre volte. Svincolarsi dal passato è lo scopo del personaggio di Creed, ma la storia è la solita sbobba di altri Rocky. Secondo me questo è l'errore più palese di questo terzo capitolo. Un capitolo diretto dallo stesso Michael B. Jordan protagonista (che sembra interessato a fare un compitino pulito senza colpire davvero a fondo), godibile ma pleonastico. Voto: 6

Smile (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - Non è niente male come horror. Ha le carte in regola per far paura ed a volte ci riesce. La Sosie Bacon senza dubbio apporta quel valore in più necessario per la capacità di dare la profondità ad un personaggio che da medico si ritrova dall'altra parte della barricata come paziente, anch'essa con i suoi traumi dolorosi non risolti e di cui l'entità si serve per giocare con la sua mente. Tuttavia non è un film che ha saputo sorprendermi più di tanto perché diversi espedienti narrativi (il meccanismo di linearità estrema di questa maledizione, per esempio) mi ha ricordato It Follows di David Robert Mitchell. Non male il design dell'entità, però pur essendo un lavoro più che dignitoso, Smile non entra certo nel novero di quegli horror che ricorderò nei tempi a seguire. Voto: 6

Il colibrì (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - Non ho letto il romanzo omonimo, ma leggendo in ordine sparso si intuisce che non è materiale semplice da trasporre su schermo. Questa in sostanza è l'impressione che mi ha trasmesso questo film diretto da Francesca Archibugi. La netta sensazione di un qualcosa di incompleto e dell'ambizione di voler trasmettere tanto, ma che in realtà tramette molto meno. Pierfrancesco Favino (sempre Top) è un uomo che come un colibrì resiste ad eventi avversi e tragedie che potrebbero travolgerlo, però trova sempre, anche nelle piccole cose, una speranza per continuare ed avere una vita non come avrebbe voluto, ma abbastanza importante per essere vissuta. Una narrazione a mosaico che tra tanti flashback e flashforwards creano solo confusione. E ci sono personaggi che forse avrebbero meritato più spazio vista l'importanza che hanno per il protagonista o altri ridotti a comparse come il fratello. Un film incompiuto. Voto: 5

Hope (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - Una famiglia allargata scricchiola già da parecchio, finché una terribile diagnosi non la mette in discussione. Cancer movie narrato con notevole lucidità, a tratti con naturale crudezza, che invita a coltivare non solo la speranza come suggerito dal titolo, ma soprattutto i rapporti umani, perché non è detto che vi sia abbastanza tempo per farlo. Forse un po' troppo lungo in base ai fatti narrati, ma comunque riuscito per la sua capacità di avvincere lo spettatore grazie ad una protagonista tosta (interpretata dalla norvegese Andrea Bræin Hovig ed ispirata sulla storia di vita personale della regista Maria Sødahl, affiancata dal grande attore svedese di nome Stellan Skarsgård), il cui ammirevole aplomb dinanzi alla propria malattia ha un effetto tagliente. Voto: 6+

DC League of Super-Pets (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - Krypto, il cane di Superman, riunisce una squadra di animali dai poteri svariati per sconfiggere il perfido Luthor. Diretto da Jared Stern, spassosissimo film d'animazione che, nonostante una trama non originale, appare sin dalle prime sequenze carico di adrenalina ed effetti speciali alla maniera americana: il motto "uno per tutti, tutti per uno" funziona a meraviglia regalando allo spettatore (si spera di ogni età) azione ma anche dialoghi e situazioni intrise di sano humour, alternante a qualche momento emotivamente più serio. Il design non è eccelso, ma in questo caso ciò è di secondaria importanza. Buono (carino senza essere indimenticabile), ma soprattutto migliore di alcune altre, ultime, produzioni di stampo DC. Voto: 6+

Ant-Man and the Wasp: Quantumania (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - Questo film con Ant-Man (perché Wasp è quasi non pervenuta, ed è un peccato trattandosi di Evangeline Lilly) è stata una mezza delusione, anche se mi sono ugualmente divertito. Dei tre film su Ant-Man in ogni caso, questo è quello che mi ha convinto meno. Qui abbiamo difatti una sceneggiatura molto debole che mette di fronte un super cattivo mal sfruttato e una miriade di effetti speciali. Certo, il mondo quantico è molto affascinante, ben realizzato, creature simpatiche con o senza buchi, ma è la storia a fare acqua da tutte le parti. Nemmeno un'idea originale che è una, ma un riciclo di Star Wars in versione infinitamente piccolo, con qualche accenno a Matrix. Unica nota positiva Kathryn Newton (bella e capace), che interpreta la figlia del protagonista (sempre ben interpretato dall'istrionico Paul Rudd), per il resto poca roba. Qualche momento simpatico e niente di più. Comunque, come ho già detto, per me è stata nel complesso una visione piacevole a cui si può dare la sufficienza, seppur per il rotto della cuffia. Voto: 6

Diabolik - Ginko all'attacco! (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - Fuori Luca Marinelli dentro Giacomo Gianniotti, mossa che forse nelle intenzioni dei registi (dei Manetti Bros) avrebbe dovuto dare maggiore brio alle vicende narrate. Purtroppo il risultato finale non migliora. Il nuovo Diabolik (sia film che attore principale) continua a non convincere, anche grazie a un cast in cui non uno si salva (il livello generale della recitazione è basso, e questo fa scendere di molto il valore della pellicola). Peccato perché lo straordinario inizio con la voce incredibile di Diodato faceva presagire un risultato complessivo molto diverso da quello effettivo. In termini di qualità delude quanto (se non più) il capitolo precedente, con una sceneggiatura alquanto elementare sia nel disegno dei personaggi, sia nei risvolti narrativi avari di sorprese e colpi di scena. La regia è corretta, ma brilla meno che altrove, si apprezza invece la valida ricostruzione degli anni '60. Voto: 5,5

Air - La storia del grande salto (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - Non è chiaramente un film sul mitico Michael Jordan che non compare mai in primo piano e non spiccica una parola. Ma è un film sul successo che il suo nome ha portato su di un semplice paio di scarpe. Un film che è l'ennesimo centro nella vita registica di Ben Affleck: mentre come attore continua a convincere poco (il suo presidente della Nike è un po' troppo strano ed anticonformista per sembrare credibile). La storia che racconta ha sì i classici crismi dell'American Dream ma anche la forza di esaltare la caparbietà di un uomo (un Matt Damon decisamente in parte) che aveva visto prima di altri la strada giusta da percorrere e l'intuizione di "rappresentare" il futuro campione MJ disegnandone una figura materna forte dalla chiara visione imprenditoriale (l'ottima Viola Davis). Non sarà un capolavoro di pellicola ma è un lavoro godibile, ben calato nel proprio tempo ma anche nel nostro (visto che l'impero Jordan non si è interrotto come la sua carriera cestistica, ma continua ancora oggi). Per essere un film che parla in fondo di scartoffie di mercato, di incontri e conversazioni ha un rimo travolgente che non ti lascia respiro. L'arrivare subito al punto focale senza perdersi in lungaggini è un pregio. Voto: 7

Rumore bianco (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - Forse leggere il romanzo originale può aiutare a capire qualcosa in più della trama, visionato come un'opera a sé stante, il film è un pasticcio surreale che unisce diversi generi, con un occhio verso il fantastico e il cinema dell'assurdo, ma che soccombe alle ambizioni esagerate di uno script che accumula dialoghi fittissimi e confusionari, una durata ingiustificata di oltre due ore e una trama che salta di palo in frasca senza troppi complimenti. Buone le caratterizzazioni del cast, di livello la confezione, ma è davvero dura evitare il colpo di sonno in più frangenti. Noah Baumbach furbo perché vorrebbe far diventare questo film un cult invece a mio parere è una brutta brutta esperienza visiva, evidente soprattutto sui (pessimi) titoli di coda. Voto: 4,5

Operation Fortune (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - Guy Ritchie e Jason Statham bissano l'operazione abbastanza ben riuscita un anno prima (La furia di un uomo il titolo), ma non trovano la stessa alchimia, anche perché questa vicenda assume un taglio da spy story con location esotiche e dialoghi (nelle intenzioni) più brillanti. Primo tempo troppo verboso, seconda parte in cui l'action e gli intrecci narrativi viaggiano su un medio livello. Hugh Grant (che diverte/si diverte nei panni ironici del villan di classe) e (la spigliata) Aubrey Plaza danno vita a discreti personaggi, Jason Statham fa il suo ma non catalizza come in altre sue opere. E tuttavia meno riuscito del previsto ma comunque frizzante e godibile. La missione di Orson Fortune e soci desta poca attenzione ma regia, ritmo e ironia garantiscono il divertimento, seppure nei limiti di un prodotto tutto sommato usa e getta. Non uno dei suoi miglior film ma neppure uno dei peggiori. Voto: 6

Luck (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - Quante volte ci è capitato di pensare, nei momenti bui, che la fortuna sia qualcosa di prestabilito? Simpatico cartone indubbiamente ben riuscito, e non solo per quanto concerne design, animazione, scenografia e dialoghi (di questi ultimi ve ne sono alcuni toccanti anche per il pubblico adulto), ma soprattutto per il messaggio positivo lanciato (basta guardare le cose dalla giusta prospettiva per superare anche gli ostacoli che ci sembrano insormontabili). Dopotutto c'è il grande John Lasseter, "anima" della Pixar dei tempi d'oro e regista di Toy Story, dietro questa produzione animata prodotta da Apple. Gatti neri parlanti e altri animali antropomorfizzati non sono una novità, è vero, ma forse qui più che altrove hanno un senso. Voto: 6+

Tetris (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - L'incredibile storia di Tetris (il videogioco) e delle tensioni tra URSS e Usa rivela una vicenda che a molti forse era ignota e che di fatto è a cavallo tra spy-story e thriller politico, senza mai perdere di vista un certo humour. Il film ha un ritmo eccellente e le quasi due ore scorrono che è un piacere, anche grazie a una scelta del cast azzeccata (Taron Egerton su tutti) e a ricostruzioni d'epoca credibili, oltre a qualche concessione action hollywoodiana che comunque non inficia i punti salienti dell'intrigo. Ottimo anche il comparto grafico/estetico, in stile videogame, per un lavoro oltre le aspettative. Un buon film, questo di Jon S. Baird, quello del bellissimo Stanlio & Ollio, che merita la visione a prescindere, anche solo per il valore storico. Voto: 7

La notte su di noi (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - La trama ha un peso molto relativo in questo campionario estremo di arti marziali che conferma in terra indonesiana la validità di un genere che necessita continua rielaborazione ed esasperazione. E' proprio il caso di ciò che succede al protagonista che, per aver trasgredito a un ordine, dovrà vedersela con ex amici diventati nemici e altri gruppi di nemici da sempre, per un'infinita mattanza ipercinetica e travolgente con uno sfoggio di situazioni cruente che conquistano l'attenzione e realizzate con una tecnica di primo livello, dalle scene più affollate ai particolari più minuti. Rispetto ai due "The Raid" di Gareth Evans, la trama è più complicata che complessa e conta qualche flashback di troppo, ma è comunque difficile oggi pretendere di meglio in un film d'arti marziali. All'apparenza piuttosto semplice, si rivela un'opera dalla regia (quella di Timo Tjahjanto lo spericolato) personale e godibile. Voto: 6+

Non dormire nel bosco stanotte (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - Innocua produzione polacca che nulla aggiunge e nulla toglie al vastissimo panorama slasher. Derivativo e citazionista, risulta essere un omaggio agli horror americani ed agli anni '80. Per quest'ultimo motivo io l'ho trovata un'operazione gradevole in quanto non pretende di insegnare niente a nessuno ma bensì pesca a destra e a manca per creare un filmetto puramente ludico. A mio gusto nel complesso si è lasciato guardare grazie ad una buona colonna sonora, una bella dose di splatter, degli attori tutto sommato decenti ed una location sempre valida per un film di genere. Peccato che il discorso dei "malati di tecnologia" venga lasciato presto da parte in favore di una trama molto più scontata e banale, non mancano i soliti momenti inutilmente emotivi e la causa che ha creato i villain è opinabile. Troppe cose vengono buttate in questo minestrone, spesso abbandonate senza senso, e la sceneggiatura di certo non brilla, mentre la regia è nella media con qualche valida trova. Finale che lascia spazio ad una, purtroppo, possibile schiera di seguiti. Voto: 5,5

martedì 22 agosto 2023

Notte Horror 2023: I delitti del gatto nero (1990)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/08/2023 Qui - Ininterrottamente dal 2016 partecipo a questa bellissima iniziativa, e mi ripresento anche quest'anno (e sempre mi presenterò fin quanto potrò, pure se fosse l'unico post) all'appuntamento, cinematograficamente parlando, più orrido ed orripilante della blogosfera. Un appuntamento tipicamente estivo, e che quest'anno proprio come l'estate che volge al termine, finirà a settembre (l'elenco completo con tutte le date passate e prossime lo trovate a fine post). L'appuntamento è ovviamente quello con la Notte Horror, che quest'anno ha raggiunto lo storico traguardo del decimo anno, ed io vi partecipo per l'ottava (e consecutiva come detto) volta. Come regole comandano, la scelta del film passa attraverso l'obbligo del genere horror, attraverso il vincolo della tamarrata e la preferenza dei decenni che vanno dagli anni '70 ai '90, ebbene questa volta la suddetta è caduta su di un film che nelle vere Notti Horror di Italia 1 è passato spesso negli anni, su di un film che altro non è che l'ennesimo, ulteriore horror ad episodi, formula tanto di moda negli anni '80 in poi soprattutto inerente a questo genere. I delitti del gatto nero infatti, oltretutto tradotto in modo non esattamente felice, quasi una barbaria (esclusivamente italica) volendolo rinominare così, dall'originale Tales from the Darkside: The Movie, è difatti un altro simpatico film ad episodi, un classico anni '90 composto da 3 episodi più uno che funge da cornice, e che si rifà al Creepshow di Romeriana memoria (e successivamente Carpenteriana riverenza, Body Bags del 1993, giusto l'anno scorso visto e recensito per questa simile occasione).