venerdì 30 settembre 2022

Il seme della follia (1994)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - John Carpenter non delude (quasi) mai, anche in questo film, il suo più apocalittico film, che non a caso chiude una trilogia a tema, principiata con l'eccelso La Cosa e proseguita con Il signore del male (il meno apprezzabile dei tre, a mio avviso) la tensione è sempre sui massimi livelli ma con la grande novità di riuscire a congegnare un abile gioco di incastri tra finzione e realtà che, in alcuni frangenti, può portare a un certo spaesamento nello spettatore ma che regala comunque emozioni e una giusta dose di paura praticamente per tutta la durata del film. Gustoso, pirotecnico e con una giusta (ma non stucchevole) dose di effetti speciali, un buonissimo film che vale la pena vedere anche per i non amanti dell'horror. Ottime scene, bella la realizzazione dei mostri, ottime interpretazioni (straordinario Sam Neill, ma grande piacere anche nel rivedere Charlton Heston purtroppo in una delle sue ultime apparizioni) e soprattutto finale davvero allucinante (un finale che rivela anche il valore meta del film, che in pratica mette in scena se stesso riflettendo sul significato del cinema, oltre che della letteratura) per uno dei migliori film di Carpenter. Un film che rende (splendidamente) omaggio a H. P. Lovecraft. Voto: 7,5

Perdita Durango (1997)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - C'è di tutto in questa stravagante opera di Álex de la Iglesia (soprannominato non per caso, e qui il primo vero assaggio, il Quentin Tarantino spagnolo) che attinge un po' da Oliver Stone, un po' da David Lynch ed un po' da Robert Rodriguez (da una violenza spinta al massimo fino a degli spiazzanti sfoci nel grottesco, senza contare l'alone surreale) e in effetti non sarebbe neanche male se non fosse per una durata estesa a più del necessario e per una sceneggiatura spesso e volentieri sfilacciata, l'intrattenimento è comunque garantito grazie alle prove schizzate della bella (e super sexy) Rosie Perez e di Javier Bardem (con un taglio di capelli improponibile, quasi peggio di quello in "Non è un Paese per Vecchi"), entrambi liberi di sbizzarrirsi (e scopare) a più non posso. Non mancano colpi di scena, vendette, sparatorie e sangue a ettolitri, ma parliamo di una pellicola molto ridondante, capace di intrattenere appunto con gusto, ma comunque inferiore agli altri film del regista spagnolo (ricordiamo il suo ultimo El Bar), un buon esperimento, però niente di più. Ma pur non essendo del tutto riuscito, Perdita Durango è un delirante e bizzarro cocktail di sesso, morte e violenza che merita senz'altro un'occhiata. Voto: 6+

Sing 2 - Sempre più forte (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Un sequel per certi versi migliore del precedente, in quanto presenta un villain vero e proprio, ed anche non banale. Le scenografie musicali (e le sue rispettive vocalità e tonalità) sono come sempre la parte migliore del cartone, meno bene stavolta sui personaggi principali o le nuove entrate. Non per caso proprio sui brani e sulle coreografie che impreziosiscono lo spettacolo il regista Garth Jennings (lo stesso del primo capitolo) punta per sviluppare la sua idea di grandeur. Sing 2 è, infatti, un film vivace, divertente, colorato e furbescamente orecchiabile in cui tutto è amplificato all'ennesima potenza. La città di Moon diventa una metropoli, il suo teatro un catino da migliaia di persone e lo spettacolo lascia la terra per conquistare la galassia. Per usare un paragone un po' ardito, e volendo citare una famosa reclame, il ragù è come quello di prima ma molto "più in grande". Meno genuino ma non per questo meno piacevole. Si sorride senza esagerare e si ascolta buona musica, buon intrattenimento. Voto: 6

Army of the Dead (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Gli zombie-movie sono così, o ti piacciono o no, inutile cercare originalità, trama od altro, dopotutto difficile concepire qualcosa di nuovo in un film sui morti viventi, eppure l'idea non era neanche male, ma viene quasi del tutto svilita. Zack Snyder mette su un carrozzone di base heist movie nel bel mezzo di una apocalisse zombie, anche se come sembra, delimitata nella desertica Las Vegas. Non bastano non morti mutati velocissimi, tigre e cavallo zombie, "walking dead" classici e combattenti super armati, il film è troppo lungo per essere del genere e perde quello per cui è stato fatto, l'intrattenimento. Dave Bautista a parte, una mezza delusione. Abbastanza insoddisfacente infatti, perché la storia non regge quasi per niente, un sacco di elementi lasciati al caso e non approfonditi. Il risultato non è comunque sgradevole, effetti speciali truculenti ma efficaci, particolari e godibili i titoli di testa, però anche basta. Il regista della sua Zack Snyder's Justice League è ormai nella sua fase discendente, cercasi qualcosa di meglio e più riuscito. Voto: 5,5

Uncharted (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Quando vengono annunciati film o serie tratti da videogiochi si ha sempre un po' paura, quasi mai infatti sono stati fatti lavori degni di nota (solo Arcane ultimamente ci è riuscito), spesso si è rovinato completamente il titolo che si aveva fra le mani. Non è questo il caso, anche se risulta troppo anonimo e scontato per convincere pienamente (si spera che il probabile sequel sia un po' più intraprendente), ma l'intrattenimento proprio non manca. Uncharted difatti, a cui tuttavia non ho mai giocato (solo ad alcuni simili), che è praticamente una specie di Tomb Raider (videoludico e cinematografico) maschile, è un onestissimo avventuroso che si fa forte di un ritmo scoppiettante, navi volanti, Antonio Banderas con tanto di accento spagnolo e cattivoni vari. Appare chiaro che il modello sia sempre il vecchio Indy, ma appare anche difficile riuscire a superare del tutto questa sindrome ormai quarantennale. Ruben Fleischer (quello di Zombieland 2) parte quindi da lì e riesce però ad appassionare con una storia risaputa ma ben svolta, con qualche interessante inghippo e un paio di svolte repentine e riuscite. Tom Holland e Mark Wahlberg si divertono e si vede. Spettacolari alcune scene, per arrivare ad un finale molto d'impatto che riesce a chiudere la storia e aprire nuovi ed interessanti scenari, un prequel abbastanza simpatico a vedersi. Non è il nuovo Indy ma diverte. Voto: 6

Ride Your Wave (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - La grafica non sembra tra le migliori e gli argomenti trattati, come l'amore e l'elaborazione del lutto, non sono tra i più originali ma il film di Masaaki Yuasa (e scritto da Reiko Yoshida) riesce nell'intento di coinvolgere e appassionare in maniera garbata e discreta, con l'aiuto di inserti fantasy che contribuiscono a rendere il racconto più dinamico. Alcuni personaggi sono caratterizzati quasi in maniera incomprensibile per atteggiamenti e peculiarità caratteriali, ma nel complesso anche loro hanno una valenza decisiva nella riuscita del film che, seppur a tratti un po' troppo smielato e malinconico (si passa da un eccesso all'altro), ha nelle corde la giusta capacità di intrattenere ed emozionare il giusto, senza rendere la visione fastidiosa o troppo prevedibile. Nonostante questo paga un po' lo scotto del genere Romance che negli ultimi anni ci ha abituato a bellissimi film quali "Your Name" (2016), "The Shape of Voice/A silente Voice" (2016) o "I Want to Eat Your Pancreas" (2018) e, rispetto ai quali sembra essere decisamente sottotono. Voto: 6+

Moonfall (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Il nuovo Roland "disaster movie" Emmerich (dopo le apprezzabili battaglie aeree di Midway) ci propone una luna che esce dall'orbita e sta per piombare sulla Terra. Può sembrare un clone di Armageddon ma in realtà la trama riserva non poche sorprese, facendo sue varie teorie complottiste. La prima metà regge bene grazie all'ironia degli interpreti, poi causa effetti meno riusciti di un tempo si scivola un po' nel ripetitivo. Rimane comunque uno spettacolo godibile, nel quale il regista conferma la sua capacità di delineare personaggi semplici ma efficaci e di saper instillare nel pubblico la voglia di lottare insieme a loro. Non male. Certo, le incongruenze sono tante, le inverosimiglianze altrettante e, tuttavia, a mio avviso, il film si lascia vedere con interesse. Voto: 6

Il talento di Mr. C (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Commedia intelligente che sfrutta al meglio l'autoironia del suo protagonista che si prende in giro nel miglior modo possibile, citando e sbeffeggiando i suoi film più famosi. Un omaggio alla (bizzarra) carriera di Nicolas Cage che, nel bene e nel male, sfrutta tutti i cliché e le situazioni più viste del filone action comedy degli anni passati. Niente di nuovo quindi, ma il meccanismo narrativo a scatole cinesi (la reale carriera di Cage, il suo personaggio-eroe e il film dentro al film che lo vede coinvolto) funziona, così come funziona la stravagante coppia formata con il sempre bravissimo Pedro Pascal, qui mesto e adorabile signore della droga e fanboy. Essi infatti ci regalano momenti di puro divertimento, come quando cercano di depistare alcuni curiosi. Grande partenza, tra citazioni, gigionerie (volontarie) e frasi da film, esilarante in alcuni momenti, peccato che nell'ultima parte diventi un po' troppo convenzionale e banalotto. Ma questo sguardo dissacratorio sulla passione per il cinema, spiritoso e stravagante, personalmente mi ha divertito, e questo basta. Voto: 6

America Latina (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Il sospetto che i fratelli Damiano e Fabio D'Innocenzo abbiano dato vita anzitutto ad un esercizio di stile aleggia sul film in maniera prepotente, ma non per questo compromettente. In una sorta di incubo allucinato a tratti Lynchiano si muove un ottimo Elio Germano (che ormai è divenuto una garanzia), circondato da personaggi più ambigui del suo. Come per Favolacce il centro di tutto è rappresentato dalla famiglia, ma in questo caso l'attenzione è rivolta in particolar modo al ruolo del marito/padre. Criptico, a volte in maniera ingiustificata, ma davvero interessante. E tuttavia, non colpisce come vorrebbe e non rimane impresso come nelle precedenti uscite del duo registico, ricordando anche La terra dell'abbastanza. Pregi e difetti si bilanciano. Voto: 6

I molti santi del New Jersey (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Non ho mai visto una puntata de "I Soprano", lo so è una grave mancanza a cui ho intenzione di provvedere, anche se le tante stagioni realizzate un po' mi bloccano nell'intraprendere questo viaggio. Di certo il fatto di non aver visto la serie tv (di cui questo film è il suo prequel, che utilizza le rivolte di Newark del 1967 come sfondo per narrare le tensioni tra la comunità italoamericana e quella afroamericana) mi ha privato di tante emozioni e probabilmente lo avrei apprezzato di più viste le molteplici citazioni, però prendendolo come un normale film sulla mafia devo dire che è buono anche se non buonissimo, lontano anni luce dai capolavori a cui si ispira (tipo "Quei bravi ragazzi"). Non c'è nessun aspetto, né tecnico o registico né recitativo, che mi sento di elogiare ed al contempo nessun aspetto che mi sento di bocciare (Ray Liotta nel duplice ruolo del padre del protagonista e del suo gemello, in una delle sue ultime apparizioni, fa comunque effetto rivedere). L'ho guardato, mi è piaciuto e lo dimentico, almeno fino a quando non mi servirà ricordare. Voto: 6,5

Red (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - La regista del bellissimo corto "Bao" (è Domee Shi) affronta nuovamente una tematica "adulta", come può essere il passaggio puberale di un adolescente, portandolo alla portata di un pubblico molto giovane, sperando che recepisca. Si trattano infatti diverse tematiche adolescenziali come i rapporti difficili con i genitori e la voglia di indipendenza, i primi amori, l'accettazione di se stessi, tutto visto dall'ottica femminile di una ragazzina asiatica (sempre in tema dell'integrazione multirazziale). Tutto questo attraverso un racconto fantastico d'ispirazione orientale ed affatto originale (tra Over the moon e Ron), e in questo senso, film molto personale ma anche molto convenzionale, un coming of age interessante in alcune trovate ma piuttosto piatto nello svolgimento, che procede esattamente come ci si aspetta senza alcun guizzo: Coco ed Inside out sono su un altro pianeta. I personaggi comprimari funzionano sufficientemente, animazioni sempre ottime, parte finale un po' frettoloso, emoziona e si lascia vedere ma personalmente niente di che. Voto: 6

A Classic Horror Story (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Per il semplice fatto che il film è in grado di offrire molteplici spunti di riflessione che spaziano dal cinema fino ad arrivare a considerazioni di carattere sociale, il giudizio finale non può che essere estremamente positivo. A ciò si aggiunge una confezione davvero brillante, avvalorata da un'ottima fotografia e da una prova attoriale credibile. La sceneggiatura è coraggiosa e, salvo risultare a tratti pretestuosa, si configura come l'elemento in grado di rendere il film senza ombra di dubbio originale e curioso. Un film intelligente, arguto in certi momenti e nient'affatto banale. La prima parte di A classic horror story è sì una rivisitazione del genere horror con riferimento precisi per non dire palesi a tanti film passati ed anche recenti, i cinque protagonisti (tra cui la "vendicativa" Matilda Lutz) fanno parte del cliché del genere, tuttavia sono tutt'altro che didascalici o macchiettistici. Un film horror truce ma non troppo splatter, con una riuscita colonna sonora originale, arricchita da un paio di brani di cinquant'anni fa che, nella contestualizzazione delle scene, diventano assai inquietanti. Insomma al pari di The Nest è solo prodotto di genere ma piacevolissimo e meritevole di attenzione, che fa sperare assai bene per il futuro del regista Roberto De Feo. Di certo tra le cose migliori uscite nel panorama nostrano recente (non si può dire indipendente visto che dietro c'è Netflix). Voto: 7

A Chiara (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Il trittico cominciato con Mediterranea (film che tuttavia non ho visto) e proseguito con A Ciambra (quest'ultimo invece sì) si chiude con l'ennesima incursione in quella terra di nessuno che è teatro di scorrerie di trafficanti di uomini, comunità rom e criminalità organizzata. Esiste infatti un filo rosso sotterraneo che lega i tre lungometraggi di Jonas Carpignano e che fa incontrare storie, ambientazioni (nuovamente la Calabria) e addirittura personaggi (ricompaiono qui in un cameo, per quanto narrativamente centrale, gli Amato del film precedente). Pur innervato da una poetica consonante, rispetto al capitolo precedente i personaggi secondari rimangono qui più sfumati sullo sfondo, sovrastati dal volto e dalla personalità dell'ottima protagonista Swamy Rotolo: questo disequilibrio penalizza la cifra dell'introspezione psicologica. E se l'incipit della festa disegna con precisione allusiva un mondo "naturalmente" omertoso, molte scelte di scrittura (la nottata col padre, il finale) tradiscono scorciatoie inconsistenti. Nonostante ciò, buon film, con un plus (in più) per l'insieme. Voto: 6+

Cry Macho - Ritorno a casa (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Applausi a Clint Eastwood per fare ancora film a 90 anni suonati, ma stavolta non si può onestamente dire che il risultato sia all'altezza degli standard (elevatissimi) a cui ci ha abituati (Richard Jewell docet). Cry Macho è infatti un lavoro sottotono per egli, che ci consegna un interprete monumentale e una confezione indubbiamente professionale e rifinita, ma per il resto reca con sé soltanto sbadigli, dubbi e qualche risatina involontaria. La sottotrama rosa, per esempio, non ha alcun senso nell'economia della trama, così come lo sviluppo del personaggio del ragazzino risulta a dir poco trasandato. Dettagli, se si vuole, ma che lasciano un senso di trascuratezza nel complesso della visione, il ritmo è decisamente blando nella prima metà della pellicola, per farsi via via più sostenuto fino al gran finale che (questo volutamente) non arriva. Così non va, sperando non sia l'ultimo film. Voto: 5,5

Thunder Road (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Quando da una scena iniziale tragica, come un funerale, si riesce a tirare fuori un piccolo monologo di rara bellezza comica è lecito poi aspettarsi una commedia scoppiettante che mantenga alto il livello del divertimento. Invece Thunder Road (Bruce Springsteen docet) si rivela essere un film drammatico nelle dinamiche che racconta e grottesco per come le racconta, impreziosito da una performance attoriale molto efficace, quella di Jim Cummings soprattutto, che riesce a far partecipe lo spettatore delle miserie umane evidenziate scaltramente da una buona regia, gestita dallo stesso Cummings, che mostra con mano sicura come con pochi mezzi si riesca a sfornare un prodotto di tutto rispetto. Vale sicuramente una visione. Voto: 6+

Spencer (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Dopo Jackie ecco Lady D, e dopo una mezza delusione ecco quella completa. Sciocchezze, tante sciocchezze e frivolezze filmate bene, con classe, ma senza che se ne possa trovare una giustificazione meritevole per un regista che meriterebbe potersi dedicare a ben altre storie, e ben diverse inquietudini. Le vacanze di Natale del '91 presso la Royal Family sono ritratte come la gabbia dorata di Diana Spencer, "uccellino" in fuga da dinamiche di potere e di immagine. Il ritratto di Pablo Larrain è poetico e affettuoso, del tutto simbolico e spesso letterale. Un esercizio estetico di tutto valore ma un po' ruffiano, buono per una certa critica formalista e per gli amanti delle vittime. Non necessariamente un bel tributo, grazie anche alla performance (sorprendentemente) sopra le righe e a tratti un po' di ridicola della (sempre brava e bella) Kristen Stewart, che si applica, ma non riesce (almeno stavolta). Voto: 5

Fear Street Parte 2: 1978 (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Dopo un primo capitolo poco entusiasmante (ma comunque ben riuscito e capace di convincere e/o coinvolgere abbastanza) arriva il prequel che alza decisamente il tiro. I maldestri toni frivoli vengono messi da parte per concentrarsi sul revival camp-slasher del 1978. Rimane il soggetto soprannaturale, una sorta di "Strega di Blair" in confezione patinata che incontra il filone di Venerdì 13. Il tema del camp viene sfruttato al meglio in tutte le sfumature, la regia (della stessa autrice del precedente e del prossimo capitolo, quello finale) è più efficace e la sceneggiatura più interessante giustifica la durata. Numerose le citazioni esplicite e non (Carrie e non solo). Si respira la tipica atmosfera cupa di questo genere di film ed il livello tensivo è apprezzabile, peccato per i toni melodrammatici nel finale. Nel complesso siamo davanti ad una pellicola divertente ed in grado anche di riservare (ancora e nuovamente) qualche sorpresa. Migliore del precedente episodio, non lesina nello splatter e sulle scene più sconce, ben fatto, spero bene per l'ultimo film/capitolo. Voto: 6,5

Emma Peeters (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Commediola romantica che ha il pregio di narrare le vicende di quei trentenni dai sogni infranti, intrappolati in una quotidianità vuota e insoddisfacente. Il film affronta infatti il tema del suicidio e della disperata ricerca della felicità, ma in chiave brillante. Non per caso Emma Peeters (diretto da Nicole Palo) è una commedia smaliziata già nei titoli di testa (d'impostazione artistica), con una costruzione premeditata in ogni sua diramazione, a rischio stucchevolezza ed educata anche nello sgarbo, con tanto di musichette favoleggianti, ma costantemente esilarante, attrezzata di un invidiabile spirito d'iniziativa e ulteriormente ravvivata da una protagonista in gran spolvero (Monia Chokri, si dona alla causa con tutta se stessa, un'autentica e strabiliante mattatrice, non male è anche tuttavia la controparte maschile). Pellicola semplice ma abbastanza ben fatta, si lascia tranquillamente guardare. Un delizioso esempio di come la locuzione "Amor vincit omnia" non passi mai di moda, anche quando tutto sembra crollarci addosso. Voto: 6+