Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - Il sospetto che i fratelli Damiano e Fabio D'Innocenzo abbiano dato vita anzitutto ad un esercizio di stile aleggia sul film in maniera prepotente, ma non per questo compromettente. In una sorta di incubo allucinato a tratti Lynchiano si muove un ottimo Elio Germano (che ormai è divenuto una garanzia), circondato da personaggi più ambigui del suo. Come per Favolacce il centro di tutto è rappresentato dalla famiglia, ma in questo caso l'attenzione è rivolta in particolar modo al ruolo del marito/padre. Criptico, a volte in maniera ingiustificata, ma davvero interessante. E tuttavia, non colpisce come vorrebbe e non rimane impresso come nelle precedenti uscite del duo registico, ricordando anche La terra dell'abbastanza. Pregi e difetti si bilanciano. Voto: 6
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