Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2022 Qui - C'è di tutto in questa stravagante opera di Álex de la Iglesia (soprannominato non per caso, e qui il primo vero assaggio, il Quentin Tarantino spagnolo) che attinge un po' da Oliver Stone, un po' da David Lynch ed un po' da Robert Rodriguez (da una violenza spinta al massimo fino a degli spiazzanti sfoci nel grottesco, senza contare l'alone surreale) e in effetti non sarebbe neanche male se non fosse per una durata estesa a più del necessario e per una sceneggiatura spesso e volentieri sfilacciata, l'intrattenimento è comunque garantito grazie alle prove schizzate della bella (e super sexy) Rosie Perez e di Javier Bardem (con un taglio di capelli improponibile, quasi peggio di quello in "Non è un Paese per Vecchi"), entrambi liberi di sbizzarrirsi (e scopare) a più non posso. Non mancano colpi di scena, vendette, sparatorie e sangue a ettolitri, ma parliamo di una pellicola molto ridondante, capace di intrattenere appunto con gusto, ma comunque inferiore agli altri film del regista spagnolo (ricordiamo il suo ultimo El Bar), un buon esperimento, però niente di più. Ma pur non essendo del tutto riuscito, Perdita Durango è un delirante e bizzarro cocktail di sesso, morte e violenza che merita senz'altro un'occhiata. Voto: 6+
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