venerdì 31 maggio 2024

Suzume (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Questo bel film d'animazione confronta la geografia moderna del Giappone con i suoi miti più profondi, intrecciando sensibilità contemporanea con la storia di crescita personale e superamento del dolore di una ragazza orfana. Nonostante alcune imperfezioni, si distingue per fascino. Sebbene non si discosti molto da Your Name e Weathering with You in termini di genere, brilla in molti aspetti, tranne che nella sceneggiatura. Alcuni elementi narrativi rimangono inesplorati, e la trama romantica appare monotona, banale e prevedibile, proprio come i personaggi. L'assenza di svolte impreviste rende la narrazione troppo lineare, culminando in un finale felice ma privo di emozioni forti. In conclusione, il film è gradevole per un paio d'ore, ma non si distingue particolarmente. La qualità grafica e tecnica, a cui Makoto Shinkai ci ha abituati con le sue opere spettacolari, è indiscutibile anche in Suzume. Tuttavia, manca quella dolce malinconia evocata da 5 cm al secondo e Il giardino delle parole, con il loro romanticismo sincero e puro. Nonostante ciò, Suzume rimane un anime affascinante e degno di visione. Voto: 6,5 [Netflix]

Eli (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Un bambino affetto da una grave immunodeficienza è portato dai genitori premurosi in una clinica isolata e minacciosa, dove subisce un trattamento sperimentale assai invasivo. Per la maggior parte della sua durata, il film è saturato di stereotipi tipici delle case infestate dai fantasmi, il che lo condannerebbe ad essere un'opera banale e dimenticabile se non fosse per l'inaspettato finale. Nonostante sia colmo di cliché, questo finale è così sorprendente da rivedere il giudizio complessivo: un colpo di scena assurdo ma, in qualche modo, redentore. In definitiva, è un film che, pur ricordando le lezioni di Brightburn, riesce solo parzialmente, salvandosi dalla mediocrità grazie soprattutto all'atmosfera e al finale, ma non tanto per il resto, classificandosi comunque come un'occasione mancata. Voto: 5,5 [Netflix]

War Machine (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Ridicolarizzare la politica estera americana narrando la megalomania di generali scollegati dalla realtà è un tema centrale che spesso sfugge alle riflessioni stesse di militari e politici: la limitata o inesistente conoscenza del territorio, la mancata comprensione degli abitanti e, di conseguenza, le inevitabili conseguenze a lungo termine delle guerre condotte dagli Stati Uniti (e dall'Occidente in generale). Il film rappresenta una situazione grottesca, oscillando (forse non sempre in modo fluido) tra la commedia nera e la denuncia, dal grottesco umano al dramma finale. Sebbene il film presenti debolezze (come una voce narrante troppo presente), espone anche le ipocrisie della politica estera americana con uno script che, finalmente, fornisce un'analisi precisa della realtà storica internazionale, evitando gli errori grossolani che spesso caratterizzano tali film. Questo film, seppur non particolarmente coinvolgente e tendente alla ripetitività, degno di nota per la sua integrità. Voto: 6 [Netflix]

Mr. Harrigan's Phone (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Anche senza conoscere l'origine dal recente racconto di Stephen King, il film si identifica rapidamente con lo stile dell'autore del Maine, rivelando molto sulla sua personalità e sulla capacità del regista (tale John Lee Hancock) di trasformare le sue atmosfere in immagini, risultando in un'opera che oscilla tra l'horror soprannaturale e il racconto di formazione. La prima parte è sostenuta principalmente dal carisma di Donald Sutherland, per poi evolvere in una fase più oscura, ricca di situazioni macabre e tematiche tetre, con un'impronta leggermente televisiva ma comunque interessante. Complessivamente, il film merita la visione, anche se non lascia un'impronta duratura, essendo prevedibile e non particolarmente emozionante e/o coinvolgente. Voto: 5,5 [Netflix]

Budapest (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Fino a questo momento autore di horror e di un film suggestivo come Cold SkinXavier Gens si cimenta con una commedia demenziale, il cui riferimento più prossimo è alla serie di Una notte da leoni, senza però il potenziale comico/demenziale di quella. Il film presenta protagonisti che decidono di avviare un'impresa per organizzare addii al celibato a Budapest. Nonostante la sensazione di déjà vu, il film non delude grazie a un'ambientazione affascinante e a situazioni a tratti divertenti. Tuttavia, la morale un po' troppo didascalica e un finale troppo conciliante ne sminuiscono il valore. Risulta essere un film gradevole, ma facilmente dimenticabile. Voto: 5,5 [Netflix]

Rebel Moon - Parte 1: Figlia del fuoco (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - La saga fantasy di Zack Snyder, divisa in due parti, si ispira ampiamente, sia visivamente che narrativamente, alle Guerre stellari di George Lucas, includendo alcuni elementi che superano la mera ispirazione. Nonostante questa marcata derivazione, il film risulta piacevole, con un ritmo sostenuto, ambientazioni affascinanti e personaggi memorabili, anche se alcuni risultano poco definiti e inseriti casualmente. Il make-up è efficace, mentre gli effetti speciali sono meno convincenti (a volte poco credibili), la fotografia è notevole, le scene d'azione sono ben orchestrate e il casting è molto azzeccato, con una brillante Sofia Boutella (però l'uso del rallenty è discutibile). Nel complesso non è male, grazie anche a un'epicità ben calibrata, con la speranza che la seconda parte sia ancora più coinvolgente. Voto: 6 [Netflix]

Vivere due volte (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Il film affronta un tema già noto al cinema, evidenziato da "Still Alice" che ha portato a Julianne Moore un Oscar. L'approccio unico della regista spagnola nell'esplorare l'Alzheimer offre una lente attraverso cui analizzare le complesse dinamiche familiari. La malattia di Emilio svela e risolve conflitti emotivi tra i membri della famiglia. Nonostante una trama classica, la commedia mantiene un tono leggero e ironico, evitando il melodrammatico e il prevedibile, con personaggi che seguono percorsi inaspettati e sotto-trame aperte. Il film procede con una sensibilità non lineare verso la "seconda vita" del titolo, intrecciando le vite dei personaggi. La performance di Oscar Martinez è buona, la sceneggiatura è acuta e il film, seppur un po' superficiale e in qualche modo incongruo, è complessivamente toccante e bello. Voto: 6,5 [Netflix]

Oxygène (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Il film è chiaramente influenzato dalla situazione pandemica, ormai superata. Presenta un ambiente estremamente angusto e claustrofobico, dove una donna è intrappolata in una camera criogenica con una riserva di ossigeno che si esaurisce lentamente. Non ho mai apprezzato particolarmente Alexandre Aja (non ho visto Crawl e non mi è piaciuto The 9th Life of Louis Drax, si salva giusto Le colline hanno gli occhi), ma devo ammettere che, sebbene non offra novità (ricorda Buried ma in versione più sofisticata), il film mantiene un certo equilibrio tra gli elementi narrativi, nonostante alcune forzature e colpi di scena piuttosto prevedibili. Un plauso speciale va a Melanie Laurent, che porta l'intero film sulle sue spalle con un'espressività facciale eccezionale, trasmettendoci la sua evoluzione emotiva tra rimpianti, rivelazioni, speranze e disillusioni. Girato quasi interamente in uno spazio di soli due metri quadrati, è comunque un film piacevole e ben realizzato. Voto: 6 [Netflix]

The Big 4 (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Timo Tjahjanto, rinomato regista del panorama cinematografico indonesiano, prosegue la sua produzione filmica grazie al supporto di Netflix. Seguendo il successo moderato di La notte su di noi, presenta The Big 4, un film d'azione che raggiunge risultati diversi, toccando appena la soglia della sufficienza. The Big 4 offre abbondanza in termini di dinamismo, ritmo e varietà visiva, ma scarseggia nella narrazione. La scelta di un tono comico piuttosto che serio non ha prodotto l'effetto sperato. Ciò nonostante, il film vanta scene di lotta e sparatorie coreografate con maestria, che trascinano lo spettatore verso un finale concitato. La durata del film, oltre due ore, non si giustifica però con una trama così basilare. La storia si limita a una convenzionale missione di vendetta contro il classico antagonista, valorizzata soltanto da una location esotica suggestiva e da un uso esagerato di effetti splatter per intensificare l'azione. In definitiva, un'occasione mancata, davvero un peccato. Voto: 5+ [Netflix]

Mixed by Erry (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Sydney Sibilia ha un debole per le storie di outsider e "Mixed by Erry" non è un'eccezione. Il film narra il sogno infranto di un DJ, impedito da una mancanza di carisma e presenza fisica, ma dotato di grande abilità nel suo mestiere. Il successo delle sue compilation diventò un vero e proprio marchio di fabbrica in quel periodo. Come nei precedenti lavori del regista salernitano, incontriamo personaggi che, sfruttando una lacuna legislativa, riescono a creare un impero di "falsi originali", realizzando così, seppur brevemente, i loro sogni: diffondere musica a basso costo e guadagnare molto. Sibilia forse resta cauto nel trattare l'argomento etico della pirateria, ma il film rimane una commedia piacevole, ben realizzata scenograficamente, con un cast di attori poco noti ma molto coesi e talentuosi. Ho apprezzato molto questa storia vera, che ignoravo, narrata con lo spirito giusto da un regista eccellente. È davvero, ma non sorprende, un bel film. Voto: 7 [Netflix]

La vetta degli dei (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Il tratto distintivo dell'animazione di essere contemporaneamente realistico e astratto si rivela appieno nell'opera di Patrick Imbert, che esplora l'ossessione quasi inesprimibile di conquistare le cime più remote, spingendo al limite le capacità fisiche e mentali. La narrazione, molto cinematografica, beneficia di una eccellente tecnica di animazione 2D, frutto di dieci anni di lavoro, che affascina esteticamente non solo per sé, ma per come valorizza la storia a più livelli. Significativo è il contributo della colonna sonora e dell'elegante OST. Si nota una leggera perdita di intensità nella prima parte e il personaggio del giornalista, anche esperto alpinista, potrebbe essere stato meglio delineato. Tuttavia, resta un film di valore, sorprendentemente raccomandabile. Voto: 6,5 [Netflix]

Ava (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Appare come un prequel deludente del già insoddisfacente Secret Team 355. Un film d'azione insipido, che sfiora il ridicolo in certi passaggi, con un cast di talento mal utilizzato per una sceneggiatura priva di idee nuove e piena di stereotipi, anche nella componente visiva, culminando in un finale volgare e senza risoluzione. Il film tenta di fondere l'action movie femminile con un dramma familiare, ma i due generi si sovrappongono malamente durante tutto il film, risultando spesso confusi e poco incisivi. Si distinguono solo le scene di combattimento e l'interpretazione di Jessica Chastain, che è sempre eccellente e convincente nel suo ruolo, ma per il resto è un'opera piuttosto deficitaria. Voto: 4,5 [Netflix]

The Killer (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Il film è apprezzabile per la prima mezz'ora e nei momenti in cui il protagonista esprime a voce alta le sue riflessioni introspettive. Tuttavia, ci si aspetterebbe di più dal regista di Mank, non solo un film d'azione con uno script così scontato e una vendetta prevedibile e mal gestita. L'azione è poi fondata su un malinteso. Si distingue solo la scena con Tilda Swinton, che però non basta. Il film si lascia guardare, grazie alla regia precisa di David Fincher, al montaggio incisivo e alle impeccabili colonne sonore del duo abituale del regista. Nonostante ciò, il film dà l'impressione di essere salvato solo dalla maestria di chi lo ha diretto, poiché in mani diverse sarebbe risultato un completo fallimento. Voto: 6 [Netflix]

La ragazza più fortunata del mondo (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Il film affronta temi profondamente radicati nella cultura americana, dal movimento #metoo alle tragedie scolastiche, fino alla lotta per l'emancipazione femminile. Narrata attraverso flashback della gioventù alternati a momenti dell'età adulta, la storia dipinge una società borghese fondata sull'ipocrisia e il patriarcato. Nonostante la presenza di numerosi esempi nella vita di tutti i giorni, questi argomenti appaiono ormai triti e frequentemente trattati dai media. Il diritto inalienabile di dire "no" in qualsiasi situazione è stato già rivendicato in maniera più efficace altrove, e qui emerge un senso di banalità. Ciò nonostante, le performance del cast sono solide e la realizzazione è curata, anche se tendente allo stile televisivo, risultando in un film che probabilmente non farà storia. Voto: 5,5 [Netflix]

Il mondo dietro di te (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Il film è concepito come un thriller, tuttavia è rallentato da numerose ed eccessive pause. Queste interruzioni, pur contribuendo a ben delineare i personaggi, rendono la narrazione troppo prolissa. Il film, che avrebbe beneficiato di una maggiore concisione, si dilunga inutilmente. Lo spunto è buono, la realizzazione meno. Con una durata di quasi due ore e venti, si conclude con un finale improvvisato, privo di sostanza e scarso fascino. La trama è sovraccarica di dialoghi, spesso superflui, e mostra una ripetitività sia nella narrazione che nelle azioni dei (piatti) personaggi. Il film, valido nelle intenzioni e sostenuto da un buon cast e una regia competente, offre alcuni effetti speciali di qualità, ma alla fine dei conti, troppa retorica e pochi fatti. Non è noioso, ma aveva il potenziale per essere migliore. Voto: 6 [Netflix]

C'è ancora domani (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 QuiPaola Cortellesi, nonostante un successo commerciale forse troppo ampio, ha debuttato con successo nella regia, ritraendo efficacemente una donna umile del dopoguerra in cerca di redenzione personale e sociale. Il film si distingue per un inganno narrativo che mantiene lo spettatore in sospeso, culminando in un finale sorprendente. Questa tecnica rende la trama meno prevedibile e aggiunge un livello di universalità alla storia personale. La nitida fotografia in bianco e nero, l'uso innovativo della musica e gli sketch comici efficaci, supportati da un cast eccellente, sono i punti di forza del film. Nonostante alcune tendenze didascaliche e una rappresentazione esagerata della malvagità maschile, il film rimane godibile e rappresenta un esempio di cinema di qualità che comunica temi importanti. Tuttavia, considerata l'attenzione ricevuta, mi aspettavo qualcosa in più. In definitiva, è un film valido, ma non straordinario. Voto: 6,5 [Netflix]

mercoledì 15 maggio 2024

Strange Days (1995)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/05/2024 Qui - Un thriller adrenalinico e spettacolare, diretto con mano sicura da Kathryn Bigelow, con il supporto dell'allora marito James CameronStrange Days presenta un'idea grandiosa ma una sceneggiatura che perde slancio nella seconda parte, un contesto desolato e senza speranza, personaggi sfortunati e maledetti, una colonna sonora techno/acida, azione incessante e tensione costante. Interpretato magistralmente da un cast di alto livello, con una Juliette Lewis perfetta nella sua folle perversione, il film scorre bene e mantiene l'interesse grazie a una trama originale e non opprimente. Anche se qualche taglio avrebbe potuto migliorare il risultato finale, la colonna sonora si adatta bene, nonostante tutto, specialmente in alcune scene. La storia, che oscilla tra realtà e finzione, è complessa ma affascinante, e il finale audace e improbabile non le fa pienamente giustizia. Colpiscono le invenzioni visive e registiche, l'eccellente fotografia e la capacità di combinare movimenti di macchina originali con una narrazione che, nonostante alcune debolezze, rimane coerente. È interessante come il film anticipi il tema dell'alienazione e della sostituzione delle emozioni reali con quelle virtuali, prefigurando l'uso intensivo dei social media un decennio dopo. Nonostante non sia un capolavoro, Strange Days è un film notevole con un'ottima idea di base, che talvolta rischia di cadere nella tipica rappresentazione "action". Avrei preferito meno caos e più riflessione, ma resta comunque un piccolo cult, non al livello di Point Break, ma sicuramente meritevole di attenzione. Voto: 6,5

La fuga di Logan (1976)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/05/2024 Qui - Forse uno dei migliori film di fantascienza degli anni '70, ambientato in un futuro di orwelliana memoria, è un po' datato ma ancora godibile anche per chi non è appassionato del genere. Ben realizzato e di qualità, è sostenuto da una trama avvincente e un cast di attori eccellenti (tra cui la splendida Jenny Agutter). Prodotto tipico della sua epoca, cattura l'attenzione e affascina ancora oggi (indimenticabile la rappresentazione di una Washington sommersa dalla vegetazione). Presenta idee originali insieme ad altre già popolari all'epoca (risentendo dell'influenza di molti film precedenti, ma essendo anche un modello per quelli successivi), con gli effetti speciali che rimangono il punto di forza, tanto da aver vinto l'Oscar. Pur avendo ritmi e tecniche tipiche di un cinema passato, il film mi ha piaciuto e coinvolto. È maestoso nella fotografia, nelle scenografie e nell'uso di luci, colori ed effetti visivi. La trama, sebbene offra numerosi spunti di interesse, tende a perdersi in una narrazione a volte troppo sentimentale, mostrando il suo meglio nella prima parte e mantenendo comunque un buon livello nella seconda. Le sue componenti sociologiche, allegoriche e fantascientifiche sono però così tanto incisive che, ciò che resta è un magnifico piccolo cult della fantascienza distopica (una sorta di versione post-apocalittica del mito della caverna di Platone), che merita di essere visto almeno una volta. Voto: 7+

Il pianeta proibito (1956)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/05/2024 Qui - Un classico indiscusso della fantascienza, che nonostante evidenzi i limiti di un'opera di oltre sessant'anni, merita riconoscimento per le sue intuizioni notevoli (come Robbie il robot) e per un finale ben congegnato e per nulla scontato (fa strano vedere un Leslie Nielsen così giovane e serio). Fonte d'ispirazione per numerose opere successive, questo film del 1956 dimostra che non sono necessari ingenti mezzi tecnici ed economici né tecnologie avanzate quando si dispone di immaginazione e creatività. L'idea, straordinaria nella sua semplicità, trasforma la pellicola in un thriller fantascientifico di alta tensione e di notevole qualità, tutt'altro che superficiale, ma piuttosto intelligente e significativo (con il geniale concetto dei mostri dell'Id). È vero, si possono notare alcune ingenuità nei dialoghi o nelle presunte innovazioni tecniche del 24° secolo, che appaiono arretrate rispetto alle nostre, ma non dobbiamo dimenticare che si tratta di un film degli anni '50. Il vero punto di forza del film è sicuramente la realizzazione tecnica: effetti speciali sorprendenti per l'epoca (curati dalla Disney), scenografie suggestive e inquietanti, e soprattutto gli effetti sonori. Musiche elettroniche futuristiche, ipnotiche e agghiaccianti, che creano un'atmosfera unica e conferiscono un autentico senso di disagio nelle scene che accompagnano. In conclusione, il film è estremamente interessante, rappresentando forse un punto di svolta nel cinema di fantascienza per il suo lato tecnico avanzato e i temi trattati. Con ulteriori miglioramenti, avrebbe potuto essere un vero capolavoro, ma resta comunque un'opera degna di visione, anche a distanza di 68 anni, perché mentre alcuni film invecchiano male, questo, a mio parere, no. Voto: 7

Terrore dallo spazio profondo (1978)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/05/2024 Qui - Premetto che ho visto l'originale talmente tanto tempo fa che è come se non lo avessi visto, quindi non faccio paragoni. In ogni caso il primo remake del classico "L'invasione degli ultracorpi" è un buon titolo fantascientifico, ancora oggi godibile e piacevole. La prima parte è quella che ho preferito maggiormente, piena di mistero ed avvolta da una discreta tensione (aiutata anche da una buona colonna sonora ansiogena). Purtroppo nel momento dell'esplosione dell'orrore la pellicola perde colpi, e se escludiamo qualche guizzo (le urla degli "alieni", il cane-uomo) la storia scade un po' fra lungaggini e ripetitività. Ottimi invece gli effetti, validi tutt'ora, e cast d'eccezione con grandi nomi del periodo e giovani promesse future. Il finale poi è altrettanto bello ed inquietante con un gran colpo di scena (anche se senza nessuna speranza, forse in qualche modo necessaria). Una piccola pecca secondo me sono i dialoghi (qualche sporadica volta) troppo scontati. Resta comunque un discreto film di fantascienza con qualche svirgolata horror. Un onorevole remake che non sfigura nel confronto con il primo film del 1956. Voto: 6,5

The Black Hole - Il buco nero (1979)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/05/2024 Qui - La risposta di Disney a "Guerre stellari" doveva essere grandiosa, ma scenografie, effetti speciali e regia non raggiungono lo stesso livello. Tuttavia, la storia è avvincente dall'inizio alla fine e il film si distingue dalle solite fiabe per bambini. La svolta oscura di Disney ha dato vita a un film di fantascienza con un'atmosfera angosciante, cupa e claustrofobica che non manca di emozionare. La trama si evolve in maniera sorprendente, con musiche che si fondono perfettamente con le scene, e un finale suggestivo, sebbene forse un po' troppo elaborato, che aggiunge un fascino unico al film. Come tentativo di Disney di offrire qualcosa di nuovo, merita riconoscimento. Sfortunatamente, fu un insuccesso commerciale nonostante l'investimento anche nel merchandising. È vero che appare datato, in parte a causa di un cast che era già non più attuale al momento dell'uscita, ma conserva un certo incanto retrò. Devo ammettere che l'ho guardato con piacere, il finale è intrigante, anche se avrebbe beneficiato di maggiori spiegazioni o approfondimenti. In conclusione, non memorabile, ma film davvero carino. Voto: 6+

Rollerball (1975)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/05/2024 QuiJames Caan offre una performance intensa in un film con uno script futuristico e visionario, che brilla nelle scene d'azione (l'idea di uno sport violento e brutale come principale intrattenimento di una società quasi totalitaria è geniale) ma risulta meno convincente nei dialoghi e nello sviluppo della trama, due aspetti che avrebbero beneficiato di maggiore attenzione. Il film diventa davvero affascinante solo durante le emozionanti e pericolose battaglie in campo, mentre le altre parti tendono a essere noiose (dialoghi poco incisivi, personaggi poco definiti, trama che stenta a prendere il volo). Nonostante ciò, l'opera possiede un fascino violento e disperato che persiste dopo la visione, un indubbio punto di forza. Sebbene meno spettacolarità e più approfondimento avrebbero giovato, il film rimane una realizzazione di successo. In conclusione, nonostante non sia perfetto, è un prodotto molto valido, un amalgama di generi che in quel periodo produceva opere di qualità e ricche di significato. Con il passare del tempo, alcuni aspetti possono sembrare datati, ma Rollerball resta un film da riscoprire, preservare e ricordare. Voto: 7

Fantascienza Vintage - Parte 3

Post pubblicato su Pietro Saba World il 15/05/2024 Qui - Non è la prima volta che faccio una retrospettiva al genere fantascientifico "del tempo che fu" (tempo che va dagli anni '60 ai '90), che per questo specifico caso può definirsi "del tempo che potrebbe essere" (di un futuro distopico non proprio impossibile), e non a caso il titolo del post riporta la dicitura parte terza, perché prima appunto, ce ne sono state altre due di occasioni. L'occasione di vedere ulteriori film, in questo caso sei, che rappresentano il genere fantascienza nelle sue varie derivazioni. Classici e cult, remake e capostipiti, al servizio del genere tramite futuri distopici e viaggi spaziali inconsueti. Visioni terrificanti e indescrivibili, di un futuro che rappresenta la razza umana (ma in questo caso non solo) nelle tante forme immaginate e idealizzate nel tempo. Un viaggio totalizzante, portandomi ad affrontare sei tappe non esattamente definibili "una passeggiata". Sei film di cui due tuttavia rintracciabili da piattaforme "legali" di streaming, ovvero Rollerball su Prime Video e Il buco nero su Disney Plus, gli altri no, ma tutti comunque soddisfacenti nelle loro molteplici sfaccettature, di visioni fantascientifiche interessanti e di rara visionarietà (del loro tempo ovvio).