Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Il film è chiaramente influenzato dalla situazione pandemica, ormai superata. Presenta un ambiente estremamente angusto e claustrofobico, dove una donna è intrappolata in una camera criogenica con una riserva di ossigeno che si esaurisce lentamente. Non ho mai apprezzato particolarmente Alexandre Aja (non ho visto Crawl e non mi è piaciuto The 9th Life of Louis Drax, si salva giusto Le colline hanno gli occhi), ma devo ammettere che, sebbene non offra novità (ricorda Buried ma in versione più sofisticata), il film mantiene un certo equilibrio tra gli elementi narrativi, nonostante alcune forzature e colpi di scena piuttosto prevedibili. Un plauso speciale va a Melanie Laurent, che porta l'intero film sulle sue spalle con un'espressività facciale eccezionale, trasmettendoci la sua evoluzione emotiva tra rimpianti, rivelazioni, speranze e disillusioni. Girato quasi interamente in uno spazio di soli due metri quadrati, è comunque un film piacevole e ben realizzato. Voto: 6 [Netflix]
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