Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/05/2024 Qui - Forse uno dei migliori film di fantascienza degli anni '70, ambientato in un futuro di orwelliana memoria, è un po' datato ma ancora godibile anche per chi non è appassionato del genere. Ben realizzato e di qualità, è sostenuto da una trama avvincente e un cast di attori eccellenti (tra cui la splendida Jenny Agutter). Prodotto tipico della sua epoca, cattura l'attenzione e affascina ancora oggi (indimenticabile la rappresentazione di una Washington sommersa dalla vegetazione). Presenta idee originali insieme ad altre già popolari all'epoca (risentendo dell'influenza di molti film precedenti, ma essendo anche un modello per quelli successivi), con gli effetti speciali che rimangono il punto di forza, tanto da aver vinto l'Oscar. Pur avendo ritmi e tecniche tipiche di un cinema passato, il film mi ha piaciuto e coinvolto. È maestoso nella fotografia, nelle scenografie e nell'uso di luci, colori ed effetti visivi. La trama, sebbene offra numerosi spunti di interesse, tende a perdersi in una narrazione a volte troppo sentimentale, mostrando il suo meglio nella prima parte e mantenendo comunque un buon livello nella seconda. Le sue componenti sociologiche, allegoriche e fantascientifiche sono però così tanto incisive che, ciò che resta è un magnifico piccolo cult della fantascienza distopica (una sorta di versione post-apocalittica del mito della caverna di Platone), che merita di essere visto almeno una volta. Voto: 7+
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