Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/02/2021 Qui - Un thriller che vorrebbe fondere troppi livelli, dal gotico allo psicanalitico fino al mistery in stile Guillermo Del Toro. Vuole sorprendere per originalità ma in definitiva è solamente una scemenza un po' confusa che prende mille direzioni senza arrivare a nessun traguardo. Si seguono con punto interrogativo le disavventure apparentemente tragicomiche del piccolo Louis fino al suo nono compleanno, in attesa che i nodi sparsi qua e là vengano sciolti, cosa che accadrà maldestramente nel finale (tutto è un po' troppo facilmente intuibile, nessuna grossa sorpresa e quel colpo di scena alla fine è poca roba, di fatto esso non è un vero e proprio colpo di scena, è la prevedibilità di una sindrome che affligge i genitori fatta a persona). Piuttosto lento e noioso (vedi le sedute dallo psicanalista e i soliloqui del bimbo in coma), si salvano invece le sequenze fantasy-marine e poco più. Il cast fa del suo meglio, ma non rimedia al garbuglio della trama, anche perché a parte Sarah Gadon (qui comunque più bella che brava) ed Oliver Platt, il resto è risibile, lo è sia Aaron Paul che Jamie Dornan (qui dopotutto era ancora ancorato alle "sfumature"). Ben realizzato certo, non annoiante ma nemmeno pienamente convincente ed intrigante come avrebbe potuto essere. Brutto il doppiaggio italiano (in particolar modo quello del bambino). Il buon Alexandre Aja ne ha girati di meglio. Voto: 4
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