lunedì 8 febbraio 2021

Christine - La macchina infernale (1983)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/02/2021 Qui - Da un'idea poco inquietante (almeno su carta) e all'epoca già abbastanza abusata di suo (DuelLa macchina nera e molto più prima Herbie, dopotutto Christine pare proprio il suo gemello cattivo, il suo lato oscuro), maestro John Carpenter (fresco settantatreenne, ancora Auguri) se ne uscì più che dignitosamente con questo "leggero" (all'apparenza) horror dalla grande atmosfera, un film che rivisto dopo anni non è per niente invecchiato, un film che, basato sull'omonimo romanzo di Stephen King dello stesso anno, seppur minore nella filmografia di Carpenter, tra i suoi più iconici e riconoscibili, con due palle così. Come dicevo prima, l'idea di una macchina posseduta, auto verniciata rosso fiammante che si rivela fin da subito un entità maligna, bastarda fino al midollo (come da, straordinario, contrappunto musicale), sinceramente, non è che sia proprio così "terrorizzante", ma l'abilità del regista qui, è stata proprio quella di riuscire (con poco e con successo) a rendere tutto spaventoso ed agghiacciante in ogni caso (aggiungendoci pure qualche accurato e sincero episodio di vita adolescenziale). Un'interessante sceneggiatura ricca di colpi di scena, una regia ispirata, un'inquietante fotografia, delle musiche da brivido (punto forte del film, realizzate come al solito con il fraterno Alan Howarth), degli ottimi effetti speciali, e degli attori abbastanza in parte (Keith GordonJohn Stockwell, il mitico Robert Prosky e la futura bagnina Alexandra Paul, e la giovanissima Kelly Preston, recentemente scomparsa) sono gli ingredienti base di questo horror non particolarmente memorabile (specie se si parla appunto di John Carpenter) ma comunque ben fatto, girato con classe e capace di trasmettere in più occasioni una tensione non indifferente (nelle scene degli omicidi in particolare). Sprecato Harry Dean Stanton nei panni di un detective completamente inutile. Un plus in più per affetto (ricordo la prima volta che lo vidi, stessa sensazione di inquietudine) e per l'ispirazione che nel futuro poi regalerà. Voto: 7+

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