sabato 27 febbraio 2021

Someone, Somewhere (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2021 Qui - Rémy e Mélanie hanno 30 anni e vivono nello stesso quartiere di Parigi. Barricati dietro agli schermi dei loro computer, entrambi faticano a costruire una relazione, vittime della solitudine della grande città. Questo è un film che fa bene al morale e che dovrebbe essere visto da quante più persone possibile. All'inizio, non sappiamo davvero dove ci porta lo vicenda perché la sua semplicità è più simile a un'idea intelligente per un cortometraggio piuttosto che a un lungometraggio. In effetti, Someone, Somewhere è lo specchio di una generazione di trentenni con la testa, connessi, infelici senza saperlo e in difficoltà nei rapporti umani. Cédric Klapisch firma un'opera toccante, di fine scrittura, in miracoloso equilibrio tra malinconia e umorismo, un film sensibile, leggero e diretto dove insegue ancora la sua piacevole Comedie Humaine del suo cinema (si ricordi in particolar modo L'appartamento spagnolo e/o Bambole russe). La commedia romantica, qui, non ha ancora avuto luogo, ma ci racconta l'inizio di una (probabile) folle storia d'amore (il regista infatti si concentra sul percorso di elaborazione personale che procede l'incontro amoroso) in cui devi prima imparare ad amare te stesso prima di amare gli altri (il titolo originale è non per caso Deux moi: due "io" diventano "noi" soltanto quando ciascuno, dipanato l'intimo groviglio, riesce ad accettare pienamente se stesso). François Civil e (la bella, dolce e carinissima) Ana Girardot sono graziosi e divertenti. Camille Cottin e François Berléand, nei panni dei rispettivi psicologi, portano una sfumatura insolita e sottile. La bella colonna sonora ci accompagna rivelandosi parte essenziale del racconto, di un racconto, di un film, originale, delicato e simpatico, da guardare senza pregiudizi. Un film che personalmente parlando ho particolarmente apprezzato, per la sua autenticità ed arguzia. Voto: 7

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