domenica 3 marzo 2019

Cicogne in missione (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/03/2017 Qui - Come mai in questi ultimi anni è sceso drasticamente il numero delle nascite? che fine ha fatto il baby boom? Ce lo svela Nicholas Stoller, sceneggiatore di Cicogne in Missione (Storks), film d'animazione del 2016, di cui è anche regista insieme con Doug Sweetland, che affronta questa realtà, purtroppo, attuale. Il film infatti inizia con una voce fuori campo che recita: "In principio le Cicogne consegnavano i bambini (…) grazie al cielo ora non lo facciamo più, ora le cicogne consegnano pacchi" e segue l'immagine di famiglia che esulta ricevendo un cellulare. La metafora non richiede un genio per essere capita, oggi il desiderio dei bambini è sostituito da quello per gli oggetti e la cosa non è sanissima. E il film la sviluppa (su due piani narrativi complementari eppure indipendenti, che divertono lo spettatore e che tengono bene le sotto-trame grazie all'originalità del tema) in modo divertente, molto, con un susseguirsi di trovate e un ritmo sostenuto, deliziosamente spezzato dagli inserti di tenerezza indotti dai bambini in fasce. Ma soprattutto anche grazie al film stesso che non indugia mai troppo sulla singola gag o battuta, tutto scorre via fresco, tra il geniale è un pizzico di sana follia animata, tra cui, strano a dirsi leggendo i nomi dei doppiatori italiani, un doppiaggio perfetto. Nella versione italiana infatti le voci dei protagonisti sono di Alessia Marcuzzi e Federico Russo, che se la cavano abbastanza bene accanto ad altri doppiatori esperti (Pino Insegno su tutti, ma anche un Vincenzo Salemme più che discreto). Non solo ovviamente, perché di trovate folli e geniali li troviamo anche nella trama e in tanti personaggi buffi e spassosi, su tutti i lupi 'transformers', sì avete capito bene, lupi capaci di tutto, ma proprio tutto, di esilarante e divertente. Ma tornando proprio alla trama, ecco nel dettaglio di cosa parla questo sorprendente e bel film d'animazione (visto in settimana su Infinity e ancora disponibile fino a domani).
Con l'avvento della new economy (e poiché ultimamente le cicogne o smarrivano gli indirizzi dei destinatari dei neonati od il viaggio di consegna si dimostrava troppo impegnativo), gli abitanti del celeste Monte Cicogna (inaccessibile agli umani) hanno riconvertito la loro produzione, chiudendo la vecchia Baby Factory e reinvestendo con successo il capitale nella consegna pacchi super rapida Cornerstore.com. Ma quando viene (inaspettatamente) loro recapitata una lettera (per colpa di una vecchia brochure pubblicitaria) da parte di un bimbo (Nate) desideroso di avere un fratellino (il quale, seppur molto amato dai suoi genitori, entrambi agenti immobiliari freelance che lavorano da casa tutto il tempo, ad ogni ora e in ogni giorno, anche festivo, si sente un po' solo). e questa viene intercettata da una ragazza, di nome Tulip (Alessia Marcuzzi), che ha sempre vissuto con le cicogne perché mai recapitata alla sua famiglia a causa dello smarrimento dell'indirizzo di casa (che non ha perso però il desiderio ricongiungersi ai suoi veri genitori), ecco che la nuova missione di consegna-neonati deve forzatamente iniziare per le cicogne, anche se questo rischia di portare al tracollo una macchina organizzativa perfetta ed efficientissima. Da questo momento così Tulip e la cicogna Junior (Federico Russo, assai riluttante per il compito, dato che sta per ottenere dal suo capo Boss, Pino Insegno, la tanto agognata promozione a nuovo boss) affronteranno il lungo viaggio per recapitare la neonata (chiamata nel frattempo Diamantina, una deliziosa e dolcissima Patalice in miniatura) che piano piano nel frattempo riuscirà ad intenerire i cuori di tutti coloro che vogliono boicottarne la consegna, tranne Toady (Vincenzo Salemme), l'uccelletto impiccione che starà sempre in mezzo alle penne.
Ma dopo numerose (spassose) avventure ella raggiungerà finalmente la casa del bimbo che aveva scritto la lettera (sebbene questi avesse richiesto espressamente un maschietto) e nello stesso tempo si presenterà per Tulip anche l'occasione tanto agognata da anni di trovare la sua vera famiglia, e nel frattempo le cicogne riscopriranno con gioia la voglia di consegnare di nuovo alle famiglie i loro bimbi. Si lo so, trama alquanto bizzarra seppur geniale e divertente è questa, ma per questo colorato e movimentato lungometraggio della Warner Bros Animation è perfetta, perché nonostante un linguaggio semplificato e un largo uso di comicità fisica, si dimostra capace di intrattenere giovani e meno giovani, affrontando tematiche anche delicate quali il diritto alla vita e la ricerca dell'identità. In questo senso estremamente attuale è infatti sia l'idea di una fabbrica di bambini e l'immagine di genitori completamente assenti nella vita del figlio, proprio perché totalmente assorbiti dal lavoro e dalle tecnologie informatiche, così come l'aridità e le ripicche personali che dominano l'azienda delle cicogne, dove tutti vorrebbero comandare e dove tutti hanno dimenticato il senso di tutto.
Il senso della vita e della storia, che nel suo complesso risulta molto carina e toccante, dato che spiega in modo sia pure fantasioso, ma anche accettabile, ai bambini più piccoli la decrescita delle nascite attuale. Anche se al di là della spiegazione più o meno plausibile che viene data, Cicogne in Missione risulta un cartoon ben fatto, divertente ed in certi momenti anche commovente, difatti l'ultima volta che mi è capitato di emozionarmi è stato con Il viaggio di Arlo e Inside out, che per certi aspetti, seppur in quantità superiori a questo, aveva livelli di emozioni alte, soprattutto per la storia che raccontavano. Una storia come qui meravigliosa, tanto da valere tutto il film, in questo senso bellissima è infatti la sequenza presentata in cui viene descritta la preparazione completa dei neonati prima di affrontare il lungo viaggio sino alle loro famiglie. Poiché per gli occhi più attenti fino alla fine capiranno che non è questo un film per celebrare l'anacronismo di certi racconti sulla riproduzione umana, si tratta invece di una fiaba sull'amore di tutti i colori. Una fiaba emozionante consigliabile soprattutto al pubblico dei più piccini ma divertente e sicuramente gradito anche ai più grandi, adulti compresi, Per chi è grado infatti di sopravvivere ad una serata in mezzo a bambini e popcorn un buon modo per passare un'ora e mezza molto allegra questa è. Perché insomma questo film, colorato, frizzante e tanto vivace, sicuramente non eccelso ma comunque piacevole e a tratti sorprendente, è davvero bello, ma proprio bello. Bello come quando e come solo i cartoni belli e fatti bene sanno fare, e Cicogne in Missione è certamente uno di questi. Voto: 7+