mercoledì 6 marzo 2019

Money Monster: L'altra faccia del denaro (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 03/04/2017 Qui - Mi aspettavo un film giocato tutto sul sarcasmo e sulla satira di un mondo, quello della televisione che vende soldi e paura, insomma un déjà-vu qualche volta anche un po' retorico e ripetitivo. Invece mi sono trovato, paradossalmente dopo un inizio di quel tipo, piacevolmente colpito da un film, Money Monster: L'altra faccia del denaro (Money Monster), film del 2016 diretto da Jodie Foster, che molto presto ha virato verso il thriller in modo serio, forse perfino importante e certamente teso e coinvolgente. Da quel momento in poi infatti la tensione è andata crescendo ed il film non ha più avuto tregua fino alla fine, in verità unico momento un po' scontato. Money Monster difatti è un film ben confezionato, di maniera e del tutto prevedibile inizialmente, poiché sembra di vederci almeno un centinaio di film americani degli ultimi quarant'anni, da Tre giorni del condor di Sidney Pollack del 1975 e Quinto potere di Sidney Lumet del 1976, passando attraverso tutti quelli che trattano di un sequestro, come Inside man di Spike Lee del 2006, e si svolgono attorno alla figura del mediatore, fino ai più recenti che trattano di finanza e delle sue truffe, come La grande scommessa di Adam McKay del 2015. La soluzione insolita per un thriller (questo, diverso da tanti altri perché in effetti meno scontato del previsto nonostante tutto), invece, è nell'uso del tempo reale, la vicenda si svolge esattamente in un'ora e quaranta come per sottolineare il tempo della diretta TV.
La storia è semplice ma eccezionale come la pellicola, negli studi televisivi, dove Lee Gates (un simpatico George Clooney) conduce "Money Monster", un programma che dà suggerimenti finanziari tra un balletto e una gag, irrompe un ragazzo con una bomba e una pistola e, mediante il suo 'fuori-programma', terrà con il fiato sospeso milioni di spettatori in tutto il mondo che seguiranno in diretta il sequestro del conduttore. Patty Fenn (l'impeccabile Julia Roberts) è la regista che attraverso un auricolare radio-guida Gates, che pian piano si trasformerà da intrattenitore un po' giullare, prenderà consapevolezza dei disastri che gli imbrogli della finanza e le truffe della borsa stanno operando sul sociale, spingendo Kyle Budwell (un bravissimo Jack O'Connell), un ragazzo disperato che ha perso i suoi soldi, a gesti inconsulti come la confisca armata di Lee Gates e del suo programma. Patty Fenn e la sua troupe quindi, costretti dalle circostanze, finiranno per fare un vero giornalismo d'inchiesta (non come quelli de Il caso Spotlight che lo fanno per vocazione) arrivando a scoprire la truffa del capo di una società finanziaria i cui prodotti azionari hanno subito una perdita di 800 milioni di dollari in un pomeriggio.
Jodie Foster si cimenta quale regista già ben collaudata (sono già quattro i Film diretti) in un'Opera cinematografica assai difficile, ma al contempo assai attuale e contemporanea, cosa accade quando a cimentarsi con le relative conseguenze che possono innescarsi (a giocare in borsa), sono principianti, avventurieri, giocatori d'azzardo, truffatori, poveri speranzosi, analfabeti informatici? E' un'avventura in un terreno minato ed estremamente pericoloso nel quale puoi perdere tutto? Oppure è un'opportunità per diventare ricchi di money partendo dai tuoi piccoli risparmi di persona comune o dagli altrettanto piccoli lasciti che hai ricevuto in eredità dai tuoi genitori passati a miglior vita? E' questa la domanda che la regista pone allo spettatore con questo film, che vede un'interessante e divertente sceneggiatura di Alan Di Fiore, Jim Kouf e Jamie Linden, un cast di attori hollywoodiani straordinari già citati ed una fotografia, per certi versi teatrale, di Matthew Libatique. Anche se la narrazione in sé, la storia del giovane ed inesperto investitore che fa trading e perde tutto perché non-conoscitore del sistema, e si fida dei consigli televisivi di un arrogante e presunto-veggente-finanziario George Clooney, non è il vero fulcro del messaggio che la regista vuole lanciare allo spettatore. Il vero messaggio è quello che ha a che fare con il mondo dell'alta finanza internazionale popolato da personaggi senza scrupoli, da squali che hanno il solo ed unico obiettivo di arricchirsi rubando i danari del prossimo, di sciacalli che quale virtù dominante hanno il cinismo e il disinteresse assoluto per i propri simili, tutti personaggi, se non demoni travestiti da uomini, ben nascosti tra le maglie di un sistema finanziario virtuale e mediatico, oramai esclusivamente borsistico, dove capirci qualcosa è impossibile anche agli addetti ai lavori e dove progettare truffe milionarie è divenuto lo scopo principale dei più grandi e noti speculatori finanziari del pianeta.
Il film perciò è da vedere anche secondo questa prospettiva, intelligente e conturbante al contempo, perché le vittime sono sempre le stesse, come nella storia dell'uomo di tutti i tempi, e sono i più deboli ed indifesi, e i forti, in questo caso gli speculatori-finanziari-miliardari, la fanno sempre franca, o quantomeno, il rischio che corrono non è mai pari ai danni che causano a chi ha riposto ingenuamente in loro tutta la fiducia e tutti gli averi terreni di cui dispongono. Ma come accennato, oltre alla riflessione sul mondo della finanza e delle telecomunicazioni, che in ogni caso finisce purtroppo in un nulla di fatto, per colpa di un mondo (il nostro) effimero e superficiale (che dimentica presto), l'aspetto di grande importanza è il thriller stesso, capace di coinvolgere, intrattenere e spiazzare nonché addirittura divertire, con colpi di scena a ripetizione (sensazionale la chiamata della moglie incinta al ragazzo) e una certa vis comica, la traversata di New York a piedi di ostaggio e sequestratore, coi tiratori scelti quasi a fare da scorta e la folla che inneggia al sequestratore truffato dalla finanza, è davvero molto divertente nonché angosciante. Avendo la regista Jodie Foster inserito infatti diversi momenti ironici e divertenti, che seppur nella tragedia della situazione, contribuiscono alla riuscita di un film che si potrebbe definire di genere trasversale, thriller classico, thriller finanziario, hostage movie, con fallimenti di investimenti, spettacolarizzazione degli avvenimenti, show assoluto della tv americana e scoop sensazionali. In sintesi, un discreto thriller di intrattenimento ben montato, con pochi momenti di pausa.
Ma alla buona riuscita di tutto ciò hanno anche contribuito un montaggio fenomenale in certi momenti a 200 all'ora ma sempre giustificato e un commento musicale serrato ma non barocco. Jodie Foster insomma, si è dimostrata una regista, non solo impegnata socialmente come è nella sua natura, ma anche tecnicamente preparatissima. Che è riuscita a fare una critica ferocissima della società americana senza come già detto cadere nella retorica fine a se stessa. Il denaro e la televisione sono trattati come è giusto da veri mostri della nostra epoca, che tutto indorano e avviluppano senza nessuna remora di far del male alle persone più deboli. Il film ha soprattutto dalla parte sua non solo i due attori protagonisti esperti e di successo, ma anche l'intero cast (tutti a proprio agio) fa il suo lavoro benissimo, dalla sempre inappuntabile Julia Roberts e da Jack O'Connell che si sta pian piano creando un buon ruolino di carriera, senza dimenticare Caitriona Balfe, nel ruolo di una donna (dal carattere forte ed indomito) che per scoprire la verità farà di tutto (il che mi ricorda la Claire di Outlander) ed ovviamente Dominic West, nell'ingrato compito (comunque abbastanza facile per lui, dato che ci riesce benissimo) di essere nuovamente dopo The Affair, lo stronzo della situazione. Ma la vera architrave di tutto il film è George Clooney, in una delle sue migliori interpretazioni. Vero mattatore assoluto che passa con semplicità e scioltezza da una prima parte tutta giocata sull'eccesso fino quasi al ridicolo ad una seconda nella quale il personaggio da lui interpretato cambia completamente registro e man mano che il film prosegue, prende sempre più coscienza della situazione fino ad arrivare a comprendere in toto le ragioni del suo possibile carnefice. Insomma questo è un film di grande professionismo ma anche di gran cuore. Perché in definitiva anche se non eccezionale, e anche se per alcuni potrebbe non piacere Jodie Foster regista (che probabilmente e forse anche certamente non è una grandissima regista nonostante il suo compito lo svolge egregiamente)rimane un film che si lascia vedere fino alla fine, che si può vedere rilassati ma se ci si lascia coinvolgere è meglio ancora, poiché questa è davvero una gradita e bella sorpresa. Voto: 7,5