mercoledì 6 marzo 2019

Forever Young (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/04/2017 Qui - Invecchiare, si sa, non è bello ma purtroppo bisogna accettarlo come processo naturale dello sviluppo di ogni essere umano. Non è quello, invece, che fanno i protagonisti dell'ultimo film di Fausto Brizzi, Forever Young, film del 2016 diretto e co-sceneggiato dallo stesso Brizzi e da Marco Martani e Edoardo Falcone, il cui titolo è già di per sé assai esplicativo. Sentirsi giovani, dinamici e al passo con i tempi infatti è probabilmente un modo per resistere, spesso inconsciamente, all'inevitabile trascorrere del tempo, ma troppo spesso non riusciamo ad accettare ostentando comportamenti che ci rendono inconsapevolmente ridicoli o fuori luogo. Riflessioni pertinenti e pure interessanti, che in questa commedia si traducono, in verità senza particolari guizzi di fantasia (e con qualche episodio di colore), in una serie di storie concatenate che riflettono sostanzialmente le considerazioni di cui sopra. Alcuni personaggi difatti, il direttore di una radio locale, un famoso dj, una madre di famiglia divorziata, la sua estetista ed un anziano avvocato sono i personaggi principali delle storie qui narrate in cui si evidenzia il loro totale rifiuto ad accettare la propria avanzata età. Credendosi ancora dei giovani, essi, ognuno a suo modo, assumono degli atteggiamenti poco consoni alla propria reale età e non si rendono conto di essere solamente ridicoli. Così, c'è il direttore della radio che ha una relazione con una ragazza molto più giovane di lui che egli segue dappertutto in discoteca, a feste dalla presenza di un folto numero di ragazzi, insomma con un ritmo di vita che egli fa fatica a seguire, il dj che si veste come un ragazzino e non si assume ancora completamente le proprie responsabilità di padre di un figlio ormai frequentante l'Università, la madre del suddetto figlio che esce svariate sere in discoteca intrecciando relazioni amorose con ragazzi molto più giovani, l'estetista che nel frattempo ha una relazione sentimentale anch'ella con un "toy boy" e l'anziano avvocato che, per mantenersi in forma rischia seriamente la propria salute seguendo tutti i tipi di sport per lui divenuti ormai seriamente pericolosi. Ma alla fine dovranno poi tutti fare conto con la dura realtà o forse no?
Fausto Brizzi con questo film in maniera molto ironica insomma prende in giro i quarantenni/cinquantenni (anche di età più avanzata) che, appunto, non si vogliono arrendere all'evidenza di invecchiare naturalmente e che pertanto si comportano come se per loro il tempo non fosse mai trascorso. Il modo che il regista adotta è molto garbato e, seppure a volte un poco esagerato, in ogni caso rispecchia senza alcun dubbio la ridicola realtà concernente l'atteggiamento ed il modo di vivere "giovanile" assunto da svariati individui. L'argomento infatti alla base di queste storielle, perché di piccole storie si tratta a tutti gli effetti, non è poi così banale, ed anzi specchio realistico o verosimile di una società costruita su un benessere fittizio ed esteriore, dunque in gran parte fine a se stesso, che ormai dilaga soprattutto negli ambiti più prettamente metropolitani. Il risultato è ovviamente quello di avere prodotto una commedia divertente, per nulla volgare e purtroppo quanto mai veritiera di certe ridicole realtà. Certo la sceneggiatura del film non riserva grosse sorprese e svolte narrative degne di nota, le vicende infatti, certamente simpatiche risultano in verità esili e nulla più, dato che si sbrogliano tutte all'insegna di un accomodamento che appare più come un innocuo deludente buffetto sulla spalla che una soluzione o una presa d'atto che possa far sorridere, ma grazie al taglio usato dal regista, e poiché ci troviamo in zona commedia leggera, tutto è passabile e accettabile, dato che riesce anche a pensare semi-seriamente.
Poiché una riflessione anche sui giovani di adesso ci sta tutta, perché sei uno alla mia età (over 30) non conosce gli anni '80, non sa cos'è un 'commodore', cos'è un vinile, chi sono i Pooh o i Beatles, beh non merita di vivere, punto. Certo, le generazioni cambiano, ma io non mi sentirò mai vecchio a ricordare quegli anni, mitici e ruggenti. Ma torniamo al discorso di prima e al taglio del film, un taglio che è infatti quello della commedia all'italiana, ma soprattutto l'autore con molto acume riesce a sfruttare appieno la verve comica di Lillo Petrolo, cosa riuscita a pochi (fino ad oggi, risultando più simpatico e gradevole del solito) nella storia più pop e più ironica, piazza un Teo Teocoli d'annata al posto giusto (dato che definisce con cura e goliardia una macchietta riuscita ed incalzante che rende esemplare il suo personaggio di anziano iperattivo ed apparentemente "inaffondabile"..come il Titanic) e utilizza Fabrizio Bentivoglio in un ruolo brillante, consono al profilo artistico dell'attore, ma anche Sabrina Ferilli (nonostante una certa antipatia) è in parte e tutti coralmente offrono una convincente interpretazione, per una pellicola divertente e piacevole, frizzantina e spiritosa. Agli attori principali bisogna comunque inoltre ricordare alcuni bravissimi comprimari, Luisa Ranieri e Lorenza Indovina in primis, ma anche il buon gigantone Stefano Fresi, che riprende con professionalità, anche se con una certa incolpevole ripetizione, il medesimo stereotipo di personaggio. In più sono presenti anche alcuni simpaticissimi cameo, nel film infatti interpretano dei piccoli ruoli Nino Frassica, Riccardo Rossi, gli Zero Assoluto, Anna Pettinelli e Francesco Sole.
Insomma, un film nel complesso senza grandi pretese ma sicuramente piacevole a vedersi e, perché no, forse anche un poco utile ad indurre a riflettere tutti coloro che più o meno non si rassegnano ancora ad accettare la propria reale età anagrafica. E quindi nell'ambito della filmografia, non proprio eccelsa e di livello del Brizzi regista, Forever Young ha perciò la forza di rivelarsi una delle più riuscite prove dai tempi di Ex, anche se tutto ciò che è stato dopo quest'ultimo non appare in effetti molto degno di rilievo per poterci rassicurare più di tanto e anche se il regista perde l'occasione di girare un film veramente importante, edulcorando troppo gli aspetti più dolorosi e amari dell'età che avanza. Ma quello che rende questo film consigliabile a molti è la musica, perfettamente inserita nel contesto e nelle vicende, con Bonnie Tyler e la sua struggente indimenticabile Total eclypse of the heart (canzone che furoreggiò al Festival di Sanremo edizione 1983) e l'ultrapop-elettrica Video killed the radio star, che costituiscono una avvincente colonna sonora ruffiana quanto basta per un "amarcord" facile ma efficace. Inoltre la canzone originale del film, Sangue e vita, è stata composta e interpretata dai Santa Margaret, in più nel film c'è una cover di Forever Young degli Alphaville, cantata da Nina Zilli. In conclusione quindi musicalmente eccelsa, discretamente divertente, comunque debole nei temi ma piacevole a vedersi. Voto: 6,5