sabato 21 dicembre 2019

Bellezze cinematografiche/serialtelevisive edizione 2019

Classifiche pubblicate su Pietro Saba World il 21/12/2019 Qui - Uno dei momenti più attesi dal mio pubblico maschile, e femminile chi lo sa (sono aperto a tutti), è finalmente giunto. E' il momento infatti della mia ode alla bellezza ed alla sensualità. Il Saba Beauty Awards è un premio difatti, anche quest'anno in un'unica versione (sia cinematografica che serialtelevisiva), che appunto premia le più belle donne apparse in tutte le pellicole e serie tv viste durante l'anno. In tal senso, poiché è ovvio che la scelta può essere stata "condizionata" dalle scene particolarmente hot di alcune di queste protagoniste, raccomando ai lettori che se le foto di seni nudi o altro vi infastidiscono e le trovate disdicevoli, di ignorare questo post. Agli altri invece, che apprezzeranno il suddetto post, di non essere volgari e di non esagerare nei commenti. A tutti comunque calma e sangue freddo. Ma prima di cominciare vediamo chi è la madrina di quest'anno, l'anno scorso fu Margot Kidder (la Lois Lane di Superman, qui), oggi ed ora, se non l'avete ancora riconosciuta, è Doris Day, la fidanzata d'America, scomparsa a maggio scorso all'età di 97 anni. Se non sapete chi è (cosa comunque plausibile visto che attiva come attrice dagli anni quaranta ai sessanta) vi invito a rivolgervi a Google. Detto ciò, torniamo a noi, e vediamo chi quest'anno non ci sarà, anche se ne avrebbe avuto tutto il diritto. Sì perché per evitare di vedere sempre le stesse protagoniste, devo rinunciare a qualcuna. E quest'anno in ambito cinematografico devo rinunciare alla bellissima Jennifer Lawrence di Red Sparrow, alla deliziosa Blake Lively di Chiudi gli occhi, alla graziosa Katherine Langford di Tuo, Simon, alla sensualissima Emily Ratajkowski di Come ti divento bella!, alla dolce coppia Shailene Woodley/Brie Larson di The Spectacular Now, alla "Bella" Thorne di Sei ancora qui ed alla selvaggia Miriam Leone di Metti la nonna in freezer, mentre in ambito televisivo al fantastico trio di giovani donzelle Lili Reinhart, Camila Mendes e Madelaine Petsch della seconda stagione di Riverdale.

venerdì 20 dicembre 2019

Le migliori colonne sonore dei film visti nel 2019

Classifica pubblicata su Pietro Saba World il 20/12/2019 Qui - Eccolo qui l'ultimo post cinematografico, quello che chiude (anche se domani ci sarà quello speciale) le classifiche di questo 2019. E non poteva che essere quello relativo all'elemento mancante, dato che in questi giorni ho premiato gli attori/attrici e tutti gli aspetti tecnici, ovvero quello musicale, a chiudere (come già capitato l'anno scorso, qui, e gli anni prima) il tutto. Sì perché l'aspetto musicale, relativo alla migliore colonna sonora originale, alla migliore colonna sonora non originale (ovvero le musiche) ed alla miglior canzone, merita un suo spazio singolo, dopotutto è anche grazie a ciò che il cinema può definirsi cinema.

MIGLIOR CANZONE
3. Non spettacolare come quella del precedente lungometraggio del franchise di The LEGO Movie, ma ugualmente di gran presa
2. E' cantata dalla stessa protagonista del film questa dolcissima melodia, trattasi di Joanna Kulig e del film Cold War, e niente, proprio bella
1. This Is Me ha vinto un Golden Globe, Never Enough è stata molto apprezzata, ma io gli preferisco (anche se tutte e tre sono di gran livello) un'altra,
ossia questa qui, che vince quindi il Saba Cine Awards 2019 per la migliore canzone

MIGLIOR COLONNA SONORA NON ORIGINALE
Prima di cominciare tre meritate menzioni alle musiche elettrizzanti di Deadpool 2, a quelle "contadine" de La truffa dei Logan
e a quelle immortali di Get on Up (il biopic su James Brown)
5. Quella tanto vecchio stile del film 7 sconosciuti a El Royale, ambientato a fine anni '60
4. E' James Brown incredibilmente a dare il via alla soundtrack di BlackKklansman, dove la cultura black, musicalmente parlando, brilla
3. Una strabiliante selezione di musica anni '60 per il più che discreto Green Book (il miglior film secondo l'Academy del 2019)
2. Una selezione davvero interessante (fantastica) all'interno dello spettacolare action fantascientifico pop Ready Player One
1. C'erano dubbi? Personalmente no, perché se ami i Queen non puoi non premiarli, non puoi non farli vincere il Saba Cine Awards 2019 per le musiche,
anche perché Bohemian Rhapsody è un film su di loro, un film emozionante e coinvolgente

MIGLIOR COLONNA SONORA ORIGINALE
Prima di cominciare due meritate menzioni alle rivisitazioni di Michael Giacchino della traccia originale (ma non solo) per Gli Incredibili 2
e di quella di John Carpenter, Cody Carpenter, and Daniel Davies della traccia originale (ma non solo) per Halloween (2018)
5. Max Richter non può mancare, questa volta è per un film non propriamente riuscito, ovvero Maria Regina di Scozia, ma meglio che niente
4. Quarto posto per la ruggente, tecno giappo e quant'altro di Alexandre Desplat per L'isola dei cani
3. Il film lascia a desiderare, ma davvero efficace e bellissima è quella prodotta da Nicholas Britell per Se la strada potesse parlare
2. E' una, ma basta e avanza, perché la main theme di Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri è abbastanza, abbastanza stupenda
1. Vince il Saba Cine Awards 2019 per la migliore colonna sonora originale Alexandre Desplat, che ne La forma dell'acqua si supera più del solito,
non gli basta infatti entrare in classifica una sola volta, lui vuole stravincere, e lo fa con delle sonorità,
in particolare quelle che esplodono nel brano primario, semplicemente straordinarie (emozionanti)

giovedì 19 dicembre 2019

Le migliori attrici e i migliori attori, più altri premi, dei film visti nel 2019

Classifiche pubblicate su Pietro Saba World il 19/12/2019 Qui - Se un film è finito nella Top 15 e nella lista dei migliori film del genere ci sarà stato un perché, e la mia risposta a questi perché (almeno per una buona parte di questi perché) ve la do io oggi tramite questo post. Infatti, e in tal senso, non cambia il metodo (e il modo, invariato dallo scorso anno, potete vedere qui) di suddivisione dei premi, le colonne sonore ci saranno domani, e vengono qui e oggi (virtualmente) premiati gli attori e le attrici, con loro (a fine post) tutti i premi tecnici più importanti, che più mi hanno convinto durante l'anno. E siccome sono tanti non perdo tempo e ve li presento. Tuttavia una piccola nota, i link alle recensioni ci saranno in ordine di apparizione.

I MIGLIORI ATTORI
8. Ex aequo in ottava posizione per il trio "violento", a Chris Pine e Ben Foster ci si aggiunga Jeff Bridges che in foto non c'è, di Hell or High Water,
per il figlio di Denzel, John David Washington, strano suprematista bianco in BlacKkKlansman, per il bravo Timothée Chalamet,
Chiamami col tuo nome non mi è piaciuto ma innegabile è il suo talento, per il sensibile Steve Carell di Benvenuti a Marwen,
per l'Adam Driver sobrio di Paterson e quello frizzante di BlacKkKlansman, per l'allunato Ryan Gosling di First Man,
per la coppia Hugh Jackman/Zac Efron di The Greatest Showman, per il sardonico James Franco di The Disaster Artist,
e infine per il virulento Michael Shannon de La forma dell'acqua
7. Denzel Washington è sempre sul pezzo, sia che si tratti di un film drammatico (End of Justice) che un action (The Equalizer 2)

mercoledì 18 dicembre 2019

I migliori film visti genere per genere del 2019

Lista pubblicata su Pietro Saba World il 18/12/2019 Qui - E mi ritrovo anche quest'anno nello stilare questa strana lista di film. Infatti, suddividendo i suddetti per genere ne viene fuori un bel "mappazzone". Qui difatti (come già accaduto precedentemente, qui) vengono escluse, ma dopotutto fare una classifica con 47 titoli quest'anno era impensabile (almeno per me), le prime 15 posizioni in "favore" di altri film dello stesso genere, o anche no. In ogni caso sono anche questi tanto belli da consigliarne, oltre a quelli di ieri, appunto la visione, giacché in considerazione vengono presi film da 7 di voto (che non è poco per i miei standard). E nel dettaglio 32 film per 9 categorie/genere, e a proposito, se il genere documentario non è presente non è poi una sorpresa (dato che non ne ho visto nemmeno uno), fa specie che non appaiano (anche se uno di entrambe è presente nella Top 15) neanche un film romantico/sentimentale che soprattutto di fantascienza, ma a volte dipende anche dalle annate oltre ai film di genere che si producono (che siano questi non un granché). Dimenticavo, nelle didascalie delle immagini troverete i link delle recensioni.

AZIONE + AVVENTURA/FANTASY
Azione: Revenge / American Assassin / Nella tana dei lupi / Fantasy: Ant-Man and the Wasp

martedì 17 dicembre 2019

La Top 15 dei migliori film visti quest'anno (2019)

Classifica pubblicata su Pietro Saba World il 17/12/2019 Qui - Il momento tanto atteso (almeno spero lo sia per chi mi segue) è arrivato. Siamo infatti al momento clou, a quel momento in cui si svela la classifica dei Top film dell'anno. Ebbene questa classifica, colpa forse dei miei giudizi abbastanza critici, ma più che giusti a parer mio, contiene una lista numericamente di pellicole decisamente "light", almeno rispetto alla precedente contenente 28 (consultabile qui), però è inutile girarci intorno, sono solo questi i film (vi basterà cliccare sull'immagine per leggere la mia recensione) che mi hanno davvero entusiasmato e convinto. E quindi, condivisibile o meno, ecco la mia Top 15.

15. Sorprendente horror che crea tensione, angoscia e paura in modo efficacissimo, film non perfetto ma originale e ben interpretato, insolito però convincente e brillante. (7+/10)
14. Film strano eppure stupefacente, l'assurdamente vero processo di creazione di una pellicola "controversa", tutto ben espresso grazie soprattutto a James Franco. (7+/10)

lunedì 16 dicembre 2019

I peggiori film visti dell'anno (2019)

Classifiche pubblicate su Pietro Saba World il 16/12/2019 Qui - Ahimè bisogna partire prima dal basso per arrivare in alto, cominciare dal peggio prima del meglio è quindi così fatto. Infatti mi trovo qui oggi (ma è necessario) a mostrarvi la selezione finale dei peggiori film dell'anno, a consegnare virtualmente alcuni Razzie Awards ai film al di sotto della soglia della mediocrità (ed anche più sotto ancora). Difatti, e come già successo lo scorso anno (qui), dopo le mie personali delusioni, ovvero quei film (non brutti e non del tutto sconsigliati) da cui mi aspettavo tanto e che invece hanno dato poco (e fortunatamente per loro che per gli altri, il 5 e 5,5 sono qui esentati), e dopo una selezione di titoli (divisi in base a generi) decisamente mediocri (dal 4 al 4,5 di voto) sarà il turno dei 7 film più brutti dell'anno, ovvero quei film assolutamente da sconsigliare in toto e da evitare senza problemi, senza aver rimpianti (quelli li ho avuti io avendoli ahimè visti). E insomma e in sostanza, eccoli:

DELUSIONI
Potevano sicuramente fare di più, è l'unica cosa che mi vien da dire, la delusione derivata dal discordante Venom, dall'insipido Maria Maddalena,
dal soltanto estetizzante Il filo nascosto, dal fiacco La prima notte del giudizio, dal sciatto Free Fire, dal soltanto pruriginoso Mektoub,
dal disordinato The Predator, dall'anonimo La ragazza nella nebbia e dalla castroneria di Widows, è stata infatti tanta, peccato.

lunedì 9 dicembre 2019

Movies Vintage Awards 2019

Classifica pubblicata su Pietro Saba World il 09/12/2019 Qui - L'avevo anticipato nel corso della scorsa classifica (qui) che avrei recuperato alcuni film degli anni '80 e '90 quest'anno, e così ho fatto, giustamente quindi non potevo non farne nuovamente una classifica. Una classifica che tuttavia contiene in questo caso due novità, la prima è che ci sono tre eccezioni, ci sono infatti tre film di produzione 2001 mentre avevo detto che la classifica era esclusivamente rivolta a film antecedenti gli anni 2000 (ma mi sembrava corretto fare in questo modo), la seconda è che tre film sono in questa lista pur non avendo una recensione, neanche la vincitrice, solo un commento, mentre nel caso di Flatliners e Predator (tutti comunque avranno un link di riferimento) la recensione è integrata a quella del remake/sequel recensito nell'anno corrente. Ma sia quel che sia, la classifica è fatta, corposa anche questa volta, contenente nuovamente a fine post la lista di alcuni premi (praticamente tutti) tecnici e non tecnici ad attori, registi e tutto il resto, da me assegnati. Non vi resta quindi che scorrere la classifica e (se volete) cliccare sulle immagini per approfondimenti.

18. Poco lineare, morboso come non mai e permeato da un senso di malattia decisamente fuori dal comune, eppure magnetico. (6/10)
17. Di notevole impatto, ambizioso, forse troppo, perché procede per accumulo, ma nel complesso sorprendente. (6+/10)

lunedì 2 dicembre 2019

The Monster (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/12/2019 Qui
Tema e genere: Se sei stata per anni una madre degenere, alcolista e violenta, hai solo due modi per riconquistare l'amore della tua figlia preadolescente: portarla a Disneyland o salvarla da un mostro bestiale annidato nei boschi. Ed è quello che succede in questo comunque ambivalente horror scritto e diretto da Bryan Bertino, con protagonista Zoe Kazan (The Big Sick) e la quasi esordiente Ella Ballentine.
Trama: Kathy e la figlia Lizzy si perdono nei boschi. Finiscono così per rimanere intrappolate nel bel mezzo di una tremenda foresta. Come se non bastasse, sono inseguite da una terribile creatura che non è né umana né animale. In mezzo all'orrore e al caos primordiale, ridefiniranno il loro rapporto di madre e figlia.
Recensione: Il limite maggiore di The Monster è da ricercarsi in una trama fin troppo asciutta, in un certo qual modo scontata e già vista. C'è una situazione di "prigionia" seppur a cielo aperto, con il classico assedio assicurato da un predatore mostruoso (di cui origine e motivazioni resteranno misteriose) nei confronti di due donne rimaste in panne con l'auto nella solita zona isolatissima. La prima parte si sviluppa molto sull'attesa e l'entrata in scena del mostro non è niente male nonostante questi sembri il fratello anabolizzato di Venom. Vari soccorritori, tra cui poliziotti e meccanici, cadono come mosche fornendo gentilmente l'inevitabile carne da macello (nel trituratore ci finirà anche il povero Scott Speedman). Però il ritmo non manca e le scene d'azione sono tutto sommato ben congegnate. Tuttavia ad elevare dal possibile anonimato il lavoro di Bryan Bertino è il sottotesto inerente il rapporto tra madre e figlia, ovvero le due protagoniste, portato a galla con intelligenti flashback. The Monster senza di esso avrebbe davvero ben poche ragioni d'essere, ed invece il lavoro effettuato su questo aspro conflitto, con annesse aperture amorevoli davvero azzeccate, riesce a fornire la motivazione giusta per accollarsi la visione. L'interazione tra la ragazzina disperata e la madre incapace ed alcolizzata fornisce grande spessore e senso emotivo al tutto, con prese di coscienza bilaterali, dove da una parte il ruolo di madre diventa effettivo e, dall'altra, il sentimento sempre messo in dubbio assume connotati ben definiti. Ciò in cui pecca di più e che non mi permette di essere un tantino più generoso nel votarlo sta nella sua a tratti eccessiva lentezza, soprattutto nella prima parte che ci impiega fin troppo ad entrare nel vivo. Sicuramente per creare maggiore empatia con le due protagoniste e maggiore tensione nello spettatore, però purtroppo un paio di momenti di stanca si fanno sentire condizionandone negativamente la visione e il giudizio. Ma in ogni caso è questo un film, seppur certamente non memorabile per quanto riguarda i meri contenuti horror, tuttavia apprezzabile per la scrittura dei personaggi, da vedere.

Stonehearst Asylum (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/12/2019 Qui
Tema e genere: Thriller psicologico dalle ambientazioni gotiche che sviscera il tema della pazzia.
Trama: Recentemente laureatosi alla scuola di medicina di Harvard, il giovane medico Edward Newgate (Jim Sturgess) fa il suo apprendistato presso un istituto di igiene mentale. Qui, ha modo di conoscere Eliza Graves (Kate Beckinsale), una delle pazienti. Innamorandosi di lei, si ritroverà coinvolto in una serie di circostanze molto più complicate e pericolose di ciò che sembrano.
Recensione: La storia, come detto, è ambientata in un fittizio manicomio inglese di fine ottocento dove, casualmente, il nostro protagonista si troverà immischiato in strani avvicendamenti, causati a quanto pare dal direttore nel tentativo di mascherare la verità. La trama non è una delle più fresche ed innovative (Shutter Island ad esempio) ma riesce comunque nell'intento di intrattenere e convincere durante l'intera durata. L'opera di Brad Anderson (regista non di primo pelo, ha diretto per esempio il discreto L'uomo senza sonno), basata su di un racconto di Edgar Allan Poe (Il sistema del dott. Catrame e del prof. Piuma), passa dalla parvenza horror al thriller psicologico con la (riuscita) pretesa della denuncia socio-politica, dove i veri pazzi sono coloro che ci governano. Addobbato con tanto di twist finale, questo thriller (perché di questo alla fine parliamo), difficilmente può fare impazzire i non amanti del genere, ma può convincere coloro che amano manicomi, omicidi e le trame assurde (come me). La durata non eccessiva e il cast stellare (quest'ultimo vanta tra gli altri, i nomi di Jim Sturgess e Kate Beckinsale, il primo all'epoca reduce dalla più che discreta interpretazione ne La Migliore Offerta, la seconda eroina romantica di film come Pearl Harbor e The Aviator, ma soprattutto eroina feroce nel mondo di Underworld, ad accompagnarli mostri sacri come Ben Kingsley, che, guarda caso, aveva già interpretato il ruolo del gestore di un manicomio in Shutter Island di Martin Scorsese, nel ruolo di un medico folle e distrutto dai dolori della guerra e Michael Caine, come sempre all'altezza dell'interpretazione breve ma essenziale) fanno di Stonehearst Asylum un buon titolo, nulla di più. Un film interessante e riuscito, non privo di colpi di scena, atmosfera "riuscita" per raccontare una storia sulla follia e sulla mente umana.

This Is Where I Leave You (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/12/2019 Qui
Tema e genere: Commedia agrodolce basata sul romanzo Portami a casa (This Is Where I Leave You) di Jonathan Tropper, che ha curato anche la sceneggiatura.
Trama: Quando il loro padre muore, quattro fratelli adulti di origini ebree (ognuno schiacciato dalla propria esistenza) sono costretti a tornare alla loro casa di infanzia e a vivere sotto lo stesso tetto per una settimana insieme alla madre e a un assortimento vario di coniugi, ex e occasioni mancate. Confrontando le loro storie e gli status delle loro relazioni, ritroveranno loro stessi in mezzo al caos, all'umorismo, all'angoscia e ai pentimenti, che solo una famiglia può generare.
Recensione: Ricorda in parte e con le dovute proporzioni "Il grande freddo" e altri simili. In America il funerale è un evento celebrato in modo più intenso, più evocativo rispetto alle nostre convenzioni. I parenti più stretti e gli amici più intimi, fanno un discorso in cui si parla del defunto, se ne raccontano gesta, episodi, aneddoti e quant'altro. Poi si fa un pranzo sontuoso che è quasi come quello nuziale. Naturalmente in tali occasioni si possono incontrare e rivedere persone che si sono perse di vista da tempo e qui scattano perversi ed arcani meccanismi. Ci possono essere chiarimenti o al contrario emergono rancori sopiti, possono riproporsi amori mai dimenticati o ci si può accorgere di non amare più, insomma è in qualche modo il momento della verità o la resa dei conti che dir si voglia. Questo film è tutto questo e altro. Questo film sembrerebbe quindi la classica trama vista e rivista che percorre binari ampiamente sfruttati fino allo sfinimento dal cinema. Dov'è la novità allora? Per come viene raccontata la storia, per l'umanità e allo stesso tempo la malinconia che riesce a trasmette, per il modo in cui vengono affrontati i legami tra i personaggi, tutti più o meno disillusi ma allo stesso tempo decisi come non mai a dare sterzate definitive alle loro vite, per la perfetta alternanza tra situazioni comiche ed ironiche ad altre più serie. Ma soprattutto gran parte del merito è del cast corale, perfettamente assortito dove tra tutti spicca la maschera ironica e amara di Jason Bateman. Accanto a lui brilla tutto il resto del cast, da Jane Fonda a Tina Fey, dalla bravura e istrionismo di Adam Driver, alla bellezza candida di Rose Byrne, da Corey Stoll a Timothy Olyphant, da Kathryn Hahn ad Abigail Spencer. Insomma un buon film, che seppur esagera in certe (anche troppe) occasioni, si fa sufficientemente apprezzare.

Mio figlio (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/12/2019 Qui
Tema e genere: Che cosa fareste se vostro figlio venisse rapito? Come reagireste? Andreste fuori controllo? Sono questi gli interrogativi che ci pone questo thriller di Christian Carion.
Trama: Julien è costantemente in viaggio per lavoro e la sua continua assenza da casa ha finito per rovinare il suo matrimonio. Durante una sosta in Francia, riceve un messaggio dalla turbata ex moglie: Mathys, il loro figlio di sette anni, è scomparso. Julien inizia allora a mettersi sulle tracce del piccolo, disposto a tutto pur di ritrovarlo.
Recensione: Girato in soli sei giorni di riprese e con un piccolo cast, Mio figlio racconta una caccia all'impazzata lungo i paesaggi innevati del Vercos. Un thriller dallo stile asciutto che ci mostra in modo incisivo e reale cosa può succedere nella testa di un uomo a cui scompare improvvisamente il figlio. Questa è infatti la storia di Julien (interpretato benissimo da Guillaume Canet, che è sempre bravo ma che qui è particolarmente ispirato, forse spronato dalla sfida della prova impulsiva richiesta dal regista), un ingegnere che a causa del suo lavoro è sempre in giro per il mondo. Le continue assenze dell'uomo hanno mandato in frantumi il matrimonio con Marie (la bella Mélanie Laurent) che però un giorno lo chiama per informarlo che il loro bambino di sette anni, Mathys, è scomparso. A questo punto il film diventa anche un po' Prisoners di Denis Villeneuve, e il regista con la sua cinepresa si preoccuperà di mettere alla prova la tenuta dei nervi del personaggio principale cercando di capire fino a che punto egli sia disposto a spingersi pur di ritrovare il suo bambino.  Ma a differenza del film con Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal l'esplorazione psicologica e l'approfondimento emotivo del protagonista è lasciato spesso e volentieri in secondo piano, non c'è la città e il contesto borghese ma ci sono le Alpi e soprattutto c'è una generale pochezza narrativa che sfida le convenzioni del genere e si fa più esperimento che film d'investigazione. L'obiettivo del film non sembra tanto quello di raccontare una storia coinvolgente e appassionante, quanto quella di vedere cosa è capace di fare un attore di indubbie qualità artistiche senza un copione fra le mani: in questo modo (per certi versi geniale) lo spaesamento di Guillaume Canet, chiamato ad un'improvvisazione continua, rispecchia in pieno quella di Julien, la cui ricerca procede per tentativi, senza un piano ben preciso, spesso estemporanea. C'è una forza brutale nascosta insita in questo padre disperato che l'attore parigino è bravo a nascondere e a mostrare a intermittenza, lavorando di sottrazione, e Christian Carion è bravo a gestire tutto questo talento che lui stesso qui scoperchia, come un vaso di Pandora o un purosangue lasciato a briglia sciolta.

Ogni giorno (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/12/2019 Qui
Tema e genere: Adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo teen di David Levithan.
Trama: Rhiannon è una timida sedicenne che si innamora di uno spirito misterioso che, chiamato A, cambia corpo ogni giorno. Più il sentimento che provano si fa grande, più Rhiannon e A dovranno fare i conti con cosa significhi amare qualcuno che ogni 24 ora cambia faccia e aspetto, prendendo una decisione che trasformerà le loro esistenze per sempre.
Recensione: Il sottogenere young adult educativo si arricchisce di un nuovo titolo con Ogni giorno, dopo (solo per fare qualche recente esempio) di Prima di domani. E, in comune con Prima di domaniOgni giorno ha un elemento fantasy (allora la morte della protagonista a ogni fine giornata, stavolta il trasferimento ogni maledetto giorno da un corpo all'altro di un'anima in pena) elemento che non viene spiegato e resta come dato di fatto insito al comportamento dei personaggi e non legato a una maledizione che può essere emendata cercando di capire chi ne sia l'artefice. Così, quel che accade in Ogni giorno è che i protagonisti innamorati l'uno dell'altro, nel momento in cui hanno capito e accettato il fatto che il lato maschile è soggetto a tale mutazione quotidiana (visto che si impossessa per 24 ore del corpo di un altro ragazzo o di un'altra ragazza), non cercano di porvi rimedio, di risolvere tale situazione, ma la assecondano, almeno fin quando non si rendono conto che non possono andare avanti a quel modo. Così, al contrario del bel film di Ry Russo-Young, questo film lascia un po' a desiderare. Perché la morale del film è talmente palese e grossolana che va ad inficiare molto il risultato finale, il messaggio è infatti quello "semplice" che ci si dovrebbe innamorare della persona per quello che rappresenta e che ci può dare, non per il suo aspetto fisico (eppure la nostra protagonista non neghi che "aiuti" in certe "faccende"). Certo, non si può non rimanere almeno in parte colpito dall'originalità dello script (anche se è un tema molto caro alla fantascienza e al fantasy quello di incarnarsi in un altro corpo, 10 volte meglio è Your Name.), certo, è un film comunque gradevole e che si lascia vedere, ma entusiasma poco questo Ogni giorno, piuttosto ripetitivo e per nulla originale quando si tratta di esplorare l'universo giovanile post adolescenza. La protagonista non mi convince, i dialoghi si alternano tra il serioso e l'incomprensibile, le vicende che si intrecciano non hanno grande appeal e tutto scivola via senza grande vivacità e, cosa più importante, privo della giusta carica emozionale. E insomma, nonostante un plot potenzialmente interessante, giudico questo film abbastanza ordinario nella sua caratterizzazione. Un film non assolutamente da buttare, ma si poteva fare di più, quantomeno spiegare cosa effettivamente "volasse" tra un corpo ed un altro. A descriverlo sarebbe la versione edulcorata di qualche "exorcism movie", ma non è nulla di orrorifico, anzi, regnano i buoni sentimenti pre-disillusori degli adolescenti. In tal senso, tutto già visto.

The Domestics (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/12/2019 Qui
Tema e genere: Avventura post apocalittica scritta e diretta da Mike P. Nelson.
Trama: In un terrificante mondo post apocalittico abitato da violente gang divise in fazioni, Nina (Kate Bosworth) e Mike (Tyler Hoechlin) viaggiano attraverso il paese, desolato e senza legge, in cerca di salvezza. Dopo il cataclisma pochi sono sopravvissuti, le città sono state abbandonate e i gruppi di superstiti si sono organizzati in bande in lotta tra loro. Ogni fazione rappresenta una specie di "incubo americano" e i loro membri non si fermano davanti a nulla, con il predominio come unico obiettivo. Restare vivi non sarà facile.
RecensioneThe Domestics è sicuramente un thriller old school che si ispira a Mad Max di George Miller e che non esita a rivisitare i topoi narrativi dei viaggi on the road attraverso paesi completamente devastati all'indomani di un collasso sociale (ma anche economico e tecnologico) senza precedenti, tuttavia a me mi è sembrato di vedere un lungo episodio di "The Walking Dead" senza Zombi. Ma sensazioni a parte una cosa è certa, avvolto da un'atmosfera grigia, sporca e decadente, perfettamente coerente con l'immaginario di un mondo disgregato e collassato, il film è un b-movie con le idee chiare e precise che viene ben sviluppato e non tradisce le aspettative: offre intrattenimento puro, scanzonato, a tratti ironico senza addentrarsi (anche se la sensazione di ritrovarsi in una Notte del giudizio c'è) in divagazioni sociopolitiche che non si allineano e non si integrano col racconto in oggetto e col risultato richiesto. Infatti, sorretto da un ritmo incalzante e da una sottile ma costante suspense The Domestics ingrana lentamente le marce per arrivare dopo molteplici colpi di scena ad un roboante ed esplosivo finale. Una resa dei conti molto tesa, tosta e violenta che di certo non lascia l'amaro in bocca ai fan dei momenti più action e splatter. Finale edificante ma assolutamente non banale che simboleggia l'esistenza di una certa stabilità all'interno di un mondo dominato dalla violenza e dal caos. Certo, niente che sia stato già visto, ed inoltre non mancano certamente incongruenze e forzature, annesse a due protagonisti alquanto odiosi, ma è un film che si lascia guardare fino alla fine. Difatti, alcuni momenti costruiti con superficialità, anche nella caratterizzazione di qualche personaggio, non minano una visione comunque lineare e scorrevole, sufficientemente interessante per non annoiarsi e assistere ad alcune scene violente per passare un pomeriggio tranquillo.

Commenti film

In numerosi post, soprattutto mensili, che sia quello dei peggiori che degli altri film del mese, oltre alle recensioni è capitato spesso di inserirci qualche piccolo commento ad alcune visioni effettuate nel mese/periodo in corso. Che siano questi documentari, concerti, spettacoli o film, questo post li raccoglie tutti, e li raccoglierà quando sarà possibile (il post cioè sarà in aggiornamento costante). Inseriti in ordine cronologico, faranno quindi parte dell'elenco dalla A alla Z. Il link sarà uno e uguale per tutti, ma non si abbandona niente e nessuno.

Commento pubblicato su Pietro Saba World il 02/11/2016 Qui - Da dire c'è ben poco, poiché i film in questione non sono quasi per niente eccezionali, tranne probabilmente uno. A cominciare da La grande bellezza in versione integrale (piena di nudi, culi e cazzate varie) che ancora una volta mi ha deluso, perché neanche la mezz'ora in più di pellicola mi ha fatto apprezzare il film, che secondo me è il più confuso, più scollegato e brutto, narrativamente parlando, di sempre, perché visivamente alcune immagini sono stupende. Ma nonostante questa volta qualcosa in più ho capito, alla fine è risultato ancora più noioso della prima volta. Anche se in ogni caso è un film azzeccato ad una giuria non italiana, perché vedere come ci siamo ridotti non è una bella cosa per noi italiani, agli altri probabilmente invece gli sarà piaciuto. E infatti solo all'estero è apprezzato dai più. Altro film visto poi è stata la puntata speciale di Sherlock, andata in onda a fine settembre e disponibile sul sito della Paramount, della serie tv con protagonista Benedict Cumberbatch, che abitualmente non seguo, anche se ho visto qualche puntata. La puntata, anzi, il film è quella del caso de L'abominevole sposa, un caso davvero interessante, inedito ma soprattutto atipico e strano, come il contesto e il luogo in cui si svolge (nella psiche di Holmes cent'anni prima). Un caso che ovviamente sarà risolto da Sherlock, ma non senza particolari difficoltà. E anche se non del tutto la storia mette in soggezione o paura, la qualità di tutti gli elementi e le tecniche, è discreta, persino migliore di un film per il grande schermo. Comunque il migliore di questi che sto descrivendo perché di peggio c'è la 'trilogia' di Jerry & Maya (fratelli o amici non si sa), due piccoli infallibili investigatori che in una fiabesca e assurda cittadina fanno il lavoro della polizia e risolvono i casi, ingegnosi i primi due pessimo il terzo, ma comunque troppo scemi per un pubblico inferiore ai 7 anni. Perché anche se tratti da romanzi per bambini, questi tre film di origine scandinava, probabilmente, sono davvero inguardabili e del tutto inutili, pieni di stereotipi che potrebbero addirittura fare male alla crescita.