Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/09/2019 Qui
Tema e genere: Quarto film della serie cinematografica action fantascientifica.
Tema e genere: Quarto film della serie cinematografica action fantascientifica.
Trama: Durante una missione in Messico un'astronave aliena precipita con un Predator. Inizia una caccia per nascondere le prove di un segreto militare.
Recensione: Ormai sono passati 32 anni dall'uscita di Predator, il film del 1987 con Arnold Schwarznegger in cui per la prima volta ci si imbatteva in una creatura aliena terrificante, feroce, molto astuta e ovviamente letale (film che per l'occasione ho rivisto). Dopo quella che è poi divenuta una pellicola cult del genere, a cui è succeduto un sequel del 1990, due crossover in cui gli alieni della razza Yautja si scontrano con gli Alien, ed infine il remake Predators del 2000 con Adrien Brody come protagonista, arriva un nuovo film a riaccendere la saga. Un film che riporta sullo schermo la creatura iconica dell'universo sci-fi horror appunto di fine anni '80, ma che butta via i pochi spunti creativi, mitragliando sul pubblico cliché, troppo action e pochissima suspense: il risultato è qualche risata e tanta noia. Il regista infatti, Shane Black (che ha partecipato come attore nel cult del 1987), talentuoso sceneggiatore e regista, che può non risultare un nome familiare, tuttavia è uno fra i più importanti pionieri del genere action-comedy, e in particolare dei buddy cop film (Arma Letale su tutti), con questa specie di reboot/sequel, più il secondo, dato che si tratta di una prosecuzione degli eventi accaduti negli altri film, con l'eccezione forse dei due crossover con Alien (tuttavia qui la continuità narrativa degli eventi sembra un optional), sforna un film senza mordente che non sa bene quale direzione prendere, diviso tra action ed (eccessiva) comicità. In tal senso è difficile parlare di una trama vera e propria, per via di un montaggio che decide palesemente di rendere il prodotto finale un'incoerente successione di eventi, senza un collegamento chiaro e preciso (non bastasse che il film si "spezzi" in tre filoni, e che nessuno dei tre risulti minimamente coinvolgente). In ogni caso la pellicola parte decisa, in notturna, nel mezzo di un'inospitale giungla, presentando il protagonista, il tiratore scelto Quinn McKenna (lo interpreta Boyd Holbrock, a cui però manca totalmente il carisma), testimone involontario dell'arrivo del Predator sulla Terra. Senza entrare troppo nel dettaglio (rischierei di svelare alcuni interessanti passaggi), si scopre presto che un'organizzazione para-governativa denominata progetto Stargazer è a conoscenza delle visite sempre più frequenti degli invasori, a loro volta (abbiamo modo di appurare nel corso dei minuti) "prede" designate di una razza ancora più evoluta di Yautja. Tentativi di insabbiamento, scoperte sensazionali e piani a dir poco inverosimili (sappiate solo che di mezzo c'è sempre, come in Venom, altra delusione, la futura sopravvivenza dell'umanità), McKenna dovrà difendersi dagli attacchi del "predatore atipico" (uccide per sport e non per necessità, fa notare la biologa Olivia Munn), salvando il suo "strambo" figlio (lo interpreta purtroppo Jacob Tremblay) e la Terra tutta. Insomma una mezza (e più) tamarrata, che seppur entra appunto subito nel vivo senza fare preamboli, che seppur cerchi di rilanciare la storia dei Predator inserendo buoni spunti narrativi (ma non tutti, anzi, alcuni pessimi, che rendono la storia caotica) non convince quasi per nulla. Anche perché il film decide di mettere completamente da parte la tensione e l'aura di mistero che aleggia intorno la creatura che qui non è più protagonista, ma diventa un mostro invincibile qualsiasi. Inoltre The Predator abbonda di cliché: da un lato c'è un gruppo di svitati, dalle battute politicamente scorrette (inserendo così qualche pennellata di buddy movie ben costruita e che diverte) pronti a riscattarsi, dall'altro due figure femminili che devono ancora una volta sottolineare quanto loro non abbiano bisogno di essere salvate perché sanno imbracciare fucili e vedersela da sole (una nota femminista poco incisiva).
Nonostante Shane Black giochi benissimo con il mix di generi, dimentica la chiave fantascientifica da cui il film dovrebbe attingere: il clima giocoso, molto ironico grazie alle battute che l'allegro gruppetto di ex soldati svitati tira fuori, annulla completamente il clima horror sci-fi da cui il personaggio del titolo prende vita. A rendere il quadro ancora più infausto c'è una sceneggiatura in alcuni passaggi criptica, sequenze action reiterate poco entusiasmanti e un finale forzato che prelude ad un nuovo capitolo (speriamo proprio di no). Ma ciò che The Predator paga sul serio è il confronto inevitabile con la pellicola del 1987. Un match impari, nonostante il "requel" di Black tenda a smarcarsi il più possibile dal primo film, per l'evidente impossibilità di replicarne la visione d'insieme: il film di John McTiernan, forte all'epoca di una stagione cinematografica propizia, conquistò migliaia di fan grazie ad alcune soluzioni stilistiche singolari (vedi la vista termica del cacciatore Yautja che riesce a catturare l'intero spettro infrarosso) e ad una geniale intuizione del regista consistente nel limitare la presenza del Predator nella prima metà del film, in modo da far lievitare la suspense fino al climax finale. Un'insostenibile attesa dell'inevitabile per spettatori e protagonisti che nel nuovo capitolo della saga non viene mai raggiunta, complice un finale assai confusionario e deludente. Preso singolarmente, il film di Black (che attinge ancora una volta al suo cinema fatto di amicizie virili e legami tra piccoli e grandi) è anche godibile: un pop-corn movie che omaggia il passato del franchise, ma pure il "rivale" Alien e Independence Day (vedi la sequenza in cui la biologa Bracket viene condotta nel laboratorio dove studiano uno dei letali cacciatori) ma che paga un titolo ingombrante che pretende, senza ottenerla, almeno una parvenza da horror sci-fi. Il gore c'è, ma quel poco non basta affatto a risollevare le sorti di una pellicola nata male e proseguita peggio. Una bella delusione questo The Predator.
Nonostante Shane Black giochi benissimo con il mix di generi, dimentica la chiave fantascientifica da cui il film dovrebbe attingere: il clima giocoso, molto ironico grazie alle battute che l'allegro gruppetto di ex soldati svitati tira fuori, annulla completamente il clima horror sci-fi da cui il personaggio del titolo prende vita. A rendere il quadro ancora più infausto c'è una sceneggiatura in alcuni passaggi criptica, sequenze action reiterate poco entusiasmanti e un finale forzato che prelude ad un nuovo capitolo (speriamo proprio di no). Ma ciò che The Predator paga sul serio è il confronto inevitabile con la pellicola del 1987. Un match impari, nonostante il "requel" di Black tenda a smarcarsi il più possibile dal primo film, per l'evidente impossibilità di replicarne la visione d'insieme: il film di John McTiernan, forte all'epoca di una stagione cinematografica propizia, conquistò migliaia di fan grazie ad alcune soluzioni stilistiche singolari (vedi la vista termica del cacciatore Yautja che riesce a catturare l'intero spettro infrarosso) e ad una geniale intuizione del regista consistente nel limitare la presenza del Predator nella prima metà del film, in modo da far lievitare la suspense fino al climax finale. Un'insostenibile attesa dell'inevitabile per spettatori e protagonisti che nel nuovo capitolo della saga non viene mai raggiunta, complice un finale assai confusionario e deludente. Preso singolarmente, il film di Black (che attinge ancora una volta al suo cinema fatto di amicizie virili e legami tra piccoli e grandi) è anche godibile: un pop-corn movie che omaggia il passato del franchise, ma pure il "rivale" Alien e Independence Day (vedi la sequenza in cui la biologa Bracket viene condotta nel laboratorio dove studiano uno dei letali cacciatori) ma che paga un titolo ingombrante che pretende, senza ottenerla, almeno una parvenza da horror sci-fi. Il gore c'è, ma quel poco non basta affatto a risollevare le sorti di una pellicola nata male e proseguita peggio. Una bella delusione questo The Predator.
Regia: I momenti divertenti e godibili ci sono, però non sono tantissimi rispetto a quelli banali. Ed il fatto che The Predator è una tamarrata non sarebbe nemmeno un problema, la questione è che da uno come Shane Black (autore della saga di Arma Letale, L'ultimo boy scout, Kiss Kiss Bang Bang, per dire dei titoli che hanno fatto la storia dell'action buddy movie, ed anche The Nice Guys) ci si aspettava una maggiore profondità della sceneggiatura e più momenti brillanti. Cose già viste e riviste, banalità a profusione, personaggi monodimensionali, dialoghi stereotipati e poi ci si mettono anche i produttori con i cambiamenti nel terzo atto, che effettivamente peggiorano ancora di più un film che già di suo non era memorabile.
Sceneggiatura: La trama è un pretesto per lo scontro che ne segue e non viene sviluppata a sufficienza, si cerca di tenere un humour costante con qualche battuta riuscita e qualche personaggio strambo, però nel complesso il risultato è deludente.
Aspetto tecnico: Le sequenze d'azione, a volte sono confusionarie, altre volte semplicemente poco interessanti. Gli effetti speciali sono buoni ma non eccellenti, infine le musiche abbastanza sottotono.
Aspetto tecnico: Le sequenze d'azione, a volte sono confusionarie, altre volte semplicemente poco interessanti. Gli effetti speciali sono buoni ma non eccellenti, infine le musiche abbastanza sottotono.
Cast: Fra le note positive del film c'è il cast, anche se soprattutto Boyd Holbrock è mal caratterizzato. In ogni caso al suo fianco ritroviamo per la quota femminile la bella Olivia Munn e poi c'è Trevante Rhodes, nei panni del militare con istinti suicidi, visto in Moonlight, ma entrambi ugualmente penalizzati. Mentre Yvonne Strahovski e Jacob Tremblay, anche se al 10% se la cavano. Infine Thomas Jane, paradossalmente bene.
Commento Finale: The Predator è una commedia a tutti gli effetti. E, nonostante susciti di tanto in tanto delle risate sincere e genuine, la stragrande maggioranza di queste sequenze comiche sono fastidiosamente ridicole, completamente superflue e non hanno altro scopo se non quello di fermare l'azione brutale di Black. Le scene d'azione, infatti, sono soddisfacenti, ogni volta che appare l'iconico mostro. È quindi davvero un peccato che la tensione del primo film qui sia completamente ignorata: c'è un'unica scena con un po' di suspense ed ha a che fare con il personaggio di Olivia Munn, quest'ultima che si impegna, ma non basta (un po' come tutti). Il finale, purtroppo, lascia presagire a un seguito di cui si farebbe volentieri a meno. The Predator, che ibrida i generi, come ibrida la creatura grazie alla quale la storia prende vita, sembra una parodia staccata dal film originale. Forse era questo l'obiettivo, ma inserirlo direttamente nel franchise è una pugnalata al cuore per i fan della serie. Insomma sembra che nemmeno il quarto capitolo sia riuscito a risollevare la saga, almeno per i fan del cult del 1987, anzi, The Predator tocca il punto più basso dell'intera epopea, soprattutto perché incasina troppo. Infatti il risultato finale è un film che non sa cosa vuole essere. La sua base da pellicola fantascientifica d'azione anni '80 è sicuramente palpabile e quando il Predator flette i muscoli e si lascia dietro gambe e teste mozzate, il divertimento è assicurato, ma è anche un contenitore di idee sviluppate male o lasciate a metà. Sebbene sia guardabile, e a tratti anche divertente, se si è in cerca di un capitolo della saga che sia in grado di riaccendere la gloria dell'originale, allora la vostra caccia finisce qui, oppure no?
Consigliato: Se l'aspettativa è vedere un degno sequel del film originale con Arnold Schwarzenegger, la delusione sarà inevitabile, se l'aspettativa non c'è, potrebbe essere la stessa cosa. E quindi, forse, è meglio evitare.
Voto: 5
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