Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/09/2019 Qui
Tema e genere: Thriller orrorifico fantascientifico tra i più sconvolgenti e inquietanti di Cronenberg.
Trama: La Consec, una multinazionale del settore armamenti, è messa in pericolo da una misteriosa organizzazione formata da Scanners, individui capaci anche di uccidere facendo esplodere telepaticamente la testa degli avversari.
Recensione: Correva l'anno 1981 e il canadese David Cronenberg (un paio di cult già alle spalle e un occhio sempre più attento alle degenerazioni della società) si confermava regista dell'eccesso umano, con una delle punte massime di quella che sarebbe diventata la sua personalissima poetica. Muovendosi secondo il tipico canovaccio cronenberghiano, che parte da un problema manifestatosi a livello collettivo per poi proiettarlo nel privato del protagonista, Scanners (che prende il titolo dai soggetti in questione, persone dotate di potenzialità telecinetiche, in grado di penetrare nel cervello degli altri e manipolarlo a proprio piacimento) propone infatti come le opere precedenti il tema della pericolosità sociale e della scienza che modifica i corpi, ma al contempo trasporta il tutto in una dimensione più psicologica, e anticipa le tematiche dell'ibridazione uomo-macchina, della cospirazione e della ribellione che caratterizzeranno molti dei suoi lavori del decennio successivo. Non manca nemmeno l'elemento del body horror, che anzi caratterizza il celebre scontro finale in cui i corpi dei protagonisti vengono trasfigurati da gigantesche varici. Visti oggi, alcuni momenti (come quello in cui i poteri psichici vengono applicati ai "cervelloni" dei computer, o come quando gli attori si producono in improbabili smorfie di sforzo per dimostrare il proprio uso della telepatia) non possono non far sorridere, ma ciò non toglie nulla alla visionarietà di questo incredibile film di genere (strepitoso Michael Ironside nei panni di Revok, con ghigno inquietante al seguito, angosciante come il vociare altrui che si sovrappone nei meandri del cervello), che affondando le sue radici nelle sfumature dell'eterno duello tra il Bene e il Male e pure in quelle dei generi che si contaminano tra loro, dà vita ad un'opera debordante, ma non arcigna e quindi accessibile anche ai non appassionati. Se si deve cercare un difetto, si può notare che in Scanners manca un po' del ritmo a cui siamo abituati in un certo cinema d'azione. Si deve considerare però che siamo all'inizio degli anni '80 e non si trattava certo di una grande produzione. Inoltre Cronenberg è un regista che tende ad "umanizzare" l'horror, a farlo risalire direttamente dall'interno del nostro corpo o, come in questo caso, dai meandri della mente, creando una nuovo immaginario orrorifico che ha dato vita ad altri due blandi seguiti senza alcun motivo di interesse. Scanners invece resta (e sarà) una pietra miliare che apre (e aprirà) degnamente un decennio ricco di idee, quegli ormai lontani anni '80 pieni di classici. E pure questo è un grande classico, che mantiene fresco ed intatto il suo fascino ed i suoi contenuti di denuncia sociale, purtroppo più che mai attuali.
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico/Cast: Un David Cronenberg prima maniera e come tale assolutamente prezioso, come tutta la sua produzione del periodo, originale, almeno in corrispondenza del suo anno di genesi, inquietante in crescendo, tanto da stordire e mettere ripetutamente in un angolo lo spettatore con una cadenza che sa come amplificare gli aspetti che l'autore vuole rendere indelebili. Egli infatti, che miscela sapientemente horror e fantapolitica con una trama da spy story (evitando eccessi di dialogo, lungaggini ma non alcune incongruenze), dà sfogo al suo estro visionario, soprattutto nella scena del duello finale, che si conclude in maniera beffarda e sorprendente, mentre per il resto affida le manifestazioni del potere mentale degli Scanners alle mimiche degli attori (Michael Ironside è perfetto e inquietante nella parte). Il duello tra Revok e Vale parte dalle parole, che portano a galla forti verità ed obiettivi, per finire in uno scontro terminale (quest'ultimo davvero spettacolare, effetti speciali fantastici), nel quale la risoluzione è di rarissima inquietudine, sottolineata, come il resto della pellicola, dalla colonna sonora firmata da Howard Shore capace di contrappuntare lo spartito narrativo e generare disarmo.
Commento Finale: Horror di notevole impatto visivo (celebre la scena della testa che esplode), Scanners ha l'ambizione di denunciare i pericoli della ricerca scientifica e tratteggia personaggi che ispirano pietà ed empatia anziché paura. David Cronenberg procede per accumulo, sbizzarrendosi in effetti speciali, ma la sceneggiatura ha qualche lacuna di troppo e non tutto è spiegato a dovere. La sequenza finale è comunque sorprendente. Buone interpretazioni di Stephen Lack e Michael Ironside, novelli Caino e Abele che arrivano a distruggersi (letteralmente) a vicenda.
Consigliato: Il gore non è elevato come alcuni prima ed altri dopo, ma è un film per stomaci forti, seppur l'accessibilità a tutti è garantita dal suo non essere arcigno, però se non amate il genere o il regista potrebbe non bastare. Tutto sta a voi.
Voto: 6+
Trama: La Consec, una multinazionale del settore armamenti, è messa in pericolo da una misteriosa organizzazione formata da Scanners, individui capaci anche di uccidere facendo esplodere telepaticamente la testa degli avversari.
Recensione: Correva l'anno 1981 e il canadese David Cronenberg (un paio di cult già alle spalle e un occhio sempre più attento alle degenerazioni della società) si confermava regista dell'eccesso umano, con una delle punte massime di quella che sarebbe diventata la sua personalissima poetica. Muovendosi secondo il tipico canovaccio cronenberghiano, che parte da un problema manifestatosi a livello collettivo per poi proiettarlo nel privato del protagonista, Scanners (che prende il titolo dai soggetti in questione, persone dotate di potenzialità telecinetiche, in grado di penetrare nel cervello degli altri e manipolarlo a proprio piacimento) propone infatti come le opere precedenti il tema della pericolosità sociale e della scienza che modifica i corpi, ma al contempo trasporta il tutto in una dimensione più psicologica, e anticipa le tematiche dell'ibridazione uomo-macchina, della cospirazione e della ribellione che caratterizzeranno molti dei suoi lavori del decennio successivo. Non manca nemmeno l'elemento del body horror, che anzi caratterizza il celebre scontro finale in cui i corpi dei protagonisti vengono trasfigurati da gigantesche varici. Visti oggi, alcuni momenti (come quello in cui i poteri psichici vengono applicati ai "cervelloni" dei computer, o come quando gli attori si producono in improbabili smorfie di sforzo per dimostrare il proprio uso della telepatia) non possono non far sorridere, ma ciò non toglie nulla alla visionarietà di questo incredibile film di genere (strepitoso Michael Ironside nei panni di Revok, con ghigno inquietante al seguito, angosciante come il vociare altrui che si sovrappone nei meandri del cervello), che affondando le sue radici nelle sfumature dell'eterno duello tra il Bene e il Male e pure in quelle dei generi che si contaminano tra loro, dà vita ad un'opera debordante, ma non arcigna e quindi accessibile anche ai non appassionati. Se si deve cercare un difetto, si può notare che in Scanners manca un po' del ritmo a cui siamo abituati in un certo cinema d'azione. Si deve considerare però che siamo all'inizio degli anni '80 e non si trattava certo di una grande produzione. Inoltre Cronenberg è un regista che tende ad "umanizzare" l'horror, a farlo risalire direttamente dall'interno del nostro corpo o, come in questo caso, dai meandri della mente, creando una nuovo immaginario orrorifico che ha dato vita ad altri due blandi seguiti senza alcun motivo di interesse. Scanners invece resta (e sarà) una pietra miliare che apre (e aprirà) degnamente un decennio ricco di idee, quegli ormai lontani anni '80 pieni di classici. E pure questo è un grande classico, che mantiene fresco ed intatto il suo fascino ed i suoi contenuti di denuncia sociale, purtroppo più che mai attuali.
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico/Cast: Un David Cronenberg prima maniera e come tale assolutamente prezioso, come tutta la sua produzione del periodo, originale, almeno in corrispondenza del suo anno di genesi, inquietante in crescendo, tanto da stordire e mettere ripetutamente in un angolo lo spettatore con una cadenza che sa come amplificare gli aspetti che l'autore vuole rendere indelebili. Egli infatti, che miscela sapientemente horror e fantapolitica con una trama da spy story (evitando eccessi di dialogo, lungaggini ma non alcune incongruenze), dà sfogo al suo estro visionario, soprattutto nella scena del duello finale, che si conclude in maniera beffarda e sorprendente, mentre per il resto affida le manifestazioni del potere mentale degli Scanners alle mimiche degli attori (Michael Ironside è perfetto e inquietante nella parte). Il duello tra Revok e Vale parte dalle parole, che portano a galla forti verità ed obiettivi, per finire in uno scontro terminale (quest'ultimo davvero spettacolare, effetti speciali fantastici), nel quale la risoluzione è di rarissima inquietudine, sottolineata, come il resto della pellicola, dalla colonna sonora firmata da Howard Shore capace di contrappuntare lo spartito narrativo e generare disarmo.
Commento Finale: Horror di notevole impatto visivo (celebre la scena della testa che esplode), Scanners ha l'ambizione di denunciare i pericoli della ricerca scientifica e tratteggia personaggi che ispirano pietà ed empatia anziché paura. David Cronenberg procede per accumulo, sbizzarrendosi in effetti speciali, ma la sceneggiatura ha qualche lacuna di troppo e non tutto è spiegato a dovere. La sequenza finale è comunque sorprendente. Buone interpretazioni di Stephen Lack e Michael Ironside, novelli Caino e Abele che arrivano a distruggersi (letteralmente) a vicenda.
Consigliato: Il gore non è elevato come alcuni prima ed altri dopo, ma è un film per stomaci forti, seppur l'accessibilità a tutti è garantita dal suo non essere arcigno, però se non amate il genere o il regista potrebbe non bastare. Tutto sta a voi.
Voto: 6+
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