Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/09/2019 Qui
Tema e genere: Sequel della commedia Benvenuto Presidente! del 2013.
Trama: Dopo 8 anni di felice esilio in montagna, Peppino Garibaldi deve tornare a Roma per riprendersi la moglie. Si ritroverà non più al Quirinale, ma a Palazzo Chigi.
Recensione: Non avevo intenzione di vederlo, poi spinto da alcuni commenti ho voluto provare, ma era meglio se non l'avessi fatto, perché come previsto, da bocciare è questo film. Se già il primo film non era un granché ma almeno risultava passabile, questo secondo è una vera delusione. Il ritorno sulla scena politica per motivi sentimentali del fugace ex Presidente della Repubblica Giuseppe Garibaldi risulta solo una scusa per un instant movie che cerca molto bonariamente di sbeffeggiare l'attuale momento politico ed i suoi leaders, ma la presa in giro si dimostra talmente soft e telefonata da strappare solo qualche sorrisetto ogni tanto (l'unica fonte di vivacità sono infatti le non velate prese in giro alla classe politica attuale, alla lunga però si nota una certa ripetitività). Se poi ci aggiungiamo l'improbabile assurdità delle soluzioni politiche che il film suggerisce, secondo le quali il nostro incattivito popolo di anarchici individualisti ed egoisti si trasformerebbe in un batter d'occhio in un esempio di orgoglioso civismo per il mondo, vi rendete conto pure voi che proprio non ci siamo. Qualche scena azzeccata c'è, ma ce ne sono anche alcune imbarazzanti davvero improponibili. Claudio Bisio, con la professionalità costruita sui palchi teatrali di tutt'Italia, prova a tenere in piedi la baracca, ma non ci riesce, anche perché gli altri fanno poco. Sarah Felberbaum (che prende il ruolo che fu di Kasia Smutniak) è davvero una magnifica ragazza, ma è rigida e non è (ancora) una brava attrice. Pietro Sermonti si sta specializzando in ruoli da carognetta. Il resto del cast è macchiettistico al massimo e non ha modo di farsi apprezzare adeguatamente. Pellicola decisamente insufficiente.
Regia: Poco cambia che i due registi, Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, nati e cresciuti a Matera, cerchino di dargli un po' di verve e ritmo con un montaggio sincopato e pop, in qualche modo innovativo, il film comunque non decolla.
Sceneggiatura: Troppi i registri, parte come una favoletta con la bella famigliola che si è trasferita in montagna, ma che a "fare Frozen non resiste", prosegue verso l'eccesso e la farsa (come se la realtà nella quale viviamo non fosse già di suo eccessiva) e poi vira verso la spy story condita di love story e fantapolitica. Ne deriva un pot-pourri che vorrebbe denunciare la realtà, ma che non critica proprio nulla.
Aspetto tecnico: C'è qualche interessante scena girata in tecniche interessanti, per il resto né la fotografia né la colonna sonora alzano la qualità.
Cast: E' un confuso pasticcio nonostante la bravura di alcuni attori di "contorno" (come Pietro Sermonti, Ivano Marescotti o Antonio Petrocelli), mentre Claudio Bisio ha l'impresa ostica di rendere credibile un personaggio impossibile e Sarah Felberbaum sostituisce in modo poco convincente Kasia Smutniak nel ruolo dell'algida Janis. Non pervenuti gli altri, Paolo Calabresi e Gugliemo Poggi, semplicemente macchiette.
Commento Finale: Il film non ha il coraggio di infilare il coltello nella piaga. E così l'ennesimo film italiano scritto con paura di "urtare" qualche parte, finisce quindi per non centrare nessun bersaglio, risultando impalpabile. Il finale poi è pura fantascienza involontaria (rimediata in minima parte dal post-finale nel corso dei titoli di coda). Bocciato come previsto.
Consigliato: Per me è no, poi dipende dal momento, dalla voglia e dalla capacità di sopportazione.
Voto: 4,5
Trama: Dopo 8 anni di felice esilio in montagna, Peppino Garibaldi deve tornare a Roma per riprendersi la moglie. Si ritroverà non più al Quirinale, ma a Palazzo Chigi.
Recensione: Non avevo intenzione di vederlo, poi spinto da alcuni commenti ho voluto provare, ma era meglio se non l'avessi fatto, perché come previsto, da bocciare è questo film. Se già il primo film non era un granché ma almeno risultava passabile, questo secondo è una vera delusione. Il ritorno sulla scena politica per motivi sentimentali del fugace ex Presidente della Repubblica Giuseppe Garibaldi risulta solo una scusa per un instant movie che cerca molto bonariamente di sbeffeggiare l'attuale momento politico ed i suoi leaders, ma la presa in giro si dimostra talmente soft e telefonata da strappare solo qualche sorrisetto ogni tanto (l'unica fonte di vivacità sono infatti le non velate prese in giro alla classe politica attuale, alla lunga però si nota una certa ripetitività). Se poi ci aggiungiamo l'improbabile assurdità delle soluzioni politiche che il film suggerisce, secondo le quali il nostro incattivito popolo di anarchici individualisti ed egoisti si trasformerebbe in un batter d'occhio in un esempio di orgoglioso civismo per il mondo, vi rendete conto pure voi che proprio non ci siamo. Qualche scena azzeccata c'è, ma ce ne sono anche alcune imbarazzanti davvero improponibili. Claudio Bisio, con la professionalità costruita sui palchi teatrali di tutt'Italia, prova a tenere in piedi la baracca, ma non ci riesce, anche perché gli altri fanno poco. Sarah Felberbaum (che prende il ruolo che fu di Kasia Smutniak) è davvero una magnifica ragazza, ma è rigida e non è (ancora) una brava attrice. Pietro Sermonti si sta specializzando in ruoli da carognetta. Il resto del cast è macchiettistico al massimo e non ha modo di farsi apprezzare adeguatamente. Pellicola decisamente insufficiente.
Regia: Poco cambia che i due registi, Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, nati e cresciuti a Matera, cerchino di dargli un po' di verve e ritmo con un montaggio sincopato e pop, in qualche modo innovativo, il film comunque non decolla.
Sceneggiatura: Troppi i registri, parte come una favoletta con la bella famigliola che si è trasferita in montagna, ma che a "fare Frozen non resiste", prosegue verso l'eccesso e la farsa (come se la realtà nella quale viviamo non fosse già di suo eccessiva) e poi vira verso la spy story condita di love story e fantapolitica. Ne deriva un pot-pourri che vorrebbe denunciare la realtà, ma che non critica proprio nulla.
Aspetto tecnico: C'è qualche interessante scena girata in tecniche interessanti, per il resto né la fotografia né la colonna sonora alzano la qualità.
Cast: E' un confuso pasticcio nonostante la bravura di alcuni attori di "contorno" (come Pietro Sermonti, Ivano Marescotti o Antonio Petrocelli), mentre Claudio Bisio ha l'impresa ostica di rendere credibile un personaggio impossibile e Sarah Felberbaum sostituisce in modo poco convincente Kasia Smutniak nel ruolo dell'algida Janis. Non pervenuti gli altri, Paolo Calabresi e Gugliemo Poggi, semplicemente macchiette.
Commento Finale: Il film non ha il coraggio di infilare il coltello nella piaga. E così l'ennesimo film italiano scritto con paura di "urtare" qualche parte, finisce quindi per non centrare nessun bersaglio, risultando impalpabile. Il finale poi è pura fantascienza involontaria (rimediata in minima parte dal post-finale nel corso dei titoli di coda). Bocciato come previsto.
Consigliato: Per me è no, poi dipende dal momento, dalla voglia e dalla capacità di sopportazione.
Voto: 4,5
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