lunedì 30 settembre 2019

Aquarius (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2019 Qui
Tema e genere: Un film drammatico che è un vero e proprio inno alla libertà (non a caso incentrato sulla memoria del corpo e sulla costante resistenza al proprio annientamento), alla totale assenza di catene prima ancora che un film sull'(in)giustizia.
Trama: Una vedova indipendente si rifiuta di vendere il suo appartamento, ultimo abitato di un vecchio condominio su una bellissima spiaggia, che un impresa di costruzioni intende demolire per costruire un nuovo edificio.
Recensione: Un film, Aquarius, del regista, produttore, sceneggiatore e critico cinematografico Kleber Mendonça Filho, presentato in concorso a Cannes 2016, in forma di donna: donna Clara, impersonata da una brava e ancora bella Sonia Braga (celebre attrice brasiliana, Dona Flor e i suoi due maritiIl bacio della donna ragnoMilagro). La storia (le cui premesse vengono gettate attraverso un lungo e malinconico flashback, costruito per fornire le informazioni di base necessarie a cogliere l'essenza della narrazione) è semplice e non nuova. In un Brasile delle grandi città, in questo caso Recife, la speculazione edilizia di fine anni '70 erode le ultime tracce della vecchia urbanistica, soprattutto lungo il mare, e costruisce palazzoni dove sorgevano piccoli condomini dall'aspetto ancora umano. E' il caso del condominio Aquarius abitato da Clara, l'ultima a resistere nel suo appartamento dopo che tutti gli altri hanno capitolato di fronte alle offerte allettanti di una potente immobiliare. Il film è la storia della strenua lotta di una donna sola contro un colosso, ma, anche se questo aspetto è rilevante, è soprattutto un percorso nel mondo interiore della protagonista. Clara è ormai nella sua terza età, i suoi tre figli hanno una loro vita, ma non soffre la solitudine: la sua casa l'avvolge e la sostiene con un carico affettuoso di consuetudini e di ricordi, legati al marito scomparso da tempo, a una zia amatissima che lì ha abitato, spirito libero e spregiudicato come lei, alla sua vittoria su un cancro, al mare che adora e che sfida con la veemenza di una ragazza, alla musica che ha riempito la sua vita emotiva e professionale e che trabocca ovunque, nei vecchi dischi, nel pianoforte, dalla radio. Di fronte al vero e proprio mobbing che le scatenano contro, di fronte alla stessa scarsa comprensione dei figli, Clara non si agita, non fa piazzate: la sua resistenza ferma e tranquilla nasce dalla sua forza interiore, da una costruzione energica e armoniosa di personalità, energica e armoniosa come la sua musica preferita, che le consente di elaborare e superare anche i peggiori momenti di crisi. Più che un film di lotta ambientalista è dunque un film in lode di una donna e come tale ha un suo perché e una sua grazia, a cui Sonia Braga offre il contributo della sua espressività e di una buona recitazione, ella infatti è straordinaria in questo tour de force in cui esibisce senza trucchi e senza inganni tutte le rughe del suo viso. E in questa mancanza di finzione è davvero bellissima. Quel che manca, nonostante il ruolo importante della musica nella trama, è un ritmo sostenuto: una regia piuttosto tradizionale e una certa lentezza, ridondanza e staticità penalizzano un'opera complessivamente gradevole. Un'opera comunque e sicuramente da vedere.
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico/CastKleber Mendonça Filho dà vita ad un'opera interessante, la cui riuscita però è da attribuire quasi interamente alla magistrale interpretazione dell'attrice protagonista. Contornato da musiche movimentate di origini diverse (uno dei pregi è non per caso la colonna sonora), il film mantiene lo stesso ritmo lento per tutte le due ore e mezza circa (troppo tempo? Non rischia di diventare pesante da seguire? Sì, ma merita di essere visto in ogni caso). La scelta di questo tipo di andamento per la narrazione sembra volta a far sì che gli spettatori possano soffermarsi sui particolari più nascosti ed immergersi a pieno nelle situazioni vissute da Clara. L'unica pecca nella regia sono i cambi di inquadrature che a volte risultano troppo repentini e tendono ad infastidire l'occhio di chi guarda. Questa, probabilmente, è una scelta voluta dal regista per indurci a riflettere su quanto gli uomini spesso si perdano nelle piccole cose, non vedano più in là del loro naso e non si soffermino su particolari che potrebbero rivelarsi importanti. Ciò non toglie che questo genere di riprese sia alquanto spiacevole, anche se una nota di merito va a quelle in primo piano, con le quali il regista è riuscito a cogliere ogni sfumatura dei personaggi e a renderli a dir poco espressivi. Certo, non tutti gli interpreti sono stati all'altezza del ruolo affidatogli. Per alcuni di loro il problema è sicuramente legato al fatto di essere stati relegati a personaggi secondari o poco rilevanti ai fini del racconto. Un altro aspetto rilevante riguarda il poco equilibrio tra le scene incentrate sul dialogo e quelle colme di silenzi. Regina indiscussa della pellicola è Sonia Braga: espressiva al massimo livello, è riuscita a instaurare un rapporto di empatia con il pubblico. Il merito di ciò è da attribuire soprattutto all'intensità, profondità della sua performance.
Commento Finale: Non ho capito con esattezza dove intenda davvero colpire questo film (forse è tutto legato all'età dell'acquario, un periodo astrologico, che sembra ancora ben lontano, associato all'avvento di un periodo di felicità e benessere per il genere umano), ma se non altro racconta e tratteggia un personaggio femminile abbastanza memorabile. Tra tematiche sociali (il tema edilizio trattato altrove con più profondità) e tante forse troppe tematiche esistenziali o sentimentali (emergono quelli dell'importanza degli affetti famigliari e del profondo valore della casa intesa come luogo di riparo), non ha una direzione precisa, ora affascina ora annoia eppure alla fine finisce per essere una piacevole visione.
Consigliato: Sì, solo e soprattutto per celebrare una attrice fiera e indipendente che sa ancora portare la sua età e dove la recitazione prevale su tutto (rughe comprese), tuttavia un appunto, è consigliabile la visione del film ad un pubblico adulto in quanto vengono mostrate scene di nudo ed espliciti rimandi al sesso, ma anche per il linguaggio diretto adottato dai diversi personaggi.
Voto: 6

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