venerdì 27 settembre 2019

Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi) (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/09/2019 Qui
Tema e genere: Una commedia noir dai toni delicati con l'attore britannico Tom Wilkinson nel ruolo bizzarro e simpatico di un killer professionista prossimo alla pensione.
Trama: Un giovane aspirante suicida, non riuscendo a farla finita, assolda un killer professionista. Ma quando la sua vita ha una svolta positiva, cerca invano di annullare il contratto.
Recensione: Classica commedia britannica nera, diretta dall'esordiente Tom Edmunds, che si rifà a una gloriosa tradizione, Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi) attinge anche alla contemporanea moda dell'umorismo scorretto e del cinismo allegro. Lo spunto non è originalissimo, già altre volte il cinema ha raccontato storie simili: qui si punta sull'interazione tra il candore del giovane Aneurin Barnard e la sagacia di un attore di classe come Tom Wilkinson, sulla bellezza e presenza di spirito della ragazza interpretata da Freya Mavor, o sui duetti tra i due coniugi (Tom Wilkinson e Marion Bailey, attrice molto divertente nonché moglie del regista Mike Leigh). La commedia nera esaurisce nella prima parte gli spunti migliori, ma molte battute e situazioni sono divertenti solo sulla carta (la cooperativa del sindacato assassini). Ovviamente chi non ama l'umorismo macabro se ne tenga alla larga (a un certo punto il perfetto killer inizia a infilare una serie di errori via l'altro, uccidendo persone sbagliate). Peraltro la seconda parte, con il capo del killer (il solitamente bravo Christopher Eccleston, qui un po' troppo sopra le righe) e i nuovi assassini dell'Est che dovrebbero togliere il lavoro a Leslie smorza il ritmo e il divertimento anche per i meglio intenzionati (pur aumentando il livello di cinismo, con battute su tutto e tutti, fra cui sul buon Michael J. Fox). Tutto diventa un po' contorto, le divagazioni allungano il brodo (pur di un film tutt'altro che lungo). E il finale lascia anche l'amaro in bocca e toglie quel poco di divertimento che il film aveva seminato inizialmente. Va bene scherzare su tutto, ma l'epilogo difficilmente garantirà un buon ricordo a un film più promettente che apprezzabile, per quanto ben realizzato e ottimamente interpretato dagli attori principali. L'intento del regista era sicuramente di costruire un'opera noir alla fratelli Coen o evocare l'atipico e bello In Bruges - La coscienza dell'assassino (2008), ma l'eccessiva semplicità nell'approccio alla trama non ha aiutato. A tratti ricorda il veramente dark e dalle atmosfere fredde e umoristiche In ordine di sparizione (2014), ma non ne eguaglia la portata tematica, né la forza registica, rintanandosi in un'opera prima godibile ma prettamente scolastica.
Regia/SceneggiaturaTom Edmunds esordisce alla regia e sceneggiatura del suo Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi) con un'idea innovativa e curiosa (in parte riprendendo il bel film Mr. Ove), riuscendo a comporre un'opera prima sì apprezzabile ma non indimenticabile. Perché il film nasce sì da un'idea originale ma spreca il proprio potenziale con uno stile molto scolastico, in cui la sceneggiatura ricopre il ruolo più pasticciato, bene all'inizio, banale alla fine.
Aspetto tecnico: La regia è semplice ma bene studiata e merita anche la fotografia, che ben ricorda le atmosfere umide e autunnali inglesi, ma non spicca.
Cast: Tutti svolgono il loro compito al meglio, in particolare Tom Wilkinson (candidato all'Oscar per In The Bedroom e Michael Clayton).
Commento Finale: Commedia nera dall'impianto (teoricamente) spassoso ma dai toni plumbei e dalle atmosfere dark, Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi) muove da uno spunto piuttosto spiazzante e originale e si appoggia su un canovaccio tutto all'insegna di bizzarrie assortite e stramberie varie, sicari sornioni (ma in fondo amabili) e caricature del disagio giovanile. Un contesto abbastanza curioso ma tutt'altro che sorprendente, specialmente per il modo in cui è sviluppato e portato avanti da una narrazione quasi spesso incompiuta e zoppicante, compiaciuta e sfilacciata. Al suo esordio nel lungometraggio dopo alcuni corti, il regista e sceneggiatore Tom Edmunds mostra infatti una mano un po' troppo acerba e malferma, che sembra non avere abbastanza sicurezza nel dosare tutti gli ingredienti e nell'assemblare un prodotto sufficientemente organico e compiuto. Tom Wilkinson gigioneggia come di consueto, ma il suo personaggio, nonostante il carisma e la simpatia corrosiva dell'attore inglese, a suo agio in ruoli del genere, è comunque pallida, sbiadita ombra della maschera ironica e paradossale che poteva essere. Anche il cinismo di fondo del film, tirando le somme, è decisamente troppo innocuo, ambiguo e caramellato per stupire in modo autentico e gli sketch, sebbene qua e là ritmati e corredati di una componente action, sono troppo alimentari e grossolani per intrattenere con successo e generare una black comedy all'altezza della situazione.
Consigliato: Come dicevo pocanzi, chi non ama l'umorismo macabro se ne tenga alla larga, per tutti gli altri nessun problema.
Voto: 5+

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