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mercoledì 27 ottobre 2021

Mister Link (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/10/2021 Qui - Prodotto dallo studio Laika con la tecnica della stop motion, una (l'ennesima) piccola "perla" per qualità tecnica, ma stavolta, al contrario di altre (fantastiche) volte (ParaNorman dello stesso Chris Butler per esempio), non del tutto per i suoi contenuti. Certo, il film sa intrattenere piacevolmente e divertire riuscendo anche, almeno a tratti, a colpire i bersagli (edificanti) che si prefigge, ma la storia non è nuova così come i suoi sviluppi. Tuttavia, filmetto sì minore ma non disprezzabile. Si racconta di un celebre viaggiatore, sempre alla ricerca di un qualche essere leggendario, soprattutto per essere accettato così in un esclusivo club per ricconi. Che poi lui questi esseri straordinari li trova anche, ma non riesce a portare delle prove. In questa avventura avrà a che fare con un Sasquatch (bestia nota soprattutto negli USA) e i suoi lontani parenti Yeti. La grafica è particolare ma interessante, il film è sì una storiella ma ricca di humour, con qualche battuta più riuscita. Il personaggio protagonista (quello umano, intendo) è più riuscito degli altri, che invece sono molto "standard" e scontati. E anche il Sasquatch è molto indovinato, che sarebbe poi il "Mister Link" del titolo (l'originale era Missing link, l'anello mancante, ma entrambi i titoli ci possono stare). Purtroppo il film fu molto più gradito dalla critica (candidato all'Oscar, ma vinse Toy Story 4, mentre il migliore del mazzo era per me Klaus) che dal pubblico: fu un disastroso flop al botteghino, a causa anche dei grandi costi, ma non solo. Alla fine film simpatico però niente di più. Voto: 6+

lunedì 2 dicembre 2019

This Is Where I Leave You (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/12/2019 Qui
Tema e genere: Commedia agrodolce basata sul romanzo Portami a casa (This Is Where I Leave You) di Jonathan Tropper, che ha curato anche la sceneggiatura.
Trama: Quando il loro padre muore, quattro fratelli adulti di origini ebree (ognuno schiacciato dalla propria esistenza) sono costretti a tornare alla loro casa di infanzia e a vivere sotto lo stesso tetto per una settimana insieme alla madre e a un assortimento vario di coniugi, ex e occasioni mancate. Confrontando le loro storie e gli status delle loro relazioni, ritroveranno loro stessi in mezzo al caos, all'umorismo, all'angoscia e ai pentimenti, che solo una famiglia può generare.
Recensione: Ricorda in parte e con le dovute proporzioni "Il grande freddo" e altri simili. In America il funerale è un evento celebrato in modo più intenso, più evocativo rispetto alle nostre convenzioni. I parenti più stretti e gli amici più intimi, fanno un discorso in cui si parla del defunto, se ne raccontano gesta, episodi, aneddoti e quant'altro. Poi si fa un pranzo sontuoso che è quasi come quello nuziale. Naturalmente in tali occasioni si possono incontrare e rivedere persone che si sono perse di vista da tempo e qui scattano perversi ed arcani meccanismi. Ci possono essere chiarimenti o al contrario emergono rancori sopiti, possono riproporsi amori mai dimenticati o ci si può accorgere di non amare più, insomma è in qualche modo il momento della verità o la resa dei conti che dir si voglia. Questo film è tutto questo e altro. Questo film sembrerebbe quindi la classica trama vista e rivista che percorre binari ampiamente sfruttati fino allo sfinimento dal cinema. Dov'è la novità allora? Per come viene raccontata la storia, per l'umanità e allo stesso tempo la malinconia che riesce a trasmette, per il modo in cui vengono affrontati i legami tra i personaggi, tutti più o meno disillusi ma allo stesso tempo decisi come non mai a dare sterzate definitive alle loro vite, per la perfetta alternanza tra situazioni comiche ed ironiche ad altre più serie. Ma soprattutto gran parte del merito è del cast corale, perfettamente assortito dove tra tutti spicca la maschera ironica e amara di Jason Bateman. Accanto a lui brilla tutto il resto del cast, da Jane Fonda a Tina Fey, dalla bravura e istrionismo di Adam Driver, alla bellezza candida di Rose Byrne, da Corey Stoll a Timothy Olyphant, da Kathryn Hahn ad Abigail Spencer. Insomma un buon film, che seppur esagera in certe (anche troppe) occasioni, si fa sufficientemente apprezzare.

giovedì 23 maggio 2019

Snowden (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/05/2018 Qui - Oliver Stone è un mago dei film di denuncia politici, tratti dalla realtà, è questa pellicola non delude di certo. È più coinvolgente della migliore spy story e per tutto l'arco della sua durata (che pure è notevole) l'unico rischio è dimenticare che si tratta di una storia vera, per di più ancora in corso e non risolta. C'è azione, ritmo, rabbia, polemica e persino sentimento, un uso strepitoso del mezzo, che conferma la bravura del regista. E poi c'è quel voler andare a fondo, quel non arretrare di fronte alle icone del potere, che può piacere o irritare, ma che rimane il marchio di fabbrica del grande regista americano. Inoltre come ogni film d'inchiesta che meriti tale titolo, fa pensare e riflettere e contiene un inno alla libertà ed alla democrazia che, seppure sia un po' retorico, convince, coinvolge ed avvince lo spettatore a sé, riuscendo quasi a commuoverlo. Snowden infatti, film biografico molto interessante del 2016 co-scritto e diretto dal tre volte premio Oscar Oliver Stone (e presentato all'undicesima edizione della Festa del cinema di Roma), delinea, in modo forse non originale ma decisamente accurato e convincente, il ritratto di una delle figure (un personaggio certamente passato in sordina in Italia mentre nel mondo generava un forte scandalo) più controverse del nostro secolo, quella di Edward Snowden, colui che ha violato i sistemi di sicurezza dei principali servizi segreti americani con il solo scopo di proteggere la privacy delle persone, spinto dai principi in cui crede fermamente. Il suo atto difatti ha comportato forti polemiche tra chi lo reputa un eroe o un traditore, il film sembra protendere più per l'eroe, d'altronde, si dice nel film, anche i nazisti processati a Norimberga obbedivano a degli ordini, il mio pensiero e giudizio anche. Poiché il film fa capire fino in fondo e in modo comprensibile e diligente il perché delle azioni che ha deciso di intraprendere, al termine di una lunga e dolorosa battaglia personale in nome dei propri principi morali. Il film quindi ricostruisce la suddetta vicenda, una vicenda in verità su cui ancora non tutto si sa con certezza assoluta, viste le tante carte ancora in gioco.