Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/04/2017 Qui - Ammetto di conoscere e sapere poco del regista Gianni Zanasi, ma da quello che mi sembra di capire, nel cinema del regista i fallimenti personali e/o artistici diventano occasione di rinascita. E' il caso anche dell'ultimo, importante e maturo La felicità è un sistema complesso, una divertente commedia esistenziale (del 2015) che affronta temi importanti della vita con sorriso e leggerezza. Una pellicola che racconta una storia molto delicata in cui si intrecciano le esistenze di vari personaggi dove si alternano in un connubio perfetto ironia e dramma, dove i rapporti sentimentali, familiari, lavorativi tra le persone non appaiono mai scontati. Enrico Giusti, interpretato da un Valerio Mastandrea strepitoso (il volto umano e affidabile di una commedia esistenziale imprevedibile e scompaginata), è un personaggio opaco nella vita privata e brillante nel suo lavoro. E' il classico "tagliatore di teste" ma il suo lavoro è molto di più, nel licenziare manager incompetenti e sempre più spesso figli di papà (ritratto della nostra classe dirigente), Enrico affronta, a suo modo, una lotta generazionale contro un padre-dirigente in bancarotta, fuggito dalle proprie responsabilità in Canada. Sulla delusione scaturita da questo drammatico evento e sul conseguente vuoto esistenziale, Enrico oppone la sua vita da uomo responsabile, uomo sicuro di sé, a cui le mani non sudano mai per insicurezza e paura. Ma la prospettiva con cui guardare seriamente la vita si capovolge con l'incontro di due ragazzini, incarnazione probabile di un'ideale classe dirigente futura, ed una giovane donna (la fidanzata israeliana del fratello, sedotta e abbandonata), dotata di una femminilità differente. Una persona autentica come anche lui riscoprirà di essere.
La felicità è un sistema complesso si basa sulla storia di personaggi strampalati e teneri, impersonati da un coro di attori efficaci che, tra ironia e inadeguatezza, ci dimostrano che gli eventi drammatici possono certamente capovolgere la nostra vita, ma che la felicità si può trovare anche guardando da questa prospettiva capovolta, molto spesso complessa da capire, proprio come la felicità. Anche se il film più che analizzare il sentimento o stato d'animo, analizza il "sistema complesso" della nostra economia, i cinici che la affollano, coloro che ci lucrano sopra e che hanno sempre ragione. Ci vorrebbe l'imprenditoria etica, l'inesperienza e il muso duro di Filippo Lievi, autentica nota di speranza con la sorellina Camilla. Cambiare si può. Ed Enrico lo capisce, meglio tardi che mai. Proprio lui, il suo personaggio, è interpretato magnificamente da Valerio Mastandrea, in un ruolo bello e sfaccettato, espressivo e vero come solo lui sa essere. Il regista dal canto suo invece, dà un tocco di leggerezza profonda all'assunto, muove la macchina anticipando e assecondando l'imprevedibilità di situazioni e caratteri. Un assunto che sfocia in una gran bella storia, una pellicola molto piacevole, spiazzante (come giusto che sia leggero) ma che assume le sembianze di una bella poesia grazie alle musiche straordinarie, che accompagnano i toni del film. Si ride, non si ride, si è spiazzati e qui il regista fa centro. Anche se, a mio umilissimo parere, il film è molto bello e da 7 pieno fino a 3 quarti, quando all'improvviso non si riesce quasi più a capire il protagonista che era coscienziosamente maturo ed onesto ma anche originale e interessante.
Sembra quasi infatti che il regista si sia stancato o non aveva più in mente come concludere e ha collassato in un finale leggermente senza senso e deludente. Nonostante questo sia, comunque, un film pieno di sorprese e di risorse, con tempi sospesi e ralenti (a volte stranianti) gasati da musiche adatte al contesto e belle (anche geniali a dir la verità), originali di Niccolò Contessa con un accenno (in formato suoneria) a Salmo. Numerose sono poi le scene che vanno a segno, in primis i "colpi di testa" di Enrico, il "senato romano" di Bernini Senior e tutte quelle con Hadas Yaron (un angelo della svolta per il protagonista, sparisce quando lui prende consapevolezza del cambiamento), bravissima figura femminile. Infine più che discreta è la sceneggiatura, con l'ennesimo Valerio Mastandrea, grandissimo attore che in questa interpretazione ci regala un altro personaggio da ricordare, contornato anche da Giuseppe Battiston più marginale ma ugualmente bravo, come sempre. Insomma e comunque film non del tutto eccezionale, ma gradevole e delicato, che come tanti altri film italiani escono e che stanno pian piano dando nuova linfa al nostro cinema, merita di essere visto. Voto: 6,5