martedì 31 gennaio 2023

Harry Haft: Storia di un sopravvissuto (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - Una toccante pellicola (diretta dall'esperto Barry Levinson) che affronta, da una prospettiva inedita e complicata, il pesante senso colpa di un sopravvissuto all'Olocausto. La vita di Harry Haft (di cui avevo già sentito parlare tempo fa) è qui raccontata a partire da quando il protagonista vive già in America e continua a fare il pugile, arrivando a sfidare Rocky Marciano. Gli orrori della sua prigionia sono invece rivissuti tramite una serie di flashback in bianco e nero, a creare una sorta di Schindler's List in versione pugilistica. Si può dire che gli eventi chiave siano rispettati, tuttavia si ignorano "tatticamente" alcuni dettagli scomodi e probabilmente se ne romanzano altri, tolta l'usuale retorica, resta un lavoro ben fatto, con un cast di buon livello su cui svetta il talentuoso Ben Foster. Una storia straordinaria su un uomo che ha superato ogni previsione per rimanere in vita da scoprire. Voto: 6,5

Addio, signor Haffmann (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - A Parigi, durante l'occupazione nazista, per evitare il sequestro del negozio, un gioielliere ebreo lo vende fittiziamente ad un suo lavorante con il patto che questi lo restituirà alla fine della guerra. Spunto non nuovo ma sviluppo originale per questo dramma (diretto dal Fred Cavayé de Gli infedeli e Un tirchio quasi perfetto) che si svolge quasi interamente in interni contrapponendo l'umanità umiliata ma sempre salda del primo con l'incarognimento progressivo del secondo causato dall'avidità e dalla voglia di rivalsa sociale. In un film che conserva l'impostazione teatrale di origine, gli attori sono fondamentali e qui offrono prove eccellenti (sia Gilles Lellouche che soprattutto Daniel Auteuil). In un film che pur non riuscendo ad impressionare più di tanto, arriva diligentemente alla fine, in un finale dove il "bene" trionfa, e tanto basta, alla pellicola ed allo spettatore per giudicarlo positivamente. Voto: 6+

Jurassic World - Il dominio (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - Chiusura (si spera) della nuova trilogia che lascia molto amaro in bocca. Basato su una trama piuttosto scialba Jurassic World Dominion è una delle dimostrazioni di come un franchise, quando viene troppo sfruttato, alla fine stroppia. Dopo gli eventi di Isla Nubar e della tenuta Lockwood i dinosauri hanno infestato tutto il mondo in una convivenza con umani ed altri animali abbastanza improbabile. Nascono centri di riproduzioni illegali e mercati neri di dinosauri. La Byosin, azienda genetica mondiale, trama nell'ombra per la rovina ecologica e carestia mondiale ed ha il suo quartier generale nelle Dolomiti italiane dove si svolge gran parte del film. Punto di forza come sempre i sofisticati effetti speciali anche se qualche dinosauro assomiglia più ad un pupazzetto che altro e le sequenze ambientate a Malta. Il ritorno di Sam NeillLaura Dern e Jeff Goldblum solo un mero tentativo di dare un po' di linfa ad un film che fa acqua da tutte le parti. La new entry DeWanda Wise nella parte della bella e simpatica pilota di cargo alza un pochino la media ma il suo doppiaggio italiano da dimenticare. Meno terribile di quanto si dica in giro ma neanche un film indimenticabile, divertimento comunque assicurato. Voto: 5,5

The Hanging Sun - Il sole di mezzanotte (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - Senza infamia e senza lode, questa co-produzione italo britannica. La trama non offre niente che non si sia abbondantemente già visto (sicario pentito in fuga, residenza in un angolo di mondo ostile, tentativi di redenzione) e i rapporti tra alcuni personaggi non sono approfonditi, lasciando allo spettatore un senso di incompletezza. Fortunatamente una regia ordinata (dell'italiano Francesco Carrozzini) sfrutta al meglio i paesaggi della Groenlandia, offrendo riprese suggestive, compensando così, e con la potenza delle immagini, ad una storia non particolarmente originale o appassionante (ma con un finale una volta tanto positivo). Tratto da un romanzo di Jo Nesbo (che già con L'uomo di neve deludeva parecchio), il film si segnala per le buone interpretazioni di Alessandro Borghi e della Jessica Brown Findlay, con le partecipazioni di Charles Dance e Peter Mullan. Voto: 5,5

Spiral - L'eredità di Saw (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - Vorrei dire che si tratta di una delusione, ma in fondo, visto il capitolo precedente (anche se è un reboot che si distacca dalle vicende della serie principale), non posso affermare che sia così: sotto sotto temevo che l'esito finale sarebbe stato questo. Un Chris Rock che non riesce ad avere una recitazione abbastanza convincente in un film del genere, Samuel L. Jackson che pur essendo uno dei miei attori preferiti in assoluto qui sembra a tratti non sapere nemmeno lui perché ci sta, Darren Lynn Bousman alla regia non fa chissà cosa, nonostante fosse stato richiamato apposta perché conosce abbastanza bene la saga avendone diretti diversi episodi, la sceneggiatura non è un granché nonostante le intenzioni siano anche interessanti e c'è poco splatter, anche se quello è l'ultimo dei problemi. Personalmente, apprezzando questa saga, mi ci sono anche divertito, ma Spiral è oggettivamente mediocre. Voto: 5

Jiu Jitsu (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - Una specie di Predator calato nel mondo delle arti marziali, dalla confezione nemmeno tanto male (fotografia e location valgono) ma scritto in modo talmente goffo da risultare indigesto. I personaggi dicono frasi ridicole e cosa ancora peggiore, i combattimenti mostrano tutta la loro falsità, senza mai riuscire a nascondere le coreografie alla base, causa lentezza e brutte inquadrature. Cast curioso, in cui l'unico però che sembra divertirsi un minimo è (lo sguazzatore del trash) Nicolas Cage. La trama pare minacciare sequel ma si spera che tutti si siano pentiti del risultato e rinuncino all'idea. Voto: 4

La padrina - Parigi ha una nuova regina (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - Inimitabile, ingegnoso e sottile umorismo francese della serie "quando il crimine paga": traduttrice frustrata che lavora (mal retribuita) per la polizia passa dalla parte opposta diventando un "pezzo grosso". La trama è senza dubbio seria e sotto molteplici aspetti verosimile (come il finale aperto a un eventuale seguito), in netto contrasto con la cornice della vicenda (nella fattispecie la goffaggine della protagonista, il look improbabile che adotta "sotto copertura" e le musiche orientaleggianti che accompagnano le scene clou). Soprassedendo a qualche forzatura, l'insieme però funziona alla grande. Merito di una sceneggiatura briosa, di un ritmo sempre elevato, di una realistica caratterizzazione ambientale e su una grande attrice, Isabelle Huppert che diventa sempre più brava e rende il suo personaggio (una simpatica mascalzona) quello che molti vorrebbero essere. Buono. Voto: 6

Black Box - La scatola nera (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - Yann Gozlan rende (presumibilmente e diligentemente) omaggio a La conversazione ed a Blow Out firmando un pregevole thriller complottistico "auditivo", che vede un giovane addetto alla lettura di scatole nere indagare sulle oscure cause di un incidente aereo. Anche qualora il regista rischi di dissipare l'attenzione del pubblico in qualche dialogo un po' tecnicista, riesce a recuperarla all'istante grazie a un taglientissimo clima paranoico-cospirativo che non sferra un colpo a vuoto: uno sfrigolante exploit di suspense sostenuto da soluzioni visive di sicuro impatto (un approccio originale ben sviluppato che rende il film interessante fino all'epilogo con risvolti da film d'azione anch'esso non convenzionale perché solo in parte prevedibile). Bella prova di Pierre Niney, ossessionato dalla ricerca della verità. Merita una visione, anche se forse passerà la voglia di andare in aereo. Voto: 7

Animali Fantastici - I Segreti di Silente (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - Leggera delusione per questo (altro) capitolo (finale?) dello spin off sul mondo di Harry Potter, in cui sfortunatamente gli animali fantastici hanno un ruolo (ancora) più secondario (difetto riscontrato nell'altrettanto deludente secondo film), mentre il gruppetto, con l'aiuto del giovane Silente (brillantemente interpretato da Jude Law), prende il sopravvento. Un paio di rivelazioni e alcune scene d'azione ben realizzate non bastano, perchè la pellicola non riesce a coinvolgere. L'impressione è che i protagonisti abbiano già dato tutto in precedenza, tendendo inevitabilmente a ripetersi (non male però la specialista in fughe). La mancanza di Johnny Depp non aiuta, anche se Mads Mikkelsen lo sostituisce alla grande, il resto del cast assolve al proprio compito in modo diligente. Come al solito la confezione visiva e realizzativa di film come questo non lascia spazio a commenti negativi, ma è nella storia che ho notato una leggera flessione, mancando, a mio parere, di quella carica emozionale e "magica" che ha caratterizzato non solo Harry Potter ma anche i primi capitoli di questo spin-off. Comunque si può anche vedere, ma non ne rimarrà granché nella memoria a breve termine. Voto: 5,5

Il male non esiste (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - Quattro episodi slegati fra di loro a livello narrativo, ma uniti dalla tematica della pena di morte, ancora in vigore nell'Iran (atrocità oggi in corso d'opera, mentre io scrivo e voi leggete). Lo stesso regista (anch'esso Iraniano, tale Mohammad Rasoulof) non ha potuto ritirare l'Orso d'oro alla Mostra di Berlino perché rinchiuso ai domiciliari per propaganda contro lo Stato. La costante è l'incedere della vita che prosegue nella sua ordinarietà nonostante la morte altrui lasci segni tangibili. Di grande impatto la fine del primo episodio e toccante il soldato di leva che non vuole eseguire gli ordini (in alcuni momenti sembra chiaramente ispirato da La ballata del boia). Il compleanno della fidanzata e il segreto custodito dallo zio della ragazza sono più didascalici e fanno riflettere in maniera più morbida. Un tema difficile e osteggiato dal regime con il pregio della scorrevolezza. "Bella Ciao" sta diventando un inno mondiale. Voto: 6,5

Ghiaccio (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - Un film che non propone niente di nuovo, anzi, se vogliamo dirla tutta è il solito film sulla boxe come ce ne sono a decine, però funziona, i personaggi e l'atmosfera di disagio che si respira prendono fin dalle prime battute, la trama è accattivante e coinvolgente, e la gran colonna sonora di Fabrizio Moro (che firma anche la regia) ne completa il quadro. Rispetto al classico film sulla boxe il climax non è l'allenamento e il combattimento finale, specialmente il primo è relegato a pochissime scene: il vero cuore del film sta nella psicologia dei personaggi, sia del protagonista ma anche in quelli di contorno, nel degrado della periferia romana, insomma la boxe non è il vero protagonista del film ma solo un pretesto. A me è piaciuto molto nella sua semplicità, mi è sembrato un film fatto mettendoci l'anima e la giusta intensità, la prova che a volte per fare un bel film non serve raccontare chissà quali storie originali. Voto: 6,5

Ambulance (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - Quando l'ambulanza non serve a salvare la pelle altrui bensì la propria. Bella l'idea (seppur non originale trattandosi di un remake, ma l'originale io non l'ho visto) di ambientare un'intera pellicola (peraltro di durata importante, anche troppa) per quasi tutto il tempo all'interno di un mezzo di soccorso. In fatto di esagerazione Michael Bay non è secondo a nessuno, per cui il film è un continuo susseguirsi di rocamboleschi inseguimenti, scontri a fuoco, salvataggi in extremis (e un finale che propone l'immancabile buonismo) che tengono col fiato sospeso grazie al cast valido, al ritmo costante e ad un'azzeccata soundtrack. Qualche situazione poco credibile, solita retorica made in USA, comunque in generale piuttosto godibile. Voto: 6

L'uomo nel buio - Man in the Dark (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - Aspettative non molto alte visto che non trovavo sensato fare un seguito all'apprezzato primo film, però bisogna dire che le carte in tavola sono cambiate a partire dal personaggio del cieco interpretato da Stephen Lang. Senza dubbio più umanizzato e non più bad guy del sorprendente capitolo precedente. Inoltre si trova ad essere il padre adottivo di una bambina cui si è preso cura dopo averla salvata da un incendio. Se una buona porzione della prima parte del film rispetta i topoi del primo capitolo, per essere un film dal titolo Don't Breathe, si respira anche a pieni polmoni. Molta più azione con un Lang impeccabile e la giovane bambina di fronte a delle scelte di non poco conto, che non dico per non spoilerare. Il film tecnicamente ha una buona confezione, buone sequenze e pochi momenti di pausa. Forse, come detto, avevo aspettative basse, ma il film non mi è dispiaciuto affatto. Voto: 6

Troppo cattivi (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - La risposta della Dreamworks allo Zootropolis di Disney. Una commedia a metà strada tra il comedy pulp alla Tarantino e l'heist-movie. Divertente, frenetico, tante citazioni e riferimenti, ed anche se la trama può sembrare più che prevedibile non toglie il divertimento (grazie al suo essere dinamico, colorato e simpatico) e la voglia di seguire la storia (una storia con un villain sulla falsariga del cattivi alla Bond, però i personaggi sono ben caratterizzati e come intrattenimento funziona benissimo dall'inizio alla fine). Una visione piacevole infatti, che non perde un colpo sul ritmo della narrazione (ben musicata) e che gioca molto (bene) sugli stereotipi degli animali percepiti come malvagi per eccellenza. Banalmente godibile. Voto: 6+

Chi è senza peccato - The Dry (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - Tra dramma e poliziesco, The Dry si avvale di una forza narrativa su due piani paralleli, presente e passato, che sono destinati ad essere legati. Il protagonista (un poliziotto), che dalla città torna nella cittadina di provincia natia, non è un elemento nuovo, ma il regista Robert Connolly riesce ad amalgamare benissimo una vicenda coinvolgente insieme ad altri aspetti come l'ambientazione particolare e flashback determinanti (certo la sceneggiatura prevede che a distanza di poche ore si risolvano 2 casi di omicidio distanziati di 20 anni, ma pazienza). Il microcosmo di questa piccola cittadina australiana sembra un po' quello di Cane di Paglia di Sam Peckinpah, tra ubriaconi, bifolchi e personaggi che hanno qualcosa da nascondere. Valido il finale, dove tutto bene o male si viene a collimare, ed anche la "siccità" del titolo si rivela importante. Bravo Eric Bana e bene il resto del cast. Un film ben confezionato, un "giallo" interessante dove tutto è al posto giusto, ma per essere un thriller naviga su un mare piatto, noioso a tratti, nonostante ciò buono. Voto: 6+

La scuola cattolica (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - Un film (tratto dall'omonimo romanzo) che mira a ricostruire l'ambiente alto borghese in cui avvenne il celebre omicidio del Circeo. Il regista (Stefano Mordini) scava nelle psicologie dei personaggi partendo da un ipotetico ruolo nella genesi del delitto dovuto all'ambiente malsano dal punto di vista morale (di certo far ricadere la colpa alla dottrina cattolica è sbagliato ed inesatto, giacché erano per lo più universitari, e in questo senso fuorviante è il titolo), ma alcuni personaggi sono decisamente pleonastici e i continui salti temporali non giovano alla "compattezza" della pellicola. Sono invece pregevoli la ricostruzione ambientale e la prova del cast, con attori giovani assai credibili (tra questi la buona Benedetta Porcaroli). C'è qualche lentezza, qualche sotto-trama inutile, ma il film si lascia guardare e gli ultimi venti minuti colpiscono con discreta crudezza, seppur rimane la sensazione a fine visione, assai amara per la verità, di un racconto che volesse dare una spiegazione e/o addirittura una giustificazione a ciò che di terribile e inenarrabile successe. Voto: 6

giovedì 19 gennaio 2023

Unico indizio la luna piena (1985)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/01/2023 Qui - Tratto da un romanzo breve di Stephen KingSilver Bullet è un horror a tema licantropi molto godibile, classico prodotto nato negli anni '80 con tutte le consuete caratteristiche annesse. Caccia al mostro di turno nella classica cittadina di provincia statunitense. La premessa risaputa (quanto lo è la conclusione) è accompagnata da uno svolgimento onesto e tutto sommato avvincente. Come in buona parte dei racconti di King, la storia del terrore è in fondo un pretesto per parlare di valori che con la paura hanno poco a che fare, qui l'affetto famigliare, la fiducia fra fratelli, insomma un po' di "volemose bene". E' un film a tratti ingenuo, con un impianto più per ragazzi che da storia matura, ma l'ho trovato molto piacevole. Ovviamente la pellicola non è né troppo violenta né troppo sanguinosa, ma il mix fra favola per ragazzi e storia dell'orrore funziona, soprattutto nella seconda parte in cui la minaccia si manifesta con più frequenza. Personaggi stereotipati ma non irritanti, per i quali non si fatica a fare il tifo, momenti orrorifici distribuiti con intelligenza e mai stucchevoli, indagini scolastiche ma che tengono alta l'attenzione. La creatura è di Carlo Rambaldi e le trasformazioni in tempo reale, per la prima volta utilizzate in "Un lupo mannaro americano a Londra" di Landis, sono interessanti. Buona la regia (dell'ex-collaboratore di Spielberg Dan Attias), che riesce a realizzare alcune scene e sequenze davvero riuscite (la migliore secondo me è l'incubo del reverendo, quello dove vede i fedeli trasformarsi), curata la fotografia e decente la recitazione. Originali le particolari sedie a rotelle motorizzate utilizzate dal giovane protagonista (ne avrei voluta averne una quand'ero ragazzino). Divertente e, come da genere, decisamente nostalgico. Un filmetto che si guarda con piacere grazie alla sua semplicità e genuinità di fondo. Voto: 6

Grano rosso sangue (1984)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/01/2023 Qui - Avevo visto "Children of the Corn" quando ero adolescente, vent'anni fa praticamente, e ricordo che mi era rimasta impressa questa storia del pericolo che si nasconde nei campi di grano. A parte questo, però non ricordavo assolutamente niente. Rivedendolo, l'ho trovato un filmetto passabile, tutto sommato all'altezza di certo cinema horror medio risalente agli anni '80. Accettabile a patto di sospendere la credulità in maniera netta, non tanto per il ribaltamento dei ruoli e la veicolazione del male attraverso dei bambini (simboli di purezza per eccellenza) quanto per la difficoltà a credere ad un massacro degli adulti rimasto celato per anni, soprattutto se la mattanza è avvenuta in un piccolo centro del Kansas, isolato quanto si vuole, ma comunque collegato col mondo circostante. Detto ciò abbiamo una pellicola dalla partenza intrigante velocemente ridotta ad una caccia all'uomo dalla flebile tensione. Lo spunto dell'estremismo religioso non è affatto male, ma la parte centrale resta vittima di snodi mal sviluppati e di cliché vari. Gli effetti speciali poi sono di bassa lega (evidenti sul finale). Protagonista femminile è Linda Hamilton, conosciuta soprattutto per essere la madre di John Connor in Terminator. Di Grano rosso sangue resta impressa sicuramente l'interpretazione fanatica di alcuni passi biblici, l'avanzare sotterraneo della creatura/entità che si cela nel grano e la rara bruttezza di un paio di ragazzini: tali John Franklin (Isaac) e l'inquietante Courtney Gans (Malachia). Diretto da Fritz Kiersch (di cui questo il miglior lavoro), ed ovviamente tratto da un racconto di Stephen King, un film interessante anche se non entusiasmante, ma che scorre abbastanza velocemente e merita visione. Voto: 6+

Fenomeni paranormali incontrollabili (1984)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/01/2023 Qui - A quei tempi ogni romanzo di Stephen King veniva trasposto sul grande schermo, forse anche quelli che stava scrivendo. Lo stesso autore non apprezzò molto questa trasposizione dell'Incendiaria ed al contrario di Shining, non si può dargli torto, anche se poi tanto brutto non è. Certamente la storia, alla base non male, viene trattata un po' male: il finale, con la ragazzina che si trasforma in "Commando" (tanto per rimanere in tema con il regista), mi sembra veramente disturbato rispetto al resto della storia, che appariva appunto interessante nel suo ruolo di b-story. Alti e bassi, non convince del tutto. Sci-fi-horror senza troppe sovrastrutture psicologiche, serratissimo nel ritmo e nella soluzione degli eventi ma con esiti spesso grossolani, ingenui e decisamente (e paradossalmente) poco Kinghiani. Pur con questi difetti, Mark L. Lester dirige un thriller dalla confezione pregevole, dando ampio respiro ai buoni effetti speciali (il finale, per quanto campy possano sembrare le "meteore" scagliate con la forza del pensiero, è pura goduria pirotecnica) e alle musiche evocative dei Tangerine Dream, che fanno perdonare le lentezze della tranche centrale. Ovviamente non siamo dinanzi ad un capolavoro ma la professionalità dell'operazione è indiscussa grazie ad una regia appunto sobria, ad una discreta sceneggiatura e ad attori di tutto rispetto tra cui spicca la piccola Drew Barrymore. Insomma una pellicola che pur funzionando solo a tratti scorre via veloce senza intoppi fino ad un finale certamente non banale. Voto: 6

Cujo (1983)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/01/2023 Qui - Se ho sempre avuto paura dei cani, in special modo di grossa taglia, ci sarà un perché, e il perché "è colpa" di Cujo e di conseguenza del film, ma al di là di questo, un thriller/horror semplice ma efficace. Un buon prodotto tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King (che non ho letto, come del resto non ho letto nulla dell'autore ma solo visto film), un prodotto che ha quasi quaranta anni ma fa ancora la sua sporca figura, si prova empatia per i protagonisti e l'atmosfera è carica di tensione con alcuni punti "horror" davvero riusciti ed inquietanti. Ottimo il trucco di Cujo nella sua metamorfosi da cagnolone sornione a belva rabbiosa ricoperta di sangue, bave etc, molto d'effetto e realistico. E' infatti lui il miglior interprete del film e non so quanto bravi siano stati a fargli fare certe scene di cattiveria così realistiche. Molto bella (all'epoca) e davvero brava/professionale Dee Wallace che entrava di diritto tra le più brave e prolifiche attrici dell'horror anni '80 (e non solo). La regia di Lewis Teague è di buon livello, pulita, precisa, ingegnosa e realistica, insomma da vero esperto del settore e si avvale di una buona fotografia e di una bella colonna sonora, che sottolinea la tensione e dona un'aurea da puro horror alla pellicola. Peccato che il film si perde un po' troppo nel raccontare aspetti famigliari che possono appesantire la visione all'inizio, ma poi l'assedio finale è così realistico (bravo anche il dolce bambino) che si perdona qualche lungaggine di sceneggiatura. E tuttavia non un film trascendentale, ma un film seppur semplicistico affatto evitabile o disprezzabile. Voto: 6,5

[Cinema] Speciale Stephen King

Post pubblicato su Pietro Saba World il 19/01/2023 Qui - Per cominciare un nuovo anno che si spera essere speciale, e non solo cinematograficamente parlando, ecco uno speciale, su una persona decisamente speciale, perché certamente Stephen King non è uno qualunque. Non lo era infatti H.P. Lovecraft, genio ispiratore, e non lo è neanche il "Re del brivido", genio della letteratura horror-fantastica, tra i più prolifici scrittori viventi, e tra quelli che più hanno ispirato cuori e menti di milioni di persone (e registi del calibro di Stanley KubrickJohn Carpenter o J.J. Abrams), pochi scrittori hanno difatti avuto l'impatto che ha avuto King nel ventesimo secolo, un impatto che non si misura soltanto nella quantità di libri venduti, ma nella pervasività dell'immaginario che ha creato, replicata in innumerevoli trasposizioni cinematografiche e televisive (negli ultimi quarant'anni probabilmente viste una ventina). A tratti brillante e per altri no, ma tutti dalla impossibile sottovalutazione. Tra i titoli più celebri: "L'ombra dello scorpione", "Il Miglio verde", "Shining", "Misery", "Carrie", portati sul grande schermo (e non per caso) da registi di chiara fama, quali Stanley Kubrick e Brian De Palma (e in questo caso con risultati eccellenti). Ispirato da fobie e traumi vissuti in età infantile (la sua figura pubblica suscita simpatia ma uomo turbolento è sempre stato), Stephen King (che come ogni bestsellerista, e forse anche come ogni scrittore, è un marchio, un brand) fin da studente ha iniziato a scrivere racconti che avevano come elemento comune il rapporto tra paranormale e infanzia. Se diciamo King, ci immaginiamo (non a caso) una certa atmosfera, una placida cittadina del New England disturbata, prima a poco a poco e poi in un crescendo apocalittico, da mali innominabili. Ha prodotto icone memorabili del terrore come Pennywise, creato ambientazioni o personaggi che sono diventati poco meno che figure del senso comune, come l'Overlook Hotel. Insomma una leggenda, che ho voluto appunto omaggiare con alcune trasposizioni cinematografiche, che venute bene o meno, influenzeranno il genere horror. Proprio l'horror uno dei comuni denominatori di questi quattro film (diversi ma simili tra loro), insieme agli anni '80 e il fatto che tra i protagonisti ci siano bambini. E mettendo in conto che nessuno di questi libri omonimi ho letto, ecco com'è andata, ecco cosa ne penso di questi per metà rivisti, altri alla prima visione.