Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/01/2023 Qui - Avevo visto "Children of the Corn" quando ero adolescente, vent'anni fa praticamente, e ricordo che mi era rimasta impressa questa storia del pericolo che si nasconde nei campi di grano. A parte questo, però non ricordavo assolutamente niente. Rivedendolo, l'ho trovato un filmetto passabile, tutto sommato all'altezza di certo cinema horror medio risalente agli anni '80. Accettabile a patto di sospendere la credulità in maniera netta, non tanto per il ribaltamento dei ruoli e la veicolazione del male attraverso dei bambini (simboli di purezza per eccellenza) quanto per la difficoltà a credere ad un massacro degli adulti rimasto celato per anni, soprattutto se la mattanza è avvenuta in un piccolo centro del Kansas, isolato quanto si vuole, ma comunque collegato col mondo circostante. Detto ciò abbiamo una pellicola dalla partenza intrigante velocemente ridotta ad una caccia all'uomo dalla flebile tensione. Lo spunto dell'estremismo religioso non è affatto male, ma la parte centrale resta vittima di snodi mal sviluppati e di cliché vari. Gli effetti speciali poi sono di bassa lega (evidenti sul finale). Protagonista femminile è Linda Hamilton, conosciuta soprattutto per essere la madre di John Connor in Terminator. Di Grano rosso sangue resta impressa sicuramente l'interpretazione fanatica di alcuni passi biblici, l'avanzare sotterraneo della creatura/entità che si cela nel grano e la rara bruttezza di un paio di ragazzini: tali John Franklin (Isaac) e l'inquietante Courtney Gans (Malachia). Diretto da Fritz Kiersch (di cui questo il miglior lavoro), ed ovviamente tratto da un racconto di Stephen King, un film interessante anche se non entusiasmante, ma che scorre abbastanza velocemente e merita visione. Voto: 6+
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