Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - A Parigi, durante l'occupazione nazista, per evitare il sequestro del negozio, un gioielliere ebreo lo vende fittiziamente ad un suo lavorante con il patto che questi lo restituirà alla fine della guerra. Spunto non nuovo ma sviluppo originale per questo dramma (diretto dal Fred Cavayé de Gli infedeli e Un tirchio quasi perfetto) che si svolge quasi interamente in interni contrapponendo l'umanità umiliata ma sempre salda del primo con l'incarognimento progressivo del secondo causato dall'avidità e dalla voglia di rivalsa sociale. In un film che conserva l'impostazione teatrale di origine, gli attori sono fondamentali e qui offrono prove eccellenti (sia Gilles Lellouche che soprattutto Daniel Auteuil). In un film che pur non riuscendo ad impressionare più di tanto, arriva diligentemente alla fine, in un finale dove il "bene" trionfa, e tanto basta, alla pellicola ed allo spettatore per giudicarlo positivamente. Voto: 6+
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