Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/01/2023 Qui - Tratto da un romanzo breve di Stephen King, Silver Bullet è un horror a tema licantropi molto godibile, classico prodotto nato negli anni '80 con tutte le consuete caratteristiche annesse. Caccia al mostro di turno nella classica cittadina di provincia statunitense. La premessa risaputa (quanto lo è la conclusione) è accompagnata da uno svolgimento onesto e tutto sommato avvincente. Come in buona parte dei racconti di King, la storia del terrore è in fondo un pretesto per parlare di valori che con la paura hanno poco a che fare, qui l'affetto famigliare, la fiducia fra fratelli, insomma un po' di "volemose bene". E' un film a tratti ingenuo, con un impianto più per ragazzi che da storia matura, ma l'ho trovato molto piacevole. Ovviamente la pellicola non è né troppo violenta né troppo sanguinosa, ma il mix fra favola per ragazzi e storia dell'orrore funziona, soprattutto nella seconda parte in cui la minaccia si manifesta con più frequenza. Personaggi stereotipati ma non irritanti, per i quali non si fatica a fare il tifo, momenti orrorifici distribuiti con intelligenza e mai stucchevoli, indagini scolastiche ma che tengono alta l'attenzione. La creatura è di Carlo Rambaldi e le trasformazioni in tempo reale, per la prima volta utilizzate in "Un lupo mannaro americano a Londra" di Landis, sono interessanti. Buona la regia (dell'ex-collaboratore di Spielberg Dan Attias), che riesce a realizzare alcune scene e sequenze davvero riuscite (la migliore secondo me è l'incubo del reverendo, quello dove vede i fedeli trasformarsi), curata la fotografia e decente la recitazione. Originali le particolari sedie a rotelle motorizzate utilizzate dal giovane protagonista (ne avrei voluta averne una quand'ero ragazzino). Divertente e, come da genere, decisamente nostalgico. Un filmetto che si guarda con piacere grazie alla sua semplicità e genuinità di fondo. Voto: 6
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