Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2021 Qui - Un
padre ama così tanto sua figlia che è pronto a commettere un crimine
per esaudire il suo desiderio. Ma il suo errore apparentemente piccolo,
porta a una reazione a catena e non c'è modo di fermarla. Pregevole
lavoro che osserva l'ineluttabilità del destino e l'incapacità
dell'uomo a governarlo, Magical Girl del regista spagnolo Carlos Vermut è
opera seducente e dalla struttura narrativa originale. Un'opera
misteriosa, che mescola magia, erotismo e psicopatologia, con qualche
snodo narrativo poco credibile, ma affascinante e una volta tanto non
scontata. Peccato che tutto questo non sia sufficiente a tenere alta
l'attenzione per le due ore circa di durata. Lungo il percorso narrativo
infatti, che intreccia, in un valzer di ricatti e
sangue su piani temporali paralleli e sovrapposti, i destini di tre
personaggi apparentemente lontani, si verifica una perdita e una
dispersione graduale della suspense e della tensione che, unita a una
costruzione altalenante del ritmo, a conti fatti finisce con
l'indebolire il racconto e di riflesso la sua trasposizione (il suo
"messaggio"). Gli attori sono anche bravi (in particolar modo Bárbara
Lennie, vincitrice dell'unico Premio Goya a fronte di 7 nomination nel
2015, già vista in Contrattempo, Tutti lo sanno e
Il regno) e il film, sotto l'aspetto puramente estetico, di Cinema, se
la cava, ma non tutto funziona bene od impressiona positivamente (compreso il disturbante finale). Voto: 6
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