Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2021 Qui - Realizzato quasi in forma di documentario, un interessante reportage sul
"nomadismo" moderno, non privo tuttavia di suggestioni narrative legate
alla vicenda del personaggio principale. Un ruolo che si adatta
perfettamente all'ottima Frances McDormand, il cui personaggio compie
una scelta apparentemente radicale ma in realtà naturale considerate le
sue inclinazioni caratteriali. Il suo percorso, geografico e umano viene
raccontato in modo lineare, senza grandi sussulti ma realisticamente in
un film in cui il paesaggio, spesso aspro, diventa coprotagonista.
Chloé Zhao riesce a imporsi nel panorama cinematografico internazionale
(ha vinto l'Oscar per la migliore regia con questo film) non cambiando
per nulla il suo lodevole stile di regia, riconoscibile ormai dal mix
che fa di finzione e realismo documentaristico (esattamente come in The Rider, film ugualmente riuscito, forse più, anche a livello emozionale), e puntando tutto sul carisma e la
bravura della McDormand, forse unica attrice in grado di reggere un
ruolo così complesso oggi (e non gli si può dire niente, l'Oscar ci
sta). Le ragioni del successo sono dovute alla comunque buona fattura
del film (riuscito l'utilizzo di attori "presi dalla strada" cit.), che esplora una cultura già vista nel cinema americano ma
sotto differenti punti di vista, e inquadrature in stile western. Alla
buona riuscita contribuiscono fotografia e musiche. Un bel film, ma non
assolutamente il miglior film, eppure a fronte delle sei candidature, il
terzo Oscar eccolo lì, diciamo che qualche sbadiglio scappa. Voto: 7
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