martedì 30 novembre 2021

Nomadland (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2021 Qui - Realizzato quasi in forma di documentario, un interessante reportage sul "nomadismo" moderno, non privo tuttavia di suggestioni narrative legate alla vicenda del personaggio principale. Un ruolo che si adatta perfettamente all'ottima Frances McDormand, il cui personaggio compie una scelta apparentemente radicale ma in realtà naturale considerate le sue inclinazioni caratteriali. Il suo percorso, geografico e umano viene raccontato in modo lineare, senza grandi sussulti ma realisticamente in un film in cui il paesaggio, spesso aspro, diventa coprotagonista. Chloé Zhao riesce a imporsi nel panorama cinematografico internazionale (ha vinto l'Oscar per la migliore regia con questo film) non cambiando per nulla il suo lodevole stile di regia, riconoscibile ormai dal mix che fa di finzione e realismo documentaristico (esattamente come in The Rider, film ugualmente riuscito, forse più, anche a livello emozionale), e puntando tutto sul carisma e la bravura della McDormand, forse unica attrice in grado di reggere un ruolo così complesso oggi (e non gli si può dire niente, l'Oscar ci sta). Le ragioni del successo sono dovute alla comunque buona fattura del film (riuscito l'utilizzo di attori "presi dalla strada" cit.), che esplora una cultura già vista nel cinema americano ma sotto differenti punti di vista, e inquadrature in stile western. Alla buona riuscita contribuiscono fotografia e musiche. Un bel film, ma non assolutamente il miglior film, eppure a fronte delle sei candidature, il terzo Oscar eccolo lì, diciamo che qualche sbadiglio scappa. Voto: 7

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