Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2021 Qui - Disgregazione di una coppia in seguito ad un drammatico parto che si
conclude con la morte della neonata. Film che privilegia il doloroso
punto di vista di una giovane madre interpretata con grande intensità da
Vanessa Kirby (vincitrice della Coppa Volpi per la miglior
interpretazione femminile a Venezia e candidata all'Oscar nella medesima
categoria). Non meno rilevante la prova di Shia LaBeouf (nuovamente di
livello la sua performance, soprattutto dopo Honey Boy, non tanto gli
altri) nella parte di un marito incapace di comprendere fino in fondo
l'emotività della compagna e quella (breve ma incisiva) della grande
Ellen Burstyn. Le prove degli attori compensano qualche incertezza della
sceneggiatura che passa dal dramma intimista a quello processuale forse
in modo troppo schematico. Si poteva decisamente approfondire tutto meglio, senza concentrarsi su
piani sequenza complicatissimi e simbolismi banali (i semini di mela).
Resta nella mente il bellissimo piano sequenza iniziale, condito da un
pathos eccellente che rende il tutto molto interessante. C'è anche
l'indubbia capacità registica (dell'ungherese Kornél Mundruczó, al suo
primo film in lingua inglese) di rendere appieno il calvario umano e
psicologico di una donna "in pezzi", ma va anche detto che la storia e
tutto ciò che le ruota attorno sono state viste moltissime volte. Bello,
ma non affatto bellissimo. Voto: 6
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